La religione romana/Premessa: differenze tra le versioni

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{{q|L'atteggiamento religioso del romano va [...] distinto dal sistema della fede. ''Religio'' non equivale a ''credo''.| Robert Schilling, ''Rites, Cultes, Dieux de Rome''. Parigi, Klinck, 1979, p.74; cit. in John Scheid, ''Op.cit.'', p. 8 }}
 
Il sentimento religioso romano (''pietas'') verte dunque nella forte volontà di garantire il successo alla ''respublica'' mediante la scrupolosa osservanza della ''religio'', dei suoi culti, dei suoi riti, della sua tradizione, osservanza che consente di ottenere il favore degli dèi e garantire la ''pax deum'' (''pax deorum'')<ref>''Deum'' al posto di ''deorum'' per l'arcaicità del genitivo.</ref>. Tale concordia con gli dèi determinata dalla scrupolosa osservanza della ''religio'' e dei suoi riti è testimoniata dal successo di Roma nei confronti delle altre città e nel Mondo<ref>Cfr. Cicerone, ''De haruspicum responso'', 19</ref>, il che fa concludere a Cicerone che:
 
{{q|E se vogliamo confrontare la nostra cultura con quella delle popolazioni straniere, risulterà che siamo uguali o anche inferiori sotto ogni altro aspetto, ma che siamo molto superiori per quello che concerne la religione, cioè il culto degli dèi.|Cicerone, ''De natura deorum''. II, 8; Traduzione di Cesare Marco Calcante, pp. 156-7.| Et si conferre volumus nostra cum externis, ceteris rebus aut pares aut etiam inferiores reperiemur, religione, id est cultu deorum, multo superiores.|lingua=la}}