La religione greca/Le religioni ellenistiche: differenze tra le versioni

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E, come evidenzia Domenico Musti,
{{quote|Se l'Ellenismo è per i Greci epoca di fusione tra le forme della cultura greca e alcune espressioni delle culture orientali, ciò si verifica in sommo grado sul terreno religioso|Domenico Musti, ''Storia greca'', p. 774}}
 
E su questo terreno, nel mondo greco acquisiscono grande rilievo divinità fino a quel momento meno importanti come Dioniso e Asclepio, e si focalizzano divinità non greche ma già conosciute come la Grande Madre Cibele, la quale possedeva un santuario ad Atene fin dal V secolo a.C.<ref>Françoise Dunand, ''Sincretismi e forme della vita religiosa'' vol.7 p.335.</ref>.
 
Oltretutto, «Insediati più o meno durevolmente in paesi stranieri, i Greci si rivolgevano con molta naturalezza agli dèi locali: ne sono un esempio i Greci d'Egitto, i quali a partire dal III secolo portano offerte e fanno dediche a dèi specificatamente egiziani, a prima vista molto lontani dall'universo religioso dei Greci, come dèi coccodrilli del Fayyūm. [...] E questa devozione per gli "dèi" stranieri non era solamente di circostanza: alcuni di questi Greci emigrati, rientrati in patria, vi conducevano con sé e vi insediavano gli dèi che avevano imparato a conoscere altrove. Artemidoro, figlio di Apollonio, originario di Perge, in Panfilia, già cacciatore di elefanti al servizio di Tolomeo Filadelfo verso il 245 a.C. a Tera per trascorrervi la vecchiaia, dedicò un complesso di edifici agli dèi egizi in onore della famiglia lagide;»<ref>Françoise Dunand, ''Sincretismi e forme della vita religiosa'' vol.7 p.336.</ref>