Fisica per le superiori/Introduzione: l’interazione tra un corpo carico e uno neutro: differenze tra le versioni
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Subito dopo avvicinate la bacchetta strofinata al pendolino.
Magicamente, si crea un effetto di ''attrazione reciproca'' tra la bacchetta e il pendolino.
Questo fenomeno, elementare, ma al tempio stesso misterioso e affascinante, è solo una delle tante manifestazioni dei cosiddetti fenomeni elettrostatici. Si tratta di una categoria di esperimenti che, per molto tempo, sono stati poco considerati dagli scienziati e dai pensatori antichi.
Solo nel corso del XVIII secolo, grazie alla ricerca sistematica di uno scienziato illuminista di grande fama (Benjamin Franklin, 1706-1790) e di un gruppo di altri fisici e matematici di straordinaria profondità visuale, come Carl Friedrick Gauss e Charles Augustin Coulomb, il dibattito della Comunità Scientifica si è sviluppato in una direzione nuova e imprevista che ha trasformato il nostro punto di vista sui fenomeni elettrici.
A prima vista, i fenomeni elettrici appaiono evanescenti, agiscono a piccole distanze, sono di breve durata e di modesta intensità. È difficile farne uso per applicazioni pratiche concrete. Tendono a scomparire spontaneamente in tempi brevi e non permettono di riconoscere la presenza di proprietà conservate.
Per questi motivi,
Noi uomini moderni, invece, siamo portati a commettere errori di tipo diverso, rispetto a quelli diffusi prima dell’illuminismo. Per esempio, osservando un’attrazione, abbiamo la tendenza a individuare immediatamente la presenza di due cariche elettriche di segno opposto. Anche questo, però, è un grave errore. Infatti una delle due bacchette è stata strofinata, mentre l’altra no. Possiamo accettare che la prima abbia acquisito carica per strofinamento, ma non possiamo dire altrettanto per la seconda.
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