Bivona/Il circondario storico: differenze tra le versioni

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===I problemi del circondario bivonese===
Il plebiscito per l'annessione della Sicilia al [[regno d'Italia]] sotto la sovranità di [[Vittorio Emanuele di Savoia]], svoltosi il [[21 ottobre|21]] ed il [[22 ottobre]] [[1860]], anche nel circondario di Bivona risultò ampiamente a favore dell'Unità d'Italia; ciononostante, proprio nel circondario bivonese si contò la più alta percentuale di voti contrari: su 667 voti contrari espressi in tutta l'Isola, infatti, il 34,5% (pari a 230 voti) si ebbe solamente nella circoscizione territoriale di Bivona.
 
Il processo di omologazione politica ed amministrativa della Sicilia alla legislazione del regno d'Italia si avviò tra la fine del [[1860]] e l'inizio del [[1861]]: i primi di [[gennaio]] si svolsero le elezioni comunali e provinciali, a [[febbraio]] quelle politiche: nel collegio elettorale di Bivona venne eletto il generale [[Giacinto Carini]].
 
Nello stesso periodo si insediarono in Bivona i nuovi funzionari e gli impiegati degli uffici circondariali (Agenzia delle imposte dirette, Ricevitoria del registro, Ispettorato scolastico, Commissione Sanitaria Circondariale, Commissione di Verifica dei Pesi e Misure) e dei mandamenti (preture).
{{Nota
|allineamento = destrasinistra
|larghezza = 350px
|titolo = Il precursore di Palermo<small><ref name=settantanove>{{cita|Antonino Marrone, 1996|79}}</ref></small>
|contenuto = [...] Difatti giammai in questo circondario non si è cambiato un impiegato per inadempienza ai propri doveri, non solamente quando annoiato di questa residenza, qualche eletto è arrivato ad avere tale una protezione che dopo molti anni e molto inchiostro e carta lo ha fatto traslocare in residenza migliore, tollerando sempre che i tristi e gli inetti vi stiano, purché non domandino di cambiar clima. Tale era pure l'andazzo dell'ex Borbone, e questo circondario era la Caienna degli impiegati in disgrazia. Noi ci speravamo tutt'altro procedere dal governo riparatore, però disgraziatamente dobbiamo confessare che, se allora ci venivano gli impiegati in castigo, la speranza di una riabilitazione li facea migliori. Oggi invece che ci inviano i più feroci o, per lo meno, inetti, si sbizzariscono a spese di noi miseri contribuenti, che abbiamo la disgrazia di aver visto la luce nel circondario di Bivona [...]
}}
 
L'avvio del nuovo sistema amministrativo mostrò notevoli difficoltà soprattutto nel circondario di Bivona, l'unico nella provincia di Girgenti ad essere separato ''per difetto di strade e di telegrafo da ogni centro di governo''. [[Alessandro Della Rovere]], luogotenente del re, costatando la marginalizzazione della circoscrizione, ritenne il circondario di Bivona come posto indicato per destinarvi ''a castigo qualche intendente che meriti una severa misura del Governo''.
Il processo di omologazione politica ed amministrativa della Sicilia alla legislazione del regno d'Italia si avviò tra la fine del [[1860]] e l'inizio del [[1861]]: i primi di [[gennaio]] si svolsero le elezioni comunali e provinciali, a [[febbraio]] quelle politiche: nel collegio elettorale di Bivona venne eletto il generale [[Giacinto Carini]].
 
Nello stesso periodo si insediarono in Bivona i nuovi funzionari e gli impiegati degli uffici circondariali (Agenzia delle imposte dirette, Ricevitoria del registro, Ispettorato scolastico, Commissione Sanitaria Circondariale, Commissione di Verifica dei Pesi e Misure) e dei mandamenti (preture).
 
L'avvio del nuovo sistema amministrativo mostrò notevoli difficoltà soprattutto nel circondario di Bivona, l'unico nella provincia di Girgenti ad essere separato ''per difetto di strade e di telegrafo da ogni centro di governo''. [[Alessandro Della Rovere]], luogotenente del re, costatandoconstatando la marginalizzazione della circoscrizione, ritenne il circondario di Bivona come posto indicato per destinarvi ''a castigo qualche intendente che meriti una severa misura del Governo''.
 
===La sottoprefettura di Bivona===