Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran: differenze tra le versioni

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===WMD e nucleare===
Nonostante le molte accuse e i timori, l'Iran non ha armi di distruzione di massa e al contrario ha firmato varie convenzioni come quella per le armi chimiche e quella per quelle biologiche. Piuttosto, l'Iran ha subito le conseguenze delle armi chimiche irakene su oltre 100.000 persone, tra militari e anche civili. Anche le autorità religiose si sono dichiarate contrarie alla creazione di WMD. Gli USA hanno stimato con la loro agenzia NIE che l'Iran ha fermato un programma militare nucleare nell'autunno del 2003 e così è rimasto fino almeno a metà 2007. Si stimerebbe attualmente che l'Iran potrebbe produrre abbastanza uranio arricchito per una bomba nel periodo tra il 2010 e il 2015, ma la cosa non è certa e l'Iran sostiene che il suo programma nucleare è per scopi pacifici. In effetti, costruire centrali nucleari per l'Iran sarebbe vantaggioso, perché offrirebbe la possibilità di esportare maggiori quantità di petrolio. Al momento, mancano le evidenze della volontà iraniana di procurarsi armi nucleari. Ma per sicurezza vi è stata la richiesta di fermare il programma di arricchimento dell'uranio. Ahmadinejad ha commentato che tale richiesta è illegale e arrogante, mandando avanti il programma in maniera legittima. Dall'altra parte vi sono le fortissime pressioni dell'asse USA-Israele (entrambe potenze nucleari, la seconda senza nemmeno dichiararsi come tale), e l'Europa molto indecisa sul da farsi, ma tendenzialmente allineatasi con Washington.
 
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I mezzi di lancio sarebbero in particolare tra 25 e 100 Shahab-3, mentre pare che il successivo -4 è solo un vettore spaziale, ma al converso vi sono voci che vogliono il successivo Shahab-5 con un raggio di 10.000 km e quindi un ICBM. Vi sono poi 12 missili russi X-55 comprati dall'Ucraina nel 2001 e co un raggio di almeno 2.500 km (sono simili ai 'Tomawhak'). Poi vi sono gli aerei come i Su-24 e F-4.
 
===La questione nucleare===
 
Il programma nucleare iraniano non è nulla di nuovo. Iniziò già negli anni '50, con il supporto degli USA in quanto era parte del programma 'Atomo per la Pace'. Questa era un'iniziativa che seguì la defenestrazione del primo ministro Mossadeq nel '53, democraticamente eletto ma deposto con un colpo di stato organizzato dalla CIA. Cosa che gli Iraniani non dimenticarono, iniziando da qui a serbare un ben comprensibile rancore per chi si era permesso di intromettersi nei propri affari interni in maniera tanto sfacciata, per mettere poi al potere Reza Pahlavi, che non tardò a dimostrarsi un tiranno con ambizioni megalomani di potenza e di repressione del dissenso interno. Nel '67 l'Iran si dotò del Centro di ricerca nucleare di Teheran (TNRC), sotto la guida dell'organizzazione per l'energia atomica dell'Iran o AEOI. All'epoca, del resto, era normale per moltissime nazioni costruire reattori nucleari e l'Iran intendeva restare al passo dei tempi anche qui. Ebbe anche un piccolo reattore di ricerca capace di 5 MW, diventato operativo nel 1967. L'anno dopo l'Iran firmò il NPT (Nuclear non Proliferation Treaty, in italiano la sigla diventa TNP), ratificandolo nel 1970, per cui sembrava che non vi fossero problemi in tal senso, con le verifiche che avrebbe fatto la IAEA dell'uso degli impianti. Lo Shah approvavò un piano, che al solito, non celava le sue ambizioni: costruire ben 23 centrali nucleari con l'aiuto occidentale entro il 2000. Anche perché nel 1974, con la crisi energetica, dichiarò -comprensibilmente- che 'Il petrolio è un materiale nobile, troppo prezioso per essere bruciato (per produrre energia elettrica)'. L'obiettivo era di costruire centrali per 23 GW complessivi. Le compagnie europee, già in ricchi affari per altri settori (come quello militare) si diedero molto da fare per ottenere contratti. Bushehr doveva essere il primo dei 23 impianti, destinato ad alimentare Shiraz. Nel '75 la Kraftwerk Union AG, formata da Siemens e AEG Telefunken, firmò un primo contratto per realizzare reattori nucleari, con un prezzo di 4-6 mld di dollari. La costruzione dei due primi reattori, peraltro, era stata poi subappaltata alla Thyssen-Krupp, da completare entro il 1981. Nel frattempo c'era anche da pensare all'Uranio, con una compagnia chiamata Eurodif, che gestiva un impianto di arricchimento in Francia e venne formata nel '73 da Francia, Belgio, Spagna e Svezia. La Cogéma (impresa governativa francese) con il governo iraniano formò poi la Sofidif per l'arricchimento dell'Uranio per diffusione gassosa, con una ripartizione rispettivamente del 60 e del 40% e l'acquisto da parte di questa joint-venture, del 25% della Eurodif, il che risultò quindi nel possesso iraniano del 10% della stessa. Per ottenere i diritti di comprare il 10% dell'impianto Eurodif, gli Iraniani pagarono 1,18 mld di dollari entro il 1977. Anche gli USA ritornarono in campo, con il presidente Ford che offrì all'Iran di comprare un intero impianto di riprocessamento ed estrazione per ottenere plutonio, per completare il 'ciclo del combustibile nucleare'. All'epoca già erano in carica sia Dick Cheney che Donald Rumsfield (Segretario della Difesa). Dal punto di vista di Ford, questo avrebbe aiutato l'Iran ad ottimizzare il consumo di energia per aiutare l'Iran e la sua economia in crescita e liberare le riserve di petrolio dallo scopo di alimentare le centrali elettriche. Da notare che tutto questo è ripetuto anche oggi dagli Iraniani, ma evidentemente, senza essere creduti. Da notare anche che il plutonio non necessita di arricchimento alcuno per diventare direttamente il nocciolo di una bomba nucleare, ma nessuno si pose seriamente il problema della proliferazione nucleare all'epoca. Eppure, malgrado quello che ne pensavano i politici, la CIA concluse già nel '74 che se lo Shah fosse stato vivo negli anni '80, l'Iran avrebbe senz'altro proceduto a costruire armi nucleari sulla spinta dei vicini pakistani e indiani. Inoltre, lo Shah non si faceva mancare nulla nemmeno in termini di differenziazione delle fonti, tanto che prese un accordo anche con il Sudafrica, finanziando con i suoi proventi del petrolio la tecnologia nucleare sudafricana: i sudafricani, in cambio, gli avrebbero fornito l'Uranio arricchito.
 
Tuttavia, gli impianti nucleari non sono diventati operativi prima della caduta dello Shah e tutto si è congelato per decenni. Nondimeno, l'Iran era convinto di riattivare il programma nucleare con combustibile arricchito in loco, e persino pagò gli USA per la consegna di nuovo combustibile e l'aggiornamento dei suoi impianti, ma gli americani non fecero nulla di questo, e naturalmente nemmeno rimandarono indietro i soldi presi (scena poi ripetutasi con la vicenda degli F-16 pakistani). I tedeschi fermarono i lavori già nel gennaio 1978, quando un reattore era completo al 50% e l'altro all'85%, per poi ritirarsi totalmente nel luglio 1979. Per questo non risultato l'Iran aveva già pagato in tutto 2,5 mld di dollari. Anche la Francia, nel '79, rifiutò di dare altro carburante arricchito e l'Iran sospese i pagamenti, richiedendo indietro i soldi spesi per l'investimento, e usando anche le maniere forti, come i cittadini francesi presi in ostaggio, per esempio dagli Hezbollah. Del resto, la missione militare francese in Libano, finita a colpi di camion-bomba, era forse un altro effetto della rabbia iraniana per il disimpegno francese (con tanto di cassa). Il ritiro tedesco era stato motivato ufficialmente dal mancato pagamento iraniano di 450 mln di dollari, mentre nel 1982 il presidente Mitterrand rifiutò definitivamente di dare altro combustibile all'Iran, che avanzava un credito di 1 mld di dollari dai Francesi. I Tedeschi tentarono di far ripartire i lavori nel 1984, ma i pericoli della guerra che continuava li consigliarono a non riprovarci. L'anno prima l'AIEA aveva previsto di aiutare l'Iran a produrre uranio arricchito, ovviamente per scopi pacifici, ma davvero non erano maturi i tempi per questo sviluppo e gli USA suggerirono all'Agenzia di terminare i suoi tentativi di supportare gli iraniani nella produzione, anche se nel 1984 conclusero che gli impianti disponibili in futuro non sarebbero stati comunque particolarmente buoni per costruire armi nucleari, né che l'Iran sembrava intenzionato a dotarsene. Nel 1987 l'Iran ebbe a che fare anche con l'Argentina, che a sua volta era una nazione nucleare (in termini civili), dal 1974 (reattore Atucha I, poi 10 anni dopo, l'Embalse) in maniera da ottenere uranio arricchito al 20% (per scopi pacifici). Vennero siglati ben 3 accordi nell'arco di un anno, e nonostante la pressione americana per interromperli, non vennero totalmente cancellati.
 
Quanto all'impianto di Bushehr, questo venne lasciato abbandonato e poi danneggiato più volte dagli attacchi aerei iraniani. Tutto si fermò, fino a ripartire negli anni '90 con l'aiuto dei Russi (con una organizzazione di ricerca congiunta chiamata Persepolis). In particolare, nel 1995 l'Iran ha firmato per ottenere un impianto nucleare per 915 MW, anche se inizialmente gli altri sono stati omessi dal sito nucleare più importante dell'Iran. Gli USA isolarono anche l'Iran dalla Cina l'anno dopo (1996),dato che c'era in ballo la costruzione di un impianto nucleare. Nel frattempo, era stato risolto anche il problema con i francesi: nel 1991 la Francia accettò di pagare 1 mld di dollari all'Iran, che restava un azionista di Eurodif via Sofidif, ma senza chiedere in cambio il combustibile nucleare, che era il suo obiettivo primario. Nondimeno, vi sono numerosi impianti per l'estrazione dell'Uranio (di cui l'Iran è ricco), impianti di arricchimento, laboratori di ricerca ecc. Nel tempo, si pensa di arrivare a costruire ben 19 impianti nucleari, per esempio uno da 360 MW è attualmente in sviluppo, e pare che in effetti sarebbero più graditi impianti di media potenza piuttosto che di alta potenza come Bushehr.
 
Naturalmente tutto questo ha sollevato delle proteste internazionali, anche se l'Iran ha ammesso di non avere arricchito l'Uranio a percentuali superiori al 5%, ovvero non in qualità 'bomba'. Al contrario, nazioni come Egitto e Sud Corea sono note per essere arrivate ad arricchire l'Uranio, ma non hanno avuto conseguenze pratiche per ragioni che stanno più nella politica che nella tecnica. Già nel 1992 Hans Blix, dell'AIEA, riportava che le ricerche iraniane erano compatibili con la dichiarata volontà di costruire impianti per scopi pacifici, mentre nello stesso anno l'Argentina aveva cancellato una vendita di materiale per 18 mln di dollari, sempre grazie alla mano 'invisibile' degli USA, a quel punto particolarmente agguerriti contro l'Iran. L'Argentina finì presto di essere un patner nucleare dell'Iran per via di questo 'mobbing'.
 
Il resto della storia è più che altro, attualità. La IAEA ha chiesto la visita dei vari siti iraniani anche se con impegni rilassati per vari aspetti, fino ad arrivare, grazie anche alle principali potenze europee (UK, Francia e Germania) all'accordo di Teheran dell'ottobre 2003, di cooperazione e con la forma iraniana di un ulteriore protocollo di controlli. Vi sono stati anche problemi come la mancata comunicazione iraniana dell'importazione di Uranio dalla Cina, ma non erano state rilevate evidenze di un programma nucleare segreto di cui molti sembravano ipotizzare l'esistenza. Nel giugno 2004, infine, è stata cominciata la costruzione del piccolo reattore IR-40 da 40 MW. Il novembre successivo l'Iran annunciò una sospensione temporanea e volontaria del suo programma di arricchimento dell'Uranio. Dato che i mediatori europei non riuscivano ad ottenere un miglioramento delle trattative, l'Iran appena eletto Ahmadinejad rimosse i sigilli alle infrastrutture per la produzione di uranio arricchito. Così da un lato all'Iran si richiedeva di terminare il processo di arricchimento dell'Uranio, in violazione di precedenti accordi, dall'altra lo si accusava di avere violato i suddetti riaprendo gli impianti. Il nuovo presidente annunciò che l'Iran era riuscito ad arricchire l'Uranio (11 aprile 2006), anche se solo del 3,5% con l'uso di 100 e passa centrifughe. E' un uranio in qualità civile, non 'bomba', ma già il 13 aprile Condi Rice disse che il Consiglio di Sicurezza ONU stava considerando forti passi per cambiare le ambizioni nucleari iraniane, al che però vi fu il netto rifiuto iraniano di cessare le attività in questo senso, e di rifiutare in particolare chi nega la necessità iraniana di costruire un nucleare civile. Il 31 luglio, però, sotto la spinta implacabile dell'amministrazione Bush e di altre nazioni europee, il Consiglio di Sicurezza approvò la risoluzione 1696 per richiedere all'Iran di cessare i processi di arriccimento, e nel dicembre (il giorno dopo natale) impose anche una serie di sanzioni con la R.1737, ma grazie alla posizione cinese e russa, con un testo meno duro di quanto sarebbe stato altrimenti, per volontà americana. Dato che l'Iran non ha cooperato con richieste ingiuste (almeno dal suo punto di vista), nel marzo 2008 è scattata un'altra risoluzione, la 1803 con effetti anche finanziari, sui viaggi delle persone ed export di armi.
 
Oramai si gioca sporco: il 10 maggio 2007 l'Iran e la IAEA si sono ritrovati concordi nel negare veementemente che vi siano stati blocchi nell'attività degli ispettori dell'Agenzia, nell'ottobre 2007 El Baradei negò ogni evidenza del programma iraniano di armi nucleari. Nel febbraio 2009 El Baradei ha negato che vi sia una qualche necessità di attacchi aerei sull'Iran, mentre Hans Blix, già ridicolizzato dall'Amministrazione Bush quando (giustamente) dichiarava che l'Iran non aveva WMD, si è rifatto vivo dopo anni di silenzio per criticare l'inefficace approccio occidentale con l'Iran, che invece tra l'altro dovrebbe essere basato sull'assicurazione di evitare attacchi dall'esterno o attività sovversive dall'interno del Paese, per distendere invece che tendere una situazione potenzialmente critica.
 
Dall'altro canto, gli Iraniani si sentono non solo particolarmente sotto pressione da 30 anni a questa parte, mentre molti loro vicini si sono 'nuclearizzati', ma vedono come omertoso il comportamento tenuto verso Israele. Il 90% degli Iraniani pensa che sia importante un programma nucleare civile e molti Paesi arabi la pensano allo stesso modo. Non così gli USA, allorché il 31 agosto 2006 mr.Bush ha detto, come presidente, che ci sarebbero state 'conseguenze' per la sfida iraniana alla richiesta di cessare l'arricchimento, e che il mondo stava andando incontro ad una 'grave minaccia' per via del regime radicale iraniano e del supporto dato da questo ad Hezbollah. Visto che quest'ultimo è stato il nemico di Israele in quell'estate di guerra, il cerchio si chiude: il problema sembra non tanto che l'Iran sia un giorno una nazione nucleare, ma la politica e in particolare l'ostilità verso Israele. D'altro canto gli USA non hanno problemi ad essere amici di Israele, nazione nucleare (militare, circa 1 testata atomica ogni 100 km2 di superficie in termini di media, che è senz'altro la più alta del mondo), il Pakistan e l'India, né hanno da ridire sulla compera saudita (apparentemente inesplicabile) di 72 missili a medio raggio cinesi già nei primi anni '90 (ufficialmente 'senza testate'). Per fortuna del mondo, con l'amministrazione Obama le cose sembrano andare, lentamente, meglio, con una maggiore apertura verso il mondo arabo e musulmano, e verso i tradizionali nemici, Iran incluso. La situazione è talmente cambiata, che l'amministrazione Obama stenta a prendere una posizione anche di fronte alle proteste oceaniche che nel giugno 2009 hanno sconvolto la vita politica iraniana, dopo le accuse di brogli alle elezioni. Attualmente, la parola d'ordine sembra 'prudenza' e 'multilaralità', con riconoscimenti (vedi il discorso del Cairo fatto da Obama) sia dell'alleanza con Israele, che dei diritti degli arabi e dei palestinesi in particolare. Del resto gli USA di Obama sono ben allertati del fatto che, dando troppo credito alle notizie 'sicure' dei servizi israeliani, si sia trovato d'invadere l'Irak per inesistenti WMD, sui cui rischi invece si giustificava l'atto di forza contro Saddam. Stavolta non solo gli USA non interverranno attivamente, ma neanche sono intenzionati ad autorizzare o a far passare impunita un'eventuale replica dell'attacco ad Osirak (Irak) del 1981. Anche perché, data la difesa dei siti nucleari iraniani e il loro numero, non sarebbe un singolo attacco a fermare l'eventuale minaccia iraniana. Un grosso passo in avanti rispetto alle dichiarazioni americane di qualche anno fa, che nemmeno escludevano l'uso come 'primo colpo' di armi nucleari e che ribaltavano totalmente il concetto di minaccia nucleare, con il loro uso da parte della prima potenza nucleare mondiale contro una nazione priva persino di un funzionante programma nucleare civile e che, ripetutamente, si è dichiarata al contrario favorevole alla creazione di una regione mediorientale priva di armi nucleari. Il che ovviamente avrebbe coinvolto anche Israele, tutt'altro che intenzionato a privarsi delle sue bombe A e H (ufficalmente nemmeno esistenti). Nel corso degli ultimi anni, l'AIEA ha fatto parecchi rapporti sull'Iran e quello del febbraio 2009 dice che continua il processo d'arricchimento dell'Uranio (oltre 1 t), e che non è cooperativo in parecchie questioni, come l'accesso al reattore IR-40, non escludendo che sia possibile ottenere un'arma nucleare da tali materiali ed infrastrutture, anche per la mancanza di notizie esatte su parecchi aspetti della questione. Nel marzo 2009, tuttavia, esistono rapporti che indicano (riportati al Congresso) come l'Iran non abbia ancora Uranio arricchito sufficiente per una bomba e che i test missilistici non sono collegati allo sviluppo di armi nucleari. L'Iran non è necessariamente intenzionato a seguire le altre nazioni della regione nello sviluppo di armi nucleari. Ahmadinejad ha anche ammesso in merito (intervista alla NBC, luglio 2008) che le armi nucleari non garantiscono niente: l'URSS si è disintegrata nonostante ne avesse a migliaia, gli USA non vincono in Afghanistan pur essendo una potenza nucleare e così via. Le armi nucleari, secondo lui, sono ordigni del XX secolo, non sono la risposta per la stabilità e la sicurezza del XXI secolo. Del resto, fin dal '74 l'Iran, preoccupato dalla potenza nucleare israeliana e dall'esperimento nucleare realizzato dall'India, aveva proposto una zona libera da armi di questo tipo, e non pare avere cambiato idea.
Forse anche per questo il 16 settembre 2006 ad Havana le 118 nazioni 'non allineate' si sono dichiarate a favore del programma nucleare civile iraniano, e si tratta della maggioranza delle 192 nazioni dell'ONU. I 56 dell'Organizzazione della Conferenza Islamica hanno ribadito nel febbraio 2007 l'inalienabile diritto dell'Iran di possedere tecnologie nucleari civili e le popolazioni arabe, pur non essendo tali gli Iraniani, considerano loro diritto di sviluppare tali tecnologie. A tutto questo si aggiungono anche Cina e Russia, che non vedono nessuna evidenza del programma di armi nucleari iraniane.
 
Le infrastrutture nucleari iraniane, in tutto, sono le seguenti (nome delle località):
 
Anarak --Arak --Ardakan --Bonab --Bushehr --Chalus --Darkovin --Isfahan --Karaj --Lashkar Abad --Lavizan --Natanz ---Parchin --Saghand --Tehran --Yazd
 
 
Tra i 'tiri bassi' americani vi è stata anche l'Operazione Merlin, che a quanto pare sarebbe stata fatta sotto l'amministrazione Clinton, per passare agli Iraniani tramite appositi agenti, da parte della CIA, dei piani per costruire un reattore nucleare difettoso, usando come vettore uno scenziato nucleare esule dalla Russia, il quale però si rese conto dei difetti del sistema e li spiegò agli Iraniani, che così, anziché costruire tout-court un sistema difettoso, hanno ottenuto informazioni utili per andare per conto loro nello sviluppo del settore, escludendo ovviamente i difetti, con l'appoggio dello scenziato pakistano A.Q. Khan.
 
 
L'impianto nucleare di Bushehr è parte dell'Organizzazione dell'energia atomica iraniana. Dotato di un reattore tipo VVER-1000/446 da 1000 MW, il centro venne costruito già dal 1 maggio 1975, ma tale processo non è ancora terminato e si pensa che le operazioni commerciali cominceranno solo nell'agosto del 2009. Si prevedono altri due reattori. La costruzione era stata fatto con l'aiuto della tedesca KWU, che iniziò a costruire due reattori da 1300 MW ad acqua pressurizzata, come quelli del centro nucleare di Biblis, in Germania. Si pensava di iniziare le operazioni nel 1982, ma in mezzo ci fu la Rivoluzione e la costruzione venne sospesa. Fu poi la russa Atomstroiexport che ha preso in tempi recenti in mano la situazione con il tipo di reattore di cui sopra, in base ad un contratto firmato nella capitale iraniana nel 1995. Altri due reattori sono pianificati, mentre un quarto, inizialmente previsto, è stato cancellato. Dal dicembre 2007 la Russia ha anche iniziato a fornire combustibile nucleare per questo reattore, la cui costruzione è stata terminata nel marzo 2009. Dal prossimo 22 agosto (2009) l'impianto dovrebbe iniziare a funzionare a metà potenza, per arrivare al massimo livello nel marzo del 2010. Gli altri due saranno presumibilmente installati e resi operativi all'inizio del 2011 e del 2012.
 
== Note ==