Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Etiopia: differenze tra le versioni

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[[File:Flag of Ethiopia (1897).png|150px|lef|thumb|la bandiera del 1897]]
L'EtiopiaPur se da sempre è una terra isolata e povera, mal''''[[w:Etiopia|Etiopia]]''' vanta delle tradizioni militari di tutto rispetto. A dire il vero, il suo vanto appare essere niente di meno che la culla del genere umano, quantomeno dei suoi lontani antenati dalla postura bipede. L'Etiopia è anche stata titolare di una monarchia che vantava 3.000 anni di vita, discendente da Salomone. E sempre l'Etiopia è stata anche la prima nazione africana indipendente riconosciuta come tale dall'Occidente. Non mancò nemmeno di accreditarsi la responsabilità della maggiore sconfitta di una potenza colonialista, al cui confronto persino Iswandara era una passeggiata: la vittoria di Adua, ottenuta contro gli Italiani.
 
 
===Gli inizi===
L'Etiopia, già citata dalla tradizione biblica, è stata chiamata così in forma antica dai Greci per indicare chi viveva a Sud dell'Egitto; in seguito prevalse il termine 'Abissinia'.
 
Così isolata nel suo altopiano centrale in mezzo al deserto, questa terra ha avuto l'introduzione del cristianesimo attorno al 330, per poi essere stata soggetto di tentativi di invasione da parte dei musulmani. Le antiche province dell'era medioevale erano sopratutto rappresentate dal Tigray a Nord, Amhara al centro e Shewa al Sud; il regno centrale era in genere ad Amhara, ma non mancarono epoche in cui ognuna di queste province elesse un re. L'Etiopia subì un'invasione musulmana dopo il 1528 e il re (negus) chiese aiuto al Portogallo, che mandò un contingente nel 1541, riuscendo a sconfiggere gli invasori del generael al-Ghazi. In seguito l'isolamento continuò ma anche i conflitti interni, tra cui si inserirono anche i Gesuiti. Solo nel 1855 LiJ Kassa si proclamò Negus negusti (Re dei Re) e riunificò con la forza il regno; seguì l'apertura all'estero, così come fece all'epoca anche il Giappone. Il Negus, ora noto come Teodoro II, era tuttavia poco amato, e il suo regno terminò nel 1897, con un suicidio. Era stato sconfitto a Magdala contro i Britannici.
 
Questi erano arrivati in una zona strategica dato che era stato aperto il Canale di Suez. Subito le Potenze colonialiste cominciarono a dividersi le coste vicine: lo Yemen per i britannici, Gibuti per i Francesi, mentre gli Egiziani volevano conquistare le fonti del Nilo e così invasero il Sudan. Tutte terre senza valore fino a poco tempo prima.
 
C'erano anche gli Italiani, fin dal 1870 ad Assab, comprato dal sultano locale tramite una compagnia d'affari e ceduto nel 1882 al Governo italiano. Passò poco tempo e nel 1888 vi fu un confronto tra l'Italia e l'Etiopia. Ma questa doveva già combattere l'infiltrazione da N dell'Egitto e l'invasione dei Dervisci dal Sudan, così si negoziò piuttosto che combattere un forte esercito europeo. Questo lasciò come risultato la presenza di circa 5.000 soldati italiani in Eritrea, il nome della nuova colonia. Anche l'imperatore Yohannes ebbe a combattere i Dervisci, ma li sconfisse; trovò un accordo con i britannici e gli Egiziani, e poi sconfisse gli Italiani a Matema, marzo 1889, tuttavia rimase ucciso nella battaglia. I Britannici diedero Massaua agli Italiani rompendo l'accordo, ma il nuovo imperatore Menelik II e nel 1886 andò a scegliere come capitale Addis Abeba (così nota dopo di allora). Ad Adwa (Adua per gli Italiani) sconfisse gli Italiani il 1 marzo 1896 e questi dovettero ammettere l'indipendenza etiope (la prima nazione riconosciuta come tale in Africa), tenendosi però l'Eritrea. Era questa una situazione foriera di guai futuri, ma gli Etiopi non potevano sperare molto di più rispetto a quanto già ottenuto. In seguito vi furono importanti investimenti, come l'arrivo della linea di ferrovie per Gibuti, servizi telefonici, ospedali e scuole. Menelik II morì il dicembre del 1913 e venne succeduto dal primogenito Lej Isayu, che però non era popolare data la sua simpatia per tedeschi, turchi e musulmani, ma forse sopratutto per la volontà di abbandonare la schiavitù, una risorsa molto importante per l'Etiopia. Così governò solo per 4 anni e poi venne rimiazzato da Zauditu e Ras Mekonen, il figlio del vincitore di Adua e supportato dalle potenze occidentali, con tanto di aiuti finanziari svizzeri e ufficiali belgi. Venne rifondato l'esercito e combattute varie rivolte locali, e nel 1930 Mekonen divenen l'Imperatore Haile Sealssie.
 
L'aviazione militare arrivò solo il 18 agosto 1929 con una piccola sezione dell'Esercito a Bishoftu, che era vicino alla capitale e che aveva sei Potez 25 e vari altri aerei, sotto il controllo dell'ufficiale francese Maillet. In seguito arrivarono altri aerei europei, ma solo in piccole quantità. Tra i piloti, però, vi erano solo 2 pienament abili al volo, Babichef (un russo-etiope) e Ali, mentre non esistevano tecnici etiopi per mantenerli in volo. Così il 3 ottobre 1935 gli Italiani invasero l'Etiopia dalla Somalia Italiana e incontrarono davvero poca resistenza. Solo 3 aerei erano operativi ma disarmati e quindi usati solo come trasporti leggeri. Tra i pochi piloti, il col.Julian, comandante dell'aviazione e di origini americani, come anche Robinson, il 'Black Condor', autore (ma la cosa è dibattuta) di parecchie missioni di trasporto e collegamento. La zona di operazioni principali era Dessa, dove anche l'Imperatore dovette imparare ad usre un cannone contraereo. Adua però venne catturata già il 6 ottobre e si continuò a marciare verso il Tigray, dove peraltro diversi capi-tribù locali non offrirono resistenza o si unirono ai militari fascisti. Visto che l'avanzata era lenta, de Bono venne rimpiazzato in dicembre da Badoglio. Vi furono bombardamenti spietati con l'uso di gas asfissianti e la città di Harer, ben prima di Guernica, venne bombardata con ordigni incendiari il 29 marzo 1936, ma come tanti altri crimini di quella guerra, che rimase nella propaganda di regime come quella 'fascista' per eccellenza (per costruirsi un immaginario paragonabile alla narrazione americana del west), vi furono ben poche informazioni su questo. Perciò è rimasta famosa Guernica e non Harer come vittime di tali azioni. Ma in Spagna c'erano truppe internazionali e la cosa era più pubblicizzata, inoltre la resistenza era ben maggiore con l'intervento dei Sovietici. In Etiopia Addis Abeba cadde il 5 maggio e il 9 venne ufficialmente annessa l'Etiopia. Selassie venne costretto all'Esilio prima in GB e poi in Sudan. La Lega delle Nazioni fece un embargo incerto verso l'Italia che ne approfittò per rilanciare con l'autarchia. Nel frattempo c'era da combattere gli italiani e la guerra ufficiale, benché finita, venen continuata ben oltre quella data, con azioni di guerriglia. Gli Italiani costruirono molte infrastrutture, ma depredarono opere d'arte (Obelisco di Axum) e repressero in maniera spietata i rivoltosi. Curiosamente, dopo il 1941, quando i Britannici occuparono l'Etiopia, vi furono anche azioni di resistenza anti-britanniche. Gli Italiani avevano aereo obsoleti, come del resto i Britannici. Lanciarono un'offensiva contro il Somaliland britannico e il Sudan, conquistando il primo, ma non il secondo. Nel '41 erano sconfitti e a luglio tornò il Negus e il figlio Amha Selassie I. Robinson ritornò nel '44 aiutando come colonnello USAAF a costruire l'aviazione etiope, che nel '45 era equipaggiata solo con due DH-60 Tigher Moth. Ma già il 1946 la scuola di volo aveva 75 studenti.
 
Nel dopoguerra venne fatta una federazione con l'Eritrea, ma questa era a maggioranza islamica e non accettava gli etiopi, anzi voleva ritornare sotto controllo italiano, cosa che però venne impedita dai Britannici che la lasciarono sotto amministrazione militare. Vi furono dispiegamenti di Mosquito e Tempest contro i guerriglieri Shifta provenienti dalla Somalia.
Nel 1950 venne discusso all'ONU il futuro del territorio mentre i britannici dispiegavano altre forze, tra cui Spitfire del No.208, poi rimpiazzati dai Meteor Mk 8. Nel '52 venne deciso che l'Eritrea doveva federarsi con l'Etiopia dopo l'uscita britannica dal territorio, fatta entro giugno del '52. Nel '55 Selassie diede una nuova costituzione nazionale con l'Etiopia fatta di 9 province e il distretto di Addis Abeba, e molte riforme promesse. Ma accontentare 40 etnie diverse era davvero difficile e così la situazione divenne difficile, e governata solo grazie alla tradizionale tendenza di chi ha il potere al 'divide et impera', mettendo gli uni contro gli altri e indebolendoli a vantaggio del potere centrale.
 
L'Etiopia è una terra isolata e povera, ma vanta delle tradizioni militari di tutto rispetto. A dire il vero, il suo vanto appare essere niente di meno che la culla del genere umano, quantomeno dei suoi lontani antenati dalla postura bipede. L'Etiopia è anche stata titolare di una monarchia che vantava 3.000 anni di vita, discendente da Salomone. E sempre l'Etiopia è stata anche la prima nazione africana indipendente riconosciuta come tale dall'Occidente. Non mancò nemmeno di accreditarsi la responsabilità della maggiore sconfitta di una potenza colonialista, al cui confronto persino Iswandara era una passeggiata: la vittoria di Adua, ottenuta contro gli Italiani.
 
===IniziLo scontro con l'Eritrea<ref> Cooper, Tom:
''I Ethiopian-Eritrean War, 1952-1991'', Acig articles</ref>===
L'aviazione Imperiale Etiope nacque nel 1924, appena un anno dopo la nascita della sua futura nemesi, la Regia Aeronautica. Non ci restano molti dati di quell'epoca pionieristica, quello che se ne sa è che vi fu ben poco da contrapporre agli aerei italiani, che agirono indisturbati nel 1935-36. Gli Etiopi supportarono la riconquista britannica nel 1940-41, del resto dopo i massacri fatti dai fascisti era inevitabile che vi fosse un largo risentimento contro di loro. Dopo la guerra l'Aviazione venne rifondata e riorganizzata, grazie ad un attore insospettabile: la Svezia, che grazie anche al famoso Conte von Rosen, vennero comprati 46 Saab B17 da bombardamento in picchiata e 48 Safir 91 da addestramento. Fu un ufficiale svedese che comandò l'Aviazione fino al 1962. Von Rosen ritornerà ancora in Etiopia nel '77, pilotando aerei MFI-15 per lanciare rifornimenti in funzione umanitaria. La spietatezza della guerra in corso, nonostante la crisi umanitaria (con una gravissima carestia) fece sì che egli venisse ugualmente ucciso dalla guerriglia durante un attacco a terra. I primi bombardieri svedesi vennero comprati nel '46, ma si dilazionò la loro consegna fino al '66, quando erano oramai obsoleti. Alcuni erano ancora operativi ad Asmara nel 1970, e circa 30 anni dopo due vennero recuperati e mandati in Sud Africa, per essere restaurati come preziosi cimeli storici. Uno addirittura pare, che sarà in condizioni di volo. Gli Sn arrivavano tra 301 e 346. I Safir 91 erano invece caratterizzati dai numeri 101-147.
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Così non poteva andare avanti a lungo, e già il 12 settembre 1974 Selassie era stato deposto e imprigionato dai militari, tra i quali emerse Mengistu e la sua Dergue (comitato) , retto da lui e da Atnafu Abate, resistendo ad un nuovo colpo di stato il 23 novembre successivo. Ma la situazione in Eritrea non era cambiata e il supporto popolare scemava già nel '76; mentre Selassie venne fucilato nel '75, per risolvere l'impasse gli Etiopi, rimasti praticamente soli di fronte alla virulenza dei guerriglieri eritrei e alla povertà del Paese, scelsero a quel punto (tramite l'organo direttivo, la Dergue appunto) la via del Marxismo, con la nazionalizzazione delle terre e la creazione del Partito Rivoluzionario Popolare e la Repubblica Democratica del Congo. VI furono però molte resistenze di fronte a questo cambiamento verso sinistra della rivoluzione, resistenze con battaglie metropolitane e supporto esterno da parte del Sudan, uno dei vecchi problemi dell'Etiopia. Ma la Dergue con i suoi 140 membri decise di supportare Mengistu. Vi fu un altro colpo di stato che vide quest'ultimo diventare il solo leader, deponendo il presidente nominale Bante. Castro approvò questa mossa del 3 febbraio, Mengistu diventù anche il leader dell'EPRP dovendo però lottare contro un gruppo Marxista chiamato MEISON, fino alla vittoria definitiva di Mengistu nel '77. Nel maggio Mengistu siglò 13 accordi di cooperazione con i Sovietici.
 
Ma mentre tornava via Tripoli, ricevette una brutta notizia: la Somalia di Siad Barre aveva invaso l'Eritrea. Gli Etiopi avevano chiesto aiuto agli americani, ma senza grossi risultati, anzi Carter accusò il regime militare etiope di violazioni dei diritti umani. Anche per questo l'Etiopia divenne poco alla volta filo-sovietica. Nel frattempo, nel '75 l'EPLF arrivava ad oltre 30.000 guerriglieri, capaci di operare anche oltre il confine con l'Etiopia. Anche perché nel frattempo vi era stata un'ulteriore sollevazione popolare nel Tigrai contro il governo centrale, guidata dal Fronte Rivoluzionario democratico popolare o EPDRF.
 
I successi dei guerriglieri continuavano: il 31 gennaio l'EPLF catturò Om Hajer, sul confine eritreo con il Sudan; poi Tessenej (12 aprile), Agordat e Barentu entro l'agosto. Oramai c'era un vero e proprio stato nel nord dell'Eritrea difeso da armi pesanti, 12.000 soldati grossomodo regolari e 28.000 guerriglieri. Fu a quel punto che i Somali conquistarono la provincia dell'Ogaden. E siccome Mengistu non riusciva a sconfiggere i guerriglieri con 80.000 soldati in Eritrea, figurarsi se avrebbe potuto combattere anche contro i Somali, all'epoca uno stato agguerrito. Così chiedere l'aiuto sovietico e cubano fu più che necessario, vitale. L'Etiopia non poteva permettersi altre armi perché sull'orlo della bancarotta se non oltre. Con Castro venne studiato un piano per mandare soldati cubani in Etiopia mentre i sovietici si occupavano della fornitura di armi. I Sovietici furono molto interessati a fornirle, se gli Etiopi gli facevano usare le basi, specie quele navali. Così si verificò il caso piuttosto raro anche se non del tutto fuori dalla logica della politica, che i Sovietici continuarono per un certo periodo a fornire di armi sia la Somalia che l'Etiopia, fino al 13 novembre, quando i 6.000 istruttori sovietici della Somalia vennero avvisati di fare le valigie, anche dal loro prezioso uso del porto di Berbera. I Sovietici intervennero in molti modi. Tra questi, 16 Mi-24A che debuttarono contro i Somali, 48 MiG-21, MiG-23, 200 e passa corazzati. I Cubani aggiunsero 2.000 istruttori, di fatto impersonando il ruolo della forza aerea Etiope. La meno nota di queste azioni fu però la presenza sovietica al largo delle coste eritree; le navi sovietiche aprirono il fuoco contro i guerriglieri che cercavano di conquistarle, approfittando dell'impegno maggiore contro i Somali e la guerriglia filo-somala presente a Sud. Così, la battaglia convenzionale rese possibile distruggere l'avanzata somala e i guerriglieri correlati, con una schiacciante vittoria convenzionale. Nel mentre, l'aviazione iniziò anche a colpire le cittadine eritree con bombe, per lo più al napalm.
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===La seconda guerra tra Etiopia ed Eritrea<ref>Tom Cooper & Jonathan Kyz, ''II Ethiopian Eritrean War, 1998 - 2000'', Acig Journal</ref>===
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Per riprendere la situazione in maniera pacifica, l'ONU indisse un referendum nel 1991 e l'Etiopia dovette ritirarsi dall'Eritrea, che dichiarò l'indipendenza ufficialmente il 24 maggio del 1993. La capitale era Asmara, prima un'importante base aerea etiope. Ma la politica non risolse tutti i problemi lasciati da venti anni di guerra; quel che è peggio, oltre ai profughi, c'era anche la carestia e la fame da combattere, il tutto assai trascurato dalla comunità internazionale, piuttosto preoccupata, invece, della Somalia. Il fatto che in mano eritrea restavano i porti del Mar Rosso aiutò a riprendersi un pò, ma l'ostilità con gli Etiopi restava. Ora i due movimenti di resistenza anti-Mengistu erano al governo e non si accordarono sulla questione dei confini. Anche qui c'era di mezzo l'eredità colonialista europea: l'accordo del 1903 tra Italia e Menelik II non venne riconosciuto dagli Etiopi, che avevano il grande problema di dover pagare dazio agli Eritrei per far transitare le loro povere esportazioni e importazioni verso il Mar Rosso. Questo comportava un rischio altissimo di strangolamento per Addis Abeba, che al contempo era, come risorse umane, più forte. Ricominciare a ricostruire le proprie F.A. divenne quasi naturale, nonostante la povertà di entrambi i contendenti. L'Eritrea formò anche la sua ERAF con piloti addestrati sui vecchi aerei etiopici di Debre Zeit, ovvero SF-260TP e L-39ZO, già pronti nel 1993. Per i nuovi aerei vennero comprati i finlandesi Redigo, poi trasporti leggeri Y-12, sempre 4 come gli addestratori; vennero anche recuperati in buone condizionini 8 MiG-21, 9 T-33, 2 Mi-8 ma tutti, eccetto questi ultimi vennero a quanto pare ridati indietro all'Etiopia. Come caccia, vennero comprati nel 1996 6 MB.339FD armati, simili al modello C. Con questi venne formata la prima unità da combattimento dell'ERAF l'anno successivo. Diversi piloti ex-Etiopi presero parte alla nuova aviazione.