Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Regno Unito-Armi aeroportate: differenze tra le versioni

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[[Immagine:AJ 168 Martel.png|250px|right|thumb|Il Martel, antenato diretto del Sea Eagle e dell'ARMAT]]
Un' altro missile antinave inglese degli anni '80 era il potente '''Sea Eagle'''. Derivava strutturalmente dal '''Martel''', a guida radar passiva o guida TV sopratutto per azioni antinave, ma anche per attacchi al suolo o antiradar, per molti versi il discendente o il successore del missile AS-30 a guida radio. All'epoca non v'era un sistema a guida radar attiva abbastanza piccolo ed economico per gli aerei, nemmeno con un missile da oltre 500 kg. Quest'arma dagli anni '60 entrò in servizio con macchine come i '''Buccaneer''', dopo venne pensato un missile specializzato come arma antinave e allora entrò in servizio un derivato totalmente rinnovato, che ne conservava giusto l'aspetto, con un turbogetto Microturbo e con un radar attivo, abbinato con un sofisticato sistema di guida radar attivo. In pratica era l'alternativa dell'Harpoon, con gittata di 105 km e capacità di eseguire complesse manovre d'avvicinamento e di sincronizzazione d'attacco, che consentiva ad una salva di missili di arrivare sul bersaglio tutti insieme, saturando le difese. La manovra era quella di usare 4-6 aerei con una coppia di missili l'uno: prima li usarono i Buccaneer, poi i Tornado IDS.
 
[[Immagine:ALARM.jpeg|250px|right|thumb|L'ALARM]]
A parte questo, è stato realizzato anche un' altro missile, stavolta totalmente nuovo: l'ALARM<ref>Lanzara, Leonardo: ''Ricordate l'ALARM?'' RID 6/2003</ref>, un missile talmente piccolo (circa 175 kg) da essere trasportabile, teoricamente, da un signolo Tornado in ben 9 esemplari. Infatti era stato pensato, un pò come lo Shrike, come arma da usare con aerei di piccole dimensioni e semplici, con il minimo d'esigenze riguardo la piattaforma di lancio, dall'HAWK 100 al Tornado. Oppure da usare come arma d'autodifesa per i bombardieri: un Tornado IDS ha un paio di missili AIM-9 per autodifesa sui piloni subalari, a lato dei serbatoi. Con lo stesso concetto si pensava di mettere, sempre sotto le ali anche due missili ALARM per l'autodifesa contro i sistemi antierei. Combinato con il volo a bassa quota e ad alta velocità e sistemi ECM, avrebbe reso molto difficile abbattere un Tornado. Di fatto gli ALARM vennero usati solo con reparti specialmente addestrati nella caccia ai radar. Nel Golfo, oltre a 120 JP-233, sono stati usati anche circa altrettanti ALARM, che essendo appena entrati in servizio, erano praticamente tutti quelli disponibili. La loro caratteristica unica e brillante, per quanto complicata, (di tipica 'scuola inglese') era il fatto che il missile se non agganciava subito un radar saliva a oltre 12.000 m e poi estraeva un piccolo paracadute: cadendo per alcuni minuti verso terra, poteva nel frattempo cercare con il suo sensore (su cui vi sono ben poche informazioni) i radar da difesa aerea.
 
Appena agganciatone uno, riaccende il motore (nonostante che sia un sistema a razzo a propellenti solidi..) e riparte per attaccarlo. La cosa è particolare, e consente di 'fregare' i radar nemici, anche perché è difficile localizzare un oggetto tanto piccolo e praticamente in quota quasi verticale rispetto ad un eventuale radar. Per capire in concreto come si sia arrivati a questa soluzione, vale la pena di richiamare brevemente la storia dei missili antiradar o antiradiazioni (ARM).
 
Originariamente erano semplici 'falene' che si dirigevano verso una fonte di energia elettromagnetica, come gli [[w:AGM-65 Shrike|AGM-65 Shrike]] del '63. Questi missili da 177 kg, usati in piccolo numero anche dalla RAF, se tutto andava bene colpivano con una testata potente a sufficienza per distruggere il radar (come ben si accorsero sull''''USS Worden''', mezzo KO da un singolo missile esploso a 30 m di distanza dopo un lancio accidentale in Vietnam). Ma se il radar si spegneva o cambiava frequenza, il missile perdeva il contatto e senza circuito di memoria, mancava il bersaglio. Poi arrivarono gli AGM-78 Standard ARM. Avevano una maggiore gittata e velocità, ma nella versione A erano ancora privi di memoria. Col missile versione B arrivarono i circuiti di memoria, che però non si dimostrarono molto efficaci. L'ultimo fu il tipo AGM-78D2 del '76 che concluse una produzione di 3.000 ordigni, molti di meno dei 18.500 Shrike. Progressivamente ebbero una maggiore efficacia, ma restavano armi grosse, 3 volte più pesanti e 5 volte più costose degli Shrike, e richiedevano una piattaforma di lancio sofisticata ; rimasero poco diffusi ma ebbero il loro momento di gloria nell'82 quando 300 di questi vennero utilizzati distruggendo i sorpresi radar siriani sulla valle della Bekaa, e alcuni vennero anche lanciato da veicoli terrestri. Gli AGM-78 furono i primi ad essere rimpiazzati dagli [[w:AGM-88 HARM|AGM-88 HARM]]. L'HARM iniziò come propramma di sviluppo nel 1969. Quasi per contrappasso dantesco, tanto furono straordinariamente lesti gli sviluppi della missilistica americana negli anni '50-'60, tanto furono tribolati poi. Vi furono quindi diversi anni in cui gli aerei Wild Weasel americani erano in difficoltà, con i vecchi Shrike e i poco diffusi AGM.78. I problemi tecnici del nuovo missile non vennero superati fino al '73, poi ne giunsero altri relativi alla testa di ricerca della Texas Istruments, molto sofisticata. I primi missili vennero forniti solo nell'83 ed ebbero il battesimo del fuoco nel 1986. L'HARM era un'arma più moderna, pesante solo 361 kg con dimensioni 4.171 x1.118 x0.254 m, in cui trovò posto un sistema avionico sofisticato, motore potenziato per una velocità maggiore (attorno a mach 3) per dare meno tempo possibile al radar di spegnersi, una memoria molto migliore per riuscire a colpire il radar nell'ultima posizione nota, nuovi modes di attacco e volo, una testata ad ampio spettro di ricerca (lo Shrike aveva ben 13 testate di guida cambiabili a seconda dei tipi di radar da colpire, il Martel ne aveva una multiruolo, ma da regolare prima del lancio). Ma nondimeno, se nella guerra del 1991 oltre 2000 armi causarono danni notevolissimi, i tecnici radar impararono ad affrontarli successivamente cambiando tattiche: nel Kosovo l'HARM ebbe pochi successi. L'ALARM venne pure usato, e gli accorti radaristi serbi, lesti nello spegnere gli apparati appena avevano sentore del lancio di un missile HARM (era necessario prendere una decisione in merito già nei primi secondi), ma vennero sorpresi dagli ALARM. Un radar serbo, in particolare, diede filo da torcere: tedeschi e americani lanciarono qualcosa come oltre 100 missili HARM per oltre 30 milioni di dollari e non meno di 50 sortite individuali, senza colpirlo, ma bastò un singolo ALARM per distruggerlo: il fatto che gli ALARM possano 'piovere' dal cielo dopo diversi minuti dal passaggio degli aerei non era preventivato, né facile da contrastare: gli HARM passano a tutta velocità (è una delle loro caratteristiche, dopotutto), ma questi piccoli missili inglesi sono capaci di 'persistere' per ben più tempo sul bersaglio, sorprendendolo appena si 'riaccende'. Un' altro missile usato è il '''BRIMSTONE''', un sistema derivato dall'Hellfire con una nuova testata semiperforante e guida con un radar ad onde millimetriche, che è stato adottato sopratutto per gli Harrier GR.Mk 9. Altre armi considerabili aria-superficie sono i missili controcarro tattici come gli Hellfire per gli WAH-64 Apache, i loro predecessori TOW sui Lynx, missili AS-11 e 12 per elicotteri come gli Scout e i Wessex, sia dell'Esercito che della Marina. I missili dell'esercito sono anche gli Swingfire a lunga gittata controcarro, i MILAN franco-tedeschi e i SAM di vario genere.