Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Siria: differenze tra le versioni

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La battaglia ricominciò poco dopo alcune ore, ma la 7a Brigata corazzata israeliana continò a tenere testa alle avanzate nemiche, imbottigliandole e dirigendole verso la Valle delle Lacrime ed escludendoli dall'altopiano. La cadenza di tiro, precisione e depressione del cannone dei carri inglesi e americani era di aiuto rispetto agli equivalenti sovietici, a dimostrazione che la guerra 'vera' non si fa calcolando solo il calibro o la potenza del cannone. I pezzi da 105 mm L7 ed M68 dimostrarono la loro superiorità anche sui 115 mm sovietici, date le distanze utili maggiori di cui erano capaci, e con una maggiore cadenza di tiro e riserva di munizioni (fino a 50-60). Ma tra le colline vi furono anche scontri a meno di 200 m. Nel settore Sud gli Israeliani passarono all'offensiva, minacciando con una manovra a tenaglia il centro logistico della 1a Divisione siriana, a Hushiyah, mentre i missili SAM tra consumo e danni diretti (inflitti da artiglieria e aviazione) si erano ridotti in virulenza, specie dopo 4-5 giorni di consumo massiccio con parecchie batterie sparanti alle volte contro singoli attaccanti, tanto era temuta la HHA e densa la difesa. Il 9 ottobre venne attaccato il Q.G. dell'aviazione e il Ministero della difesa di Damasco con sei F-4, uno dei quali abbattuto e un altro danneggiato. Ma fu un successo tattico e psicologico. Seguirono i giorni successivi vari altri obiettivi strategici, come centrali elettriche e il terminale petrolifero irakeno per il Mediterraneo. A quel punto gli Israeliani pensarono di avanzare ed infliggere i maggiori danni alla Siria, più pericolosa ma più debole dell'Egitto, fino ad arrivare a distanza di tiro utile (circa 30 km) per battere i sobborghi di Damasco con l'artiglieria. Non c'erano invece forze sufficienti per conquistare la capitale, per non parlare dell'insostenibilità politica di una tale iniziativa 'difensiva'.
 
Ma c'erano anche dei problemi da risolvere. Apparentemente, e non certo per un' unico caso nella storia, era la fanteria a tenere meglio e più duramente le posizioni rispetto all'azione dei carri. La 1a Divisione siriana era considerata l'unità migliore dell'Esercito, ma si era sbandata e addirittura ammutinata, tanto che talvolta venne consigliato ai suoi soldati di restare dentro i propri carri bombardandone le posizioni con l'artiglieria. Un disastro totale, dunque, che d'altro canto si spiegava con la perdita di 2 terzi dei carri armati e corazzati siriani in pochi giorni di combattimento e sopratutto, per risultati limitatissimi anche rispetto alle ambizioni, tutt'altro che megalomani, dei piani originali. Ma la Fanteria Siriana non mollava. Così, l'11 ottobre alle 11 del mattino gli Israeliani si mossero sotto la copertura di un attacco aereo preventivo contro le postazioni della flak e campi d'aviazione, mentre le posizioni della fanteria vennero travolte a Hushniyh e Kuneitra da artiglieria e carri israeliani in poche ore. Totale delle perdite a quel momento, circa 867 carri e un migliaio di veicoli vari siriani.
 
Lo sfondamento doveva essere anche a Nord del Mt Hermon con due divisioni israeliane, la prima in offensiva e la seconda in riserva. I Siriani tentarono di fermare l'avanzata degli Israeliani, ma non ci riuscirono e allora richiesero l'aiuto dell'Egitto, che non si decideva a sferrare un'offensiva violenta sul Sinai. L'URSS era già impegnata nel ponte aereo di aiuti, e lo incrementò, ma data la sconfitta siriana a Lakatia, c'era anche da proteggere le coste e allora la Eskadra sovietica venne schierata, proveniendo dal Mar Nero, a difesa di Lakatia e Tartus. La minaccia di mandare truppe aviotrasportate a difesa di Damasco era poi ancora più gravida di conseguenze. Gli Americani, 'padrini' convinti di Israele rafforzarono la 6a Flotta e cominciarono il ponte aereo di aiuti, che in poche settimane avrebbre raggiunto migliaia di tonnellate. Del resto la stessa Israele dichiarò dopo 5 giorni che stava esaurendo le scorte e le risorse a sua disposizione. Una sorpresa per il mondo e l'ammissione che da soli gli Israeliani erano incapaci di sostenere lo sforzo bellico. Naturalmente su tale affermazione non venne mensionata la disponibilità della prima ventina di armi nucleari, disponibili per missili balistici o aerei tattici.