Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Israele: differenze tra le versioni

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Il 14 maggio 1948, data ufficiale della dichiarazione d'indipendenza, trovò così l'Esercito già equipaggiato con un piccolo nucleo di corazzati. I carri armati erano davvero misera cosa: 2 R35 o R39 francesi, catturati ai Siriani. Il cessate il fuoco dell'11 giugno 1948 non trovò, purtroppo, le parti intenzionate a rispettarlo sul lungo termine. Gli Israeliani si riorganizzarono e diedero origine allo Zvah Haganah le Israel, ovvero allo Zahal, costituendo le prime due brigate meccanizzate, la 7a (APC) e la 8a, quest'ultima con una decina di carri leggeri H39 ex-Francia Libera, 2 Cromwell e uno Sherman provenienti, per cessione o addirittura furto, dai reparti britannici che avevano da poco abbandonato la Palestina, non riuscendo a controllare la situazione (che anzi, ebbero pesanti perdite per attacchi sferrati sia da parte araba che israeliana). Per l'ottobre, quando Israele riuscì a contrastare le offensive arabe e a vincere alcuni violenti scontri, c'erano già altri M4 Sherman, stavolta con obici da 105 mm, ceduti dall'Esercito italiano (ufficialmente erano stati demilitarizzati con fori sul lato della canna), o dalle Filippine se con cannone da 75 mm. Non mancarono i semicingolati con cannoni a.a. da 20 mm oppure con c.c. inglesi da 40 e 57 mm, e tanti mezzi di preda bellica, per lo più di costruzione britannica e presi agli egiziani.
 
Molti di questi pochi mezzi sono sopravvissuti e visibili a Latrun, al museo dei carristi. Continuarono poi a giungere carri dall'Europa, per lo più di seconda mano: molti mezzi ex-inglesi, ma anche americani e via via, francesi, di nuova costruzione. La Francia non aveva particolari ragioni per appoggiare Israele, senonché il governo egiziano appoggiò l'FNL algerino. A quel punto i problemi di reperimento di risorse per l'ancora debole Zahal vennero superati con 100 AMX-13 leggeri, 60 scafi analoghi usati per l'obice Modele 50 da 105/30 mm, più 150 semicingolati, 12 blindo Staghound e 60 Sherman. Tutto questo rese possibile costituire le brigate corazzate della riserva, la 27a e la 37a. Esse si sarebbero aggiunte alla 7a brigata di prima linea e a pieni organici, mentre i carristi israeliani venivano mandati ad addestrarsi a Samaur, in Francia. Questo non aiutò certo i rapporti franco-egiziani, e non sorprendentemente, Nasser aprì il campo all'URSS e decise di nazionalizzare il Canale di Suez. Le forniture di carri per gli egiziani ebbero luogo iniziando con 230 T-34 e 100 SU-100 provenienti dalla ex-Yugoslavia. Ma nel 1956 l'intesa tra Israele, Francia e Regno Unito si concretizzò nell'Operazione Musketeer: prima Israele attaccò il Sinai, grazie anche ai carri M50 (i Super Sherman con il cannone da 75 mm dell' AMX-13, il CN75-50).

Questa era l'operazione 'Kadesh', e i carri israeliani si misurarono con una difesa statica di stile sovietico, usando per la prima volta anche i missili controcarri SS-10 francesi. Nonostante che vi fossero solo 27 dei 100 M50 ordinati, distribuiti in due compagnie, il successo non mancò: fu un attacco violento che in 30 ore distrusse o catturò 27 T-34/85, 6 SU-100, 45 carri Valentine e i loro derivati cacciacarri Archer, 60 BTR-152, ben 282 Bren Carrier, e anche 55 carri Sherman. Alcuni di questi erano stati equipaggiati con la torretta dell'AMX-13 e relativo cannone da 75/61 mm, e così si trovarono mezzi simili a combattere su opposti fronti. Il principale successo venne tra la 7a Brigata corazzata contro il 1° Gruppo - brigata corazzata egiziano, a Kusseina. Alla fine, con perdite umane di 150 soldati in tutto, gli Israeliani presero grossomodo intatti 55 cannoni, 110 pezzi c.c., 125 carri, 60 APC, 260 Bren Carrier agli Egiziani.

Tutto ciò portò alla vittoria di questa vera e propria guerra-lampo, che piegò l'Egitto ma fu un pessimo affare per le potenze Europee, umiliate dalla reazione sovietica e americana. Gli israeliani persero solo una trentina di carri armati e corazzati vari. La guerra ad armi combinate, con carri, fanteria, genio, artiglieria e aviazione, aveva funzionato egregiamente. Ma ora l'Egitto sarebbe diventato il più forte e agguerrito tra i nemici di Israele, già superiore, in teoria, prima della guerra quanto a mezzi bellici. Mentre questi venivano incrementati da un fiume di rifornimenti sovietici, Israele ebbe modo di espandere le proprie fonti d'approvigionamento con ben 250 carri Centurion Mk 3 e 5, sia pure armati ancora con il pezzo da 83 mm (20 lbs). Questi carri, comprati dal 1959, erano nondimeno dei degni avversari di qualunque altro veicolo dell'epoca. La loro prima battaglia ebbe luogo, su distanze di circa 1,5 km, contro dei Panzer IVH siriani. Nessuna delle due parti riuscì a colpire l'altra, data l'inesperienza nel tiro con i sistemi di bordo. Il Centurion aveva il famoso fucile d'aggiustamento, che consentiva con un proiettile secondario da 12,7 mm di correggere l'asse di tiro e portarlo rapidamente sul bersaglio, usando proiettili con traiettorie analoghe a quelle del pezzo da 83 e poi da 105 mm. Può sembrare un sistema bislacco di calcolare le distanze, ma in fondo non fa altro che confermare il vecchio detto artiglieresco: 'il miglior telemetro è il cannone stesso'. Qui si evitava di sprecare colpi del pezzo principale per usare invece un surrogato che lo simulasse, almeno fino a 1.800 m. Il cannone era efficace fino a 3 km e lo dimostrò in seguito, con tiri da lunga distanza contro i quali gli arabi potevano fare ben poco. Nonostante fosse un mezzo pesante, lento e complesso, il robusto e ben protetto Centurion divenne presto un veicolo popolare nell'Esercito. Un gruppo di questi carri, curiosamente, è visibile anche in Jesus Christ Superstar (assieme a mitragliette Uzi e ad addestratori Magister). Un altro ottimo acquisto dell'epoca furono i 200 M48A2 ex-tedeschi, forniti nel 1960-64, quindi quand'erano praticamente nuovi. I mezzi israeliani, in precedenza, erano per lo più degli scassoni poco efficienti e molto logori, e forse anche per questo gli Israeliani furono incentivati a modificarli e a migliorarli, esperienza che non sarebbe andata persa. I carri T-54, con la loro corazza anteriore spessa circa 200 mm in torretta e 100 mm a 60° sulla parte anteriore dello scafo, erano una minaccia seria e difficile da affrontare sia con i pezzi da 83 che da 90 mm. Allora venne comprata la licenza di produzione del pezzo da 105/51 mm, ricavato dal vecchio 83/70 mm, il famoso L7 britannico. Questo ottimo cannone riarmò presto alcuni Centurion, e in seguito anche i Patton. Mentre questo accadeva, i circa 300 M4 Sherman, vecchi e vulnerabili, con una sagoma imponente, erano tuttavia considerati ancora validi per la loro semplicità e facilità di manutenzione, nonché per la mobilità. Così vennero riarmati con un cannone francese da 105 mm, derivato, previa riduzione della lunghezza di 1,5 m, dal CN 105-F-1 dell'AMX-30, carro non comprato perché considerato troppo poco protetto. Con una granata HEAT da 800 m.sec questo cannone era preciso ed efficace, anche se era necessario un freno di bocca per usarlo al meglio sullo Sherman. Per il resto arrivarono un motore diesel Cummings da 460 hp, sospensioni HVSS e cingoli allargati da 42 a 58 cm, proiettore di tiro per impiego notturno, cupola per il capocarro, e trasformazioni in semoventi d'artiglieria con obici Mod.50 da 155 mm, un considerevole aumento di potenza rispetto ai due battaglioni con gli M7 da 105 mm (anche essi provenienti dalla Francia), più mezzi recupero M32 e M74.
 
All'alba della guerra del '67, quella dell'attacco preventivo', Israele aveva anche modificato gli Half-Track. Già questi avevano avuto alcune migliorie come la mitragliatrice da 7,62 mm in casamatta, che consentiva, sia pure solo sull'arco frontale e con un'arma di piccolo calibro, di sparare senza esporre il tiratore. Ma nel '67 vennero messi in servizio un tipo con missili SS-11, con 4 rampe, e un tipo ancora più originale, in quanto armato della stessa b.d.f. delle autoblindo AML-90. il DEFA F1 da 90 mm, sistemato su di un affusto da 57 mm britannico, quello da '6 libbre'. Dei sistemi che miravano ad aumentare la potenza di fuoco dei reparti meccanizzati israeliani, e che rivitalizzavano dei vecchi veicoli disponibili in quantità. I semicingolati erano di laboriosa costruzione, in termini di ore-lavoro, ma erano assai economici nel loro complesso. Nel dopoguerra i sistemi meccanici divennero più moderni ed efficienti e il costo del lavoro più alto. Alla fine furono i mezzi cingolati a rimpiazzare gli 'half-track'. L'era degli M113 era però ancora piuttosto lontana per gli M113. Tra gli altri sistemi escogitati, il portamortaio con il Soltam M65 da 120 mm, installazione facilitata dal cielo aperto dei semicingolati. Essi sarebbero serviti per il tiro d'appoggio ai carri con proiettili HE, illuminanti, fumogeni.
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I Centurion erano oramai in buona parte riarmati col pezzo da 105 mm L7, il che ne aumentava le capacità di combattimento. La pesante corazza protettiva e le munizioni protette erano un buon argomento a favore del pur lento Centurion, di cui solo 11 vennero distrutti durante la guerra, e solo 4 a causa dei carri o cannoni controcarri. I carri AMX-13, invece, vennero giudicati negativamente per via della corazza leggera e la vulnerbilità alle mine. I vecchi M4 e M50 vennero impiegati sopratutto in Cisgiordania, dove batterono in una dura battaglia gli M47 e M48 Patton Giordani occupando di lì a poco Gerusalemme. In tutto circa 394 carri israeliani vennero messi KO, inclusi presumibilmente anche i mezzi riparabili (e-o anche mezzi diversi dai carri), contro 1.109 arabi, per lo più T-34 e i nuovi T-54 e 55. Ma c'erano anche i carri americani serie Patton e quelli britannici Centurion(egiziani).
 
Scendendo nei particolari di questa campagna, stavolta essa non fu un affare tra Israeliani ed Egiziani, ma contro la maggior parte degli stati arabi. I soli egiziani avevano 1.000-1.200 carri, tra cui 60 JS 3, 30 Centurion, 450 T-54/55, SU-100 e i nuovi potenti cannoni semoventi ZUS-57-2; i Giordani invece avevano una cinquantina di Centurion e ben 150 Charoteer, che oggi sono mezzi sconosciuti, ma all'epoca erano dei degni carri armati ricavati dallo scafo del veloce Cromwell con cannone da 83 mm in una nuova e squadrata torretta. Infine c'erano 400-600 carri siriani di cui 150 T-54 e per il resto essenzialmente T-34 e diversi carri irakeni T-54. In tutto circa 2.700 carri e semoventi. Tutto questo contro circa 800-1.000 carri israeliani, di cui un terzo M48, altrettanti Centurion, e il resto M4 e AMX-13. Attaccare le prime linee egiziane fu il primo passo della campagna terrestre, linee di fanteria difese anche da JS-3. Il 5 giugno, il lancio dell'offensiva contro l'Egitto su tre linee e vi furono particolari effetti dalla vittoria lungo la strada verso El Arish, con una divisione guidata dal gen. Tal.
 
Anche senza entrare troppo nei dettagli, il piano di attacco israeliano, più discreto rispetto ai proclami di Nasser contro il vicino, vide l'attacco ancora una volta contro la penisola del Sinai e la Striscia di Gaza, con una forza d'attacco Nord basata sulla Brigata corazzata 'S' (due btg carri su Centurion e M48), la brigata paracadutisti Z, la brigata corazzata M di riserva. I combattimenti, specie nella Striscia, furono violentissimi ma grazie all'attacco degli aerei entro il 6 giugno la partita venne chiusa. L'attacco ad Abu Agheila, difeso da 90 carri su due btg, 4 battaglioni di fanteria, 6 rgt da 122 mm e altro ancora, non riuscì a reggere all'attacco coordinato di carri, aviazione e artiglieria. Prima arrivarono i paracadutisti con un'azione eliportata che colpirono le batterie, poi le artiglierie israeliane spararono contro la prima linea e i Centurion l'aggirarono a lato, immobilizzando i T-34 che erano per lo più fermi a scafo sotto. Alla fine, gli Egiziani rimasero imbottigliati quando si accorsero che il passo di Mitla era in mano alle truppe israeliane, e assieme agli attacchi aerei, questo fece crollare il loro morale.
 
Alla fine della guerra gli Egiziani, schiacciati dall'attacco aereo sugli aeroporti che li privò quasi totalmente dell'aviazione, subirono non meno di 10.000 perdite, contro 679 morti e 2.563 feriti israeliani. In tutto gli arabi persero circa 15.000 soldati con quasi altrettanti prigionieri e circa 50.000 feriti. Le perdite materiali egiziane erano le maggiori: un totale di 800 carri e 10.000 veicoli. Il disastro era evidente già da un'osservazione aerea, con una moltitudine di mezzi e carri abbandonati vicino al passo di Mitla, similmente all'autostrada della Morte vicino a Kuwait City, colpiti dall'aviazione (con macchie nere sulla candida sabbia, laddove bombe al napalm erano state lanciate dai caccia israeliani).
 
Sul fronte cisgiordano, invece, Gerusalemme cadde già il 7 giugno, appena due giorni dopo l'inizio della guerra. I super Sherman erano chiaramente inferiori ai loro avversari inglesi e americani dei tipi più recenti, ma erano abbastanza veloci e ben manovrati: sopratutto, però, il loro cannone da 105 era sufficiente per ricambiare il colpo contro i ben superiori mezzi nemici, che pure erano molto meglio corazzati. Quindi furono l'armamento e la mobilità i fattori vincenti della situazione. Alla fine l'esercito era pronto per attaccare Damasco, ma il cessate il fuoco terminò la guerra con Israele che comunque si tenne le alture del Golan.
 
La disposizione tattica dei reparti israeliani si dimostrò ottimale, dato che la brigata corazzata dell'epoca aveva 3.000 uomini e un'ottimale mistura di carri, blindati e artiglieria.
 
Dopo la guerra vennero fatte molte modifiche per migliorare i mezzi esistenti: gli M48 ebbero il cannone da 105 e diesel AVDS-1790. Così vennero anche equipaggiati tutti i Centurion. Ma agli israeliani interessarono anche i T-54-55 catturati, circa 300, che vennero ammodernati pesantemente. In effetti non erano particolarmente ben valutati: piuttosto mobili, con una sagoma bassa e una corazza piuttosto pesante, armamento potente, ma anche scarsa efficienza meccanica e abitabilità, oltre che mancanza di un adeguato sistema di controllo del tiro per le lunghe distanze. Ma era sopratutto l'abitabilità che era difficile da accettare: troppo piccoli per le operazioni nel caldo del deserto in estate, con il rischio di malori e svenimenti per i pur abituati carristi arabi, tanto che il tempo limite per farli stare con i portelli totalmente chiusi, in tale ambiente, era di circa 60-90 minuti. Naturalmente un problema del genere non era sentito nel clima tipico dell'Europa come un grave handicap, ma in M.O. lo diventava. Gli israeliani cominciarono a modificarli con radio e mitragliatrici di provenienza americana, ma dal '69 le modifiche allo standard Tiran-5 riguardarono anche il cannone da 105 mm. Nel frattempo la Gran Bretagna cambiò idea in termini di politica estera: l'aggressione israeliana contro gli Arabi sarà stata anche 'necessaria' in quanto questi ultimi, più forti, avrebbero potuto attaccare Israele in un prossimo futuro; ma sempre guerra d'aggressione fu, alla fine. Così Francia e GB chiusero le forniture e questo, tra le altre conseguenze, vide requisire 50 nuovi Mirage 5, che erano la versione semplificata con carico bellico incrementato, richiesta da Israele. Anche di questo si parlerà poi. I possenti Chieftain, all'epoca i mezzi più potenti del mondo (seppure tutt'altro che perfetti quanto a potenza e affidabilità del loro diesel boxer Leyland) erano altamente ambiti dall'Esercito, come degni successori del Centurion. Ma proprio per questo cambio di orientamento politico, non vennero venduti. I francesi non ebbero successo con l'AMX-30, giudicato troppo poco protetto, i Tedeschi avevano problemi simili con il Leopard che d'altro canto non era esportabile in M.O. (sempre per ragioni politiche). Alla fine rimasero gli USA: carri M48, i nuovi M60, semoventi M107 (destinati ad una lunga e popolare carriera nello Tsahal), M109 e M110, cannoni a.a. M163, e finalmente molti M113 da trasporto truppe. Ma anche così gli Israeliani non erano soddisfatti delle prospettive di sopravvivenza offerte dai carri americani, comodi ma non eccessivamente protetti, come del resto non lo era il loro munizionamento. Per giunta, il carro T-62 sovietico, in corso di distribuzione, era un mezzo armato con il cannone da 115 mm, affrontabile con difficoltà anche dallo Chieftain (fu per l'appunto tale carro che spinse, erroneamente convinti della sua diffusione in ambito NATO, i sovietici a sovraccaricare i loro carri con il pezzo da 125 mm). Questo cannone era il primo tipo a canna liscia per un carro armato, almeno tra quelli entrati in servizio. La canna rigata era stata inventata nel XIX secolo, aumentando grazie al movimento rotatorio inferto al proiettile, le caratteristiche di gittata e di precisione. Ma la canna rigata rendeva anche più facile all'usura la sua anima-tubo, sopratutto con i cannoni ad alte prestazioni. Inoltre, la carica HEAT subisce dei negativi fenomeni di dispersione del jet quando sparata da tali armi: per questo è preferibile usare un cannone SR a canna liscia, o un lanciarazzi. I Francesi avevano una granata speciale che risentiva poco di tali problemi, dato che la testata era poggiata su di un fondello su cuscinetti a sfera: la corona ruotava e assicurava l'effetto stabilizzante, ma la testata HEAT restava ferma. Tuttavia tale soluzione era costosa. Allora che fare? La soluzione fu, sorprendentemente, quella di tornare alla canna liscia, capace di accettare maggiori pressioni d'esercizio. Il problema ritornava quello della precisione, e dato che la canna non poteva assicurare il moto rotatorio del proiettile, allora ci avrebbero pensato, come sui lanciarazzi RPG, delle apposite alette. Così nacque il pezzo da 115 mm e la sua versione per l'artiglieria cacciacarri, il D-10 da 100 mm (da non confondersi con il vecchio M1944 paricalibro). Questo grosso cannone poteva sparare una granata HEAT di calibro elevato e stabilizzata su alette, quindi con un potenziale perforante molto elevato; inoltre era adatto a tirare una munizione APFSDS stabilizzata ad alette, la BM-3, che era a sua volta rivoluzionaria. Pesava poco, ma tirata a 1.600 m.sec, era capace di una traiettoria estremamente piatta e precisa fino a 1,5 km, e nonostante fosse solo in economico acciaio (anziché con nocciolo in W o DU), era capace di elevati valori di perforazione. Questo semplificava anche i sistemi di mira, visto che la traiettoria piatta riduceva l'esigenza di valutare appieno la distanza e infatti il T-62 aveva ancora un sistema di mira stadimetrico (in cui il bersaglio era un tipico carro alto 2,3 m) come i predecessori. Questo semplificava il disegno della torretta, era più economico e meno ingombrante. Tuttavia le granate erano inizialmente meno precise del desiderabile (50% per le AP e 33% per le HEAT tirando contro un carro fermo a 1,5 km), e sulle lunghe distanze questo discorso, validissimo in Europa, non funzionava più. Anche la cadenza di tiro di 4 c.min, la torretta angusta dato il cannone presente, la corazza pesante ma vulnerabile alle nuove armi, erano punti negativi, per non dire della maggiore massa con lo stesso motore del T-55. Insomma, un mezzo più costoso ma non particolarmente efficiente, che non si affermò mai totalmente contro i T-55 appena questi ebbero proiettili APDS anche per i loro cannoni (che erano sì meno potenti, ma più precisi e di maggiore durata rispetto ai soli 120 colpi del 115 mm). Il T-62 era quindi un mezzo di dubbio rapporto costo-efficacia, come del resto lo fu l'M60 e il Chieftain, una generazione che non è riuscita a rimpiazzare quella precedente. I sovietici (come gli Americani con l'MBT-70) stavano sviluppando il T-64, ma questo non era disponibile per l'export (né abbastanza affidabile, se poi si volle rivisitare facendone il T-72).
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Durante la guerra i mezzi israeliani, impiegati con troppa spregiudicatezza nei contattacchi, subirono un tiro intensissimo di razzi e missili sovietici, che non solo li perforavano, ma spesso ne causavano la distruzione colpendo le munizioni e il carburante con il 'jet' HEAT. Stranamente, seppure i carri americani se non anche britannici avessero nominalmente apparati di tiro IR, questi apparentemente non erano forniti agli Israeliani. Durante gli scontri con i carri sovietici, tutti forniti di tali, seppur rudimentali, sistemi, gli israeliani si trovavano spesso in svantaggio, tanto che dovevano mirare aiutandosi con le vampe dei cannoni. Del resto gli arabi erano troppo stanchi per combattere di giorno e poi di notte e questo causava problemi notevoli di efficienza in combattimento, in quel caldo ottobre del '73. I carri israeliani erano circa 800-1.000 Centurion, circa 300 M60, un mezzo migliaio di M48, 300 T-54/55, 250 Sherman. Le cifre, non facili da fissare precisamente, parlano di 1.800-2.400 carri armati. Grossomodo quanti ne aveva all'epoca l'Esercito Italiano, di cui 200 Leopard 1 e 300 M60, ma per il resto antidiluviani M47 praticamente privi di qualunque ammodernamento (mentre gli M48 e i Centurion ammodernati erano efficienti almeno quanto i più grossi e costosi M60).
 
Gli arabi erano certamente rafforzati durante quel periodo e più esperti di prima. L'Egitto da solo vantava 260.000 soldati più 500.000 riservisti, non meno di 2.000 carri tra cui parecchi T-62, e oltre 1.000 artiglierie; più 650 aerei, 180 elicotteri, 5 caccia , 12 sommergibili, 20 motovedette missilistiche. I Siriani avevano invece 120.000+200.000 uomini, 1.500 carri, 400 artiglierie campali, 320 aerei e 50 elicotteri, più 9 navi missilistiche e una dozzina di motosiluranti.
 
L'esercito di Israele era invece di 300.000 soldati, ma solo dopo la mobilitazione, che grossomodo triplicava il numero degli uomini in armi. Era indispensabile, del resto, data l'impossibilità di mantenere un esercito molto numeroso per una nazione tanto piccola. In tutto c'erano 12 brigate corazzate, 8 meccanizzate, 9 di fanteria, 5 di paracadutisti più artiglieria e supporti.
 
A proposito di artiglierie, non mancavano quelle catturate al nemico, e in particolare, va ricordato il BM-24, lanciarazzi pesante a corto raggio (circa 11 km) che era stato giudicato molto efficace dagli stessi Israeliani durante la guerra del '67. Ai circa 2.000 carri armati (tutti eccetto qualcuno armati con i 105 mm ad alta o media velocità) si aggiungevano 4.000 veicoli corazzati di cui un migliaio di M113, questi ultimi sacrificati in numero per rendere possibile ammodernare l'artiglieria semovente. C'erano per il resto gli M3 e anche alcuni BTR-152 di preda bellica. Il tutto era supportato da circa 600 aerei di cui 370 circa da combattimento (120 F-4, 150 A-4, il resto erano essenzialmente Mirage III e Nesher).
 
Nonostante tutta la preparazione militare israeliana, il piano d'attacco arabo, in completa assonanza con quanto fecero gli Israeliani nel '67, era stato preparato minuziosamente e a causa delle tante esercitazioni e mobilitazioni ad arte indette, non fece impressione agli Israeliani l'ultima di esse, che invee era quella decisiva. Gli Egiziani sabotarono la linea Bar-Lev con commandos sommozzatori che attraversarono il canale di Suez, mentre con gli idranti fu possibile sbancare il muro di sabbia realizzato dai genieri sulla riva opposta per un'altezza di almeno 10 metri. Traghetti PMP e ponti rapidi consentirono di portare rapidamente circa 1.200 carri e 100.000 soldati dopo che le artiglierie avevano martellato, con un fuoco devastante, le posizioni israeliane con circa 1000 cannoni in simultanea, seguiti da 222 aerei d'attacco e dozzine di elicotteri Mi-8 con i commandos diretti al passo di Mitla. Alla fine fu possibile bloccare l'avanzata verso il Sinai solo perché gli egiziani furono incerti nel dirigersi rapidamente a Mitla e Kahtmia, e nella notte del 13-14 ottobre due divisioni egiziane vennero duramente battute dalla difesa israeliana. Alla fine gli Israeliani contrattaccarono ripassando il Canale e arrivando presto a circa 500 carri e migliaia di soldati. Nel frattempo i SAM egiziani erano stati largamente neutralizzati dall'artiglieria, incursioni di paracadutisti, ma sopratutto dall'esaurimento delle scorte con migliaia di missili tirati in pochi giorni. I Siriani vennero fermati sul Golan poco dopo un giorni di combattimenti, con i loro carri ammucchiati a centinaia in stretti passaggi difesi inizialmente da pochi soldati e carri, ma che poi, grazie alla rapidissima mobilitazione dei riservisti (che secondo gli arabi erano da mobilitare entro 48 ore circa, invece ne bastarono molte meno). La controffensiva israeliana fu presto lanciata e mise in rotta prima i Siriani, che ad un certo punto videro l'artiglieria sparargli contro per invogliarli a non abbandonare i loro mezzi, e poi gli Irakeni che erano arrivati con un potente corpo di spedizione di circa 500 carri. Anche i Giordani persero gran parte dei loro carri Centurion tra il 12 e il 16 ottobre. Ma mentre in Egitto c'erano i presupposti per conquistare il Cairo, con gran parte delle forze eliminate o imbottigliate oltre il Canale, dove però restarono fino alla fine della guerra.
 
Alla fine, circa 1.000 carri israeliani vennero messi KO ma solo la metà erano distrutti. Circa 3.000 corazzati arabi erano stati distrutti o catturati, di cui 2.000 carri. A parte questo, le perdite furono piuttosto alte anche per gli Israeliani, con circa 2.800 morti e migliaia di feriti. La cosa finì per rendere più pacifico il fronte occidentale, con l'Egitto, che lavò una buona parte dell'onta della sconfitta con Israele. Con la Siria le cose invece andarono diversamente. In ogni caso Israele era già una nazione nucleare, pare fin dal 1967. Quindi di fatto non poteva essere annientata a meno che l'attaccante non potesse minacciarla a sua volta con armi nucleari. Certo è che l'URSS non avrebbe lasciato impunita un'eventuale azione nucleare israeliana, e il rischio di escalation con gli USA sarebbe stato a sua volta reale. Fortunatamente non si è arrivati a questo punto e le armi convenzionali, già di per sé micidiali, sono state sufficienti.
 
A questo punto venne accelerato l'ammodernamento dei carri armati israeliani, iniziando dal Merkava. Ma le blindo AML-90, usate da uno squadrone durante la guerra, vennero trovate inefficaci in un conflitto ad alta intensità. Secondo molti osservatori il Kippur fu la fine del carro armato, come anche a causa del Vietnam. Ma gli Israeliani non la pensavano così e piuttosto cercarono un modo di opporsi ai piccoli ma micidiali missili con testate HEAT, quali i Sagger. Evitare gli incendi ed esplosioni fu fondamentale per prevenire conseguenze catastrofiche per il mezzo e i suoi occupanti, così per esempio venne usato un olio idraulico non infiammabile (o almeno molto meno) per il circuito di brandeggio della torretta. Sistemi di estinzione ad halon, depositi munizioni protetti contro incendi e schegge e così via, tutte cose che prima non c'erano.
 
I carri T67 Tiran, T-54/55 modificati, piacquero, sopratutto sul Golan. Ebbero altre migliorie, come manicotto antidistorsione, sistema di controllo del tiro computerizzato Matador, stabilizzazione dell'armamento Cadillac-Cage, motore Continental diesel da 605 hp, mortai fumogeni o illuminanti da 51 o 60 mm, sistema automatico ad Halon, oltre ad accorgimenti come quello dei serbatoi di acqua da 60 litri per dissetare l'equipaggio. Infine ebbero luogo le predisposizioni per le piastre ERA del tipo Blazer. Questa era una novità, anche se nata in Germania, che ebbe modo di essere messa in opera dagli Israeliani nel 1982, in Libano.
 
Per implementare tutti i miglioramenti, però, serviva un carro moderno e nuovo. Nacque così il Merkava, disegnato dal gen. Tal, che era un carro innovativo come pochi altri. Esso aveva il motore anteriore, come i mezzi corazzati da trasporto truppe. La torretta con cannone da 105 mm era a forma molto allungata e sfuggente, quasi a cuneo. La corazza era spaziata, ma non pare avesse una struttura composita, almeno non inizialmente, come si vede dal frontale dello scafo, incurvato (mentre le piastre di materiali compositi sono generalmente piane). Il carro che ne risultava, pesante ben 62 tonnellate, era un mezzo imponente e con un livello di protezione eccellente, anche sui lati, forse la parte più vulnerabile di tutto il mezzo (data la loro lunghezza e la possibilità di sparare sui lati da entrambi i lati: contro una larghezza della piastra anteriore di circa 2 m, la lunghezza complessiva dei lati del Merkava è di circa 13 metri). Il motore diesel americano è di circa 900 hp.
 
Nel 1982 gli Israeliani attaccarono il Libano del Sud e sconfissero duramente l'OLP e la Siria. Quest'ultima ebbe prima le batterie SAM (19 in tutto) della Bekaa distrutte da attacchi aerei ben programmati: prima usare drones come 'esche', poi attacco con i missili HARM, poi distruzione delle batterie con bombe e missili. Delle centinaia di carri armati impiegati, circa 130 vennero messi KO, ma solo 40-50 totalmente distrutti. Pare che i Merkava, pur essendo stati colpiti ripetutamente, non ebbero alcuna perdita totale mentre i suoi carristi ebbero solo 9 vittime. I carri armati con le corazze ERA vennero spesso salvati dal tiro di sistemi missilistici Sagger, Spigot, MILAN e HOT, ma alcuni vennero distrutti o catturati, come gli M48 che i Siriani consegnarono ai Sovietici (che ne approfittarono per realizzare le proprie corazze K-1, e per stabilire che i loro T-72 necessitavano di una corazza extra per il loro scafo anteriore, cosa fatta con una piastra da 16 o 20 mm). I Merkava normalmente non portavano soldati, ma il loro vano posteriore era capace di ospitare, se necessario, i fanti. Fino a 10 erano stipabili a bordo, oppure munizioni. Ma il Merkava non è stato mai usato come carro+IFV in maniera corrente. Il problema non è stato facilment identificato. Gli Israeliani non hanno avuto mai interesse per gli IFV e gli APC sofisticati. Di fatto hanno preferito usare gli M113, rassegnandosi al fatto che non c'era modo di usare un mezzo da fanteria adeguato per sopravvivere al tiro di armi pesanti. Loro, con tutta la loro esperienza, non hanno rilevato la necessità di mezzi pesanti e costosi come il Bradley, e tantomeno di autoblindo pesanti e costose come le Centauro. Di fatto il loro esercito è ancora sul 'tutto cingolo'.
 
Questo è vero al punto che di recente hanno cominciato ad apparire i carri armati modificati come APC.
 
I Merkava vennero leggermente migliorati con l'Mk 2, ma fu l'Mk 3 che introdusse molti miglioramenti: finalmente il cannone da 120 mm, FCS migliorato con sistemi meteo e laser all'ND-Yag. Il Merkava Mk 4, apparso dagli anni '90, ha migliorato il sistema di tiro e la protezione balistica, anche superiore e inferiore.
 
Mentre tutto questo è avvenuto, si è cercato di rendere più protetti gli Zelda, ovvero gli M113. Ma questo non era facile con mezzi da circa 11 t. Così sono stati realizzate modifiche con scafi di T-55, con un nuovo motore compatto che permette di lasciare un angusto passaggio posteriore per i soldati, che altrimenti non potrebbero abbandonare il mezzo con sicurezza. A questo si sono aggiunte corazze addizionali per diverse tonnellate e un minimo di armamento telecomandato. Quest'ultimo era è costoso e di fatto non ha avuto particolare interesse, lasciando ai carri o ai sistemi missilistici della fanteria l'onere di combattere contro i carri nemici. Al contrario, molti IFV moderni sono equipaggiati con cannoni mitragliera da 25 mm, e anche da 30, 35 o 40 mm, più eventuali missili controcarri, il che non realizza totalmente la difesa contro i carri armati, e al contempo costa moltissimi soldi e l'uso di una torretta rotante che deve essere pesantemente protetta a sua volta. Abbandonare questo concetto 'totale' e l'uso di scafi già disponibili di carro ha permesso di aggirare tale problema. I Giordani hanno fatto lo stesso con i loro grossi scafi di Centurion, i russi hanno seguito con i BTR-T su scafo T-55, che nell'ultima versione ha anche torretta tipo BMP.
 
==1947/49==