Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-7: differenze tra le versioni
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===La rinascita della Marina e gli incrociatori<ref>Armi da guerra 41, Sgarlato 'Le navi da battaglia del III Reich'', e M.J. Whitley, ''Navi da battaglia Tedesche''</ref>===
Quando l'Adm Reader, veterano della Grande Guerra, divenne nel '28 capo della Marina Tedesca (Reichsmarine) essa era totalmente bloccata dal durissimo Trattato di Versailles, che non consentiva navi siluranti di oltre 800 t e meno di 15 anni d'età, incrociatori di meno di 20 anni e più di 6.000 t, corazzate di oltre le 10.000 t. I sommergibili, così pericolosi, non vennero autorizzati per i Tedeschi. In tutto 8 vecchie corazzate pre-Dreadnought, 8 incrociatori e 32 navi minori.
Inizialmente si trattò di costruire dalle navi di tipo minore, gli incrociatori 'Emdem', 'Konigsberg' e 'Karlsruhe'. Da questo primo passo iniziò la genia delle navi tedesche, progressivamente incrementate in dimensioni e capacità.
Iniziando la disamina di queste navi, una menzione iniziale si impone, quella delle '''navi corsare tedesche''', che come nella I Guerra mondiale erano mercantili robusti, abbastanza veloci (spesso erano bananiere), armati con una panoplia di armi e di attrezzature, talvolta avevano idrovolanti, persino motosiluranti o posamine veloci, nonché una mezza dozzina di cannoni da 150 e altrettante armi contraerei, usate con astuzia e occultate se necessario. Altra arma che non mancava mai erano le mine, centinaia delle quali trasportate e scaricabili in mare dalle capaci stive interne.
La maggior parte dei comandanti tedeschi fu molto umano nel modo di risparmiare vite, tranne V.Ruteschell che era per l'attacco a tutta velocità degli obiettivi con puntate notturne. Era ossessionato dall'allontanarsi più velocemente possibile dal luogo dell'attacco (che anche per questo doveva essere rapido), ma la sua nave, la Michel, non lo aiutava essendo piuttosto lenta. La migliore delle corsare tedesche fu la Thor, vincitrice tra l'altro di tre scontri con navi inglesi analoghe (ma destinate alla protezione dei traffici, non all'attacco); la più famosa fu l'Atlantis, che venne affondata da un incrociatore pesante inglese dopo avere cercato in tutti i modi di mimetizzarsi. La Kormoran si autodistrusse in uno scontro ravvicinato con l'incrociatore Sidney, che andò a sua volta perduto con tutto il suo equipaggio, tanto che è stato ritrovato solo l'anno scorso.
Detto questo, visto che gli incrociatori sono ovviamente collegati alla 'guerra di corsa' (o come protettori o come attaccanti) e infatti i mercantili analoghi inglesi venivano chiamati 'incrociatori ausiliari', veniamo alle navi propriamente definibili come incrociatori.
I Tedeschi ebbero ottime navi nella I GM in questo settore, unità che cercarono in tutti i modi di danneggiare la RN e i suoi traffici, e che prima di andare perduti causarono parecchi danni (si veda la saga dei vari Emden, Kogisberg, Scharnorst). Nella guerra successiva il mondo, stante lo sviluppo della tecnologia, era 'più piccolo' e le navi tedesche, ora prive di basi oltremare, non ebbero molte chances di operare efficacemente, specie dopo il 1941. In effetti, il radar, l'aereo ed efficienti comunicazioni radio resero ben presto il mondo tanto controllato, che nemmeno i mari tropicali erano un rifugio sicuro per i corsari tedeschi. Non per caso, entro il '43 i corsari di superficie erano spariti. I sommergibili rimasero l'unica risorsa offensiva.
Il tempo della limitazione degli armamenti era stato superato nel 1935 quando la Germania denunciò il Trattato di Versailles, cosa accettata dalla Gran Bretagna che firmò un trattato quel giugno per limitare comunque l'armamento costruibile al 35% del tonnellaggio inglese e in particolare del 45% rispetto ai sommergibili. Tra i risultati vi fu un incremento di oltre 51.000 t che rendeva possibile realizzare 5 incrociatori da 10.000 t con i 203 mm. Ma dato che questo limite di tonnellaggio era stato di fatto superato da Giappone e Italia, venne approvato un diverso tipo di organizzazione: 3 incrociatori da 16.000 t. E così arrivarono i 3 grossi bastimenti della classe 'Hipper', anche se molti autori hanno recentemente proposto la suddivisione delle tre navi in due classi: la 'Hipper' e la 'P.Eugen', sensibilmente superiore.
[[Immagine:Köln 3.jpg|390px|right|thumb|Il Köln]]
Gli incrociatori leggeri tedeschi passarono quasi tutta la guerra in una condizione di oblio che solo inizialmente ebbe momenti importanti. Ma al dunque, una delle poche notizie che si trovano su di essi riguardano la perdita del Kogisberg (quello del 1940) per via di un attacco in picchiata dato da 15 Blackburn Skua, il principale successo ottenuto da questi goffi aerei (che essendo 'multiruolo' ottennero anche il primo successo per la Marina britannica abbattendo un ricognitore tedesco), che piazzarono 6 bombe da 227 kg su 15.
Gli incrociatori leggeri tedeschi erano ben descritti dalle loro artiglierie: la maggior parte di loro aveva un layout del tutto inusuale, con 3 torri trinate sì, ma di cui due a poppavia sovrapposte, anziché a prua come in altre navi della categoria. Erano le classi Königsberg, Leipzieg and Nürnberg, ma c'era anche l'incrociatore Emden con 8 cannoni da 150 come quelli dei cacciatorpediniere di cui abbiamo già parlato. Quest'incrociatore era praticamente simile alle vecchie unità della Grande guerra ma con cannoni e attrezzature più moderne, stazzava 5.600 t. Le altre navi erano più grosse, ma pur sempre da 6.500 t, necessariamente per imbarcare le torri trinate.
Queste torri erano armate con i cannoni SK C/25 da 150/60 mm, armi ad alta velocità iniziale (950 ms) e tiravano la granata da 45 kg a circa 25 km all'alzo massimo di 40 gradi, una delle migliori prestazioni tra le artiglierie da incrociatore leggero (specie considerando l'anno di entrata in servizio, attorno al 1928). La massa delle torri era di circa 136 t, ma dimende anche dalla versione. Ecco le caratteristiche stimate degli incrociatori leggeri tedeschi:
[[Immagine:Leipzig 07a.jpg|450px|right|thumb|Il Leipzig secondo le stime Alleate]]
*Dislocamento: Leipzig, 6.000 t standard; Koln, Idem
*Dimensioni: Leipzig, 177 m x 16; Koln, 173x 15 m.
*Motore: turbine a vapore per 60.000 hp, diesel per 12.000 hp; Koln, turbine per 65.000 hp; 32 nodi per entrambe
*Corazzatura: Leipzig, cintura 100 mm, ponte 25-40 mm, torri 40 mm, torre comando 100 mm; Koln, simile ma cintura 38-50 mm, ponte 50 mm
*armamento: Leipzig, 9 da 150 mm e 6 da 88 mm, 8 da 37 mm, 12 tls da 533 mm, un idrovolante; Koln, simile al Leipzig
Per essere navi tanto piccole, almeno sulla carta erano unità ben armate e dalle buone caratteristiche, ancorché senza velocità e potenza esasperate; il Leipzig aveva anche un diesel per le andature di crociera, per migliorare l'autonomia.
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[[Immagine:PE Atomtest 1.jpg|380px|right|thumb|Il Prinz Eugen preparato per i test atomici. Notare l'assenza di una torre anteriore, sbarcata dagli americani]]
Gli incrociatori tedeschi pesanti furono solo 3, più altre due incomplete, di cui si parlerà poi.
La classe di navi ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Hipper ]]'''' è certamente più nota ed impressionante, anche perché fatta a similitudine delle successive Bismarck (era difficile distinguere tra gli incrociatori pesanti dalle corazzate ad una certa distanza). In effetti, con sovrastrutture alquanto simili e la stessa disposizione degli otto cannoni, era difficile notare la maggior larghezza dello scafo delle corazzate e dei loro cannoni, come anche l'assenza dei lanciasiluri (poi introdotti anche sulla Tirpitz). Il loro progetto previde dimensioni inusitate per l'epoca (15.000 t standard, oltre 200 m di lunghezza), ma d'altro canto il primo (l'Hipper) venne impostato nel '37, proprio dopo la scadenza della quindicennale limitazione degli armamenti.
Era armato con otto cannoni '''SK C/34''' da 203/60 mm capaci di sparare proiettili da 122 kg ad oltre 900 ms e arrivare alla gittata di 33.500 m, la maggiore di tutti pur potenti '203 mm e nonostante l'alzo massimo di soli 37 gradi. Con la granata HE perforava 5 cm di acciaio a 9.500 m, ma con quella AP arrivava a ben 240 mm di corazza in acciaio omogeneo. La prima conveniva se c'erano obiettivi non corazzati o poco per il carico di 6,5-9 kg di HE; con l'AP invece si poteva piazzare solo 2,3 kg e conveniva l'uso solo contro altri incrociatori o corazzate. La velocità di caduta a 30 km era di circa 363 ms, appena supersonica, con angolo di caduta di 48,8 gradi e tempo di 69 secondi.
[[Immagine:PE Bugtuerme.jpg|320px|right|thumb|I cannoni anteriori: caratteristica delle torri tedesche, la parte più alta della loro squadrata forma era al centro longitubinalmente, e non verso la parte posteriore]]
I cannoni erano ben provvisti di sofisticati apparati di controllo ottici, e le torri pesavano fino a 262 t dipendendo dal modello ma in ogni caso si trattava dell'unico cannone tedesco da 203 mm. I cannoni da 105 mm erano invece gli '''SK C/33''' da 105/60 mm, capaci di sparare colpi da 15 kg a 17,2 km o a 12 km d'altezza, essendo armi contraeree. Avevano stabilizzazione triassiale per compensare il moto ondoso, ma non erano sufficientemente a prova d'acqua e questo causava guasti. I tipi con torre del tutto chiusa erano previsti per le corazzate 'H' ma queste non vennero costruite. Nondimeno erano cannoni di tutto rispetto, tra le migliori armi antiaeree di medio calibro dell'epoca.
Nel dopoguerra il caccia GUICHEN, che non era altro che uno dei 'Capitani Romani' ceduto dall'Italia, ebbe un armamento del tutto nuovo comprendente 4 torri di questo tipo, e finalmente cannoni-mitragliera di grosso calibro, i Bofors da 57 mm (dieci unità), dopo che la nave non ebbe mai i previsti pezzi da 65 mm.
[[Immagine:German cruiser Blücher sinking.jpg|380px|right|thumb|Il drammatico affondamento del Blucher, visto dalla costa norvegese]]
Questi incrociatori vennero presto considerati le migliori navi del loro tipo (e certo i più recenti e lunghi), ma non erano privi di limiti: le macchine davano un'autonomia limitata a causa dell'eccessivo consumo, e la cosa non era limitata a questo: c'erano anche problemi d'affidabilità e troppi sistemi di sicurezza che specie in guerra, causano più che altro problemi. Anche le altre turbine tedesche diedero tali problemi. Inoltre la corazza, tranne che nelle torrette, era tutt'altro che eccezionale, forse perché la nave aveva uno scafo troppo grande per proteggerlo meglio. Il Blucher entrò in servizio solo il 20 settembre 1939, dopo la costruzione nei cantieri di Kiel, e trovò il suo destino già il 9 aprile del '40 assieme a 850 soldati della 163ima divisione trasportati. Non si credeva che Oslo opponesse resistenza, invece in quel mattino nebbioso le batterie misero a segno improvvisamente 2 colpi da 280 mm, e poi 20 su 25 sparati da appena 600 m di una batteria da 150 mm, e infine due siluri lanciati da terra. Dopo 9 minuti la nave era ancora in grado di navigare a 15 nodi ma l'acqua fece spegnere le turbine e le fiamme delle cannonate arrivarono ai depositi da 105 mm, meno protetti di quelli da 203 ma con 420 colpi per cannone. La loro esplosione affondò la nave rovesciandola nelle gelide acque nordiche, con gravi perdite umane, entro le 7.22 di quella giornata.
Il Prinz Eugen fu il compagno della Bismarck, dalla quale però dovette ad un certo punto separarsi, mentre sarebbe stato fondamentale per aiutarla a mantenere la rotta quando le si bloccò il timone (dopo uno dei siluri messi a segno dagli aerei inglesi). In seguito resterà a fare da bersagli agli esperimenti atomici di Bikini, sopravvivendo ad entrambi, ma rovesciandosi poi per una tempesta. Lo scafo è rimasto lì, mentre una scia di gasolio continua ad uscire da decenni visto che i serbatoi non furono svuotati.
*N.unità: 3
*Dislocamento: 14.240-18.400 t (P.Eugen); 14.247-18.208 t (Hipper);
*Dimensioni: lunghezza 212,5 m (Eugen), 205,9 (Hipper e Blucher), larghezza 21,9 m, pescaggio 7,9 m
*Propulsione: 12 caldaie La Mont o Wagner; 3 gruppi turbine a ingranaggi Brown-Boveri su 3 assi; 132.000 hp ; 32,5 nodi teorici; 33,4 nodi (P.Eugen) 32,5 (32 previsti, per l'A.Hipper); 32 (come quelli previsti per il Blucher); autonomia prevista 8.000 nm a 20(?) nodi, ma in realtà pare che fosse: 6.800/17 n(P.Eugen); 6.100/15 nodi (Blucher)
*Corazzatura: cintura 80 mm, ponte 12-50 mm, torri 70-105 mm
*Equipaggio: 1.350 (Eugen); 1.600 (Hipper); 1.600 (Blucher)
*Armamento: 8 cannoni da 203 mm, 12 da 105 mm; 12 da 37, 8 o 24 da 20 mm, 12 TLS da 533 mm in impianti tripli; 3 Idro Ar.196. L'Eugen poi: 18 cannoni da 40 al posto dei 37 mm; fino a 56 da 20 mm;
I motori erano tutti da 132.000 hp, ma l'EUGEN aveva 12 caldaie La Mont e 3 turbine Brown-Boveri; erano le B&V per l'Hipper, e caldaie Wagner e turbine Weser per il Blucher. Da qui la differenza di consumi. Il Blucher era l'unico che aveva turbine a vapore a bassa pressione, meno efficienti (70 anziché 80 atmosfere) ma più affidabili.
L'HIPPER, che venne speronato nel '40 (durante la campagna di Norvegia) dal caccia inglese Gloworm, riportò danni leggeri su di una ventina di metri di lunghezza. Ebbe molte avventure in mare, come qulla contro il convoglio inglese WS-5A in cui avvistò e attaccò l'HMS Berwick il giorno di Natale 1940. La nave inglese era già 'reduce' da due cannonate da 203 di un incrociatore italiano (forse le uniche mai messe a segno da queste navi) ed ebbe anche l'occasione di 'provare' le artiglierie tedesche, con 4 colpi a segno; però la burrasca limitò la visibilità e a parte questi primi 174 colpi l'unità non ebbe più occasione di ingaggiare grossi bersagli, mentre dopo l'ennesima riparazione delle macchine il 12 febbraio 1941 attaccò un convoglio, l'SLS-64, del tutto privo di scorta (come era consuetudine per quelli che non avevano truppe all'inizio della guerra, data la carenza di unità oceaniche adatte). Sparò quasi tutte le munizioni da 203 mm, affondando 7 delle 19 navi per complessive 32.806 t di stazza. Anche se non riuscì a ricaricare i siluri per via delle cattive condizioni meteo, fece avere alla RN una brutta giornata; seguirono azioni che compresero anche il minamento (non ideale per navi tanto grandi) e la missione contro il convoglio PQ 14 il 30 dicembre, assieme alla LUTZOW e sei grandi caccia tenò di attaccarlo alle 7:30 del 31 dicembre, continuando a sparare prima contro alcune navi di scorta, poi ritirandosi danneggiata dal tiro di due incrociatori inglesi. Nel frattempo il vecchio caccia 'Achates' aveva coperto con una cortina nebbiogena il convoglio fino a che non venne affondato dalle cannonate da 203 nelle gelide acque del Mar di Barents. Il bilancio finale fu che, nonostante la superiorità di fuoco, le navi tedesche non distrussero il convoglio e persero un caccia. Hitler ordinò di togliere dal servizio tutte le grandi navi, anche se la cosa per certo non avvenne, grazie alla mediazione di Doenitz. Basata in Norvegia dino al 23 gennaio 1943, poi tornò in Germania ed ebbe ridotta attività come nave-scuola, nel mentre si cercava di ripararne guasti e danni e venne provvista di 8 cannoni da 37 mm, 28 da 20 mm (per lo più in impianti quadrupli) e finalmente 6 Bofors da 40 mm.L'ultima sua missione fu quella di portare 1.529 profughi da Gdynia il 2 febbraio 1945, Danneggiata a Kiel, finì autoaffondata il 3 maggio.
Un elemento d'interesse, che spiega meglio di ogni altro la natura politica delle flotte militari è illustrato dal fatto che l'intera classe (o classi) di Schweren Kreuzern (incrociatori pesanti) venne offerta, dopo il patto di non aggressione con l'URSS, in vendita al governo di Mosca. Ma i sovietici comprarono solo il Lutzow incompleto, fornito nel '40 con le sole due torri da 203 dell'estremità dello scafo. I Sovietici ebbero anche l'offerta di un'altra nave incompleta, la Seydlitz, ma non la comprarono. I Tedeschi pensarono di farne una portaerei (Progetto 'Weser I'), ma non si riuscì a concretizzare. I Russi, dopo averla catturata, la rimorchiarono a Leningrado, dove la ribattezzarono Poltava, ma assieme alla Petropavlosk (l'altro incrociatore) la demolirono dopo che il programma venne cancellato nel 1950.
===Corazzate<ref>Whitley, Op cit., per le armi www.navweapons.com</ref>===
====Le Panzerschiffe====
Le prime navi da battaglia tedesche erano le tre ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Panzeschiffe]]'''', o le 'pocket battleship' (corazzate tascabili), veri e propri incrociatori corazzati in chiave moderna: non particolarmente veloci perché venne scelto il motore diesel anziché le turbine a vapore, con grande autonomia, con ridotta corazzatura ma grande potenza di fuoco, che fece la differenza tattica nella battaglia del Rio de la Plata.
[[Immagine:Panzerschiff_Deutschland_in_1936.jpg|390px|right|thumb|La Deutschland nel '36]]
Ma queste navi sono piuttosto ben note, ma è interessante sapere come vennero originate, essenzialmente come 'antidoto' alle pre-Dreadnought classe 'Courbet' che erano totalmente obsolete negli anni '20. Perché proprio queste navi? La risposta è che difficilmente i Francesi avrebbero arrischiato una 'Courbet' o una 'Bretagne' nelle acque basse del Baltico. Ma costruire navi da battaglia nel limite di 10.000 t era difficile, dopotutto le 'Courbet' arrivavano a 18.000 t, 19 nodi e sparavano con 4 pezzi da 305 e 6 da 240 in bordata.
Le navi concepite erano di tanto tipo, iniziando nel 1923: navi lente con 200 mm di cintura e 30 di ponte, 22 nodi e 4 cannoni da 380 mm anzi, come dicevano i Tedeschi, da 38 cm. Non venne giudicata sufficientemente protetta (ma il progetto finale non supererà i 100 mm), e così dal progetto II/10 si passò al I/10, 8 pezzi da 21 cm, due turbine da 80.000 hp complessivi per 32 nodi, ma solo 80 mm di cintura; era simile (ma col doppio del dislocamento) al nuovo incrociatore EMDEN, ma non suscitò entusiasmi. Arrivarono negli anni successivi la II/30, da 132 m e 6 cannoni da 30,5 cm in torri binate (due a poppa) e cintura da 200 mm e sopratutto un diesel per 21 nodi, frutto dell'esperienza con gli U-Boote nella I GM, e persino prima di questa con un diesel. Poteva funzionare, senonché ebbe solo 3 cannoni da 8,8 cm come armamento secondario. Il progetto IV/30 aveva tre torri binate da 30,5 cm tutte a prua, come la HMS Nelson (che aveva però 9 cannoni da 406 mm), che era interessante perché riduceva la lunghezza della parte corazzata della nave, migliorandone la protezione a parità di dislocamento.
Ci si stava avvicinando, ma ancora non andava bene: la successiva fase fu la V/30 con due torri trinate da 305 mm a prua e a poppa, 200 mm torrione e 180 mm cintura, due binate da 15 cm e 4 cannoni da 8,8 cm. Si ritornò poi alla II/30 che era giudicata migliore come equilibrio, con 4 cannoni da 30,5 cm. Peccato che questo calibro era accettato dagli Alleati solo se si usava come artiglieria costiera e poi la produzione era solo di un cannone all'anno. Alla fine venne scelto il calibro 28 cm: il progetto II/28 con tre torri binate e il I/28 con 2 trinate, varie armi minori, e infine una velocità per 21 nodi. Dopo innumerevoli confenze si arrivò al 1925 con un'altra conferenza delle tante per ricostruire la flotta, cosa difficile anche perché i Francesi occupavano la Ruhr che era il cuore dell'industria tedesca. Poi vi furono problemi economici per la Germania di Weimar, con una terribile inflazione che mangiava letteralmente i fondi disponibili, che nondimeno passarono da 104 a 233 RM tra il 1924 e il 1927. Ma nemmeno questo bastò per salvare i programmi navali, almeno per il momento. Al dunque, nonostante tante esistazioni nello scendere sotto il 305 mm, dopo le manovre navali del '26 venne finalmente presa una decisione, quella per un incrociatore superarmato con cannoni da 28 cm, era il progetto II/M26 che batté il progetto II/30. Alla fine quest'evoluzione produsse le Panzerschiffe: armate con cannoni da 28 cm, 6 in torri trinate; poi c'erano 8 da 12 cm contraerei, e una cintura da 100 mm e 28 nodi.
Ripresero i progetti di dettaglio, e alla fine ci si rassegnò ad una nave che non potesse battere gli incrociatori tipo 'Washington' in tutti gli aspetti: meglio scegliere una nave capace di sopraffarli in potenza di fuoco, e fosse al tempo abbastanza veloce per sfuggire alle corazzate. Alla fine venne ridiscusso tutto con ben 4 progetti: A (4x38 cm, corazza 250 mm, 18.000 t), B (uguale ma con 6x30,5 cm), B2 (6x30,5 cm, 299 mm, 21.000 t) e C (6x28 cm, 100 mm, 26-27.000 t). Questo era abbastanza valido e si volevano cannoni da 12,5 cm a doppio ruolo. Alla fine si scelse il tipo C ma senza la corazza da 100 mm (per il momento), e il progetto dell'11 aprile 1928 venne approvato con due cannoni binati da 15 cm sull'asse di simmetria e in torri protette; l'armamento però finirà per essere completato con 3 cannoni da 8,8 cm antiaerei e 8 da 15 cm scudati. Non era ancora finita, perché si ipotizzò di usare 3 torri trinate da 240 mm senza armi secondarie, e poi si discusse se ottenere anche 30 nodi. Nel frattempo si teneva d'occhio lo sviluppo in Francia per una nave da 17.000 t con 6 cannoni da 305 mm e corazza da 150 mm alla cintura (che poi invece risulterà essere un progetto del '24 con torri quadruple da 305 mm, dalla cui evoluzione risulterà la classe 'Dunquerke').
[[Immagine:Panzerschiff_Admiral_Graf_Spee_in_1936.jpg|400px|left|thumb|La Spee era notevolmente diversa dalla capoclasse]]
Via via vennero autorizzate, ogni volta, con grande dibattito, le 3 panzeschiffe. Effettivamente avere corazzate era costoso, ma di notevole prestigio internazionale il che consentiva l'assunzione di un vero e proprio prestigio internazionale nel panorama navale, tecnico e politico prima ancora che tecnico. E nonostante i costi e la ridotta protezione le Panzerschiffe continuarono ad essere realizzate, anche se con miglioramenti di dettaglio. Per esempio, la GRAF SPEE, ultima della classe, era dotata di una cintura da 100 mm, barbette e torri fino a 125 e 140 mm, e fin dall'inizio delle 3 torri binate da 105 anziché i tre vecchi pezzi da 88 della Deutchland. Ma ne ebbe anche qualche svantaggio per i pesi, sopratutto nel caso delle condizioni di mare mosso, per la tenuta al mare. La SCHEER era anche peggiore per molti versi, come la ridotta manovrabilità e la rumorosità dei motori. A tutti gli effetti, le Panzerschiffe A, B e C erano le nuove navi tedesche. La A, la Deutchland, venne poi ribattezzata Lutzow per ragioni propagandistiche (non volendo che eventualmente si potesse dire d'aver affondato la Germania, in caso di successo a suo danno). Tutta la questione delle navi da battaglia tedesche insomma ebbe una genesi tribolatissima, ma il risultato fu non indifferente: la potenza di fuoco e l'autonomia erano adatte per le missioni a lungo raggio contro il traffico mercantile, proprio quello che ci volle per i primi anni del conflitto nonostante le perdita della SPEE. In pratica solo gli incrociatori da battaglia inglesi avevano la capacità di intercettarli, raggiungerli e sopraffarli, ma stando attenti al fuoco di ritorno.
Le Panzerschiffe erano armate pesantemente, in particolare con le torri '''SK C/28''' da 52 calibri. Sparavano granate da 300 kg, oltre 900 ms, e arrivavano fino a 36 km di gittata, sparando proiettili a 2,5 colpi al minuto. Avevano granate scarsamente efficienti quanto a capacità di perforazione, ma erano pur sempre più che sufficienti per gli incrociatori. A tutti gli effetti era la nave più potente che si poteva costruire con i limiti, comunque superati leggermente (tipo le unità 'Zara', più veloci e protette, ma meno armate), imposti dal limite delle 10.000 tonnellate.
*N.unità:
*Dislocamento:
*Dimensioni: lunghezza
*Propulsione: 8 diesel MAN su due assi; 56.000 hp ; 28,5 nodi e 26.000 km in crociera
*Equipaggio: 1150
*Corazzatura: cintura 100 mm; ponte 40 mm, torri 85-140 mm, barbette 125 mm (la Deutchland 100 mm)
*Armamento:
La loro carriera è poi proseguita in maniera piuttosto ben nota, con la SPEE autoaffondata dopo la Battaglia del Rio de la Plata, la SCHEER e la LUTZOW sopravvissero a missioni d'attacco ai mercantili (come quella in cui venne persa proprio la più potente delle tre) e vennero affondate nel '45 da bombardamenti aerei.
====Incrociatori da battaglia====
Per quello che successe dopo fu l'incremento notevole della stazza perché oramai non c'era dubbio che le nuove 'Dunquerke' francesi erano molto superiori alle Panzerschiffe anche la C (la SPEE). Ebbe luogo la solita, interminabile discussione sulle caratteristiche della nuova nave, prima pensata attorno alle 18.000 t, poi espansa fino a circa 32.000 t standard.
[[Immagine:Gneisenau1942.png|390px|left|thumb|La Gneisenau]]
Per la Panzerschiff D e la E si giunse così ad una nuova progettazione, che arrivò ad una protezione adatta alle cannonate da 330 mm che ora si sapeva avrebbero armato la nave francese. I dibattiti continuarono a lungo su come ripartire il peso tra armi e corazze; c'erano in discussione le torri quadruple, che potevano far risparmiare il 25% di peso rispetto alle torri trinate (con due torri anziché 3), con meno costi, inizialmente stabiliti a 120-180 milioni di marchi. Tra i tanti dubbi sullo spessore della corazzatura orizzontale o verticale, si pensava che la 'Dunquerke' avesse una cintura da 280 mm quando in realtà erano 241. I Tedeschi poi trovarono che la blindatura della nave francese fosse solo di 225 mm, il che rendeva agevole anche armare le corazzate con i soliti cannoni da 280 mm, capaci di perforare tali protezioni fino a 20 km.
L'armamento venne poi stabilito con i '''SK C/34''' da 54,5 calibri. La potenza di questi cannoni era tale da perforare a alzo 0 604 mm, e 205 mm ad oltre 27 km, e una da 350 mm a circa 10 km. La cadenza era di circa 3,5 c.min, e il peso delle munizioni di nuova generazione era di 330 kg. I cannoni SK C34 delle Scharnorst duravano circa 300 colpi, date le grandi sollecitazioni degli spari. I cannoni erano da 150 mm, di cui però solo 8 dei 12 cannoni da 150 erano in torri binate, perché i pesi erano eccessivi, con 16 t per le postazioni scudate e 120 t per le torri binate, alcune tonnellate di più persino delle torri delle corazzate 'Bismarck' (circa 112 t). La blindatura era di 150 mm per le barbette, 170 frontale, 30-70 per il resto della struttura.
Per il resto c'erano i cannoni da 105 mm in ben 7 torri binate, idrovolanti e cannoni da 20 e 37 mm. Da notare che i cannoni da 37 mm erano gli '''SKC/30''' da 37 mm, armi che curiosamente non erano automatiche. Queste erano state usate con un affusto binato girostabilizzato molto sofisticato e soggetto anche, al solito, ad avarie essendo aperto ed esposto agli elementi. La potenza di queste armi era eccellente, dato che potevano sparare colpi da 742 grammi con ben 365 di esplosivo e una munizione pesante 2,1 kg. La velocità iniziale era di 1 km.sec, e arrivavano a 8,5 km di gittata e 6,8 km di altezza. Questo in parte compensava il fatto che erano capaci solo di 60-80 colpi al minuto teorici di cui 30-40 pratici. La precisione di tiro di fatto compensava tale limite visto che spesso vennero riportati abbattimenti con questi armi.
Ma durante la guerra sulle navi tedesche vennero usati anche i cannoni da 37 mm M42, armi Flak 36 dell'Esercito potenziate con una canna più lunga. Avevano una munizione da 1,36 kg di cui il proiettile era da 635 gr, con una portata pratica di 4.800 m contraerei. Quindi si trattava di un'arma meno potente e magari anche meno precisa (anche per l'affusto di tipo normale) ma con un'importante caratteristica: il volume di fuoco di 250 colpi al minuto, che anche in termini psicologici era molto importante (sia per i difensori che per gli attaccanti) anche se il tiro 'di precisione' degli SCK 30 era molto economico. I colpi disponibili erano 2.000 per canna, poi aumentati anche a 6.000 durante la guerra. Per la cronaca, i proiettili dei cannoni da 105, 150 e 280 erano circa (dipende dalle fonti e dall'epoca) 400, 130-150 e 150. Non c'era molto da ridire sul volume di fuoco dei 20 mm, 280 colpi al minuto teorici e 120 pratici per i C/30, che però erano piuttosto proni a guasti, e con solo 20 colpi nel magazzino di pronto impiego. I C/38 arrivarono dopo, molto superiori con 480/220 c.min e magazzino da 40 colpi, spesso presenti anche in impianti binati. Ma sulle Scharnorst v'erano solo dieci delle prime in affusti singoli, che erano solo 8 in tempo di pace.
[[Immagine:Gneisenau-1.jpg|350px|right|thumb|La torre 'norvegese']]
La blindatura base era di 320 mm per la cintura principale, 35 per quella superiore, 90 per quella secondaria oltre la 'cittadella' chiusa dalle paratie e infine la paratia interna era da 45 mm. Le torri da 280 mm invece arrivavano a 360 mm frontali, 100 tetto, 200 laterali, 350 mm per le grosse barbette. Il ponte era superiormente di 50 mm (coperta) e 80-105 mm in quello principale, che aumentando lo spessore si curvava per congiungersi con la cintura inferiore, che raggiungeva i 170 mm sott'acqua. In tutto c'erano 1989 t per il ponte superiore, 3.252 per quello principale, senza considerare le 750 t delle torri (non è chiaro se comprende anche le barbette) contro i 590.000 kg delle Deutchland. La torre di quest'ultima aveva 140 mm (nel caso della Scheer) frontale e 152 posteriore (curioso, ma questo era dovuto alla parte posteriore verticale), 85 mm sul tetto, a parte la zona anteriore che arrivava a 90 e 105 mm. La validità di queste protezioni venne dimostrata dai colpi ricevuti dallo SPEE nel '39. I peso delle protezioni delle Scharnorst era molto maggiore, comprendente la cintura principale profonda 4,8 m.
I motori erano stati dibattuti a lungo, ma col peso aumentato a 26.000 t (nominali, poi superati dal progetto) si impose il vapore, con dodici caldaie Wagner a 58 atmosfere a 450° di temperatura, ma le turbine delle due navi erano diverse: Brown-Boveri per la D (Scharnorst) e Deschimag per la E (Gneisenau). In tutto era in grado di mandare queste navi fino a 32 nodi, ma al solito, con problemi di sicurezza, di consumo e di tenuta al mare. L'autonomia era di 7.100 nm a 19 nodi. La Gneisenau aveva un motore che era leggermente meno efficiente, con 153.897 hp per 30,7 nodi e 6.200 nm a 19 nodi. La Scharnorst arrivava a 160.000 hp e 32 nodi.
*N.unità: 2
*Dislocamento: 31.840-38.900 t
*Dimensioni: lunghezza 234,9 m, larghezza 30 m, pescaggio 8,2-9,9 m
*Propulsione: 12 caldaie Wagner, con tre turbine Deschimag (Gn.) o Brown-Boveri (Sch)
*Equipaggio: 1969 (Sch) o 1.669 (Gn.)
*Corazzatura: cintura principale 170-320 mm, superiore 35 mm, secondaria 90 mm; ponte 50+80/105 mm, torri 90-360 mm, barbette 350 mm, torre comando fino a 350 mm
*Armamento: 9 cannoni da 280 mm, 12 da 150 mm; 14 da 105, 16 da 37 mm, 10 da 20 mm; 3 Idro Ar.196.
La sorte delle navi è nota. I 'Gemelli terribili' furono titolari di varie azioni d'attacco al traffico, l'affondamento della GLORIUS, e prima ancora dell'incrociatore ausiliario Rapalwindi, nave mercantile che venne letteralmente presa in mezzo alle navi tedesche e venne distrutta dalle cannonate, giusto come accadde al JERVIS BAY, che si era posta eroicamente a difesa del suo sfortunato convoglio (che riuscirà in parte a salvarsi) venendo distrutto dalle cannonate da 280 mm della SCHEER il 7 novembre 1940.
[[Immagine:Gdynia Gneisenau.jpg|350px|right|thumb|Il relitto della Gneisenau come venne trovato dai Sovietici, autoaffondato]]
La marina tedesca divenne presto in difficoltà a causa degli attacchi continui a Brest della RAF. Le corazzate scapparono con l'Operazione Cerberus, che le portò fuori dai porti francesi e le mise in salvo, assieme al P.Eugen e alle navi di scorta, in Germania. La RAF perse 41 aerei per impedire vanamente alle navi tedesche la ritirata, passando per la Manica. Era pericolosissimo, ma era vantaggioso rispetto al passaggio sopra la Gran Bretagna per la scorta della Luftwaffe. La Gneisenau non ebbe fortuna: nel '43 la prua venne colpita da una bomba che innescò l'esplosione dei vapori di carburante dei serbatoi. La prua bruciò e la nave andò fuori uso definitivamente. La marina tedesca perse così una valida nave, ma i suoi cannoni vennero riutilizzati. Una torre trinata da 280 è ancora in Norvegia, due torri da 150 mm SK C/28 sono state usate dai Danesi fino agli anni '90. La Scharnorst invece ebbe un destino anche peggiore, anche se è diventata un 'classico' della storia navale: andò a fondo contro gran parte della Home Fleet nella Battaglia dell'isola degli Orsi, 26 dicembre 1943. Incassò tra l'altro 11 siluri, per cui non stupirà che ebbe anche un'esplosione a bordo. Dalle gelide acque vennero salvati solo 40 marinai su quali 2.000. Il 1943 dunque fu la fine dei 'Gemelli terribili'.
Le navi da battaglia classe ''''[[w:Classe Scharnorst (incrociatore)|Scharnorst]]'''' erano veloci e ben corazzate, ma l'armamento non consentiva di distruggere le navi da battaglia dalle tipiche distanze di combattimento moderne. La soluzione sarebbe stata di tre torri da 38 cm come quelli delle 'Bismarck'. La cosa però non ebbe mai seguito a causa della sorte delle navi. Le modifiche avrebbero potuto dare la possibilità di estendere il raggio di tiro utile sui punti vitali delle navi da 10 a 22 km circa, un miglioramento notevole anche se con una cadenza di tiro minore complessiva. Altre modifiche vennero però fatte: nel '41 le C/38 rimpiazzarono le C/30, il radar venne installato nel '39 sull'antenna del telemetro, 6 lanciasiluri con 14 siluri, ma forse non meno importante fu la sistemazione della prua atlantica, che migliorò sensibilmente le capacità di tenere il mare grosso, cosa che le potenti navi da battaglia tedesche hanno spesso mancato di fare.
====Bismark, 'H' e successive====
La logica degli sviluppi consecutivi non conobbe soste; dopo le 'Scharnorst' pensate attorno al 1934, le 'Bismarck' (Panzerschiffe F e G) vennero pensate originariamente come aventi 8 pezzi da 33 cm, 12 da 15,5 e 16 da 10,5 cm, corazze simili a quelle delle 'Scharnorst' tra cui cintura da 350 mm e ponte di 100 mm, 120 dov'era incurvato. Presto il dislocamento salì oltre le 35.000 t pensate nel 1934 ed inizialmente difesa dall'amm. Reader. Ma era troppo poco per affrontare le 'Dunquerke' (e a maggior ragione le 'Richelieu' con i 380 mm). Vennero pensate varie soluzioni come il motore turboelettrico, ma poi si optò per le caldaie ad alta pressione. Nel frattempo i cannoni aumentavano a 35 cm, poi a 38 e le protezioni migliorate. Il progetto finale era stato approvato e iniziato all'inizio del 1937.
[[Immagine:Early Bismarck .jpg|400px|right|thumb|Un'immagine dell'elegante profilo della Bismarck]]
'''Caratteristiche''':
*N.unità:
*Dislocamento:
*Dimensioni: lunghezza
*Propulsione:
*Equipaggio:
*
*Armamento: 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm; 16 da 105, 16 da 37 mm, 12 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli (solo Tirpitz); 2 o 4 Idro Ar.196.
Navi da 241,6 m, erano state armate con 4 torri da 380 mm SK C/34 da 52 calibri, capaci di sparare a 36 km (molto meno dei pezzi da 280 mm) con due cariche di lancio, le granate da 800 kg a 820 msc. La corazza perforabile era di 742 mm a zero metri, 350 mm a circa 21 km, le torri erano pesanti 1052 t. La corazza era di circa 360 mm frontali, 340 mm delle barbette, 130 mm tetto, 320 posteriore. La nave aveva una potenza di fuoco elevata e non poteva essere altrimenti, con due cariche combinate, la prima da 99,5 kg, la seconda addirittura da 112 kg. C'erano 130 cariche per cannone. Stranamente tra tecnici Tedeschi, che si chiesero per tanto tempo che tipo di torrette costruire per le navi precedenti, nessuno pensò ai cannoni in torri trinate come invece accadde per le armi da 280 mm. Difficile capire il perché, visto che altrimenti questi cannoni sarebbero stati in un lay-out simile a quello delle 'Littorio', che avevano un cannone in più e di maggior potenza (anche se di minor cadenza di tiro). E dire che mentre i tedeschi facevano 4 torri binate da 380 mm, i francesi con analoghi cannoni avevano 2 torri quadrinate.
La corazzatura non era molto spessa rispetto ad altre navi, ma il peso era notevole: circa 8.136.532 kg di corazza verticale, 2.248.053 kg per il ponte di coperta, 4.293.264 kg per quello principale. Cintura principale da 320 mm che si assottigliava a 170 mm inferiormente, cintura superiore (fino al ponte di coperta) aumentata a 145 mm (110 in più delle più piccole Scharnorst, che non si potevano permettere pesi eccessivi per le corazze in zone non vitali), ponte di 50 mm superiore, 80-120 quello principale, torrione 350 mm, corazze minori come quella da 14 mm per i telemetri sferici. I telemetri erano da 7 e 10 m, inclusi quelli delle torri; i radar vennero installati durante la costruzione (il primo radar navale del mondo era stato messo sulla Graf Spee), la Tirpiz ebbe cannoni da 20 mm aggiuntivi quadrupli, e altri due radar, alla fine del 1944 la Tirpiz ebbe fino a 80 cannoni a 20 mm.
Quanto ai motori usati, le navi tedesche ebbero le turbine a vapore, che però non erano più del tipo delle precedenti 'Scharorst', ma ad alta pressione, più efficienti anche come consumi. La dotazione di nafta utilizzabile era di circa 7.400 t (per la Tirpiz si arrivava a 7.780 t) su circa 8.300 t, il che era il doppio delle 'Littorio'; ma anche così l'autonomia diede problemi. Inizialmente si pensava di circa 14.000 miglia nautiche, ma ad un certo punto, nell'ottobre del '36 si considerò tale valore da 'condizioni da tempo di pace', e si dimezzò a 7.000 nm/15 n. Questo portò a temere ad un ritorno alla configurazione diesel per consentire la necessaria autonomia, ma poi non se ne fece nulla. Nell'agosto 1941 i Tedeschi vennero in possesso di un libretto di Istruzioni tattiche per la Royal Navy, con i consumi calcolati per tutte le navi britanniche. Allora fu possibile calcolare, a parità di condizioni, l'autonomia delle 'Bismarck': 8.600 nm a 15 nodi, 8150 a 21, 5.200 a 27, 3.750 a 30 per la BISMARCK, e presumibilmente qualcosa di più per la sua gemella. Per allora, tuttavia, si trattava di un calcolo puramente accademico, uno perché non c'era più modo di cambiare il progetto già realizzato, e due perché la capoclasse non era più 'in condizione' di fare nessun viaggio di crociera.
[[Immagine:Bb bismarck.png|380px|right|thumb|La Bismarck è una nave ben apprezzata dai modellisti]]
Le due navi tedesche ebbero una carriera tribolatissima: la ''''[[w:Classe Bismarck (corazzata)|Bismarck]]'''' finì la sua carriera in fondo all'Atlantico nella sua prima e unica missione di guerra della primavera del '41, circa 9 mesi dopo l'entrata in servizio. Da notare come l'inizio dei suoi danneggiamenti sia stato quello causato da due cannonate da 356 mm della PRINCE OF WHALES, che colpirono sotto la linea di galleggiamento causando allagamenti e rovinando circa 2 mila tonnellate di nafta, contaminata con l'acqua marina. E' impressionante come anche per una nave ben corazzata come questa, i danni subacquei siano stati ancora tanto gravi, colpendo semplicemente la zona al di fuori della 'cittadella corazzata' chiusa dalle paratie longitudinali. Per bizzarro che possa sembrare, invece, la Bismarck ebbe a segno almeno 3 se non 4 siluri aerolanciati ma solo uno la colpì gravemente, mettendo KO il timone, mentre quelli sul 'bersaglio grosso' vennero annullati dalle cinture corazzate. Per confronto, la n.b. LITTORIO, colpita da 3 siluri analoghi, non affondò solo perché poté presto incagliarsi su bassi fondali del porto di Taranto. La sua gemella V.VENETO, colpita da un unico siluro, imbarcò 4 mila t d'acqua e calò di velocità a circa 19 nodi (per pochi minuti addirittura si fermò, tanto che gli Inglesi erano speranzosi di sorprenderla nell'azione d'attacco notturno, che invece individuò l'immobilizzato POLA, anch'esso centrato da un unico siluro).
La Tirpitz ebbe continui attacchi aerei britannici, più l'assalto dei minisommergibili X con cariche da 2 t. La sua fine, dopo avere messo su di sè l'attenzione degli Inglesi, ebbe luogo con i bombardieri Lancaster che nel novembre 1944, dopo un attacco simile ma con 'solo' una bomba a segno, la colpirono con tre Tallboy da 5443 kg. La nave si rovesciò con un'esplosione a bordo e terminò di essere una minaccia per il traffico navale nell'Artico.
I cannoni da 380 mm però non erano finiti. Almeno 14 vennero usati come armi da difesa costiera. Con l'alzo aumentato da 30 gradi delle torri a 44, vennero raggiunti 42 km di gittata. Ma con la granata speciale da 'soli' 495 kg, la gittata aumentava a 54,9 km. Dover era uno dei bersagli di questi cannoni da 38 cm, di cui 4 erano presenti in zona. Le cariche esplosive erano di 18,8 kg per i colpi APC e 32 o 64 kg circa per i proiettili HE, ma la vita utile di questi cannoni era al massimo di circa 200 colpi prima della sostituzione del tubo della canna interna.
Le navi 'Bismarck' non erano le ultime ad essere concepite. Le '''Schlchtschiff H''' erano simili alle precedenti. Nel 1936 si pensava ad una nave con i 35 cm, poi venne rielaborata con un'autonomia di 16.000 miglia a 18 nodi, circa il doppio di quanto calcolato per le Bismarck e arrivare 30 nodi. Installare a bordo di queste unità due catapulte, corazze da 320 mm verticali, ponte 80-120 mm. Era necessario superare le 'Dunquerke', pareggiare le 'Richelieu' e la flotta delle King George V britanniche. I Sovietici avevano chiesto cannoni da 406 mm per le loro navi e Hitler ne venne a conoscenza. Subito i requisiti per le nuove corazzate vennero innalzati, anche se l'ufficio tecnico non credeva ancora alla necessità di usare cannoni di tale calibro e temeva problemi con le chiuse di Kiel e i porti tedeschi se fossero aumentate troppo le dimensioni delle nuove navi da guerra. Dopo innumerevoli altre discussioni, le navi aumentarono a 56.200 t, poi a 58.700 con larghezza di 41 m, troppo per possibilità pratiche e in seguito andò sotto le 53.000.
L'impostazione di ben 6 navi (fino alla 'N') era preventivata ma allo scoppio della guerra solo le prime due erano state impostate,una con 766 t e l'altra con miseri 40. Vennero poi demolite, se così si può dire, alla fine del '41. La loro costruzione era caratterizzata da motori MAN, dodici diesel a 9 cilindri e dodici generatori elettrici fino a 920 kW l'uno. Le blindature erano diverse ma leggermente migliori di quelle precedenti, con una cintura da 300 mm, 180 mm superiore e infine 150 mm vicino al ponte di coperta. La coperta era di 50 mm e il ponte principale da 120 mm, le paratie corazzate da 50 mm. L'armamento con i cannoni da 40,6 cm SK C/34 era capace di sparare con soli 30° di alzo proiettili da 1030 kg (l'AP con 24 kg di esplosivo, HE da 42 o 83 kg e lunghi fino a 1,949 m) a 36,4 km, con due cariche di lancio, da 91 e da 134 kg. Le torri arrivavano a 1475 t. Perforavano 805 mm a 0 metri, 345 a 27.432. Dei dieci cannoni realizzati diversi vennero usati come artiglierie costiere con 43 km a 52 gradi, ma con la munizione 'Adolph' da 600 kg 43,5 km o con carica supplementare, 56 km. Per il resto c'erano ancora i cannoni da 150 mm SK C28 da 15 cm in torri binate (6), e 12 canoni da 105 mm, oltre a 6 lanciasiluri a prua, sotto la linea d'acqua.
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Non era finita qui, perché c'erano anche i progetti successivi. Per esempio, i '''KREUZER P''', figli del Piano Z e della necessità di sostituire le corazzate 'tascabili' con torri trinate da 280 mm e binate da 150 mm, velocità oltre 32 nodi e cintura da 120 mm (e 6.000 t totali). Ne vennero ordinate 12, poi ridotti a 8 e poi la guerra impedì la loro impostazione. Gli ''''O'''' erano invece grandi incrociatori con 6 cannoni da 380 mm, cannoni da 15 cm e 105 mm, cintura da 180 mm. Ma le tre navi ordinate vennero annullate subito dopo lo scoppio della guerra.
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I Tedeschi pensarono anche a navi ancora più grandi, del tutto irrealistiche. Le navi in parola erano armabili con i pezzi da 50,8 cm, erano le H-44. Un cannone sperimentale da 53 cm venne costruito davvero, sparò poche volte ma con cariche da 300 kg poteva arrivare a 47 km con granate da 2.200 kg, una prestazione forse senza nessun altro paragone, eccetto semmai il pezzo da 51 cm fabbricato per le 'Super Yamato' che sparava colpi da oltre 1.900 kg, e di cui 9 esemplari sarebbero stati previsti per queste navi da 90.000 t. Le H-44 arrivavano a 150.000 t, ancora più ardue -e immensamente costose- da costruire.
===Portaerei<ref>Whitley, op cit</ref>===
[[Immagine:Graf-Zeppelin-2.jpg|360px|right|thumb|La Zeppelin]]
Le portaerei tedesche erano un'altra idea che i Tedeschi non riuscirono a realizzare. La discussione fu al solito lunghissima, alla fine venne inspirata dallo svedese Gotland da 5.500 t a pieno carico, ma la nave definitiva, per quanto erano da 12.250 t standard 'ufficialmente', in realtà arrivavano a 33.500 a pieno carico. Tutto questo era anche il figlio dei trattati navali, perché se alla Gran Bretagna erano concesse 135.000 t di portaerei, alla Germania ne spettavano 47.250. Così vennero ordinate due portaerei anche per i Tedeschi, ma secondo il 'Piano Z' erano da costruire 4 unità di questo tipo, anche per questo si cercava di dichiarare un dislocamento molto minore. Convertire gli incrociatori da battaglia o anche le piccole corazzate tascabili avrebbe indebolito la linea delle navi da battaglia, previste in 13 unità complessive.
Aveva 40 aerei, 16 cannoni in casamatte binate da 150 mm, 12 cannoni da 105 mm. L'hangar aveva struttura aperta, due hangar sovrapposti da 185 e 172 m alti rispettivamente 5,66 e 6 m. La lunghezza totale era di 262 m. Il ponte di volo era da 242 m e largo 30, poggiato sulle fiancate della nave,c'erano due catapulte capaci di tirare un aereo da 2,5 t a 4,25 g e 140 kmh, con riserve d'aria compressa per nove aerei. La cintura era da 100 mm, profonda 4 m, a parte quella esterna alla zona principale, paratie trasversali da 80 mm, mentre i depositi per gli aerei erano capaci di 80-90 siluri o 220 mine al massimo. Gli elevatori erano corazzati e così il ponte di volo da 20-38 mm, il ponte hangar era da 40 mm. I motori da 150.000 hp su tre assi, simili a quelle del P. EUGEN. L'equipaggio 1.612 persone. La difesa contraerea era affidata a 12 pezzi da 105 mm, 22 da 37 mm, 28 da 20 mm. Ordinata l'11 febbraio 1935 ai Germania Werft di Kiel, era parte di un ordine di due unità ma solo la Zeppelin venne varata, l'8 dicembre 1938 mentre l'altra venne demolita. La nave portaerei rimase a fare da deposito galleggiante con varie vicissitudini e trasferimenti. La nave venne bloccata all'inizio del '39, mentre vi fu anche un ordine di demolizione nel febbraio 1940 per la sorella ancora largamente incompleta; solo nel '42 la costruzione della 'Zeppelin' era stata ripresa in opera, dopo i risultati ottenuti da Giapponesi e britannici. Ma oramai non c'era più la possibilità di fare incursioni nell'Atlantico con grandi navi, e il fallimento della battaglia di Barents seppellì totalmente la possibilità di completare questa nave. Nel '43 i suoi cannoni binati da 150 mm erano già stati smontati e portati in Norvegia, dove sono rimasti fino agli anni '90 come difese costiere. Il fatto è che già per certo si sapeva che non sarebbero serviti ad una portaerei moderna. Se essa fosse stata completata, i suoi Bf-109T sarebbero certo stati molto utili per respingere gli Swordifsh che decisero la sorte della corazzata Bismarck. Alla fine della guerra venne autoaffondata dai tedeschi a Stettino il 25 aprile, poi fu presa dai Sovietici e ripristinata. Per anni si ipotizzò persino la sua ricostruzione con i MiG-15 navalizzati e non si seppe nulla della portaerei. In realtà divenne una nave caserma IA-101 nel febbraio 1947, poi venne usata come nave bersaglio. Oggi si sa anche che tipo di armi vennero usate (18 bombe da 100-1000 kg), 4 colpi da 180 mm e 2 siluri; l'agonia finale della grande nave (era lunga 1 m in meno delle 'Yamato') durò alri 23 minuti e solo di recente è stata ritrovata sul fondo del mar Baltico, dove finì quel 16 agosto 1947. Dunque non fu, differentmente da quanto ipotizzato, vittima di una tempesta o di una mina durante il traino, ma distrutta deliberatamente.
[[Immagine:Graf-Zeppelin-1.jpg|420px|right|thumb|Come doveva essere la 'Zeppelin']]
Nel frattempo si pensò anche a degli 'incrociatori' con ponte di volo da 40.000 t, motori da 210.000 t, 9.000 t di corazza, con 150 mm di acciaio nella cintura e 100 per il ponte. Esisteva anche un 'incrociatore portaerei atlantico' da ben 70.000 t che aveva nondimeno 4-6 inutili cannoni da 28 cm ma solo 38 aerei, in una lunghezza di 280 m; e gli incrociatori da 12.750 t-22.200 t, tre navi con 10-25 aerei l'una e 4 pezzi da 150 mm. Ma nessuno di questi ambiziosi progetti venne mai impostato essendo più che altro esercizi di progettazione navale. La ragione non era peregrina: gli ingegneri navali rischiavano, causa disoccupazione, di finire al fronte e progettare nuove navi da guerra poteva aiutare a tenerli lontano da questa prospettiva. Altre navi prese in considerazione per la trasformazione erano tre transatlantici tedeschi, di cui il più grande, l'EUROPA, venne poi messa in servizio dai francesi nel dopoguerra sempre come nave passeggeri dato che la trasformazione era stata bloccata. Anche la Gneisenau (non la corazzata, ma un altra nave civile) e la Postdam erano in predicato d'essere trasfermate ma senza successo. Eppure la gemella della Gneisenau (la Scharorst) venne trasformata davvero dai Giapponesi come 'Jinyo'<ref>Per la seconda parte del contributo, vedi Sgarlato N: ''Le portaerei tedesche'' Eserciti nella Storia mag-giu 2006</ref>.
Una nave venne seriamente messa in lista per l'aggiornamento era l'incrociatore 'Seydlitz' di cui la Kriegsmarine non sapeva che farsi, tanto che venne offerto, completato al 65%, all'URSS che lo rifiutò a sua volta; si pensò di usarlo come portaerei, quando nell'agosto 1942 si decise di modificarlo come portaerei con 16 pezzi da 105 mm, 10 Bf-109T e 8 Ju-87C. Dopo l'eliminazione delle sovrastrutture si decise di lasciar perdere, dato che non c'era più la volontà nel 1943, di fare a meno delle nuove grandi navi; i Sovietici -che la misero in servizio il 10 marzo 1947-tentarono di ricostruire lo scafo come incrociatore tipo 'Poltava' ma alla fine, nell'aprile 1947, questo intendimento venne cancellato: infatti avrebbe costato quanto un incrociatore leggero nuovo.
Quanto agli aerei imbarcati, oltre ai Bf-109T, ai quali tra l'altro va accreditato anche il primo abbattimento di un B-17, c'erano anche gli Ar.95 e 197, biplani piuttosto obsoleti; i Fi-167 biplani con motore DB601, aerosilurante da 325 kmh e 1.300 km d'autonomia, che interessarono anche l'Italia (forse per la portaerei Aquila), gli Ju-87C e poi gli E, con capacità anche aerosilurante. I Bf-109T avevano estenzioni alari di 60 cm per ala (11,08 m di apertura alare complessiva) e ne vennero costruiti 70, ma solo i primi 7 con le predisposizioni per l'imbarco su portaerei e in seguito base per i Me.155.
===Gli U-Boote<ref>Armi da guerra 62</ref>===
I Tedeschi si erano fatti una notevole esperienza di guerra sommergibile dai primi anni del XX secolo. Non erano stati i primi a usare gli U-Boote, ma erano riusciti a costruire una flotta efficiente di battelli costieri, di media crociera, oceanici. Nel dopoguerra gli fu impedito di costruire sommergibili, ma i progettisti lavoravano all'estero come in Finlandia, dove venne varato a tutti gli effetti il progenitore diretto dei '''Type II''', del 1933. Fecero presto a costruirne 50, progressivamente ingranditi (il D era di 314/364 e 43,95 m). Essendo costieri non ebbero molto da fare quando la battaglia si spostò nell'Atlantico e la costruzione cessò nel '41.
Ecco, per la cronaca, le loro caratteristiche complete (versione IID):
*'''
*'''Dimensioni''': lunghezza 43,95 m, larghezza 4,87 m, pescaggio 3,9 m
*'''Equipaggio''': 25
*'''Motore''': diesel da 700 hp ed elettrico da 410 hp su due assi
*
*'''Armamento''': 1-4 cannoni da 20 mm, 3 tls prodieri con 6 siluri
[[Immagine:U 52.jpg|320px|right|thumb|L'U-52]]
Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1120-1232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC' perché se questi avevano 25.000 km a 10 nodi in superficie di autonomia, 115 km a 4 nodi immerso, i 14 Type IXB nel '39 avevano 22.250 km, ma gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 XC) avevano 58.400 km di autonomia e il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato. Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
Caratteristiche VIIC e IX C
*'''Dislocamento''': 769/871 t---1.120/1.232
*'''Dimensioni''': lunghezza 66,5---76,7 m, larghezza 6,2---6,75 m, pescaggio 4,75---4,7 m
*'''Equipaggio''': 44---48
*'''Motore''': diesel da 2.800 hp ed elettrici da 750 hp su due assi---4.400 hp e 1.000 hp su 2 assi
*'''Prestazioni''': 17,5/7,5 nodi, autonomia 15.750 km/10 nodi, 150 km/4 nodi---18,2/7,5 nodi, autonomia 25.000 km/10 nodi e 115/4 nodi (NB: durata delle batterie senza ricaricarle in superficie)
*'''Armamento''': 1 da 88 mm, 1 da 37, 2-8 cannoni da 20 mm, 4 tls prodieri+1 poppiero con 14 siluri---1 da 105 mm, 1 da 37, 1 da 20 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 22 siluri
I '''Type X''' e '''XI''' erano altri parte dei 5 tipi previsti come unità indispensabili per la Marina tedsca, uno era il posamine, l'altro un incrociatore sommergibile con pezzi da 127 mm in torretta, costruito in soli 3 costosi esemplari da 3.140 t e 115 m per 23 nodi, con tanto di idrovolante da ricognizione. I posamine Type X da 2.500 t erano invece da 89,8 m e avevano 66 mine oltre a cannoni e siluri, spesso usato anche come rifornitore grazie alle sue dimensioni e capacità di carico.
Caratteristiche Type XB
*'''Dislocamento''': 1763/2177 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 89,8 m, larghezza 9,2 m, pescaggio 4,11 m
*'''Equipaggio''': 52
*'''Motore''': diesel da 4200 hp ed elettrici da 1100 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 16,5/7 nodi, autonomia 34.400 km/10 nodi, 175 km/4 nodi
*'''Armamento''': 1 da 105 mm, 1 da 37, 1-4cannoni da 20 mm, 2 tls poppieri con 15 siluri. 66 mine
Type XI:
*'''Stazza''': 3.140-4.630 t
*'''Dimensioni''': 114,9 m, 9,5x 6,5 m
*'''Motore e prestazioni''': 8 diesel a 12 cilindri da 17.600 hp totali; 23/8 nodi, 100 m quota massima, 20.000 nm (37.000 km) a 10 nodi
*'''Armamento''': 6 tls da 533 mm, 4 pezzi da 127, 1 da 37, 2 da 20, un idro leggero (171 kmh, 500 km autonomia, 830 kg peso).
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Detto dei sommergibili con caratteristiche 'convenzionali', che servono per capire l'evoluzione delle tattiche e della tecnologia, passiamo ora alle contromisure che i Tedeschi applicarono ai loro mezzi quando i progetti VII e IX divennero inesorabilmente, dal '43 in poi, obsoleti.
Un altro sommergibile era l''''XVII''' con sistema a circuito chiuso Walter, che azionava un sistema a turbina a vapore ma era molto pericoloso se c'erano impurità per il rischio di esplosioni. Erano navi da 41,5 m, con 5.550 km di autonomia a 9 nodi in superficie e 210 immerso, motori da 210 hp diesel per 9 nodi, ed elettrici da 2.500 hp capaci di spingerlo a 21,5 nodi, anche se c'era solo due tubi lanciasiluri con 4 armi disponibili. Lo scafo, totalmente liscio e privo di armi esterne, aveva sezione ad '8' ovvero due cilindri sovrapposti, il che ottimizzava il volume, ma non l'idrodinamicità, che non era tale da fargli raggiungere i previsti 25 nodi. Vennero costruiti 4 XVIIA con due turbine su di un asse, poi 3 XVIIB con una sola turbina, mentre il XVIIK non entrò mai in servizio, ma avrebbe dovuto disporre di diesel con serbatoi d'ossigeno puro per farli funzionare sott'acqua senza nemmeno attivare lo snorkel. La 'G' doveva essere costruita in 12 esemplari ma non ebbe seguito.
[[Immagine:U3008.jpg|350px|left|]]
Il '''Type XXI''' era invece il super-sommergibile tedesco che ha fatto poi scuola. 1621-1819 t, lunghezza 76,7 m, diesel da 4000 hp e motori elettrici da 226 hp (moto lento) o 5.000 hp (a piena potenza), cannoni da 30 mm antiaerei in torretta, sonar, autonomia 28.800 km in superficie, 525 immerso a 6 nodi, 6 tls prodieri con 23 siluri. Di questi battelli pieni di batterie ad alta capacità, non solo c'é da dire che avevano prestazioni eccezionali, 15,5 nodi in superficie ma 16 immerso, o 3,5 nodi con il motore elettrico silenzioso. Ma non solo, di queste unità erano previste 3 battelli alla settimana per un totale di 1.500 unità con unità prefabbricate assemblate da varie fabbriche. Era un programma immenso, ma solo in parte realizzato. Concepiti per funzionare per lo più sott'acqua, trovando i bersagli col sonar e attaccandoli immerso, disimpegnandosi poi in velocità grazie ad una riserva di potenza enormemente superiore ai soliti sommergibili dell'epoca, e usando lo snorkel per ricaricare le batterie, erano capaci di funzionare in maniera del tutto innovativa rispetto ai sommergibili normali e di sfuggire agevolmente alla caccia della maggior parte delle unità di scorta alleate. Ma come si è detto, giunsero troppo tardi esendo la somma di tutte le esperienze belliche maturate dalla Marina.
*'''Dislocamento''': 1621/1819 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 76,7 m, larghezza 6,62 m, pescaggio 6,2 m
*'''Equipaggio''': 57
*'''Motore''': diesel da 4.000 hp ed elettrico da 5.000 hp e uno da 226 hp, su due assi
*'''Prestazioni''': 15,5/16 nodi, autonomia 28.800 km, 525 km a 6 nodi
*'''Armamento''': 4 cannoni da 20 o 30 mm, 6 tls prodieri con 23 siluri
La loro versione 'piccola' era il Type XXIII prefabbricato in 4 sezioni, capace di immergersi in soli 10 secondi (la differenza tra dislocamento in superficie e immerso era di appena 24 t contro le 45 del IID), poteva viaggiare a 10 nodi in superficie e 12,5 immerso, con due soli lanciasiluri per altrettanti siluri, lunghezza 34,1 m e dislocamento 232/256 immerso, 2.500 km in superficie e 325 immerso a 4 nodi; solo 14 gli uomini al suo interno, praticamente un mini-sommergibile piuttosto che una vera unità subacquea.
Solo 62 battelli vennero completati, capaci di operare nei porti nemici tra i bastimenti ma senza autonomia adatta per le missioni atlantiche. Come i 'XXI' la loro velocità immersi superava quella in emersione, cosa possibile solo con battelli avanzati con una grande potenza propulsiva e batterie adeguate.
Solo alcuni vennero affondati, e solo per gli aerei. L'ultima azione dei sommergibili tedeschi avvenne il 7 maggio 1945 nel Fith of Forth, affondando due mercantili con altrettanti siluri. Era stato l'U-2336 e fu l'ultimo colpo della flotta di U Boote.
====Le basi degli U-Boote====
Non fa parte delle 'armi' vere e proprie, ma parlare delle basi dei sommergibili tedeschi è decisamente interessante, data la realizzazione in grande stile di grandi rifugi e scali per questi mezzi navali, che divennero presto delle realizzazioni di grande complessità e con un'identità propria, anche se con caratteristiche base standardizzate. Nel '39 la Marina tedesca aveva solo 57 sommergibili e solo 2 scali protetti, oltretutto in realizzazione. Questo significa che nessun sommergibile tedesco era mai totalmente al sicuro, nemmeno nelle loro basi. Presto divenne chiaro che i sommergibili erano da proteggere, se si voleva aiutarli a sopravvivere alle azioni nemiche. Così avvenne, con una quantità di cemento e calcestruzzo di milioni di tonnellate, con dimensioni enormi. Del resto tutte le infrastrutture erano state demolite nel primo dopoguerra. Ben presto le basi di U-Boote divennero a prova di bombe, che la RAF cercava di realizzare in formati sempre più pesanti. Per esempio, Helgoland (costruzione Nordsee III) era una base operativa, aveva un tetto sostenuto da 32 cemento armato in doppia fila, con tre vani che contenevano 2 sommergibili l'uno; sul tetto c'erano anche il radar e alcuni cannoni da 37 mm. Lungo 156 m per 88 di larghezza, aveva tetto spesso 3 metri, pareti anch'esse necessariamente spesse (2 metri) e venne costruito nel 1940-41. Nel '47 venne distrutto con l'operazione 'Big Bang', con una enorme esplosione. La base di Amburgo era un'altra, la Elbe II, 2.500 piloni, 1800 metri quadrati, 137x62 m, che venne demolito dagli Alleati. Ma solo per parte, data la sua robustezza. A tutt'oggi due Type XXI giacciono tra le sue macerie, precisamente l'U-3596 e 3506. Questa era una base di raddobbo e costruzione. Le basi erano soggette ad attacchi pesantissime, la BREMA, base 'Valentin', venne ultimata tra il 1945 e il 1945 per il 90%. Ebbe un tetto raddoppiato con metà del soffitto aumentato a 7 m, con strutture anche come Fang-rost, con una struttura ad U, una struttura di cemento armato. Ne ebbe bisogno, come il 27 marzo 1945 quando ricevette 4 Tallboy, e anche 13 Grand Slam. Queste ultime riuscirono a perforare con un paio di colpi a segno che causarono pesanti danni, con crateri di 8 metri nel tetto. Poi ci provarono anche gli Americani con 62 'Disney bomb' da 2.200 kg, ordigni a razzo sganciati dai B-17 con velocità supersonica all'impatto. C'erano basi come quella di Trondheim, piuttosto piccolo, per sommergibili costieri; ma sopratutto c'erano le basi in Francia, come La Pallice (raddobbo e operazioni), completata nell'ottobre 1941 con molti operai locali utilizzati, base operativa della 3a flottiglia U-Boote, aveva due chiuse protette da reti parasiluri, 201 m di lunghezza, 196 metri, 10 alveoli. I Tedeschi, chiusi nella sacca vicina di Rochelle, dove resistettero fino alla fine del conflitto. C'era poi Bordeaux, con tetto spesso fino a 5,6 metri, Lorient, che è rimasta la base dei sommergibili francesi anche nel dopoguerra fino praticamente ai nostri giorni; era la base più grande di tutte, con 28 battelli di capacità complessiva, argani di sollevamento, uno scalo, lo Keroman I di 120 m di lunghezza e 85 di larghezza. C'erano diversi scali successivi, anche il Keroman II e III. Poi c'erano anche scali come St.Nazaire, danneggiato nel '42 da un audace attacco di commandos inglesi, che riuscirono a speronarne le chiuse e a farle esplodere con un cacciatorpediniere pieno di esplosivo, che in verità esplose il giorno dopo, quando il raid era già stato respinto dall'agguerrito personale della flottiglia dragamine<ref>Bargnasco, E: Le basi protette degli U-Boote, Storia militare maggio 1996</ref>
==Note==
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