Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Germania-7: differenze tra le versioni

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===La rinascita della Marina e gli incrociatori<ref>Armi da guerra 41, Sgarlato 'Le navi da battaglia del III Reich'', e M.J. Whitley, ''Navi da battaglia Tedesche''</ref>===
[[Immagine:War Ensign of Germany 1938-1945.svg|150px|left|]]
Quando l'Adm Reader, veterano della Grande Guerra, divenne nel '28 capo della Marina Tedesca (Reichsmarine) essa era totalmente bloccata dal durissimo Trattato di Versailles, che non consentiva navi siluranti di oltre 800 t e meno di 15 anni d'età, incrociatori di meno di 20 anni e più di 6.000 t, corazzate di oltre le 10.000 t. I sommergibili, così pericolosi, non vennero autorizzati per i Tedeschi. In tutto 8 vecchie corazzate pre-Dreadnought, 8 incrociatori e 32 navi minori.
Per quanto la Marina tedesca non sia stata mai una 'grande marina' in termini convenzionali, eccetto che nella I GM quando contese alla Royal Navy il dominio dei mari (ma entro certi limiti), la sua azione nelle guerre mondiali è stata molto dura e difficile da contrastare, sopratutto per l'uso di navi corsare, unità sottili d'attacco e sommergibili, i celebri U-Boote, che non erano necessariamente superiori a quelli degli altri belligeranti, ma che vennero usati con audacia e metodo, oltre ad essere costruiti in quantità visto che i sommergibili erano certo il miglior sistema in termini di costo-efficacia. Si pensi che un tipico U-Boote necessitava di un valore tra l'1 e il 2% del costo, dei materiali e dell'equipaggio di una corazzata 'Bismarck', navi che ebbero ben poca fortuna, braccate nelle loro missioni e nei porti stessi dalla RAF e dalla RN. Erano bersagli grandi, appariscenti e di valore, mentre i sommergibili erano facilmente occultabili anche in porto, con i super-bunker che i Tedeschi costruirono (a prova di bomba) in Francia: uno di questi è ancora usato dalla Marina francese per i suoi sottomarini. Al dunque, il programma per le corazzate ebbe fine, gli incrociatori vennero trascurati e poca fortuna ebbero anche i grandi cacciatorpediniere. Invece le S-Boote, le T-Boote e gli U-Boote vennero costruiti in quantità impressionanti: i soli U-Boote raggiunsero quasi 1.000 unità, grossomodo il costo di una squadra di corazzate, ma con risultati ben diversi (accadde così anche durante la Grande guerra, le corazzate per lo più inattive nelle loro basi, mentre i sommergibili che nel '17 quasi vinsero la guerra marittima). Però non mancarono i progetti di navi di grande potenza, fino ad arrivare alla massima evoluzione del concetto delle corazzate: una super-corazzata da circa 150.000 tonnellate, lunga 335 m e armata con pezzi da 500 mm. Ma questa immensa nave rimase solo un progetto, sacrificata a favore di programmi ben più pressanti che resero impossibile completare anche navi del tutto ragionevoli come le corazzate 'H' con cannoni da 406 mm. I Tedeschi ebbero armi di prim'ordine per le loro navi e sommergibili, con cannoni di ottime qualità balistiche, così come i telemetri. Meno noto è che già durante gli anni '30 installarono su di una loro corazzata -la Graf Spee- un primo radar, mezzo che in Gran Bretagna era ben lungi dalla navalizzazione (essendo inteso sopratutto come sistema di scoperta aerea per il territorio metropolitano). I siluri mieterono innumerevoli vittime, ma nondimeno inizialmente i loro acciarini funzionavano male: persino l'asso Gunther Prien sbottò (dopo avere mancato vari bersagli) 'Non potete pretendere che mi batta con fucili di legno!'. In retrospettiva è difficile pensare a tali problemi se si considerano i successi, tra cui diverse migliaia di navi mercantili, ottenuti dagli U Boote. Pericolose anche le mine, come quella che danneggiò gravemente la HMS Nelson: tale forma di guerra, estremamente conveniente nel rapporto costo-efficacia, venne estensivamente praticata con aerei, navi e sommergibili. I tipi magnetici da fondo nelle acque basse del Mar del Nord erano estremamente pericolosi, difficili com'erano da localizzare e dragare. I siluri tedeschi hanno avuto molti sviluppi: quelli con propulsione elettrica, quelli autoguidati, quelli filoguidati e quelli con carburante ad alta energia, tutti filoni evolutivi che nel dopoguerra produrranno una vera rivoluzione nel campo delle armi subacquee. Fino ad allora i siluri erano armi a corsa rettilinea o a zig-zag, ma del tutto 'stupidi' eccetto che per la programmazione basica (sono queste, infatti, le prime armi 'da crociera') in quota, direzione, velocità.
 
Inizialmente si trattò di costruire dalle navi di tipo minore, gli incrociatori 'Emdem', 'Konigsberg' e 'Karlsruhe'. Da questo primo passo iniziò la genia delle navi tedesche, progressivamente incrementate in dimensioni e capacità.
Gli Alleati fecero a loro volta sforzi enormi per contrastare gli U-Boote, che richiesero molti soldi e uomini. I soli caccia di scorta americani costruiti erano circa 500, per il resto comparvero razzi e lanciabombe ASW da parte inglese, il sonar venne perfezionato, gli aerei ben presto ebbero radar di bordo centimetrico, MAD, e i primi rudimentali (ma efficaci) siluri ASW autoguidati. Per capire lo sforzo, il solo Coastal Command inglese ebbe in servizio oltre 1.000 B-24 Liberator, una flotta paragonabile a tutti gli He-177 Greif tedeschi. Al dunque la Germania finì per perdere la guerra, ma non prima che i suoi sommergibilisti infliggessero danni enormi al traffico, danni tuttavia assorbiti dall'industria cantieristica Alleata. I Tedeschi si ritrovarono 30.000 caduti solo negli U-Boote mandati in fondo al mare. La Marina inglese ebbe a sua volta circa 50.000 vittime e danni per miliardi di sterline. La Marina non poteva vincere la guerra da sola, né fu d'aiuto la pervicacia con cui Goering osteggiò la nascita dell'aviazione navale ('Tutto ciò che vola è mio!' soleva dire). Ma per quanto efficiente fosse la Marina Tedesca, gli Alleati riuscirono a prevalere. La vera differenza la fece la diffusione di radar, sonar e aerei da pattugliamento: i sommergibili dell'epoca in genere navigavano in superficie, sott'acqua erano lenti e con poca autonomia. Per non soccombere incrementarono l'armamento contraerei leggero (i pattugliatori marittimi erano in genere molto grossi e lenti), gli Alleati aumentarono le armi d'attacco con mitragliere e razzi. I Tedeschi escogitarono lo snorkel, la fine di una serie di esperimenti per la navigazione sott'acqua con l'uso dei motori diesel anziché le batterie. Poi arrivarono ai sommergibili Type XXI e XXIII, i prototipi delle moderne unità navali subacquee, e come tali ampiamente presi d'esempio nel dopoguerra da tutte le principali marine. Erano efficienti per le prestazioni subacquee, ma arrivarono troppo tardi per cambiare l'esito della guerra. Nel mentre, dal dicembre del '42 Hitler, a seguito di un'azione fallimentare delle navi maggiori, aveva insistito nell'ordinarne il disarmo, la qual cosa causò le dimissioni di Reader la la sua sostituzione con Doenitz. Non accadde tutto e subito, come si vide di lì a un anno, quando la Scharnorst venne affondata il giorno di S.Stefano del 1943, ma la decisione era presa: la Germania avrebbe continuato a resistere sui mari con i sommergibili e le torpediniere. Le navi corsare erano un'altra risorsa, ma dopo parecchi successi, vennero neutralizzate entro il 1943. La geografia della Germania, come del resto quella del nemico successivo degli Anglo-americani (l'URSS) non consentiva nessuna superiorità strategica: quand'anche fosse stato possibile realizzare una grande flotta d'alto mare (non mancava l'acciaio ma i grandi cantieri), la mancanza di basi avanzate e la posizione strategicamente dominante della Gran Bretagna avrebbe comunque messo i Tedeschi con le spalle al muro. Non prima però, che i soli U-Boote, di cui circa 800 persi, affondassero 14 milioni di tonnellate di naviglio, un costo enorme per gli Alleati anche senza considerare le misure di protezione adottate per limitare i danni.
 
Iniziando la disamina di queste navi, una menzione iniziale si impone, quella delle '''navi corsare tedesche''', che come nella I Guerra mondiale erano mercantili robusti, abbastanza veloci (spesso erano bananiere), armati con una panoplia di armi e di attrezzature, talvolta avevano idrovolanti, persino motosiluranti o posamine veloci, nonché una mezza dozzina di cannoni da 150 e altrettante armi contraerei, usate con astuzia e occultate se necessario. Altra arma che non mancava mai erano le mine, centinaia delle quali trasportate e scaricabili in mare dalle capaci stive interne.
 
La maggior parte dei comandanti tedeschi fu molto umano nel modo di risparmiare vite, tranne V.Ruteschell che era per l'attacco a tutta velocità degli obiettivi con puntate notturne. Era ossessionato dall'allontanarsi più velocemente possibile dal luogo dell'attacco (che anche per questo doveva essere rapido), ma la sua nave, la Michel, non lo aiutava essendo piuttosto lenta. La migliore delle corsare tedesche fu la Thor, vincitrice tra l'altro di tre scontri con navi inglesi analoghe (ma destinate alla protezione dei traffici, non all'attacco); la più famosa fu l'Atlantis, che venne affondata da un incrociatore pesante inglese dopo avere cercato in tutti i modi di mimetizzarsi. La Kormoran si autodistrusse in uno scontro ravvicinato con l'incrociatore Sidney, che andò a sua volta perduto con tutto il suo equipaggio, tanto che è stato ritrovato solo l'anno scorso.
 
Detto questo, visto che gli incrociatori sono ovviamente collegati alla 'guerra di corsa' (o come protettori o come attaccanti) e infatti i mercantili analoghi inglesi venivano chiamati 'incrociatori ausiliari', veniamo alle navi propriamente definibili come incrociatori.
===Siluri convenzionali, 'speciali' e mezzi d'assalto<ref>Armi da guerra 62, Clerici e Poli ''Neger ad Anzio'', Storia militare gen 1999; Poggiali L: ''L'attacco dei Linse a Spalato'' Storia militare apr 1995; sito navweapons.com</ref>===
I siluri tedeschi erano questi: il '''G7a''' T1, servizio dal 1938 ma disegnato nel 1930, aveva dimensioni di 7,186 m, calibro 533 mm, peso 1528 kg, carica 320 kg Hexanite. Viaggiava a 40 nodi per 8 km, o 6 a 44 nodi. I primi tipi erano leggermente inferiori e con 280 kg di testata. Era noto anche come ATO.
 
I Tedeschi ebbero ottime navi nella I GM in questo settore, unità che cercarono in tutti i modi di danneggiare la RN e i suoi traffici, e che prima di andare perduti causarono parecchi danni (si veda la saga dei vari Emden, Kogisberg, Scharnorst). Nella guerra successiva il mondo, stante lo sviluppo della tecnologia, era 'più piccolo' e le navi tedesche, ora prive di basi oltremare, non ebbero molte chances di operare efficacemente, specie dopo il 1941. In effetti, il radar, l'aereo ed efficienti comunicazioni radio resero ben presto il mondo tanto controllato, che nemmeno i mari tropicali erano un rifugio sicuro per i corsari tedeschi. Non per caso, entro il '43 i corsari di superficie erano spariti. I sommergibili rimasero l'unica risorsa offensiva.
 
Il '''G7e''', il T2 e T3 era del '39, da 1.603 kg, carica da 200 kg di Hexanite e velocità di 30 nodi a 5 km. Era poco, ma si trattava di un siluro elettrico, silenzioso e senza scia. Molti i tipi studiati, ma bisognava tenere ben cariche le batterie e mantenerle a 30 gradi se si volevano le prestazioni calcolate.
 
Il tempo della limitazione degli armamenti era stato superato nel 1935 quando la Germania denunciò il Trattato di Versailles, cosa accettata dalla Gran Bretagna che firmò un trattato quel giugno per limitare comunque l'armamento costruibile al 35% del tonnellaggio inglese e in particolare del 45% rispetto ai sommergibili. Tra i risultati vi fu un incremento di oltre 51.000 t che rendeva possibile realizzare 5 incrociatori da 10.000 t con i 203 mm. Ma dato che questo limite di tonnellaggio era stato di fatto superato da Giappone e Italia, venne approvato un diverso tipo di organizzazione: 3 incrociatori da 16.000 t. E così arrivarono i 3 grossi bastimenti della classe 'Hipper', anche se molti autori hanno recentemente proposto la suddivisione delle tre navi in due classi: la 'Hipper' e la 'P.Eugen', sensibilmente superiore.
Il G7e T4, T5, 10 e 11 erano armi da 1937 kg o 1620 kg, velocità da 20 nodi a 7,5 km, poteva viaggiare con una capacità particolare: l'autoguida acustica. In servizio dal '43 era inizialmente piuttosto rudimentale e vulnerabile ai generatori come il Foxer di rumore rimorchiati dalle navi, ma nondimeno erano risorse potenti, specie per attaccare bersagli lenti come i mercantili. La prima versione autouidata era il T4 Falke. Gli esperimenti iniziarono nel '36.
 
[[Immagine:Köln 3.jpg|390px|right|thumb|Il Köln]]
Poi c'erano i siluri da 450 mm F5, del '35 ma entrato in servizio dal '39, pesava 737 kg per 4,8 m, pesante 200 kg come testata di Hexanite, 2000 m a 33 nodi.
Gli incrociatori leggeri tedeschi passarono quasi tutta la guerra in una condizione di oblio che solo inizialmente ebbe momenti importanti. Ma al dunque, una delle poche notizie che si trovano su di essi riguardano la perdita del Kogisberg (quello del 1940) per via di un attacco in picchiata dato da 15 Blackburn Skua, il principale successo ottenuto da questi goffi aerei (che essendo 'multiruolo' ottennero anche il primo successo per la Marina britannica abbattendo un ricognitore tedesco), che piazzarono 6 bombe da 227 kg su 15.
 
Gli incrociatori leggeri tedeschi erano ben descritti dalle loro artiglierie: la maggior parte di loro aveva un layout del tutto inusuale, con 3 torri trinate sì, ma di cui due a poppavia sovrapposte, anziché a prua come in altre navi della categoria. Erano le classi Königsberg, Leipzieg and Nürnberg, ma c'era anche l'incrociatore Emden con 8 cannoni da 150 come quelli dei cacciatorpediniere di cui abbiamo già parlato. Quest'incrociatore era praticamente simile alle vecchie unità della Grande guerra ma con cannoni e attrezzature più moderne, stazzava 5.600 t. Le altre navi erano più grosse, ma pur sempre da 6.500 t, necessariamente per imbarcare le torri trinate.
L'5B era in servizio dal '41 e raggiungeva 2 km a 40 nodi, testata fino a 250 kg. Prima di questo era previsto l'uso dello F5W, il tipo italiano dello stabilimento Fiume.
 
Queste torri erano armate con i cannoni SK C/25 da 150/60 mm, armi ad alta velocità iniziale (950 ms) e tiravano la granata da 45 kg a circa 25 km all'alzo massimo di 40 gradi, una delle migliori prestazioni tra le artiglierie da incrociatore leggero (specie considerando l'anno di entrata in servizio, attorno al 1928). La massa delle torri era di circa 136 t, ma dimende anche dalla versione. Ecco le caratteristiche stimate degli incrociatori leggeri tedeschi:
Detto dei siluri e dei sommergibili, ecco un altro aspetto 'intermedio', i mezzi speciali d'attacco, sia subacqueo che di superficie. La panoplia fu particolarmente ricca, anche se i Tedeschi vi arrivarono piuttosto in ritardo e non beneficiarono se non marginalmente delle esperienze italiane e giapponesi. In tutto vennero costruiti ben 972 minisommergibili dei tupi '''Seehund''', '''Biber''', '''Molch''' e (3 soli prototipi) lo Hecht, versione del precedente.
[[Immagine:Molch-M391-01.jpg|350px|left|thumb|Il Molch]]
 
[[Immagine:Leipzig 07a.jpg|450px|right|thumb|Il Leipzig secondo le stime Alleate]]
Simili ad un sottomarino, erano concepiti per far operare stando isolati dall'acqua, cosa ovviamente utile per tante ragioni, specie se si operava in climi freddi dove i subacquei possono sopravvivere per tempi limitati e solo con grosse e pesanti tute: allora perché, se si devono usare degli scafandri, uno usare direttamente uno scafo completo, si saranno chiesti i progettisti? Le dimensioni di questi mezzi erano limitate a 9-12 metri, la stazza, se così si può dire, di 6.500-12.000 kg. Nessun'altro fabbricò tanti minisommergibili, si pensi solo che l'Italia ne ebbe 26 tra CA e CB, e qualche più grande CM. I successi dei minisommergibili tedeschi non furono molti, anche se è interessante notare come alcuni di essi, chiamati qualcosa come 'Diavolo di mare', ebbero cingoli per spostarsi sul fondo (la cosa è stata ripresa anche dai Sovietici, come testimoniano tracce di cingoli nei fondali prospicienti la Svezia).
*Dislocamento: Leipzig, 6.000 t standard; Koln, Idem
*Dimensioni: Leipzig, 177 m x 16; Koln, 173x 15 m.
*Motore: turbine a vapore per 60.000 hp, diesel per 12.000 hp; Koln, turbine per 65.000 hp; 32 nodi per entrambe
*Corazzatura: Leipzig, cintura 100 mm, ponte 25-40 mm, torri 40 mm, torre comando 100 mm; Koln, simile ma cintura 38-50 mm, ponte 50 mm
*armamento: Leipzig, 9 da 150 mm e 6 da 88 mm, 8 da 37 mm, 12 tls da 533 mm, un idrovolante; Koln, simile al Leipzig
 
Non è chiaro se il totale di cui sopra fosse comprensivo dei veri e propri 'siluri d'assalto', ma ne riparliamo dopo. Intanto, da ricordare che il Neger e il Marder erano minisommergibili d'assalto con un siluro, mentre il Biber ne portava due, ai lati dello scafo. Pesante solo circa 6 t, era caratterzato da un periscopio fisso e una torretta vetrata, con le scanalature per i siluri sui suoi lati. I siluri stessi potevano essere sostituiti da mine. L'autonomia in superficie era di 240 km a 6 nodi.
 
Costruiti in gran numero, vennero usati ad Anzio, Normandia e anche nell'estuario della Schelda, per scontrarsi però con una reazione alleata molto forte e attenta alla minaccia posta da questi limitati ma insidiosi vascelli, che andarono persi in gran numero senza causare minimamente i danni dei loro fratelli maggiori d'alto mare. I Type XXVIIA (Hecht) e XXVIIB (Seehund) erano più grandi (10,5 e 12 m), con autonomia di 550 km. Non ottennero che l'affondamento di uno, forse due mercantili, ma stante la loro autonomia, un coraggioso equipaggio poteva raggiungere la Gran Bretagna e tornare indietro, fino a che la Manica non passò, anche nel lato francese, sotto controllo degli Alleati.
 
Quanto ai siluri pilotati veri e propri, la Germania li cominciò ad usare solo dopo il '43 su ordine di Doenitz, e il primo risultato fu il ''''Neger'''', negro, forse chiamati così per il nome (Mohr) del loro ideatore. Il piccolo sistema d'assalto era in pratica la concezione tedesca del siluro SLC (ma non mancarono forse nemmeno SLC veri e propri, ma non in questo caso), col vantaggio della velocità e dell'isolamento dell'operatore (uno solo, oltretutto) dall'acqua di mare, e con ciò la non necessità di avere subacquei esperti. Inoltre c'era la possibilità di eseguire un attacco a distanza di sicurezza (teoricamente) grazie ad un vero e proprio siluro. Questo era portato sotto un corpo che si può definire sia siluro con equipaggio che mini-sommergibile, lungo 7,65 m, pesante 2,7 t in tutto, diametro di 53 cm.
 
Era basato sul motore alettrico di un siluro Ge7 da 12 hp, autonomia ottimizzata di 45-55 km a scapito della velocità (4,2 nodi), ma sott'acqua faceva solo 3 miglia a 3,2 nodi, con punte però di 20, sia pure a scapito della controllabilità. Il pilota, nella piccola postazione di prua, riceveva l'aria con un sistema Draeger, vedeva attraverso una cupla di plexiglass, avea un minimo di attrezzi come la bussola da polso e un mirino esterno, sito sul muso. Era costretto a viaggiare per lo più emerso e forse questo era il suo vero limite nell'avvicinarsi a porti difesi. Ma con la luna piena era possibile programmare gli attacchi con qualche possibilità di successo. Bisognava stare attenti a che non restasse incastrata la calotta di plexiglass, perché si rischiava altrimenti di restarvi soffocati, come accadde in alcune occasioni, qualora non si riuscisse ad aprire: il Neger era pur sempre a tenuta stagna.
 
Prodotto in 200 esemplari, venne presto seguito da 300 Marder (Martora) del '44, con dislocamento di 3 t e 8,3 m, stesso diametro.
 
Il Molch, di cui abbiamo già accennato, era diverso. La 'Salamandra' era un vero minisommergibile con tanto di periscopio, prodotto dai cantieri Flander di Lubecca e dai Weser di Brema, in un totale di 393 esemplari. Lungo 10,8 m, peso 11 t, 1,82 m di diametro, motore di siluro elettrico da 13,9 hp e autonomia di 90 km/4 nodi oppure immerso, 110/5 nodi. Aveva due siluri e un vero e proprio scafo centrale con delle superfici di controllo orizzontali di grosse dimensioni. Nell'insieme era parecchio superiore ai Neger, i quali vennero comunque usati in attacchi anche di massa, come quello del 21 aprile ad Anzio, sferrato dal gruppo speciale K 175, dove però trovarono solo poche navi nella rada, di cui due vennero silurate. I superstiti dei 23 Neger partiti in quella notte di luna erano 19, che rientrarono alla loro base di lancio entro la mattina successiva. In Normandia vennero usati altri siluri di questo tipo, con significativi successi quali l'affondamento del vecchio incrociatore 'Dragon'. Ma certo, non bastarono per fermare le 5.000 navi della flotta d'invasione.
 
Per essere navi tanto piccole, almeno sulla carta erano unità ben armate e dalle buone caratteristiche, ancorché senza velocità e potenza esasperate; il Leipzig aveva anche un diesel per le andature di crociera, per migliorare l'autonomia.
 
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Un ulteriore minisommergibile d'attacco sarebbe stato il cosidetto 'Pescespada' con turbina Walter da 500 hp, poi aumentata a 800; con idrato di idraziona e biossido d'idrogeno e metanolo. Capace di viaggiare ad oltre 30 nodi, non aveva tuttavia un'autonomia superiore alle 100 miglia e quindi aveva bisogno possibilmente di un sommergibile con contenitori di lancio per l'attacco finale. Era armbabile, o almeno si pensò che potesse essere armabile con due siluri o una mina a rimorchio da 500 kg. l'equipaggio era di 2 uomini e i comandi erano aeronautici. La bussola era in un bulbo in coda, sopra le eliche controrotanti; la dotazione di carburante era di 10 t; non era previsto un periscopio per via della velocità molto alta, ma era possibile prevedere un sonar e un sistema di navigazione aerea con pilota automatico, anche se senza sensori al più si sarebbe potuta attaccare una rada affollata di navi. Il prototipo era quasi pronto per le prove, poi venne affondato in un lago e di seguito recuperato e portato a Kiel; una versione da 35 nodi era in programma. I Tedeschi, insomma, provarono fino in fondo a fare del loro meglio per vincere una guerra già perduta da tempo con un altro progetto estremamente avanzato <ref>Harrauer, F: ''Schwertal'', Eserciti nella Storia nov-dic 2006</ref>
 
[[Immagine:PE Atomtest 1.jpg|380px|right|thumb|Il Prinz Eugen preparato per i test atomici. Notare l'assenza di una torre anteriore, sbarcata dagli americani]]
Gli incrociatori tedeschi pesanti furono solo 3, più altre due incomplete, di cui si parlerà poi.
 
La classe di navi ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Hipper ]]'''' è certamente più nota ed impressionante, anche perché fatta a similitudine delle successive Bismarck (era difficile distinguere tra gli incrociatori pesanti dalle corazzate ad una certa distanza). In effetti, con sovrastrutture alquanto simili e la stessa disposizione degli otto cannoni, era difficile notare la maggior larghezza dello scafo delle corazzate e dei loro cannoni, come anche l'assenza dei lanciasiluri (poi introdotti anche sulla Tirpitz). Il loro progetto previde dimensioni inusitate per l'epoca (15.000 t standard, oltre 200 m di lunghezza), ma d'altro canto il primo (l'Hipper) venne impostato nel '37, proprio dopo la scadenza della quindicennale limitazione degli armamenti.
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I Tedeschi si interessarono anche di mezzi d'assalto di superficie. I ''''Linse'''' erano stati modellati su precedenti esperienze, inclusi gli MTM italiani, ma prima va detto che, stante l'immobilismo della Marina, i primi reparti vennero costituiti dall'Esercito come quelli dei Kustenjager, nell'ambito del Reggimento Brandemburgo.
 
Era armato con otto cannoni '''SK C/34''' da 203/60 mm capaci di sparare proiettili da 122 kg ad oltre 900 ms e arrivare alla gittata di 33.500 m, la maggiore di tutti pur potenti '203 mm e nonostante l'alzo massimo di soli 37 gradi. Con la granata HE perforava 5 cm di acciaio a 9.500 m, ma con quella AP arrivava a ben 240 mm di corazza in acciaio omogeneo. La prima conveniva se c'erano obiettivi non corazzati o poco per il carico di 6,5-9 kg di HE; con l'AP invece si poteva piazzare solo 2,3 kg e conveniva l'uso solo contro altri incrociatori o corazzate. La velocità di caduta a 30 km era di circa 363 ms, appena supersonica, con angolo di caduta di 48,8 gradi e tempo di 69 secondi.
Presto però la questione divenne tanto tecnica che passò alla Marina, la quale costruendo oltre 1.500 Linse, ciascuno con una particolarità; la possibilità di essere radioguidato verso l'obiettivo nel tratto finale, il che avrebbe aiutato l'operatore a salvarsi e ad essere recuperato. Il gruppo operativo minimo era infatti di 3 unità: due Linse e una nave comando. In seguito i Tedeschi ebbero i meno avanzati MTM, MTSM e MTSMA italiani fatti costruire dalla SIAI e dalla CABI in un totale di 123 su 170 ordinati. Usati da unità MEK (Unità commando della Marina) nel Tirreno e Adriatico, tentarono l'attacco a Livorno, ma vennero respinti con un fuoro molto preciso da parte delle difese costiere Alleate, basate su cannoni per lo più italiani con sistemi di controllo radar che furono la vera sorpresa per gli attaccanti (come lo furono per i barchini che attaccarono Malta, del resto).
[[Immagine:PE Bugtuerme.jpg|320px|right|thumb|I cannoni anteriori: caratteristica delle torri tedesche, la parte più alta della loro squadrata forma era al centro longitubinalmente, e non verso la parte posteriore]]
I cannoni erano ben provvisti di sofisticati apparati di controllo ottici, e le torri pesavano fino a 262 t dipendendo dal modello ma in ogni caso si trattava dell'unico cannone tedesco da 203 mm. I cannoni da 105 mm erano invece gli '''SK C/33''' da 105/60 mm, capaci di sparare colpi da 15 kg a 17,2 km o a 12 km d'altezza, essendo armi contraeree. Avevano stabilizzazione triassiale per compensare il moto ondoso, ma non erano sufficientemente a prova d'acqua e questo causava guasti. I tipi con torre del tutto chiusa erano previsti per le corazzate 'H' ma queste non vennero costruite. Nondimeno erano cannoni di tutto rispetto, tra le migliori armi antiaeree di medio calibro dell'epoca.
Nel dopoguerra il caccia GUICHEN, che non era altro che uno dei 'Capitani Romani' ceduto dall'Italia, ebbe un armamento del tutto nuovo comprendente 4 torri di questo tipo, e finalmente cannoni-mitragliera di grosso calibro, i Bofors da 57 mm (dieci unità), dopo che la nave non ebbe mai i previsti pezzi da 65 mm.
[[Immagine:German cruiser Blücher sinking.jpg|380px|right|thumb|Il drammatico affondamento del Blucher, visto dalla costa norvegese]]
Questi incrociatori vennero presto considerati le migliori navi del loro tipo (e certo i più recenti e lunghi), ma non erano privi di limiti: le macchine davano un'autonomia limitata a causa dell'eccessivo consumo, e la cosa non era limitata a questo: c'erano anche problemi d'affidabilità e troppi sistemi di sicurezza che specie in guerra, causano più che altro problemi. Anche le altre turbine tedesche diedero tali problemi. Inoltre la corazza, tranne che nelle torrette, era tutt'altro che eccezionale, forse perché la nave aveva uno scafo troppo grande per proteggerlo meglio. Il Blucher entrò in servizio solo il 20 settembre 1939, dopo la costruzione nei cantieri di Kiel, e trovò il suo destino già il 9 aprile del '40 assieme a 850 soldati della 163ima divisione trasportati. Non si credeva che Oslo opponesse resistenza, invece in quel mattino nebbioso le batterie misero a segno improvvisamente 2 colpi da 280 mm, e poi 20 su 25 sparati da appena 600 m di una batteria da 150 mm, e infine due siluri lanciati da terra. Dopo 9 minuti la nave era ancora in grado di navigare a 15 nodi ma l'acqua fece spegnere le turbine e le fiamme delle cannonate arrivarono ai depositi da 105 mm, meno protetti di quelli da 203 ma con 420 colpi per cannone. La loro esplosione affondò la nave rovesciandola nelle gelide acque nordiche, con gravi perdite umane, entro le 7.22 di quella giornata.
 
Il Prinz Eugen fu il compagno della Bismarck, dalla quale però dovette ad un certo punto separarsi, mentre sarebbe stato fondamentale per aiutarla a mantenere la rotta quando le si bloccò il timone (dopo uno dei siluri messi a segno dagli aerei inglesi). In seguito resterà a fare da bersagli agli esperimenti atomici di Bikini, sopravvivendo ad entrambi, ma rovesciandosi poi per una tempesta. Lo scafo è rimasto lì, mentre una scia di gasolio continua ad uscire da decenni visto che i serbatoi non furono svuotati.
Il successo maggiore fu il grave danneggiamento dell'incrociatore leggero HMS Delhi, nave di vecchio tipo, ma aggiornata con 5 pezzi da 127 mm singoli americani, 8 Bofors e 10 Oerlikon, quindi un obiettivo valido. Il 12 febbraio 1945 4 Linse, muovendosi con i loro mezzi (spesso erano messi a mare dalle motosiluranti) si avvicinarono a Spalato, uno esplose contro la diga foranea dopo che il pilota l'aveva abbandonato buttandosi in acqua con il battellino gonfiabile (in quest'azione il pur ingegnoso sistema di guida radio non venne usato), un altro venne distrutto dal tiro delle navi, ma le fotoelettriche sciabolando illuminarono anche l'incrociatore, il quale sparò anche addosso alle fotoelettiche per far loco capire di non puntarlo: il nemico era entrato in rada, e l'ultimo barchino esplose dopo essersi schiantato contro un mezzo da sbarco vicino all'incrociatore (il vero obiettivo). La carica esplodeva con la forza dei suoi 300 kg di esplosivo in 2,5-7 secondi dopo l'affondamento, e danneggiò gravemente le due unità, mentre l'ultimo barchino esplose in mare mentre cercava di allontanarsi avendo fallito l'entrata in porto. Il vecchio DELHI, che pure aveva partecipato ampiamente alla guerra dopo gli aggiornamenti del 1941-42 negli USA, aveva riportato gravi danni, specie al timone, e non tornerà più in servizio, demolito nel '47 alla fine di quella che comunque fu una carriera trentennale di servizio nella Royal Navy. Seguirono altre azioni minori, ma il successo contro quest'incrociatore, l'unico presente in zona assieme all'altra vecchia unità similare, il Colombo, fu il successo maggiore dei Linse.
 
*N.unità: 3
*Dislocamento: 14.240-18.400 t (P.Eugen); 14.247-18.208 t (Hipper);
*Dimensioni: lunghezza 212,5 m (Eugen), 205,9 (Hipper e Blucher), larghezza 21,9 m, pescaggio 7,9 m
*Propulsione: 12 caldaie La Mont o Wagner; 3 gruppi turbine a ingranaggi Brown-Boveri su 3 assi; 132.000 hp ; 32,5 nodi teorici; 33,4 nodi (P.Eugen) 32,5 (32 previsti, per l'A.Hipper); 32 (come quelli previsti per il Blucher); autonomia prevista 8.000 nm a 20(?) nodi, ma in realtà pare che fosse: 6.800/17 n(P.Eugen); 6.100/15 nodi (Blucher)
*Corazzatura: cintura 80 mm, ponte 12-50 mm, torri 70-105 mm
*Equipaggio: 1.350 (Eugen); 1.600 (Hipper); 1.600 (Blucher)
*Armamento: 8 cannoni da 203 mm, 12 da 105 mm; 12 da 37, 8 o 24 da 20 mm, 12 TLS da 533 mm in impianti tripli; 3 Idro Ar.196. L'Eugen poi: 18 cannoni da 40 al posto dei 37 mm; fino a 56 da 20 mm;
 
I motori erano tutti da 132.000 hp, ma l'EUGEN aveva 12 caldaie La Mont e 3 turbine Brown-Boveri; erano le B&V per l'Hipper, e caldaie Wagner e turbine Weser per il Blucher. Da qui la differenza di consumi. Il Blucher era l'unico che aveva turbine a vapore a bassa pressione, meno efficienti (70 anziché 80 atmosfere) ma più affidabili.
===Siluranti, torpediniere e cacciatorpediniere <ref>Armi da guerra 117, 114 e 107; per le armi vedi il sito [www.navweaps.com]</ref>===
====Unità siluranti e cannoniere====
[[Immagine:Germaneboat.jpg|350px|left|thumb|Una tipica S-Boote; notare i tubi di lancio ai lati, vicino alla sagoma della pantera]]
La Germania ha indubbiamente un nome nel campo delle unità d'attacco veloci, e questo è vero fin dagli anni '30. Prima i Tedeschi non erano particolarmente interessati alle piccole unità siluranti, ma dagli inizi degli anni '30 la Lurssen mise mano ad un progetto di nave veloce metallica, rivestita in legno, con carena tonda anziché a spigolo come quella delle navi inglesi. Il risultato fu quello di un'unità dalle ottime qualità nautiche. Strano a dirsi, in proporzione tale capacità era migliore di quella mostrata dai grandi cacciatorpediniere tedeschi. Di sicuro superava di molto le unità britanniche (e italiane) con carena a spigolo, più veloci in acque calme, ma ideali al più per teatri operativi litoranei come l'Adriatico, con acque mediamente molto calme. In acque agitate di fatto questi grossi motoscafi erano più lenti del progetto che venne poi noto come '''[[w:S-Boot|S-Boote]]''' (Schnell Boote).
 
Le origini comunque furono quelle nella I G.M., come UZ, che significava 'motoscafi antisommergibile', poi come L-Boote, battelli di motore d'aeronave, con motore da dirigibile da 240 hp, un siluro o un pezzo da 37 mm. Ma non ebbero molto successo nel loro servizio nel Baltico. DAl 1923 vennero riprese e passarono al di fuori dei controlli Alleati, letteralmente in maniera 'sottile'. Nel '26 nacque la K-Boot sperimentale, da 18 metri, due motori da 450 hp l'uno a benzina, due siluri da 457 mm sistemati all'indietro. Poi apparve la prima motosilurante tedesca moderna, in legno di mogano, 3 motori da 450 hp, da 20 metri. Vennero sperimentate ma alla fine venne fuori piuttosto l'interesse di uno yacht, l'Oheka II, da 22,5 m e 22,5 t, con tre motori da 550 hp a benzina. Essa era una nave civile, della Lurssen, in lega leggera di legno e ottime doti di tenuta al mare. Fu da questa che derivò l'ordine per la S1, fatto nel 1929 e chiamato UZ(S) 16, poi Schnellboot 1, entrata in servizio il 7 agosto 1930.
Se la domanda era: 'come si può costruire un battello d'attacco di superficie dalle caratteristiche ottimali?' la risposta fu certo quella del prototipo S1 del 1930, seguito da altri con motori a benzina in attesa dei diesel, in corso di perfezionamento dalla Daimler-Benz e MAN. L'S 2 ebbe altri 3 gemelli, da 27,9 m, 44,5 t, con tre motori DB BFz da 1.100 hp turbocompressi, e un motore ausiliario Maybach da 100 hp, per le manovre silenziose (poi però sbarcato perché ritenuto inutile).
 
L'HIPPER, che venne speronato nel '40 (durante la campagna di Norvegia) dal caccia inglese Gloworm, riportò danni leggeri su di una ventina di metri di lunghezza. Ebbe molte avventure in mare, come qulla contro il convoglio inglese WS-5A in cui avvistò e attaccò l'HMS Berwick il giorno di Natale 1940. La nave inglese era già 'reduce' da due cannonate da 203 di un incrociatore italiano (forse le uniche mai messe a segno da queste navi) ed ebbe anche l'occasione di 'provare' le artiglierie tedesche, con 4 colpi a segno; però la burrasca limitò la visibilità e a parte questi primi 174 colpi l'unità non ebbe più occasione di ingaggiare grossi bersagli, mentre dopo l'ennesima riparazione delle macchine il 12 febbraio 1941 attaccò un convoglio, l'SLS-64, del tutto privo di scorta (come era consuetudine per quelli che non avevano truppe all'inizio della guerra, data la carenza di unità oceaniche adatte). Sparò quasi tutte le munizioni da 203 mm, affondando 7 delle 19 navi per complessive 32.806 t di stazza. Anche se non riuscì a ricaricare i siluri per via delle cattive condizioni meteo, fece avere alla RN una brutta giornata; seguirono azioni che compresero anche il minamento (non ideale per navi tanto grandi) e la missione contro il convoglio PQ 14 il 30 dicembre, assieme alla LUTZOW e sei grandi caccia tenò di attaccarlo alle 7:30 del 31 dicembre, continuando a sparare prima contro alcune navi di scorta, poi ritirandosi danneggiata dal tiro di due incrociatori inglesi. Nel frattempo il vecchio caccia 'Achates' aveva coperto con una cortina nebbiogena il convoglio fino a che non venne affondato dalle cannonate da 203 nelle gelide acque del Mar di Barents. Il bilancio finale fu che, nonostante la superiorità di fuoco, le navi tedesche non distrussero il convoglio e persero un caccia. Hitler ordinò di togliere dal servizio tutte le grandi navi, anche se la cosa per certo non avvenne, grazie alla mediazione di Doenitz. Basata in Norvegia dino al 23 gennaio 1943, poi tornò in Germania ed ebbe ridotta attività come nave-scuola, nel mentre si cercava di ripararne guasti e danni e venne provvista di 8 cannoni da 37 mm, 28 da 20 mm (per lo più in impianti quadrupli) e finalmente 6 Bofors da 40 mm.L'ultima sua missione fu quella di portare 1.529 profughi da Gdynia il 2 febbraio 1945, Danneggiata a Kiel, finì autoaffondata il 3 maggio.
L'S7 ebbe configurazione definitiva con lunghezza di 32,4 m, 68 t e 35 nodi, poi aumentati (dall'S 14 del '36, 88 t e 34,6 m) con motori da 11 anziché 7 cilindri che a loro volta richiesero uno scafo da 34,7 m. Quest'ultimo fu considerato ottimale per tutte le altre navi, senza bisogno di riprogettare tutto come fu costretta a fare la RN ogni volta che cercò di incrementare le capacità delle sue unità veloci. Data la lunghezza, circa doppia rispetto ai 18 m dei MAS italiani, fu facile sistemare i lanciasiluri da 533 mm, per giunta davanti alla plancia, il che permetteva un lancio ottimale, e poi c'era spazio per altri due siluri posti dietro come ricarica. Dato che i tubi erano esposti, sgraziatamente deposti com'erano sulla plancia, non fu difficile pensare ad alzare il castello di 1 m e così dalla S26 la forma divenne quella di un basso e solido battello d'attacco con i lanciasiluri integrati dentro la murata anteriorie, e bassa sovrastruttura. Una postazione da 20 era sistemata tra i lanciasiluri, uno da 20 o 37 posteriore,ottime doti nautiche con ridotta esposizione agli spruzzi.
 
Un elemento d'interesse, che spiega meglio di ogni altro la natura politica delle flotte militari è illustrato dal fatto che l'intera classe (o classi) di Schweren Kreuzern (incrociatori pesanti) venne offerta, dopo il patto di non aggressione con l'URSS, in vendita al governo di Mosca. Ma i sovietici comprarono solo il Lutzow incompleto, fornito nel '40 con le sole due torri da 203 dell'estremità dello scafo. I Sovietici ebbero anche l'offerta di un'altra nave incompleta, la Seydlitz, ma non la comprarono. I Tedeschi pensarono di farne una portaerei (Progetto 'Weser I'), ma non si riuscì a concretizzare. I Russi, dopo averla catturata, la rimorchiarono a Leningrado, dove la ribattezzarono Poltava, ma assieme alla Petropavlosk (l'altro incrociatore) la demolirono dopo che il programma venne cancellato nel 1950.
Dopo l'S 1, la S 2, la S 7, arrivò nel 1938 la S 18 del 1938 con altre otto navi con 3 DB 501, da 2.050 hp per 39,5 nodi. Erano motorizzate con sistemi motori diesel; poi nel 1939-40 vennero fuori 4 S 26, quelle di cui sopra, da 35 metri e 84 tonnellate. Basandosi su di un progetto per la Cina vennero sviluppate unità accorciate, le S 30 in otto unità, prese in carico dalla Kriegsmarine con 3 motori MB 502 da 2000 hp, 36 nodi e 32,8 metri. L'S 38 iniziava poi ancora le S 38 con altre 91 navi, oltre ad altre 8 navi del tipo modificato dell'S 30, le S 54/61. Le S 38b vennero costruite dalla S 69 in poi, con motori DB MB 511 a 12 cilindri, 2.200 hp, 39,5 nodi e 84-104 tonnellate. I siluri erano i G 7a, T 3d e i T 5a, cannone MG C/38 da 20 mm a prua, 2 MG 34 da 7,92 mm (lo Zwillingsockel 36), e un cannone da 20, 37 o 40 mm (il Bofors Flak 28). Dalla S 100, vennero fuori altre 81 unità, mentre le piccole S 151 erano unità olandesi accorpate dalla Kriegsmarine. Le modifiche furono molte, dalla S 38b avevano gli MB 501 diesel a 20 cilindri a V sovralimentate, da 2.500 hp complessive. Erano costruite con legno di quercia e pino, ma ordinate in alluminio, che così era abbastanza leggero, ma non esposto alla corrosione marina. C'erano anche paratie d'acciaio, come anche i supporti dei motori; l'esterno dello scafo era in cedro e mogano, il ponte in pino dell'Oregon con sopra tela verniciata. In teoria era possibile usare 6 siluri, di cui due pronti al tiro nei tubi. Dal giugno 1944 arrivarono i T 3d Dackel a lungo raggio, per colpire zone di sbarco massiccie, da 2.216 kg anziché 1.528 dei G 7a; poi arrivarono anche i T 5a Zaunkonig autoguidati, quindi ancora più pericolosi di quelli a lungo raggio. Dalla S 100 il pezzo Bofors Flak 28, che richiedeva sette serventi, venne sostituito da un pezzo Flak da 37 mm, che era leggermente meno potente, ma aveva solo 3-4 serventi. Non mancava il solito impianto binato da 7,92 mm sulla zona vicino alla plancia, appena dietro ad essa, e 8 bombe di profondità (da 139, 200 o 240 kg) e bombe a mano (di vario tipo, come le EMC, ma anche le M-08 sovietiche di preda bellica). In effetti avevano anche efficienti idrofoni, e in teoria potevano essere anche usati per attacchi ai sommergibili, ma gli idrofoni erano necessari sopratutto per l'attacco alle navi. Dalla fine del '43 ebbero in alcuni casi un FuMo 71 Liecthstein BC che derivava dagli aerei, ma sopratutto, per contrastare i radar inglesi, sistemi di ascolto passivo elettronico come i FuMB Ant 3 Bali 1, il FuMB 32, 24 ('Cuba 1a), -23, -28 (Naxos), -26 Tunis.
 
Vennero adottate in seguito armi migliorate, corazza tipo 'Kalotte' per la plancia, e motori sufficienti per 42 nodi, nonché due tubi rivolti a poppavia, e talvolta i Flakvierling da 20 mm. Circa 200 vennero realizzate durante la guerra, e la metà, nonostante un'attività intensissima (anche e sopratutto contro le navi costiere britanniche), sopravvisse alla guerra. Gli attacchi delle S-Boote portarono a danni micidiali: le 230 navi prodotte (dato approssimativo, incluse anche le LS), affondarono 214.728 t di navi mercantili, 101 in totale. Questo significa che esse affondarono in media 10 volte tanto il loro tonnellaggio (circa 1.000 tonnellate), decisamente positivo per navi piuttosto piccole. Inoltre vennero affondati 37 mercantili per 148.535 t usando le mine magnetiche, nonché attacchi alle navi militari tra cui 12 cacciatorpediniere, 11 dragamine, 8 navi anfibie, un sommergibile, e altre unità militari tra cui 6 motosiluranti, per un totale di 187 unità. Se si considera che un cacciatorpediniere da solo costava qualche dozzina di volte rispetto ad una S-Boot, si capisce il loro valore. Tante altre navi vennero danneggiate gravemente dai siluri e dalle mine, con costi elevati di riparazione. Tra i danni peggiori vi fu l'attacco di Sapton Sands, 27-28 aprile 1944, quando
 
===Corazzate<ref>Whitley, Op cit., per le armi www.navweapons.com</ref>===
La Lurssen è rimasta poi tra i principali produttori nel settore delle unità sottili con cannoni, siluri e missili al passo delle tecnologie moderne.
====Le Panzerschiffe====
Le prime navi da battaglia tedesche erano le tre ''''[[w:Classe Hipper (incrociatore)|Panzeschiffe]]'''', o le 'pocket battleship' (corazzate tascabili), veri e propri incrociatori corazzati in chiave moderna: non particolarmente veloci perché venne scelto il motore diesel anziché le turbine a vapore, con grande autonomia, con ridotta corazzatura ma grande potenza di fuoco, che fece la differenza tattica nella battaglia del Rio de la Plata.
[[Immagine:Panzerschiff_Deutschland_in_1936.jpg|390px|right|thumb|La Deutschland nel '36]]
Ma queste navi sono piuttosto ben note, ma è interessante sapere come vennero originate, essenzialmente come 'antidoto' alle pre-Dreadnought classe 'Courbet' che erano totalmente obsolete negli anni '20. Perché proprio queste navi? La risposta è che difficilmente i Francesi avrebbero arrischiato una 'Courbet' o una 'Bretagne' nelle acque basse del Baltico. Ma costruire navi da battaglia nel limite di 10.000 t era difficile, dopotutto le 'Courbet' arrivavano a 18.000 t, 19 nodi e sparavano con 4 pezzi da 305 e 6 da 240 in bordata.
 
Le navi concepite erano di tanto tipo, iniziando nel 1923: navi lente con 200 mm di cintura e 30 di ponte, 22 nodi e 4 cannoni da 380 mm anzi, come dicevano i Tedeschi, da 38 cm. Non venne giudicata sufficientemente protetta (ma il progetto finale non supererà i 100 mm), e così dal progetto II/10 si passò al I/10, 8 pezzi da 21 cm, due turbine da 80.000 hp complessivi per 32 nodi, ma solo 80 mm di cintura; era simile (ma col doppio del dislocamento) al nuovo incrociatore EMDEN, ma non suscitò entusiasmi. Arrivarono negli anni successivi la II/30, da 132 m e 6 cannoni da 30,5 cm in torri binate (due a poppa) e cintura da 200 mm e sopratutto un diesel per 21 nodi, frutto dell'esperienza con gli U-Boote nella I GM, e persino prima di questa con un diesel. Poteva funzionare, senonché ebbe solo 3 cannoni da 8,8 cm come armamento secondario. Il progetto IV/30 aveva tre torri binate da 30,5 cm tutte a prua, come la HMS Nelson (che aveva però 9 cannoni da 406 mm), che era interessante perché riduceva la lunghezza della parte corazzata della nave, migliorandone la protezione a parità di dislocamento.
'''Caratteristiche S 38b''':
*Dislocamento: 84/104 t
*Dimensioni: lunghezza 34,94 m, larghezza 5,28 m, pescaggio 1,67 m
*Propulsione: 3 diesel DB MB 511 su 3 assi; 7.500 hp ; 39,5 nodi; 1.390 km a 35 nodi (massima velicità continua)
*Equipaggio: 21-30
*Armamento: 1 Flak 38 da 20 mm, 1 Flak 28 da 40 mm, 2 TLS da 533 mm con 2-6 siluri (o varie mine), 8 cariche di prondità fino a 240 kg, armi leggere varie<ref>Armi da guerra 117 e sopratutto Sgarlato: ''le S Boote'' set-ott 2004</ref>.
 
Ci si stava avvicinando, ma ancora non andava bene: la successiva fase fu la V/30 con due torri trinate da 305 mm a prua e a poppa, 200 mm torrione e 180 mm cintura, due binate da 15 cm e 4 cannoni da 8,8 cm. Si ritornò poi alla II/30 che era giudicata migliore come equilibrio, con 4 cannoni da 30,5 cm. Peccato che questo calibro era accettato dagli Alleati solo se si usava come artiglieria costiera e poi la produzione era solo di un cannone all'anno. Alla fine venne scelto il calibro 28 cm: il progetto II/28 con tre torri binate e il I/28 con 2 trinate, varie armi minori, e infine una velocità per 21 nodi. Dopo innumerevoli confenze si arrivò al 1925 con un'altra conferenza delle tante per ricostruire la flotta, cosa difficile anche perché i Francesi occupavano la Ruhr che era il cuore dell'industria tedesca. Poi vi furono problemi economici per la Germania di Weimar, con una terribile inflazione che mangiava letteralmente i fondi disponibili, che nondimeno passarono da 104 a 233 RM tra il 1924 e il 1927. Ma nemmeno questo bastò per salvare i programmi navali, almeno per il momento. Al dunque, nonostante tante esistazioni nello scendere sotto il 305 mm, dopo le manovre navali del '26 venne finalmente presa una decisione, quella per un incrociatore superarmato con cannoni da 28 cm, era il progetto II/M26 che batté il progetto II/30. Alla fine quest'evoluzione produsse le Panzerschiffe: armate con cannoni da 28 cm, 6 in torri trinate; poi c'erano 8 da 12 cm contraerei, e una cintura da 100 mm e 28 nodi.
Le motosiluranti tedesche furono vendute anche ai Cinesi e agli Yugoslavi e furono queste navi catturate che ispirarono agli Italiani le loro MS (Motosiluranti) che vennero prodotte come successori dei MAS, cosa che finalmente consentì di operare meglio in mare aperto, sia pure con velocità di punta (teoricamente) inferiori. Fino al '43 le navi tedesche, nelle loro incursioni notturne, non poterono essere contrastate con successo. Alle volte ebbero un cannone da 37 al posto del secondo pezzo da 20, spesso ebbero anche mine al posto dei siluri e se fossero state maggiormente impiegate in tale senso sarebbero state ancora più temibili. La guerra di mine non è spettacolare né suscita certo plauso per 'fair play' (o ricompense al valore), ma è terribilmente efficace. Gli ordigni con azionamento magnetico anziché a contatto, depositati sul fondo, erano difficili da scoprire e da dragare e ne seppero qualcosa gli Inglesi. Tedeschi e Inglesi ebbero entrambi fin da subito siluri con acciarini magnetici oltre a quelli di contatto, ma spesso non funzionavano correttamente col rischio di esplosioni premature o di non esplosioni (date anche le differenze di latitudine, che dovevano essere tenute in considerazione, come scopriranno con imbarazzo i tedeschi); ma le mine erano molto più temibili e gli undici campi minati posati nell'estuario del Tamigi e di altri grandi fiumi distrussero ben 76 navi mercantili, molto di più di quello che fu possibile fare con azioni dirette. E tutto questo facilmente, percorrendo ad alta velocità il tratto di mare in piena notte. Fino a che i radar non divennero d'uso comune, per gli attaccanti questo significava farla franca quasi sistematicamente. Mentre le 'S Boote dovevano' correre molti più rischi se si fossero avventate su navi con attacchi diretti, anche se, quasi sempre, riuscirono a scappare. Se avessero avuto siluri autoguidati come le armi moderne (e quelle divenute disponibili ad un certo punto della guerra) i loro successi sarebbero anche stati più numerosi.
 
Ripresero i progetti di dettaglio, e alla fine ci si rassegnò ad una nave che non potesse battere gli incrociatori tipo 'Washington' in tutti gli aspetti: meglio scegliere una nave capace di sopraffarli in potenza di fuoco, e fosse al tempo abbastanza veloce per sfuggire alle corazzate. Alla fine venne ridiscusso tutto con ben 4 progetti: A (4x38 cm, corazza 250 mm, 18.000 t), B (uguale ma con 6x30,5 cm), B2 (6x30,5 cm, 299 mm, 21.000 t) e C (6x28 cm, 100 mm, 26-27.000 t). Questo era abbastanza valido e si volevano cannoni da 12,5 cm a doppio ruolo. Alla fine si scelse il tipo C ma senza la corazza da 100 mm (per il momento), e il progetto dell'11 aprile 1928 venne approvato con due cannoni binati da 15 cm sull'asse di simmetria e in torri protette; l'armamento però finirà per essere completato con 3 cannoni da 8,8 cm antiaerei e 8 da 15 cm scudati. Non era ancora finita, perché si ipotizzò di usare 3 torri trinate da 240 mm senza armi secondarie, e poi si discusse se ottenere anche 30 nodi. Nel frattempo si teneva d'occhio lo sviluppo in Francia per una nave da 17.000 t con 6 cannoni da 305 mm e corazza da 150 mm alla cintura (che poi invece risulterà essere un progetto del '24 con torri quadruple da 305 mm, dalla cui evoluzione risulterà la classe 'Dunquerke').
[[Immagine:Leichtes_Torpedoschnellboot_(LTS)_Typ_Iltis.jpg|350px|left|]]
Un tipo di silurante del tutto diverso era il tipo '''LS''' e la variante '''KM''', piccole unità d'attacco speciale. LS significa 'Motosilurante leggera' e infatti era intesa come mezzo imbarcabile sommergibili, da impiegare in azioni d'attacco a sorpresa ai mercantili, che certo non si aspettavano di imbattersi in una motosilurante in pieno oceano. Erano da trasportare in contenitori stagni di grosse dimensioni. Ma presto l'idea venne accantonata, e al posto di grossi 'incrociatori-sommergibili' venne pensato alle navi mercantili armate, i cosidetti 'corsari'.
 
[[Immagine:Panzerschiff_Admiral_Graf_Spee_in_1936.jpg|400px|left|thumb|La Spee era notevolmente diversa dalla capoclasse]]
Ve ne furono solo 3 dato che la LS 1 non passò l'esame dei pesi (eccessivi per le gru della nave): ci riuscì la LS2 realizzata in lega leggera, e allestita come come posamine, la LS3 con motori efficienti grazie alla presenza dei riduttori per la corsara Kormoran, la LS4 motosilurante per la Michel, altre 8 in Egeo come navi ASW, con 11 cariche di profondità ma senza sonar. Erano in sostanza delle motosiluranti o delle posamine veloci, ma la loro tecnologia era più aeronautica, sia per la lega d'alluminio, sia perché il loro armamento fisso era costituito da una torretta aeronatica con relativa mitragliera del tipo MG151. Esse affondarono, con l'esemplare che operava dalla corsara 'Michael', due navi da trasporto, il 22 aprile e il 6 giugno 1942. Un risultato non disprezzabile per un tipo costruito in così pochi esemplari.
Via via vennero autorizzate, ogni volta, con grande dibattito, le 3 panzeschiffe. Effettivamente avere corazzate era costoso, ma di notevole prestigio internazionale il che consentiva l'assunzione di un vero e proprio prestigio internazionale nel panorama navale, tecnico e politico prima ancora che tecnico. E nonostante i costi e la ridotta protezione le Panzerschiffe continuarono ad essere realizzate, anche se con miglioramenti di dettaglio. Per esempio, la GRAF SPEE, ultima della classe, era dotata di una cintura da 100 mm, barbette e torri fino a 125 e 140 mm, e fin dall'inizio delle 3 torri binate da 105 anziché i tre vecchi pezzi da 88 della Deutchland. Ma ne ebbe anche qualche svantaggio per i pesi, sopratutto nel caso delle condizioni di mare mosso, per la tenuta al mare. La SCHEER era anche peggiore per molti versi, come la ridotta manovrabilità e la rumorosità dei motori. A tutti gli effetti, le Panzerschiffe A, B e C erano le nuove navi tedesche. La A, la Deutchland, venne poi ribattezzata Lutzow per ragioni propagandistiche (non volendo che eventualmente si potesse dire d'aver affondato la Germania, in caso di successo a suo danno). Tutta la questione delle navi da battaglia tedesche insomma ebbe una genesi tribolatissima, ma il risultato fu non indifferente: la potenza di fuoco e l'autonomia erano adatte per le missioni a lungo raggio contro il traffico mercantile, proprio quello che ci volle per i primi anni del conflitto nonostante le perdita della SPEE. In pratica solo gli incrociatori da battaglia inglesi avevano la capacità di intercettarli, raggiungerli e sopraffarli, ma stando attenti al fuoco di ritorno.
 
Le Panzerschiffe erano armate pesantemente, in particolare con le torri '''SK C/28''' da 52 calibri. Sparavano granate da 300 kg, oltre 900 ms, e arrivavano fino a 36 km di gittata, sparando proiettili a 2,5 colpi al minuto. Avevano granate scarsamente efficienti quanto a capacità di perforazione, ma erano pur sempre più che sufficienti per gli incrociatori. A tutti gli effetti era la nave più potente che si poteva costruire con i limiti, comunque superati leggermente (tipo le unità 'Zara', più veloci e protette, ma meno armate), imposti dal limite delle 10.000 tonnellate.
Il '''KM''' era invece un posamine costiero da 16 m con due motroi aerei da 550 hp. Non erano da sottovalutare, malgrado le dimensioni ridotte, perché potevano viaggiare fino alle coste britanniche e ritornare nell'arco di una notte, depositando 4 mine con una precisione maggiore di quella degli aerei. Ne vennero realizzate 36.
 
Le caratteristiche delle LS erano queste:
 
*N.unità: 113
*Dislocamento: 11,5nel tcaso dello SPEE: 12.100-16.200 t
*Dimensioni: lunghezza 12,5186 m, larghezza 321,3 m, pescaggio 05,768 m
*Propulsione: 8 diesel MAN su due assi; 56.000 hp ; 28,5 nodi e 26.000 km in crociera
*Equipaggio: 1150
*Velocità: 42,5 nodi, autonomia 555 km a 30 nodi
*Corazzatura: cintura 100 mm; ponte 40 mm, torri 85-140 mm, barbette 125 mm (la Deutchland 100 mm)
*Equipaggio: 9
*Armamento: 16 cannoni da 15280 omm, 8 da 150 mm; 6 da 105, 8 da 37 mm, 10 da 20 mm, 26 TLS da 457533 mm in impianti tripli; 2 Idro Ar.196.
 
 
La loro carriera è poi proseguita in maniera piuttosto ben nota, con la SPEE autoaffondata dopo la Battaglia del Rio de la Plata, la SCHEER e la LUTZOW sopravvissero a missioni d'attacco ai mercantili (come quella in cui venne persa proprio la più potente delle tre) e vennero affondate nel '45 da bombardamenti aerei.
Le '''R-Boote''' meritano una piccola menzione, in quanto sono navi che svolsero un compito continuo e difficile, quello delle azioni di difesa costiera. Rumboote significa Dragamine (raumen, rimuovere), ma vennero usate anche come posamine e per scorta ai convogli. Come le S Boote avevano ossatura in acciaio e fasciame in legno, la migliore combinazione per navi solide e senza problemi di corrosione al tempo stesso; scafo da 60 t, 26 m, 17 nodi e una nave venne munita di eliche Voight Schneider epicicloidali, che non arrivavano a tale andatura ma miglioravano molto la manovrabilità. Questa nave venne riprodotta in oltre 100 esemplari. Nel frattempo le dimensioni aumentarono fino a quelle di una S Boote e anche oltre, raggiungendo con le GR-boote i 41 m e le 175 t, 3 eliche e due siluri oltre a parecchia artiglieria; le MZ Boote avevano funzione multiruolo (Mehrzweck) con due pezzi da 88 e lanciasiluri e scafo interamente in acciaio, non diedero risultati del tutto soddisfacenti tanto che solo una nave venne completata. Tra i tipi più recenti:
 
====Incrociatori da battaglia====
Per quello che successe dopo fu l'incremento notevole della stazza perché oramai non c'era dubbio che le nuove 'Dunquerke' francesi erano molto superiori alle Panzerschiffe anche la C (la SPEE). Ebbe luogo la solita, interminabile discussione sulle caratteristiche della nuova nave, prima pensata attorno alle 18.000 t, poi espansa fino a circa 32.000 t standard.
[[Immagine:Gneisenau1942.png|390px|left|thumb|La Gneisenau]]
 
Per la Panzerschiff D e la E si giunse così ad una nuova progettazione, che arrivò ad una protezione adatta alle cannonate da 330 mm che ora si sapeva avrebbero armato la nave francese. I dibattiti continuarono a lungo su come ripartire il peso tra armi e corazze; c'erano in discussione le torri quadruple, che potevano far risparmiare il 25% di peso rispetto alle torri trinate (con due torri anziché 3), con meno costi, inizialmente stabiliti a 120-180 milioni di marchi. Tra i tanti dubbi sullo spessore della corazzatura orizzontale o verticale, si pensava che la 'Dunquerke' avesse una cintura da 280 mm quando in realtà erano 241. I Tedeschi poi trovarono che la blindatura della nave francese fosse solo di 225 mm, il che rendeva agevole anche armare le corazzate con i soliti cannoni da 280 mm, capaci di perforare tali protezioni fino a 20 km.
*Dislocamento: 140 t
*Dimensioni: lunghezza 40 m, larghezza 5,6 m, pescaggio 1,45 m
*Propulsione: 2 diesel su 2 assi; 2.550 hp; 20,5 nodi; 2040 km a 15 nodi
*Equipaggio: 38
*Armamento: fino a 6 da 20 mm, 1 cannone da 37 mm.
 
L'armamento venne poi stabilito con i '''SK C/34''' da 54,5 calibri. La potenza di questi cannoni era tale da perforare a alzo 0 604 mm, e 205 mm ad oltre 27 km, e una da 350 mm a circa 10 km. La cadenza era di circa 3,5 c.min, e il peso delle munizioni di nuova generazione era di 330 kg. I cannoni SK C34 delle Scharnorst duravano circa 300 colpi, date le grandi sollecitazioni degli spari. I cannoni erano da 150 mm, di cui però solo 8 dei 12 cannoni da 150 erano in torri binate, perché i pesi erano eccessivi, con 16 t per le postazioni scudate e 120 t per le torri binate, alcune tonnellate di più persino delle torri delle corazzate 'Bismarck' (circa 112 t). La blindatura era di 150 mm per le barbette, 170 frontale, 30-70 per il resto della struttura.
 
Per il resto c'erano i cannoni da 105 mm in ben 7 torri binate, idrovolanti e cannoni da 20 e 37 mm. Da notare che i cannoni da 37 mm erano gli '''SKC/30''' da 37 mm, armi che curiosamente non erano automatiche. Queste erano state usate con un affusto binato girostabilizzato molto sofisticato e soggetto anche, al solito, ad avarie essendo aperto ed esposto agli elementi. La potenza di queste armi era eccellente, dato che potevano sparare colpi da 742 grammi con ben 365 di esplosivo e una munizione pesante 2,1 kg. La velocità iniziale era di 1 km.sec, e arrivavano a 8,5 km di gittata e 6,8 km di altezza. Questo in parte compensava il fatto che erano capaci solo di 60-80 colpi al minuto teorici di cui 30-40 pratici. La precisione di tiro di fatto compensava tale limite visto che spesso vennero riportati abbattimenti con questi armi.
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Ma durante la guerra sulle navi tedesche vennero usati anche i cannoni da 37 mm M42, armi Flak 36 dell'Esercito potenziate con una canna più lunga. Avevano una munizione da 1,36 kg di cui il proiettile era da 635 gr, con una portata pratica di 4.800 m contraerei. Quindi si trattava di un'arma meno potente e magari anche meno precisa (anche per l'affusto di tipo normale) ma con un'importante caratteristica: il volume di fuoco di 250 colpi al minuto, che anche in termini psicologici era molto importante (sia per i difensori che per gli attaccanti) anche se il tiro 'di precisione' degli SCK 30 era molto economico. I colpi disponibili erano 2.000 per canna, poi aumentati anche a 6.000 durante la guerra. Per la cronaca, i proiettili dei cannoni da 105, 150 e 280 erano circa (dipende dalle fonti e dall'epoca) 400, 130-150 e 150. Non c'era molto da ridire sul volume di fuoco dei 20 mm, 280 colpi al minuto teorici e 120 pratici per i C/30, che però erano piuttosto proni a guasti, e con solo 20 colpi nel magazzino di pronto impiego. I C/38 arrivarono dopo, molto superiori con 480/220 c.min e magazzino da 40 colpi, spesso presenti anche in impianti binati. Ma sulle Scharnorst v'erano solo dieci delle prime in affusti singoli, che erano solo 8 in tempo di pace.
Tra i progetti avanzati che vennero proposti vi sono anche gli aliscafi, persino aliscafi-sommergibili. Ecco degli esempi.
[[Immagine:Gneisenau-1.jpg|350px|right|thumb|La torre 'norvegese']]
I Tedeschi si interessarono anche di aliscafi, incluso il tipo studiato da Bussei che venne sperimentato su di un lago della Germania con esiti positivi. Il loro modo di immaginare le cose li portò anche più avanti, pensando ad un aliscafo sommergibile da 40 nodi, con due motori DB diesel da 2.500 hp, e stazza di 120 t. Tipi più piccoli erano pensati come il tipo trasportabile via terra con un motore da 1.500 hp, due siluri da 450 mm e una mitragliatrice da 13 mm, anziché la vierling da 20 mm del modello più grande e sommergibile; infine venne anche pensato ad un tipo con un diesel da 400 hp, peso 4,5 t, 40 nodi emerso e 10 immerso con lo snorkel o quantomeno il motore elettrico da 200 kW, nonché un unico siluro da 533 mm; era un alternativa a tipi di mezzi come il Neger e il Marder. <ref>Harrauer, Franco, Eserciti nella Storia magg 05</ref>
 
La blindatura base era di 320 mm per la cintura principale, 35 per quella superiore, 90 per quella secondaria oltre la 'cittadella' chiusa dalle paratie e infine la paratia interna era da 45 mm. Le torri da 280 mm invece arrivavano a 360 mm frontali, 100 tetto, 200 laterali, 350 mm per le grosse barbette. Il ponte era superiormente di 50 mm (coperta) e 80-105 mm in quello principale, che aumentando lo spessore si curvava per congiungersi con la cintura inferiore, che raggiungeva i 170 mm sott'acqua. In tutto c'erano 1989 t per il ponte superiore, 3.252 per quello principale, senza considerare le 750 t delle torri (non è chiaro se comprende anche le barbette) contro i 590.000 kg delle Deutchland. La torre di quest'ultima aveva 140 mm (nel caso della Scheer) frontale e 152 posteriore (curioso, ma questo era dovuto alla parte posteriore verticale), 85 mm sul tetto, a parte la zona anteriore che arrivava a 90 e 105 mm. La validità di queste protezioni venne dimostrata dai colpi ricevuti dallo SPEE nel '39. I peso delle protezioni delle Scharnorst era molto maggiore, comprendente la cintura principale profonda 4,8 m.
Ma per conoscere totalmente la storia di questi aliscafi, è meglio partire dagli inizi. Il brasiliano Santos Dumond iniziò un collaudo, però sfortunato, con un idroscivolante dotato di elica tripala e motore aereo: era un evento lontano nel tempo, nel 1907. Perse il controllo mentre collaudava il mezzo sulla Senna, e finì in acqua, ma senza conseguenze. La cosa continuò ad essere oggetto d'inchiesta, e vari altri ebbero interesse a svilupparli, come Crocco e Bell. I Tedeschi dal '27 cominciarono ad interessarsi di questi mezzi, al punto che nel secondo dopoguerra, il principale ricercatore tedesco, il Barone v. Schertel, scappò in Svizzera per non essere 'soggetto' (o oggetto) di 'preda bellica'. A Dessau iniziarono le prime esperienze operative con un totale di 17 prototipi, iniziando la costruzione di essi dal 1937. Dotato di un'ala immera di tipo 'secante', doppia e autostabilizzata, era un tipo di nave piuttosto interessante per l'epoca. Uno fu il VS 6, dragamine da 47 nodi, poi vi fu un tipo da trasporto, il VS 8 che aveva 32 metri di lunghezza, destinato a portare rifornimenti veloci, magari tra l'Africa e la Sicilia. Pesava 80 t e superava i 40 nodi, nondimeno era capace di imbarcare un carro da 30 t in una specie di vano posteriore, dove poteva essere non solo portato il carro, ma anche un mezzo da sbarco apposito. Era un mezzo capace di tenere 37 nodi anche con onde alte 1,8 metri, e poteva passare lo Stretto in una notte. In seguito venne perso durante una tempesta, nel 1944, per il solito problema degli aliscafi: avendo motore in avaria, venne sopraffatto piuttosto facilmente da una tempesta. Gli aliscafi perdono moltissimo se sono costretti alla navigazione in dislocamento anziché sostentamento. Poi vi fu il VS-5 sommergibile-silurante, lungo 25 m, largo 6 e dislocante 105 t, sempre costruito in lega leggera come l'altro. Aveva due motori diesel Mercedes da 2.500 hp l'uno, quindi un rapporto potenza peso degno di un aereo (50 hp/ton), il che dava 45 nodi di velocità sostentata, e 10 subacqua con lo snorkel. A bordo c'erano due siluri pronti al tiro e due di riserva, poi non mancavano 4 cannoni da 20 mm in un impianto 'Vierling' (quadrinato); la navigazione subacquea era a 5 nodi, le batterie erano invece in contenitori stagni in appositi cilindri, capaci di resistere a 50 m di profondità. Ma di questa nave non verranno realizzati che alcuni componenti<ref>Harrauer F, Eserciti nella Storia nov-dic 2004</ref>.
 
I motori erano stati dibattuti a lungo, ma col peso aumentato a 26.000 t (nominali, poi superati dal progetto) si impose il vapore, con dodici caldaie Wagner a 58 atmosfere a 450° di temperatura, ma le turbine delle due navi erano diverse: Brown-Boveri per la D (Scharnorst) e Deschimag per la E (Gneisenau). In tutto era in grado di mandare queste navi fino a 32 nodi, ma al solito, con problemi di sicurezza, di consumo e di tenuta al mare. L'autonomia era di 7.100 nm a 19 nodi. La Gneisenau aveva un motore che era leggermente meno efficiente, con 153.897 hp per 30,7 nodi e 6.200 nm a 19 nodi. La Scharnorst arrivava a 160.000 hp e 32 nodi.
 
Un altro progetto era il Manta, un mezzo silurante di tipo fin troppo avanzato per essere realizzato, specie se si consideravano i tempi di realizzazione e i rischi tecnici. Era un catamarano a sostentamento idrodinamico progettato nel '45 dal prof Walther e il gruppo sperimentale 456 della Forza K. Sarebbe stato un battello da 50 t di cui 35 di carico, e avrebbe avuto la velocità di 50 nodi, e immerso ben 30 nodi, con motori a turbina Walther, con propellenti chimici Ingolin e Dekelin, ovvero perossido d'idrogeno e idrato d'idraziona e metanolo, mischiati in proporzione di 10:1. Si calcolava l'autonomia in superficie di 600 miglia (1.100 km) a 20 nodi, un terzo di questo valore a 50 nodi, mentre immerso avrebbe raggiunto 930 km a 10 nodi e 220 km a 30 nodi. Erano previsti 8 siluri e 8-10 mine. La lunghezza era di 15 metri ed era largo 6 metri. Era un problema metterlo a mare date le sue 'ali' molto immerse, ma questo problema sarebbe stato risolto da un apposito carrello a 4 ruote. Tutto rimasto sulla carta<ref>Harrauer F: ''Il Manta'' Eserciti nella Storia gen-feb 2004</ref>.
 
====Torpediniere e cacciatorpediniere====
Le grosse siluranti di squadra Tedesche erano senza dubbio interessanti dal punto di vista del profilo tecnico, e non disprezzabili (43 caccia e 48 torpediniere complessivi) ma per varie ragioni non si può dire lo stesso di quello operativo, specie per i caccia. Tali ragioni sono molte e si possono elencare come segue, considerando l'evoluzione tecnica e produttiva di tali tipologie. Vale la pena di ricordare queste navi, visto che sono rimaste ben poco note storicamente parlando, mentre indubbiamente meritano attenzione. Senza la catastrofe di Narvik, è sicuro che se ne sarebbe sentito parlare ben più di quel che accadde.
 
*N.unità: 2
[[Immagine:T_35_as_DD_935_in_US_seas_August_1945.jpg|380px|right|thumb|La torpediniera T-35 provata dagli americani nell'agosto 1945]]
*Dislocamento: 31.840-38.900 t
*Dimensioni: lunghezza 234,9 m, larghezza 30 m, pescaggio 8,2-9,9 m
*Propulsione: 12 caldaie Wagner, con tre turbine Deschimag (Gn.) o Brown-Boveri (Sch)
*Equipaggio: 1969 (Sch) o 1.669 (Gn.)
*Corazzatura: cintura principale 170-320 mm, superiore 35 mm, secondaria 90 mm; ponte 50+80/105 mm, torri 90-360 mm, barbette 350 mm, torre comando fino a 350 mm
*Armamento: 9 cannoni da 280 mm, 12 da 150 mm; 14 da 105, 16 da 37 mm, 10 da 20 mm; 3 Idro Ar.196.
 
La sorte delle navi è nota. I 'Gemelli terribili' furono titolari di varie azioni d'attacco al traffico, l'affondamento della GLORIUS, e prima ancora dell'incrociatore ausiliario Rapalwindi, nave mercantile che venne letteralmente presa in mezzo alle navi tedesche e venne distrutta dalle cannonate, giusto come accadde al JERVIS BAY, che si era posta eroicamente a difesa del suo sfortunato convoglio (che riuscirà in parte a salvarsi) venendo distrutto dalle cannonate da 280 mm della SCHEER il 7 novembre 1940.
Anzitutto, parliamo delle torpediniere. Esse sono, com'é noto, una specie di piccolo cacciatorpediniere, o se si preferisce, una grossa motosilurante. Spesso usate come unità d'attacco silurante o posamine veloci, non meno di frequente hanno invece avuto un ripiego nel settore della difesa ASW e antiaerea. Le unità tedesche, contrassegnate dalla sigla T al posto della Z di Zerstorer (distruttore) dei caccia, erano le eredi delle unità nate già durante la Prima guerra mondiale. Le prime postbelliche furono le 12 'Iltis' con 3 pezzi da 105 mm e vari lanciasiluri e mine. Naturalmente il ridotto dislocamento delle torpediniere non inficiava il trasporto dei siluri, quanto quello dei ben più grossi cannoni. Queste prime torpediniere dimostrarono notevole validità, paradossalmente i successivi 21 'Type 35' e '37' non furono un successo, dato il dislocamento troppo ridotto.
 
[[Immagine:Gdynia Gneisenau.jpg|350px|right|thumb|Il relitto della Gneisenau come venne trovato dai Sovietici, autoaffondato]]
Non è chiaro invece dove si situassero i 6 'Mowe' e i 6 'Wolf' (TYpe 23 e 24), le ultime delle quali erano navi a 933-1320 t, con 3 cannoni da 105 mm e 6 siluri più 4 cannoni da 20 e sei siluri, da 33 nodi e 93 m di lunghezza complessiva. I motori erano da 23.000 hp con autonomia di 5.750 km a 17 nodi. Tutte andarono perdute in guerra.
La marina tedesca divenne presto in difficoltà a causa degli attacchi continui a Brest della RAF. Le corazzate scapparono con l'Operazione Cerberus, che le portò fuori dai porti francesi e le mise in salvo, assieme al P.Eugen e alle navi di scorta, in Germania. La RAF perse 41 aerei per impedire vanamente alle navi tedesche la ritirata, passando per la Manica. Era pericolosissimo, ma era vantaggioso rispetto al passaggio sopra la Gran Bretagna per la scorta della Luftwaffe. La Gneisenau non ebbe fortuna: nel '43 la prua venne colpita da una bomba che innescò l'esplosione dei vapori di carburante dei serbatoi. La prua bruciò e la nave andò fuori uso definitivamente. La marina tedesca perse così una valida nave, ma i suoi cannoni vennero riutilizzati. Una torre trinata da 280 è ancora in Norvegia, due torri da 150 mm SK C/28 sono state usate dai Danesi fino agli anni '90. La Scharnorst invece ebbe un destino anche peggiore, anche se è diventata un 'classico' della storia navale: andò a fondo contro gran parte della Home Fleet nella Battaglia dell'isola degli Orsi, 26 dicembre 1943. Incassò tra l'altro 11 siluri, per cui non stupirà che ebbe anche un'esplosione a bordo. Dalle gelide acque vennero salvati solo 40 marinai su quali 2.000. Il 1943 dunque fu la fine dei 'Gemelli terribili'.
 
Le navi da battaglia classe ''''[[w:Classe Scharnorst (incrociatore)|Scharnorst]]'''' erano veloci e ben corazzate, ma l'armamento non consentiva di distruggere le navi da battaglia dalle tipiche distanze di combattimento moderne. La soluzione sarebbe stata di tre torri da 38 cm come quelli delle 'Bismarck'. La cosa però non ebbe mai seguito a causa della sorte delle navi. Le modifiche avrebbero potuto dare la possibilità di estendere il raggio di tiro utile sui punti vitali delle navi da 10 a 22 km circa, un miglioramento notevole anche se con una cadenza di tiro minore complessiva. Altre modifiche vennero però fatte: nel '41 le C/38 rimpiazzarono le C/30, il radar venne installato nel '39 sull'antenna del telemetro, 6 lanciasiluri con 14 siluri, ma forse non meno importante fu la sistemazione della prua atlantica, che migliorò sensibilmente le capacità di tenere il mare grosso, cosa che le potenti navi da battaglia tedesche hanno spesso mancato di fare.
 
====Bismark, 'H' e successive====
Il passo successivo fu quello delle 'Type 39' con 15 scafi; costruite in un cantiere di Elbing rinomato per la sua efficienza, presero il nome da quella città e costituirono il programma di guerra della Germania nel settore.
La logica degli sviluppi consecutivi non conobbe soste; dopo le 'Scharnorst' pensate attorno al 1934, le 'Bismarck' (Panzerschiffe F e G) vennero pensate originariamente come aventi 8 pezzi da 33 cm, 12 da 15,5 e 16 da 10,5 cm, corazze simili a quelle delle 'Scharnorst' tra cui cintura da 350 mm e ponte di 100 mm, 120 dov'era incurvato. Presto il dislocamento salì oltre le 35.000 t pensate nel 1934 ed inizialmente difesa dall'amm. Reader. Ma era troppo poco per affrontare le 'Dunquerke' (e a maggior ragione le 'Richelieu' con i 380 mm). Vennero pensate varie soluzioni come il motore turboelettrico, ma poi si optò per le caldaie ad alta pressione. Nel frattempo i cannoni aumentavano a 35 cm, poi a 38 e le protezioni migliorate. Il progetto finale era stato approvato e iniziato all'inizio del 1937.
 
Programma ben riuscito, dato che si trattò di navi da 102 m con 4 anziché 3 cannoni da 105 mm, e i soliti 6 tls da 533 con varie armi leggere e mine, nonché il ritorno a due fumaioli (le precedenti unità ne avevano uno, differentemente dalle Iltis), il tutto su di uno scafo ingrandito con 102 m di lunghezza. Il varo ebbe luogo tra il 1942-44.
 
[[Immagine:Early Bismarck .jpg|400px|right|thumb|Un'immagine dell'elegante profilo della Bismarck]]
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 12 varate nel 1942-442
*Dislocamento: 141.295-1676/50.755153 t(B), 42.900/52.600 t (T)
*Dimensioni: lunghezza 102251 m, larghezza 1036 m, pescaggio 29,63-11 m
*Propulsione: 2 gruppi3 turbine sua 2vapore da 138.000 assihp; 3256.000hp000 hp ; 33,530 nodi; 9.300e km7700 amiglia 19in nodicrociera, circa 3.000 alla massima velocità
*Equipaggio: 1982.192 (Tirpitz: 2.530)
*ArmamentoCorazzatura: 2cintura cannoni da 105320 mm,; 4ponti da50 37,e 6 da 2080/120 mm, 6torri TLS da 533230-355 mm.; 50 mine
*Armamento: 8 cannoni da 380 mm, 12 da 150 mm; 16 da 105, 16 da 37 mm, 12 da 20 mm, 6 TLS da 533 mm in impianti tripli (solo Tirpitz); 2 o 4 Idro Ar.196.
 
Navi da 241,6 m, erano state armate con 4 torri da 380 mm SK C/34 da 52 calibri, capaci di sparare a 36 km (molto meno dei pezzi da 280 mm) con due cariche di lancio, le granate da 800 kg a 820 msc. La corazza perforabile era di 742 mm a zero metri, 350 mm a circa 21 km, le torri erano pesanti 1052 t. La corazza era di circa 360 mm frontali, 340 mm delle barbette, 130 mm tetto, 320 posteriore. La nave aveva una potenza di fuoco elevata e non poteva essere altrimenti, con due cariche combinate, la prima da 99,5 kg, la seconda addirittura da 112 kg. C'erano 130 cariche per cannone. Stranamente tra tecnici Tedeschi, che si chiesero per tanto tempo che tipo di torrette costruire per le navi precedenti, nessuno pensò ai cannoni in torri trinate come invece accadde per le armi da 280 mm. Difficile capire il perché, visto che altrimenti questi cannoni sarebbero stati in un lay-out simile a quello delle 'Littorio', che avevano un cannone in più e di maggior potenza (anche se di minor cadenza di tiro). E dire che mentre i tedeschi facevano 4 torri binate da 380 mm, i francesi con analoghi cannoni avevano 2 torri quadrinate.
Vanno ricordate le caratteristiche dei loro cannoni principali, gli '''SK C/32''': cannoni da 45 calibri, capaci di tirare una granata da 15,1 kg a 15,2 km. Da notare che alcune installazioni avevano un alzo fino a 70 gradi il che gli dava possibilità di sparare fino a circa 10 km di quota contro bersagli aerei. La cadenza di tiro era anche tutt'altro che disprezzabile, 15 c.min. Come confronto i cannoni italiani OTO mod 31 e 37 delle 'Spica' italiane, i quali, sempre in un affusto da circa 6 t, avevano una impercettibile superiorità in gittata -15,4 km, ma dopo la riduzione di v.iniziale da 900 a 855 ms per ridurre la dispersione- ma una sensibile inferiorità come granata (14,2 kg) e sopratutto come cadenza di tiro, 8-10 c.min contro 15. Inoltre l'affusto garantiva solo 45 gradi di alzo (poi in alcuni casi, venne portato a 60), due cose che (assieme al fatto che entrambi avevano azionamento manuale in azimouth ed elevazione) rendevano molto marginale la sua efficacia come arma antiaerea, e certamente inferiore al pezzo da 105 tedesco. Vista la scarsa stabilità delle navi leggere come queste (specie le 'Spica' da cira 800 t), la gittata massima era in pratica un fatto aleatorio; cadenza di tiro e peso della granata erano invece ben più importanti e anche qui il lento cannone italiano aveva una netta inferiorità. Apparentemente le armi navali italiane erano al 'top' come balistica', mentre erano in fondo quanto cadenza di tiro rispetto alle realizzazioni straniere.
 
La corazzatura non era molto spessa rispetto ad altre navi, ma il peso era notevole: circa 8.136.532 kg di corazza verticale, 2.248.053 kg per il ponte di coperta, 4.293.264 kg per quello principale. Cintura principale da 320 mm che si assottigliava a 170 mm inferiormente, cintura superiore (fino al ponte di coperta) aumentata a 145 mm (110 in più delle più piccole Scharnorst, che non si potevano permettere pesi eccessivi per le corazze in zone non vitali), ponte di 50 mm superiore, 80-120 quello principale, torrione 350 mm, corazze minori come quella da 14 mm per i telemetri sferici. I telemetri erano da 7 e 10 m, inclusi quelli delle torri; i radar vennero installati durante la costruzione (il primo radar navale del mondo era stato messo sulla Graf Spee), la Tirpiz ebbe cannoni da 20 mm aggiuntivi quadrupli, e altri due radar, alla fine del 1944 la Tirpiz ebbe fino a 80 cannoni a 20 mm.
Vale la pena notare come il primo cannone postbellico era l'SK C/28 da 105/55 mm, capace di 925 ms e, nonostante l'alzo di appena 30 gradi, capace di raggiungere 17,2 km con una granata di 14,7 kg, sempre a 15 c.min. Il solo cannone pesava circa 3,6 t e nell'insieme si trattava di un qualcosa di piuttosto pesante per le navi di minore stazza, per questo il pezzo da 45 calibri venne preferito. Ma questa non fu la fine del cannone tedesco.
 
Quanto ai motori usati, le navi tedesche ebbero le turbine a vapore, che però non erano più del tipo delle precedenti 'Scharorst', ma ad alta pressione, più efficienti anche come consumi. La dotazione di nafta utilizzabile era di circa 7.400 t (per la Tirpiz si arrivava a 7.780 t) su circa 8.300 t, il che era il doppio delle 'Littorio'; ma anche così l'autonomia diede problemi. Inizialmente si pensava di circa 14.000 miglia nautiche, ma ad un certo punto, nell'ottobre del '36 si considerò tale valore da 'condizioni da tempo di pace', e si dimezzò a 7.000 nm/15 n. Questo portò a temere ad un ritorno alla configurazione diesel per consentire la necessaria autonomia, ma poi non se ne fece nulla. Nell'agosto 1941 i Tedeschi vennero in possesso di un libretto di Istruzioni tattiche per la Royal Navy, con i consumi calcolati per tutte le navi britanniche. Allora fu possibile calcolare, a parità di condizioni, l'autonomia delle 'Bismarck': 8.600 nm a 15 nodi, 8150 a 21, 5.200 a 27, 3.750 a 30 per la BISMARCK, e presumibilmente qualcosa di più per la sua gemella. Per allora, tuttavia, si trattava di un calcolo puramente accademico, uno perché non c'era più modo di cambiare il progetto già realizzato, e due perché la capoclasse non era più 'in condizione' di fare nessun viaggio di crociera.
Le 'Elbing' vennero presto impiegate in pattugliamenti, scorte, posa di mine, operazioni notturne in cui esse, nonostante dimensioni del tutto paragonabili a quelle di un vecchio cacciatorpediniere (per esempio, erano 5 m più lunghe dei 'Turbine' italiani, pesavano anche di più standard, ma avevano cannoni da 105 singoli e non 4 binati da 120, mentre la potenza era del 20% inferiore), si mossero veloci e con risultati molto notevoli. Spesso si scontrarono, al largo delle coste bretoni, con i caccia 'Tribal' basati a Plymouth.
 
[[Immagine:Bb bismarck.png|380px|right|thumb|La Bismarck è una nave ben apprezzata dai modellisti]]
Le due navi tedesche ebbero una carriera tribolatissima: la ''''[[w:Classe Bismarck (corazzata)|Bismarck]]'''' finì la sua carriera in fondo all'Atlantico nella sua prima e unica missione di guerra della primavera del '41, circa 9 mesi dopo l'entrata in servizio. Da notare come l'inizio dei suoi danneggiamenti sia stato quello causato da due cannonate da 356 mm della PRINCE OF WHALES, che colpirono sotto la linea di galleggiamento causando allagamenti e rovinando circa 2 mila tonnellate di nafta, contaminata con l'acqua marina. E' impressionante come anche per una nave ben corazzata come questa, i danni subacquei siano stati ancora tanto gravi, colpendo semplicemente la zona al di fuori della 'cittadella corazzata' chiusa dalle paratie longitudinali. Per bizzarro che possa sembrare, invece, la Bismarck ebbe a segno almeno 3 se non 4 siluri aerolanciati ma solo uno la colpì gravemente, mettendo KO il timone, mentre quelli sul 'bersaglio grosso' vennero annullati dalle cinture corazzate. Per confronto, la n.b. LITTORIO, colpita da 3 siluri analoghi, non affondò solo perché poté presto incagliarsi su bassi fondali del porto di Taranto. La sua gemella V.VENETO, colpita da un unico siluro, imbarcò 4 mila t d'acqua e calò di velocità a circa 19 nodi (per pochi minuti addirittura si fermò, tanto che gli Inglesi erano speranzosi di sorprenderla nell'azione d'attacco notturno, che invece individuò l'immobilizzato POLA, anch'esso centrato da un unico siluro).
 
La Tirpitz ebbe continui attacchi aerei britannici, più l'assalto dei minisommergibili X con cariche da 2 t. La sua fine, dopo avere messo su di sè l'attenzione degli Inglesi, ebbe luogo con i bombardieri Lancaster che nel novembre 1944, dopo un attacco simile ma con 'solo' una bomba a segno, la colpirono con tre Tallboy da 5443 kg. La nave si rovesciò con un'esplosione a bordo e terminò di essere una minaccia per il traffico navale nell'Artico.
Ma la loro azione più celebre fu quella del 22 ottobre 1943, allorché una grossa formazione di squadra inglese, costituita dall'incrociatore '''HMS Charibdys''' e 6 ct. di scorta e di squadra, tentò di intercettare una nave tedesca, ma nottetempo si ritrovò addosso la scorta di 5 torpediniere 'Elbing', che avevano un radar a bordo, ma sopratutto grande esperienza di combattimento notturno. La formazione tedesca in avvicinamento fu scoperta al radar: il Charibdys, anche se armato solo con 8 pezzi da 114 mm (perché gli 8 o 10 da 133 previsti erano per il momento indisponibili: forse non un male visto che i pezzi da 114 erano indubbiamente superiori come armi antiaeree), era un veterano di missioni nel Mediterraneo, e data la sua esperienza può stupire che, invece che annientare la formazione nemica (come fece l'HMS Ajax con le navi italiane nell'ottobre del '40), non solo abbia esistato a capire quale fosse l'identità di queste unità, ma non abbia nemmeno avvisato i suoi compagni, di cui era la nave comando. Eppure gli Inglesi erano molto ben addestrati nei combattimenti notturni. Qui no: le 'Elbing' serrarono fino a 3 km e aspettandosi una valanga di fuoco da un momento all'altro ,ruppero gli indugi, si misero il linea di fila secondo tattiche simili a quelle giapponesi, e tirarono 24 dei loro 30 siluri. Fu l'ennesima dimostrazione che 'vince chi fa meno errori' e quando l'incrociatore iniziò il tiro illuminante, le scie dei siluri divennero visibili. La loro mortale minaccia rese necessarie manovre di disimpegno rapide, e questo agevolò la ritirata delle torpediniere tedesche. L'incrociatore venne colpito da due siluri sul lato sinistro e, con la sua debole corazzatura, non sopravvisse, rovesciandosi ben presto; un caccia di scorta 'Hunt' ebbe la prua asportata e dovette essere affondato sul posto. Nemmeno un proiettile venne sparato verso le navi tedesche in fuga a tutta velocità.
 
I cannoni da 380 mm però non erano finiti. Almeno 14 vennero usati come armi da difesa costiera. Con l'alzo aumentato da 30 gradi delle torri a 44, vennero raggiunti 42 km di gittata. Ma con la granata speciale da 'soli' 495 kg, la gittata aumentava a 54,9 km. Dover era uno dei bersagli di questi cannoni da 38 cm, di cui 4 erano presenti in zona. Le cariche esplosive erano di 18,8 kg per i colpi APC e 32 o 64 kg circa per i proiettili HE, ma la vita utile di questi cannoni era al massimo di circa 200 colpi prima della sostituzione del tubo della canna interna.
[[Immagine:Leberecht Maass2.jpg|360px|right|thumb|Il capoclasse 'Leberecht Maass']]
I cacciatorpediniere tedeschi sono stati invece concepiti per azioni dirette contro unità similari, e possibilmente contrasto a unità maggiori. Ecco quindi il progetto Z34 o ''''Maas'''', ben 20 grandi navi da 119 m di lunghezza. Per essere siluranti dell'epoca, erano davvero unità impressionanti (lo scafo era più grande di quello di una fregata 'Lupo' e quasi grande quanto una 'Maestrale', rispettivamente 112 e 122 m), con un aspetto molto lineare e pulito, nella tradizione delle navi tedesche. Essi sono stati tra i più potenti caccia del mondo, con un layout di cannoni (5 da 127 di cui 3 a poppa) analogo a quello dei 'Fletcher' americani; vanno notati anche per l'enorme potenza dei motori, da 70.000 hp, che erano certamente quelli di maggior potenza tra una classe di cacci costruita in tal numero di esemplari.
 
Le navi 'Bismarck' non erano le ultime ad essere concepite. Le '''Schlchtschiff H''' erano simili alle precedenti. Nel 1936 si pensava ad una nave con i 35 cm, poi venne rielaborata con un'autonomia di 16.000 miglia a 18 nodi, circa il doppio di quanto calcolato per le Bismarck e arrivare 30 nodi. Installare a bordo di queste unità due catapulte, corazze da 320 mm verticali, ponte 80-120 mm. Era necessario superare le 'Dunquerke', pareggiare le 'Richelieu' e la flotta delle King George V britanniche. I Sovietici avevano chiesto cannoni da 406 mm per le loro navi e Hitler ne venne a conoscenza. Subito i requisiti per le nuove corazzate vennero innalzati, anche se l'ufficio tecnico non credeva ancora alla necessità di usare cannoni di tale calibro e temeva problemi con le chiuse di Kiel e i porti tedeschi se fossero aumentate troppo le dimensioni delle nuove navi da guerra. Dopo innumerevoli altre discussioni, le navi aumentarono a 56.200 t, poi a 58.700 con larghezza di 41 m, troppo per possibilità pratiche e in seguito andò sotto le 53.000.
Impostati nel '34 e varati nel 1937-39, costituirono i primi cacciatorpediniere tedeschi del periodo postbellico e contribuirono a preoccupare gli Inglesi, che risposero con i 16 'Tribal' e poi altri 40 'J,L,M,N,K'.
 
L'impostazione di ben 6 navi (fino alla 'N') era preventivata ma allo scoppio della guerra solo le prime due erano state impostate,una con 766 t e l'altra con miseri 40. Vennero poi demolite, se così si può dire, alla fine del '41. La loro costruzione era caratterizzata da motori MAN, dodici diesel a 9 cilindri e dodici generatori elettrici fino a 920 kW l'uno. Le blindature erano diverse ma leggermente migliori di quelle precedenti, con una cintura da 300 mm, 180 mm superiore e infine 150 mm vicino al ponte di coperta. La coperta era di 50 mm e il ponte principale da 120 mm, le paratie corazzate da 50 mm. L'armamento con i cannoni da 40,6 cm SK C/34 era capace di sparare con soli 30° di alzo proiettili da 1030 kg (l'AP con 24 kg di esplosivo, HE da 42 o 83 kg e lunghi fino a 1,949 m) a 36,4 km, con due cariche di lancio, da 91 e da 134 kg. Le torri arrivavano a 1475 t. Perforavano 805 mm a 0 metri, 345 a 27.432. Dei dieci cannoni realizzati diversi vennero usati come artiglierie costiere con 43 km a 52 gradi, ma con la munizione 'Adolph' da 600 kg 43,5 km o con carica supplementare, 56 km. Per il resto c'erano ancora i cannoni da 150 mm SK C28 da 15 cm in torri binate (6), e 12 canoni da 105 mm, oltre a 6 lanciasiluri a prua, sotto la linea d'acqua.
In ogni caso, per l'armamento questi cacciatorpediniere tedeschi, di ispirazione parzialmente dovuta proprio alla Gran Bretagna, erano armati con cannoni da 127/45 mm, in realtà 128 (per poter riutilizzare le munizioni catturate e impedire al nemico di fare altrettanto, al solito, vedi i cannoni da 77 della I GM). Questi erano distribuiti in 5 impianti, di cui 3 nella zona di poppa. Vale la pena di soffermarci su queste artiglierie, le migliori della sua categoria e del suo calibro. Le prime derivavano proprio dagli SC K/28 da 105/55 che abbiamo visto prima, semplicemente ricalibrati per ottenere quei 23 mm in più di calibro.
 
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Con una cadenza di tiro che poteva sfiorare i 20 colpi al minuto nelle migliori condizioni (certo non in clima artico), con circa 830 ms, ridotta elevazione (30 gradi per la maggior parte degli affusti), sparava fino a oltre 17,4 km una granata da 28 kg. Era quindi certamente il più potente cannone del suo calibro dell'epoca, anche considerando la cadenza di tiro, sebbene il suo affusto di quasi 40 t avesse solo azionamento manuale e quindi non fosse utilizzabile per il tiro antiaereo se non per compiti di sbarramento. Da notare che i cannoni moderni da 127, a parte il caricamento automatico (e le munizioni, torrette, sistmi FCS) presentano la possibilità di sparare colpi da 32 kg a 23 km, persino meglio dei 135/45 italiani (32 kg a 19,6 km) bellici. Ma per l'epoca, tra i cannoni di questo calibro si trattava di prestazioni d'altissimo livello.
Non era finita qui, perché c'erano anche i progetti successivi. Per esempio, i '''KREUZER P''', figli del Piano Z e della necessità di sostituire le corazzate 'tascabili' con torri trinate da 280 mm e binate da 150 mm, velocità oltre 32 nodi e cintura da 120 mm (e 6.000 t totali). Ne vennero ordinate 12, poi ridotti a 8 e poi la guerra impedì la loro impostazione. Gli ''''O'''' erano invece grandi incrociatori con 6 cannoni da 380 mm, cannoni da 15 cm e 105 mm, cintura da 180 mm. Ma le tre navi ordinate vennero annullate subito dopo lo scoppio della guerra.
 
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Con un volume di fuoco fino a 90 c.min a 17,4 km, questi caccia potevano sopraffare i tipici equivalenti inglesi che sparavano 60-80 colpi da 22 kg a 15 km. La dotazione di colpi per cannone, come sulle torpediniere, era di circa 100-140 colpi. Come nota, ancora nel 2003 alcuni di questi cannoni, presumibilmente recuperati dai caccia affondati, facevano parte delle robuste difese costiere norvegesi (come anche altri cannoni d'epoca).
I Tedeschi pensarono anche a navi ancora più grandi, del tutto irrealistiche. Le navi in parola erano armabili con i pezzi da 50,8 cm, erano le H-44. Un cannone sperimentale da 53 cm venne costruito davvero, sparò poche volte ma con cariche da 300 kg poteva arrivare a 47 km con granate da 2.200 kg, una prestazione forse senza nessun altro paragone, eccetto semmai il pezzo da 51 cm fabbricato per le 'Super Yamato' che sparava colpi da oltre 1.900 kg, e di cui 9 esemplari sarebbero stati previsti per queste navi da 90.000 t. Le H-44 arrivavano a 150.000 t, ancora più ardue -e immensamente costose- da costruire.
 
===Portaerei<ref>Whitley, op cit</ref>===
'''Caratteristiche Type 34 Maas''':
[[Immagine:Graf-Zeppelin-2.jpg|360px|right|thumb|La Zeppelin]]
*N.unità: 22 varate nel 1937-39
Le portaerei tedesche erano un'altra idea che i Tedeschi non riuscirono a realizzare. La discussione fu al solito lunghissima, alla fine venne inspirata dallo svedese Gotland da 5.500 t a pieno carico, ma la nave definitiva, per quanto erano da 12.250 t standard 'ufficialmente', in realtà arrivavano a 33.500 a pieno carico. Tutto questo era anche il figlio dei trattati navali, perché se alla Gran Bretagna erano concesse 135.000 t di portaerei, alla Germania ne spettavano 47.250. Così vennero ordinate due portaerei anche per i Tedeschi, ma secondo il 'Piano Z' erano da costruire 4 unità di questo tipo, anche per questo si cercava di dichiarare un dislocamento molto minore. Convertire gli incrociatori da battaglia o anche le piccole corazzate tascabili avrebbe indebolito la linea delle navi da battaglia, previste in 13 unità complessive.
*Dislocamento: 2.230-3.160 t
*Dimensioni: lunghezza 119 m, larghezza 11,3 m, pescaggio 3,8 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 38 nodi; 8.200 km a 18 nodi
*Equipaggio: 315
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 6 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine
 
Aveva 40 aerei, 16 cannoni in casamatte binate da 150 mm, 12 cannoni da 105 mm. L'hangar aveva struttura aperta, due hangar sovrapposti da 185 e 172 m alti rispettivamente 5,66 e 6 m. La lunghezza totale era di 262 m. Il ponte di volo era da 242 m e largo 30, poggiato sulle fiancate della nave,c'erano due catapulte capaci di tirare un aereo da 2,5 t a 4,25 g e 140 kmh, con riserve d'aria compressa per nove aerei. La cintura era da 100 mm, profonda 4 m, a parte quella esterna alla zona principale, paratie trasversali da 80 mm, mentre i depositi per gli aerei erano capaci di 80-90 siluri o 220 mine al massimo. Gli elevatori erano corazzati e così il ponte di volo da 20-38 mm, il ponte hangar era da 40 mm. I motori da 150.000 hp su tre assi, simili a quelle del P. EUGEN. L'equipaggio 1.612 persone. La difesa contraerea era affidata a 12 pezzi da 105 mm, 22 da 37 mm, 28 da 20 mm. Ordinata l'11 febbraio 1935 ai Germania Werft di Kiel, era parte di un ordine di due unità ma solo la Zeppelin venne varata, l'8 dicembre 1938 mentre l'altra venne demolita. La nave portaerei rimase a fare da deposito galleggiante con varie vicissitudini e trasferimenti. La nave venne bloccata all'inizio del '39, mentre vi fu anche un ordine di demolizione nel febbraio 1940 per la sorella ancora largamente incompleta; solo nel '42 la costruzione della 'Zeppelin' era stata ripresa in opera, dopo i risultati ottenuti da Giapponesi e britannici. Ma oramai non c'era più la possibilità di fare incursioni nell'Atlantico con grandi navi, e il fallimento della battaglia di Barents seppellì totalmente la possibilità di completare questa nave. Nel '43 i suoi cannoni binati da 150 mm erano già stati smontati e portati in Norvegia, dove sono rimasti fino agli anni '90 come difese costiere. Il fatto è che già per certo si sapeva che non sarebbero serviti ad una portaerei moderna. Se essa fosse stata completata, i suoi Bf-109T sarebbero certo stati molto utili per respingere gli Swordifsh che decisero la sorte della corazzata Bismarck. Alla fine della guerra venne autoaffondata dai tedeschi a Stettino il 25 aprile, poi fu presa dai Sovietici e ripristinata. Per anni si ipotizzò persino la sua ricostruzione con i MiG-15 navalizzati e non si seppe nulla della portaerei. In realtà divenne una nave caserma IA-101 nel febbraio 1947, poi venne usata come nave bersaglio. Oggi si sa anche che tipo di armi vennero usate (18 bombe da 100-1000 kg), 4 colpi da 180 mm e 2 siluri; l'agonia finale della grande nave (era lunga 1 m in meno delle 'Yamato') durò alri 23 minuti e solo di recente è stata ritrovata sul fondo del mar Baltico, dove finì quel 16 agosto 1947. Dunque non fu, differentmente da quanto ipotizzato, vittima di una tempesta o di una mina durante il traino, ma distrutta deliberatamente.
 
[[Immagine:Graf-Zeppelin-1.jpg|420px|right|thumb|Come doveva essere la 'Zeppelin']]
Detto questo, questi potenti cacciatorpediniere vanno ricordati per la loro importanza, essendone stati realizzati ben 22, che negli ultimi lotti venne allungato di 6 metri, visto che le loro doti nautiche lasciavano, a causa dei pesi in alto e del basso bordo libero, molto a desiderare, e che per motivi di stabilità era consigliabile non scendere sotto il 30% della dotazione di nafta. Rimasero famosi sopratutto per l'azione audace di 10 di loro che attaccarono Narvik e l'occuparono in quella che è passata alla storia come l'invasione della Norvegia, ma che in realtà fu una gara di velocità tra Tedeschi e Anglo-francesi ad occupare una nazione che 'non poteva' restare neutrale. Vinsero i Tedeschi ma storicamente vennero poi considerati gli 'invasori' della nazione (cosa di per sé vera, ma una verità parziale visto che gli Alleati stavano organizzando la stessa cosa). I 10 caccia andati a Narvik portavano con loro 2.000 alpini tedeschi e si prepararono a resistere là aspettando rifornimenti e rinforzi. Ma invece arrivò la Royal Navy, che al secondo tentativo usò addirittura la corazzata Warspite per stanare i caccia nemici. La distruzione di questi rappresentò un prezzo durissimo per la Marina germanica, che nell'insieme venne posta largamente fuori uso: l'incrociatore pesante Blucher affondato dalle difese di Oslo (carico di truppe), uno leggero, i 10 caccia, qualche sommergibile tra cui un grosso Type IX sorpreso dallo Swordfish (da osservazione, ma armato anche con 6 bombe da 113 kg di cui 4 usate nell'attacco) della Warspite a Narvik, aereo a cui si dovette gran parte del successo contro i caccia nemici in agguato con i siluri; le corazzate Scharnorst, Gneisenau e Lutzow danneggiate da siluri. La RN perse 'solo' 8 caccia, un sommergibile oceanico (il Thames) e la portaerei GLORIOUS.
Nel frattempo si pensò anche a degli 'incrociatori' con ponte di volo da 40.000 t, motori da 210.000 t, 9.000 t di corazza, con 150 mm di acciaio nella cintura e 100 per il ponte. Esisteva anche un 'incrociatore portaerei atlantico' da ben 70.000 t che aveva nondimeno 4-6 inutili cannoni da 28 cm ma solo 38 aerei, in una lunghezza di 280 m; e gli incrociatori da 12.750 t-22.200 t, tre navi con 10-25 aerei l'una e 4 pezzi da 150 mm. Ma nessuno di questi ambiziosi progetti venne mai impostato essendo più che altro esercizi di progettazione navale. La ragione non era peregrina: gli ingegneri navali rischiavano, causa disoccupazione, di finire al fronte e progettare nuove navi da guerra poteva aiutare a tenerli lontano da questa prospettiva. Altre navi prese in considerazione per la trasformazione erano tre transatlantici tedeschi, di cui il più grande, l'EUROPA, venne poi messa in servizio dai francesi nel dopoguerra sempre come nave passeggeri dato che la trasformazione era stata bloccata. Anche la Gneisenau (non la corazzata, ma un altra nave civile) e la Postdam erano in predicato d'essere trasfermate ma senza successo. Eppure la gemella della Gneisenau (la Scharorst) venne trasformata davvero dai Giapponesi come 'Jinyo'<ref>Per la seconda parte del contributo, vedi Sgarlato N: ''Le portaerei tedesche'' Eserciti nella Storia mag-giu 2006</ref>.
 
Una nave venne seriamente messa in lista per l'aggiornamento era l'incrociatore 'Seydlitz' di cui la Kriegsmarine non sapeva che farsi, tanto che venne offerto, completato al 65%, all'URSS che lo rifiutò a sua volta; si pensò di usarlo come portaerei, quando nell'agosto 1942 si decise di modificarlo come portaerei con 16 pezzi da 105 mm, 10 Bf-109T e 8 Ju-87C. Dopo l'eliminazione delle sovrastrutture si decise di lasciar perdere, dato che non c'era più la volontà nel 1943, di fare a meno delle nuove grandi navi; i Sovietici -che la misero in servizio il 10 marzo 1947-tentarono di ricostruire lo scafo come incrociatore tipo 'Poltava' ma alla fine, nell'aprile 1947, questo intendimento venne cancellato: infatti avrebbe costato quanto un incrociatore leggero nuovo.
Dopo quest'azione i caccia tedeschi non ebbero più grande uso: dei 22 Type 34 e 36 (la versione allungata) 7 sopravviveranno alla guerra e qualcuno, come il Karl Galster venne messo in servizio nella flotta sovietica del Baltico (i caccia tedeschi, notare bene, avevano nomi propri di persone e non aggettivi o nomi di cose).
 
[[Immagine:Z39-Zerstoerer1936modA-USN-Photo.jpg|380px|left|thumb|Uno dei 'Narvik']]
 
Quanto agli aerei imbarcati, oltre ai Bf-109T, ai quali tra l'altro va accreditato anche il primo abbattimento di un B-17, c'erano anche gli Ar.95 e 197, biplani piuttosto obsoleti; i Fi-167 biplani con motore DB601, aerosilurante da 325 kmh e 1.300 km d'autonomia, che interessarono anche l'Italia (forse per la portaerei Aquila), gli Ju-87C e poi gli E, con capacità anche aerosilurante. I Bf-109T avevano estenzioni alari di 60 cm per ala (11,08 m di apertura alare complessiva) e ne vennero costruiti 70, ma solo i primi 7 con le predisposizioni per l'imbarco su portaerei e in seguito base per i Me.155.
Ai caccia Type 34/36 si poteva attribuire qualche difetto (quello di non avere cannoni DP, una tenuta al mare non eccelsa, scarsa manovrabilità e scarsa autonomia pratica); ma erano comunque navi di tutto rispetto. I Tedeschi però non si dichiararono soddisfatti, e vittime di quella 'corsa al gigantismo' che poco alla volta trasformerà i caccia in incrociatori leggeri, quelli leggeri in unità pesanti, e gli incrociatori pesanti in corazzate o incrociatori da battaglia, finirono per chiedere una nave ben più potente e decisamente inefficiente: il progetto Z23 o '''Type 36A''', che si noti bene, non aveva a che fare con i precedenti 'Maas' migliorati. Essi vennero realizzati nel contepo delle 'Elbing' che ne costituirono il più leggero complemento.
 
===Gli U-Boote<ref>Armi da guerra 62</ref>===
Cosa c'era di diverso su queste nuove unità lo dice sopratutto l'artiglieria: al posto dei pezzi da 127 si vollero quelli da 150 mm. La Marina avrebbe preferito originariamente solo dei Type 34 con maggior autonomia, ma invece ci si concentrò sulla potenza di fuoco, armando con gli '''SC K/36''', cannoni da 150 mm (in realtà 149,91 mm) lunghi 48 calibri, che nella torre binata LDrh LC/38 potevano elevarsi da -10 a +65 gradi, ruotare ed elevarsi di 8 gradi al secondo. La gittata con granate di circa 45 kg e alzo da 30 gradi (affosto singolo) era di 22 km, con torre binata (a 45 gradi) arrivava a 23,5 km. Cadenza di tiro max 7-8 colpi al minuto. Ma c'erano dei problemi non indifferenti con l'uso di tali cannoni sui caccia. L'alzo e la direzione degli affusti singoli erano manuali, al ritmo di 2-3 gradi al secondo, che li rendeva inutilizzabili nel ruolo contraerei. La mancanza di sistemi di caricamento assistito li rendeva più lenti del desiderabile anche nelle azioni di fuoco. Inizialmente c'erano 5 cannoni, di cui due in torri sovrapposte a prua.
I Tedeschi si erano fatti una notevole esperienza di guerra sommergibile dai primi anni del XX secolo. Non erano stati i primi a usare gli U-Boote, ma erano riusciti a costruire una flotta efficiente di battelli costieri, di media crociera, oceanici. Nel dopoguerra gli fu impedito di costruire sommergibili, ma i progettisti lavoravano all'estero come in Finlandia, dove venne varato a tutti gli effetti il progenitore diretto dei '''Type II''', del 1933. Fecero presto a costruirne 50, progressivamente ingranditi (il D era di 314/364 e 43,95 m). Essendo costieri non ebbero molto da fare quando la battaglia si spostò nell'Atlantico e la costruzione cessò nel '41.
 
Ecco, per la cronaca, le loro caratteristiche complete (versione IID):
Essi erano tuttavia considerati insoddisfacenti e in seguito la versione motorizzata per la rotazione, la Tbts LC/36, comportò l'uso di uno scudo corazzato da 20-40 anziché 8-20 mm e il peso aumentò da 16 a 19 t. Dato che si trattava di postazioni scoperte, si vollero poi delle torri binate a prua, ma la torre binata pesava ben 60 t dato che era chiusa, il che faceva ampiamente immergere la prua della nave nel mare nonostante l'eliminazione della tuga del pezzo N.2. Se non altro la torre era chiusa a prova di acqua di mare ed era inevitabilmente motorizzata, oltre che munita di alzo tale da renderla capace di tiro contraerei.
 
*'''CaratteristicheDislocamento''': 314/364 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 43,95 m, larghezza 4,87 m, pescaggio 3,9 m
*N.unità: 15 varate nel 1942-44
*'''Equipaggio''': 25
*Dislocamento: 2.600-3.600 t
*'''Motore''': diesel da 700 hp ed elettrico da 410 hp su due assi
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,9 m
*Propulsione'''Prestazioni''': 213/7,6 gruppinodi, turbineautonomia su 2 assi; 706.000500 hpkm ;a 3612 nodi;, 10.900105 km a 194 nodi
*'''Armamento''': 1-4 cannoni da 20 mm, 3 tls prodieri con 6 siluri
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 150 mm, 4 da 37, 5 da 20 mm, 8 TLS da 533 mm; 60 mine (allestimento 'Barbara': 12 da 37 mm e 18 da 20 mm)
 
[[Immagine:U 52.jpg|320px|right|thumb|L'U-52]]
Poi seguiranno i '''Type VII''' di cui i primi dieci erano il mod. A, da appena 626-745 t, ma di cui il B e sopratutto il C erano i più importanti, con 66,5 m di lunghezza per 769-871 t si potevano considerare battelli di media crociera. Vennero costruiti in quantità enormi (quasi 700) e per anni furono i principali marcatori di vittorie della marina tedesca, appoggiati dai '''Type IX''' a lunga autonomia da 1120-1232 t, 76 m, cannone da 105 mm e 6 tls con 22 siluri. Questo era modello 'IXC' perché se questi avevano 25.000 km a 10 nodi in superficie di autonomia, 115 km a 4 nodi immerso, i 14 Type IXB nel '39 avevano 22.250 km, ma gli D2, 29 unità (che si aggiungevano ai 149 XC) avevano 58.400 km di autonomia e il D2-42 perfezionato ebbe un solo esemplare completato. Spesso c'erano dei piccoli autogiri per esplorazione a bordo dei IX. Gli IXD arrivavano a 87,5 m.
 
[[Immagine:VII_y_IX_en_Trondheim_color.jpg|350px|right|thumb|Type VII e IX assieme, davanti ad un enorme rifugio corazzato tedesco a Trondheim]]
Questi caccia vennero costruiti in varie configurazioni: chi venne costruito con 5 cannoni singoli, chi direttamente con soli 4 di cui forse due a prua; chi con 3 singoli a poppa e poi il cannone binato a prua. Alla fine venne spesso deciso di lasciare solo un cannone singolo a prua, il cui peso (16-19 t) era ben inferiore.
Caratteristiche VIIC e IX C
*'''Dislocamento''': 769/871 t---1.120/1.232
*'''Dimensioni''': lunghezza 66,5---76,7 m, larghezza 6,2---6,75 m, pescaggio 4,75---4,7 m
*'''Equipaggio''': 44---48
*'''Motore''': diesel da 2.800 hp ed elettrici da 750 hp su due assi---4.400 hp e 1.000 hp su 2 assi
*'''Prestazioni''': 17,5/7,5 nodi, autonomia 15.750 km/10 nodi, 150 km/4 nodi---18,2/7,5 nodi, autonomia 25.000 km/10 nodi e 115/4 nodi (NB: durata delle batterie senza ricaricarle in superficie)
*'''Armamento''': 1 da 88 mm, 1 da 37, 2-8 cannoni da 20 mm, 4 tls prodieri+1 poppiero con 14 siluri---1 da 105 mm, 1 da 37, 1 da 20 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 22 siluri
 
Tornando alla nave di per sè, la manovrabilità non fu buona, ma almeno si tentò qualcosa con l'adozione di un doppio timone poppiero. Agli esemplari Z23-30 iniziali vennero aggiunti altri 7 migliorati, noti come 'Classe Narvik'. Alla fine solo 6 vennero perduti in azione e due andarono alla marina francese, mentre uno divenne -presumibilmente per le sue grandi dimensioni- una nave britannica sperimentale per nuovi sistemi propulsivi. Questi cacciatorpediniere, che ben si possono definire 'supercacciatorpediniere', erano in effetti figli della stessa competizione franco-italiana: per affrontare i caccia francesi con i pezzi da 130 si vollero unità con i 128 mm, per affrontare i caccia armati con i 138 si vollero quelli con i 150; ironicamente, per quando gli Z 36 vennero approntati la minaccia francese non esisteva più.
 
I '''Type X''' e '''XI''' erano altri parte dei 5 tipi previsti come unità indispensabili per la Marina tedsca, uno era il posamine, l'altro un incrociatore sommergibile con pezzi da 127 mm in torretta, costruito in soli 3 costosi esemplari da 3.140 t e 115 m per 23 nodi, con tanto di idrovolante da ricognizione. I posamine Type X da 2.500 t erano invece da 89,8 m e avevano 66 mine oltre a cannoni e siluri, spesso usato anche come rifornitore grazie alle sue dimensioni e capacità di carico.
Uno sviluppo che merita d'essere ricordato è la modifica 'Barbara', con la rimozione di uno dei cannoni da 150 e l'aumento di armi contraerei di cui si sentiva molto la necessità; anche perché i cannoni da 37 tedeschi navali, per strano che possa sembrare, non erano automatici e quindi erogavano un volume di fuoco preciso ma non sufficiente per affrontare i pericoli dall'aria. I radar di scoperta erano pressoché standard per le navi tedesche, e questi grossi caccia non fecero certo eccezione.
 
Caratteristiche Type XB
Nonostante una certa inefficienza, questi grossi caccia tedeschi erano duri combattenti. Una delle loro missioni tipiche era quella di attaccare convogli diretti nell'Artico. Per esempio, una flottiglia di 3 navi attaccò il convoglio PQ 13 nel marzo del '42. Localizzati da un incrociatore inglese, l' HMS TRINITAD, tra la foschia e la neve, si ritrovarono colpiti duramente da tutte le sue armi a distanza ravvicinata, come accadde nel Mediterraneo durante la battaglia del '40 in cui due Spica e un caccia italiani andarono perduti. Le navi tedesche potevano rispondere con un volume di fuoco analogo, ma colpite per prime (non avevano radar in funzione), risultarono colpite da tutte le armi di bordo della nave britannica, e si ritirarono; sopratutto andò male allo Z26, che venne colpito pesantemente, ebbe esplosioni a bordo nei depositi munizioni.Ma si rifiutò testardamente di affondare in una battaglia disperata in un mare capace di uccidere in secondi chiunque vi fosse caduto dentro. Alla fine la nave britannica si avvicinò e tirò un siluro per graziare la nave già devastata dalle cannonate: ma questo ebbe una traiettoria anomala e ritornò sul TRINITAD, colpendo lui anziché lo Z26! Quest'ultimo andò comunque a fondo, soccorso dai suoi compagni, mentre la nave inglese si ritrovò con uno squarcio di quasi 20 metri, che le consentì a malapena di raggiungere le coste sovietiche. Riparato alla meno peggio con le infrastrutture disponibili, ritornò verso Ovest con il convoglio successivo, ma anche per i danni subiti in precedenza, non sopravvisse alle bombe di alcuni Ju-88 e affondò. Decisamente, gli incrociatori britannici non erano fortunati contro le siluranti germaniche.
*'''Dislocamento''': 1763/2177 t
*'''Dimensioni''': lunghezza 89,8 m, larghezza 9,2 m, pescaggio 4,11 m
*'''Equipaggio''': 52
*'''Motore''': diesel da 4200 hp ed elettrici da 1100 hp su due assi
*'''Prestazioni''': 16,5/7 nodi, autonomia 34.400 km/10 nodi, 175 km/4 nodi
*'''Armamento''': 1 da 105 mm, 1 da 37, 1-4cannoni da 20 mm, 2 tls poppieri con 15 siluri. 66 mine
 
 
Type XI:
Gli studi tedeschi andarono tecnologicamente molto avanti nel settore dei sistemi propulsivi sia con le turbine ad alta pressione, certamente efficienti ma di difficile realizzazione, e nel settore dei diesel, piuttosto pesanti oppure piuttosto inaffidabili se si tentava di alleggerirli troppo. Sette navi tedesche vennero realizzate (Z35-Z36, Z43-47), chiamate Type 26B e poi, le ultime due ''''Type 36C''''. Con queste navi si ritornò ai cannoni da 128 mm, ma solo 3 navi vennero completate entro il 1944, in una situazione di grave crisi per l'industria cantieristica tedesca, subissata dalle richieste per sommergibili e dalla riparazione dei danni per le navi esistenti, mentre già le unità più grandi erano pressoché scomparse dalla flotta attiva tedesca (per decisione dello stesso Hitler). Simili ai Type 34 come impostazione, ma con scafo grande come quello dei Type 36A, e lo stesso apparato motore da 70.000 hp (standard per i caccia tedeschi), sfruttavano la riserva di spinta per ospitare sopratutto armi contraerei: 2 impianti binati da 37, 3 quadrinati da 20 e tre singoli sempre da 20 mm; oltre ai soliti siluri e a ben 76 mine. Presumibilmente, l'armamento più leggero e lo scafo più grande erano sufficienti per assicurare loro le migliori doti nautiche tra i caccia tedeschi realizzati, e vennero usati sopratutto come posamine veloci.
*'''Stazza''': 3.140-4.630 t
*'''Dimensioni''': 114,9 m, 9,5x 6,5 m
*'''Motore e prestazioni''': 8 diesel a 12 cilindri da 17.600 hp totali; 23/8 nodi, 100 m quota massima, 20.000 nm (37.000 km) a 10 nodi
*'''Armamento''': 6 tls da 533 mm, 4 pezzi da 127, 1 da 37, 2 da 20, un idro leggero (171 kmh, 500 km autonomia, 830 kg peso).
 
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Proprio le mine furono protagoniste della missione del 12 dicembre 1944. Oramai si era alla fine della guerra, e ogni cosa per i Tedeschi era diventata difficile. Eppure lo Z36 e lo Z36 si mossero per posare l'ennesimo campo minato assieme a 2 torpediniere, vicino alle coste estoni. Il tempo era pessimo, le manovre fin troppo scoordinate e decise al tempo stesso e il risultato, differentemente da tante altre volte, fu un disastro: i due caccia finirono su di un campo di mine messo a mare in precedenza e saltarono in aria con tutto l'equipaggio. Lo Z43 continuò ad operare sul settore settentrionale appoggiando l'Esercito tedesco fino a che, nella primavera del '45, danneggiato da una mina e da attacchi aerei, si autoaffondò nella baia di Geltinger.
Detto dei sommergibili con caratteristiche 'convenzionali', che servono per capire l'evoluzione delle tattiche e della tecnologia, passiamo ora alle contromisure che i Tedeschi applicarono ai loro mezzi quando i progetti VII e IX divennero inesorabilmente, dal '43 in poi, obsoleti.
 
'''Caratteristiche''':
*N.unità: 3 varate nel 1942-44
*Dislocamento: 2.535-3.505 t
*Dimensioni: lunghezza 127 m, larghezza 12 m, pescaggio 3,52 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 70.000 hp ; 36 nodi; 11.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: 321
*Armamento: 5 cannoni da 127 mm, 4 da 37, 15 (di cui 3 in impianti quadrupli) da 20 mm, 8 TLS da 533 mm.; 76 mine
 
Un altro sommergibile era l''''XVII''' con sistema a circuito chiuso Walter, che azionava un sistema a turbina a vapore ma era molto pericoloso se c'erano impurità per il rischio di esplosioni. Erano navi da 41,5 m, con 5.550 km di autonomia a 9 nodi in superficie e 210 immerso, motori da 210 hp diesel per 9 nodi, ed elettrici da 2.500 hp capaci di spingerlo a 21,5 nodi, anche se c'era solo due tubi lanciasiluri con 4 armi disponibili. Lo scafo, totalmente liscio e privo di armi esterne, aveva sezione ad '8' ovvero due cilindri sovrapposti, il che ottimizzava il volume, ma non l'idrodinamicità, che non era tale da fargli raggiungere i previsti 25 nodi. Vennero costruiti 4 XVIIA con due turbine su di un asse, poi 3 XVIIB con una sola turbina, mentre il XVIIK non entrò mai in servizio, ma avrebbe dovuto disporre di diesel con serbatoi d'ossigeno puro per farli funzionare sott'acqua senza nemmeno attivare lo snorkel. La 'G' doveva essere costruita in 12 esemplari ma non ebbe seguito.
 
[[Immagine:U3008.jpg|350px|left|]]
L'evento successivo fu il caccia esploratore SP1,'''Spahkreuzer''', da realizzare in numerosi esemplari, ma al solito, rimasta lettera morta per le esigenze ben diverse. Tre navi cancellate dal programma Z36A vennero reimmesse in propramma come 'Cacciatorpediniere 1941', ma vennero cancellate entro il 1943. Fu un qualcosa di interessante, con dimensioni e capacità paragonabili a quelle di un incrociatore leggero, più lunghi di 10 m dei 'Capitani Romani' italiani. Il motore turbine a vapore-diesel anticipava i futuri sistemi CODOG con le più pratiche turbine a gas; del resto i Tedeschi provarono a fare cose del genere già nella I GM con una predisposizione, mai attuata per la mancanza di motore idoneo, per le corazzate 'Baden'.
Il '''Type XXI''' era invece il super-sommergibile tedesco che ha fatto poi scuola. 1621-1819 t, lunghezza 76,7 m, diesel da 4000 hp e motori elettrici da 226 hp (moto lento) o 5.000 hp (a piena potenza), cannoni da 30 mm antiaerei in torretta, sonar, autonomia 28.800 km in superficie, 525 immerso a 6 nodi, 6 tls prodieri con 23 siluri. Di questi battelli pieni di batterie ad alta capacità, non solo c'é da dire che avevano prestazioni eccezionali, 15,5 nodi in superficie ma 16 immerso, o 3,5 nodi con il motore elettrico silenzioso. Ma non solo, di queste unità erano previste 3 battelli alla settimana per un totale di 1.500 unità con unità prefabbricate assemblate da varie fabbriche. Era un programma immenso, ma solo in parte realizzato. Concepiti per funzionare per lo più sott'acqua, trovando i bersagli col sonar e attaccandoli immerso, disimpegnandosi poi in velocità grazie ad una riserva di potenza enormemente superiore ai soliti sommergibili dell'epoca, e usando lo snorkel per ricaricare le batterie, erano capaci di funzionare in maniera del tutto innovativa rispetto ai sommergibili normali e di sfuggire agevolmente alla caccia della maggior parte delle unità di scorta alleate. Ma come si è detto, giunsero troppo tardi esendo la somma di tutte le esperienze belliche maturate dalla Marina.
 
*'''Dislocamento''': 1621/1819 t
All'opposto, i Tedeschi lavorarono anche e molto sulle navi con propulsione tutta-diesel, con i '''Type 42''' e una sola nave realizzata, lo Z51, da 'sole' 2050 t standard. Aveva 4 cannoni da 127 mm, armamento più che ragionevole, che se si fosse accettato nei suoi limiti fin da subito, avrebbe dato origine a molte più navi di caratteristiche accettabili, semplicemente senza avere la pretesa di 'surclassare' eventuali avversari (pretesa del resto comprensibile date le differenze numeriche in ballo). Si preventivarono 6 diesel su 3 assi, ma poi si ridusse per carenze di materiali a 4 diesel su un asse. Nel' 45 era ancora in costruzione, ma un bombardamento aereo lo ridusse ad un mucchio di rottami.
*'''Dimensioni''': lunghezza 76,7 m, larghezza 6,62 m, pescaggio 6,2 m
*'''Equipaggio''': 57
*'''Motore''': diesel da 4.000 hp ed elettrico da 5.000 hp e uno da 226 hp, su due assi
*'''Prestazioni''': 15,5/16 nodi, autonomia 28.800 km, 525 km a 6 nodi
*'''Armamento''': 4 cannoni da 20 o 30 mm, 6 tls prodieri con 23 siluri
 
E ora le caratteristiche previste dagli SP1:
 
La loro versione 'piccola' era il Type XXIII prefabbricato in 4 sezioni, capace di immergersi in soli 10 secondi (la differenza tra dislocamento in superficie e immerso era di appena 24 t contro le 45 del IID), poteva viaggiare a 10 nodi in superficie e 12,5 immerso, con due soli lanciasiluri per altrettanti siluri, lunghezza 34,1 m e dislocamento 232/256 immerso, 2.500 km in superficie e 325 immerso a 4 nodi; solo 14 gli uomini al suo interno, praticamente un mini-sommergibile piuttosto che una vera unità subacquea.
*N.unità: 3 non completate
*Dislocamento: 4.540 t
*Dimensioni: lunghezza 152 m, larghezza 14,6 m, pescaggio 4,6 m
*Propulsione: 2 gruppi turbine su 2 assi; 77.500 hp ; 36 nodi; motore ausiliario diesel su asse centrale, da 14.500 hp (circa 20 nodi); autonomia su diesel, 22.300 km a 19 nodi
*Equipaggio: ?
*Armamento: 6 cannoni da 150 mm, 2 da 88 mm ( poppa, assieme a due torri da 150); 8 da 37 (come negli altri caccia, in impianti binati), 3 impianti quadrupli da 20 mm, 10 TLS da 533 mm (sempre in due impianti lanciasiluri in asse sulla nave); 140 mine
 
Solo 62 battelli vennero completati, capaci di operare nei porti nemici tra i bastimenti ma senza autonomia adatta per le missioni atlantiche. Come i 'XXI' la loro velocità immersi superava quella in emersione, cosa possibile solo con battelli avanzati con una grande potenza propulsiva e batterie adeguate.
In pratica erano l'equivalente degli incrociatori leggeri tedeschi, solo che non avevano corazze protettive; la loro sagoma era dominata da due sottili alberi e due bassi e ben distanziati (con i lanciasiluri nel mezzo) fumaioli. Il bordo libero era finalmente tenuto nella giusta considerazione con uno scafo simile a quello degli incrociatori leggeri.
 
Solo alcuni vennero affondati, e solo per gli aerei. L'ultima azione dei sommergibili tedeschi avvenne il 7 maggio 1945 nel Fith of Forth, affondando due mercantili con altrettanti siluri. Era stato l'U-2336 e fu l'ultimo colpo della flotta di U Boote.
Da ricordare che i cacciatorpediniere tedeschi ebbero anche un'evoluzione, prevista ma non realizzata: il cannone da 128/45 mm '''SC K/41''', finalmente pienamente 'doppio ruolo' in impianti binati Drh LC/41 con peso di 40 t, capaci di 60 gradi d'elevazione. La cadenza di tiro era di circa 15 colpi al minuto. Erano capaci di sparare a 22 km granate da 28 kg, ancora qualcosa di meno rispetto ai 23 e 32 rispettivamente dei moderni cannoni da 127/54 mm, in ogni caso si trattava di armi molto potenti e non eccessivamente pesanti. Erano previsti per i seguenti tipi di caccia: Type 36C (3 torri binate), Type 41 (2), Type 42C (3), Z1945 (4). Il problema era che di fatto mancarono le navi su cui installarli. Erano anche previsti per riarmare alcune navi da battaglia, specie le 'Panzerschiffe': si prevedevano in tal caso 7 impianti binati al posto degli 8 singoli da 150 e 3 binati da 105 mm presenti.
 
 
====Le basi degli U-Boote====
Non fa parte delle 'armi' vere e proprie, ma parlare delle basi dei sommergibili tedeschi è decisamente interessante, data la realizzazione in grande stile di grandi rifugi e scali per questi mezzi navali, che divennero presto delle realizzazioni di grande complessità e con un'identità propria, anche se con caratteristiche base standardizzate. Nel '39 la Marina tedesca aveva solo 57 sommergibili e solo 2 scali protetti, oltretutto in realizzazione. Questo significa che nessun sommergibile tedesco era mai totalmente al sicuro, nemmeno nelle loro basi. Presto divenne chiaro che i sommergibili erano da proteggere, se si voleva aiutarli a sopravvivere alle azioni nemiche. Così avvenne, con una quantità di cemento e calcestruzzo di milioni di tonnellate, con dimensioni enormi. Del resto tutte le infrastrutture erano state demolite nel primo dopoguerra. Ben presto le basi di U-Boote divennero a prova di bombe, che la RAF cercava di realizzare in formati sempre più pesanti. Per esempio, Helgoland (costruzione Nordsee III) era una base operativa, aveva un tetto sostenuto da 32 cemento armato in doppia fila, con tre vani che contenevano 2 sommergibili l'uno; sul tetto c'erano anche il radar e alcuni cannoni da 37 mm. Lungo 156 m per 88 di larghezza, aveva tetto spesso 3 metri, pareti anch'esse necessariamente spesse (2 metri) e venne costruito nel 1940-41. Nel '47 venne distrutto con l'operazione 'Big Bang', con una enorme esplosione. La base di Amburgo era un'altra, la Elbe II, 2.500 piloni, 1800 metri quadrati, 137x62 m, che venne demolito dagli Alleati. Ma solo per parte, data la sua robustezza. A tutt'oggi due Type XXI giacciono tra le sue macerie, precisamente l'U-3596 e 3506. Questa era una base di raddobbo e costruzione. Le basi erano soggette ad attacchi pesantissime, la BREMA, base 'Valentin', venne ultimata tra il 1945 e il 1945 per il 90%. Ebbe un tetto raddoppiato con metà del soffitto aumentato a 7 m, con strutture anche come Fang-rost, con una struttura ad U, una struttura di cemento armato. Ne ebbe bisogno, come il 27 marzo 1945 quando ricevette 4 Tallboy, e anche 13 Grand Slam. Queste ultime riuscirono a perforare con un paio di colpi a segno che causarono pesanti danni, con crateri di 8 metri nel tetto. Poi ci provarono anche gli Americani con 62 'Disney bomb' da 2.200 kg, ordigni a razzo sganciati dai B-17 con velocità supersonica all'impatto. C'erano basi come quella di Trondheim, piuttosto piccolo, per sommergibili costieri; ma sopratutto c'erano le basi in Francia, come La Pallice (raddobbo e operazioni), completata nell'ottobre 1941 con molti operai locali utilizzati, base operativa della 3a flottiglia U-Boote, aveva due chiuse protette da reti parasiluri, 201 m di lunghezza, 196 metri, 10 alveoli. I Tedeschi, chiusi nella sacca vicina di Rochelle, dove resistettero fino alla fine del conflitto. C'era poi Bordeaux, con tetto spesso fino a 5,6 metri, Lorient, che è rimasta la base dei sommergibili francesi anche nel dopoguerra fino praticamente ai nostri giorni; era la base più grande di tutte, con 28 battelli di capacità complessiva, argani di sollevamento, uno scalo, lo Keroman I di 120 m di lunghezza e 85 di larghezza. C'erano diversi scali successivi, anche il Keroman II e III. Poi c'erano anche scali come St.Nazaire, danneggiato nel '42 da un audace attacco di commandos inglesi, che riuscirono a speronarne le chiuse e a farle esplodere con un cacciatorpediniere pieno di esplosivo, che in verità esplose il giorno dopo, quando il raid era già stato respinto dall'agguerrito personale della flottiglia dragamine<ref>Bargnasco, E: Le basi protette degli U-Boote, Storia militare maggio 1996</ref>
 
==Note==