Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale: differenze tra le versioni

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Tra i grandi apparecchi plurimotori, il successore dell' S.M.79 era il più potente '''[[w:S.M.84|S.M.84]]''', che tuttavia dimostrerà difetti molto seri, scarsa stabilità, affidabilità, maneggevolezza. Come il Fairey Albacore con lo Swordfish, fallì nel tentativo di sostituire il bombardiere-silurante da cui derivava. Volando nel 1940, entrò in azione nel '41 rimpiazzando per lo più i BR.20. Come l'Albacore britannico, anche qui l'unico grande successo fu il danneggiamento di una corazzata, la HMS Nelson. Ma mentre nel caso dell'aereo inglese, si trattò di una vittoria pagata con la perdita di un solo aereo (quello che si avvicinò per silurare), nel caso degli aerei italiani, l'azione (sempre del '41, tanto per continuare il parallelo) vide decimato il 36° Stormo, che perse 6 aerei con almeno 30 aviatori tra cui Helmut Seidl, comandante dello Stormo. Inoltre agli Inglesi non comporterà nessun aggravio il danneggiamento della loro corazzata, agli Italiani costerà una catena di eventi culminata con Matapan e i suoi 3 mila morti e prigionieri (equipaggi di 3 incrociatori e due caccia distrutti dagli Inglesi).
 
L'S.M.84 venne costruito in circa 300 unità, delle quali solo una trentina erano ancora attive al luglio del '43, quando si opposero, con forti perdite, all'invasione Alleata. E le prestazioni dell' SM.84, pure capace di 3.000 hp complessivi, sono state largamente sbugiardate dalle azioni pratiche. La relazione presentata all'epoca dei fatti da parte della stessa R.A., dice infatti che l'S.M.84, in teoria capace di 467 kmh a pieno carico, 8.000 m di tangenza, oltre 5 ore di autonomia a 397 kmh, in pratica volava a 280 kmh (in crociera, visto che in salita erano indicati pur sempre 250 kmh), 4.400 m -non per tutti gli aerei-, meno di 4 ore di autonomia, il tutto con un carico minimale di circa 500 kg di bombe. Questo comportava anche 2 t di prezioso carburante per una missione ad appena 400 km di distanza: l'80% del carburante per assicurare la metà del raggio d'azione con la metà del carico teorici. E notare bene, tutto ciò si riferisce alla versione migliorata 'Bis'. Non stupisce che l'SM.79 Bis, opportunamente modificato e con motori da 920 hp, lo abbia superato in prestazioni, così come il CANT Z.1007 Ter. Ancora durante l'Armistizio gli SM.84 presenti erano 150 circa, ma quasi nessuno in servizio di prima linea, nonostante le perdite di bombardieri subite<ref>Per questo aereo, è usata anche Lembo, Daniele:''SM 84: il fratello 'stupido' dell'S.79'',Aerei nella Storia giu-lu 2002</ref>.
 
Dall'SM.84 nacque però un nuovo aereo, che vale la pena di ricordare: l''''[[w:S.M.89|S.M.89]]'''. Questo era un vero 'incrociatore aereo', con un'ampia capacità d'armamento. La struttura era sempre di tipo misto, ma i motori erano stati ridotti a 2, i potenti Piaggio P.XII Tornado da 1.500 hp. Così nel muso c'era spazio per due potenti cannoni automatici Breda da 37 mm e tre Breda da 12,7 mm, altre due infine erano nella postazione ventrale e dorsale (tipo IX telecomandato e tipo V). Non si sa bene quando l'aereo volò per la prima volta: forse l'autunno del '41 o la primavera del '42. Ad ottobre venne trasferito a Guidonia, nel centro sperimentale. Qui il velivolo, MM.533, rimase un pò; poi Moggi lo portò a Furbara per le prove di tiro. L'aereo prometteva bene quanto a potenza. Di fatto era molto simile, come concezione, ad un grosso Hs.129. Come questo era dotato di un abitacolo minuscolo, con il muso abbassato e piuttosto piccolo per migliorare la visibilità dell'abitacolo. La corazzatura era impressionante: 300 kg di acciaio per parte anteriore più il parabrezza blindato, 300 kg per i motori, 80 kg soltanto per la corazza posteriore. V'erano poi anche i serbatoi semapizzati (autostagnanti), sei da 2.700 l. I collaudi dell'aereo iniziarono con un solo cannone, l'altro venne poi prelevato da un FC.20 presente. Venne usato anche contro carri armati. Però il suo compito era di bombardiere-distruttore, anche come caccia. Venne considerato una piattaforma di tiro stabile, e mandato in carico alla 173a Squadriglia. Ma i piloti si avvidero che era talmente pesante, che bisognava volarlo con assetto cabrato per non perdere quota, il che rese fantascientifico (a parte le prestazioni ridotte) il compito di caccia pesante. Nonostante che avesse la stessa potenza dell' SM.84 con minor peso, si dimostrò quindi un fallimento. Avrebbe dovuto rinunciare o alle corazze, o all'armamento: le prime erano incompatibili con un caccia. In teoria con una rimotorizzazione con gli Alfa RC.135 le cose sarebbero migliorate, ma un'aereo del genere avrebbe necessitato di motori affidabili da circa 2.000 hp per essere davvero valido, cose che in Italia non erano disponibili.
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*'''Pesi''': 8.800-12.635 kg
*'''Prestazioni''': 440 kmh a 4.300 m, tangenza 6.700 m, salita a 3.000 m in 9,25 minuti;raggio 720 km, autonomia 1.600 km
*'''Armamento''': 2 cannoni Breda da 37 mm, 5 Breda da 12,7 mm, 700 spezzoni da 2 kg, o bombe o un siluro<ref>Per questo aereo, è usata anche Lembo, Daniele:''SM 89 e FC 20: i Distruttori della Regia Aeronautica'',Aerei nella Storia Feb-mar 2006</ref>.
 
 
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*'''Armamento''': 1 MG-151 da 20 mm, 3 Breda da 12,7 mm (una difensiva), teoricamente 820 kg di bombe (presumibilmente o una da 800 kg, o una da 500 kg sotto la fusoliera, due da 160 kg sotto le ali).
 
C'é infine da ricordare l''''[[w:S.M.95|S.M.95]]''', per una volta quadrimotore e non trimotore, un aereo da trasporto civile che, appositamente modificato, potrebbe garantire, carico di carburante, 11.000 km con 500 kg di carico. Questo avrebbe potuto fare, assieme ad equipaggi d'eccezione, addirittura una missione d'attacco oltreoceano, contro New York. Missione puramente simbolica, chiaramente, ma: a New York c'erano oltre un milione di italo-americani e italiani, cosa che non era certo fatto da dimenticare; e poi c'era il rischio che gli Americani per rappresaglia distruggessero le città italiane, già sotto le bombe. La missione, così ardimentosa, era quasi pronta per il settembre del '43, ma non se ne fece nulla. Mussolini, anche vedendo il carico di bombe tanto ridotto -oltre che per i motivi di cui sopra- richiese che si lanciassero solo manifestini di propaganda. Gli Americani sarebbero stati costretti ad aumentare le risorse per la propria difesa nazionale limitando le forze proiettabili all'estero. Ma dopotutto, questo lo facevano già contro i sottomarini dell'Asse e in seguito, contro i palloni giapponesi 'da bombardamento' Fu-Go. Al dunque questa missione non ebbe mai realizzazione, da fare eventualmente partendo dalla Francia settentrionale. Anche i Tedeschi ci provarono, con aerei specifici, come i Me.264 e in seguito gli esamotori Ju 290. Ma anche qui non ci fu nessun risultato: le distanze atlantiche erano troppo grandi per chiunque e anche oggi solo il rifornimento in volo rende possibile pensare ad azioni sopra l'Atlantico. Gli unici che forse ce la potevano fare sarebbero stati i B-36 americani e i Tu-95 sovietici, ma questo aveva anni per concretizzarsi. Può sembrare quindi una missione eccessivamente ambiziosa, ma del resto nel '39 un SM.75 speciale ottenne un record di autonomia di oltre 12.000 km, proprio la distanza necessaria per un'azione operativa sopra l'Atlantico<ref>Pedriali, Ferdinando: ''Le fortezze volanti italiane della II GM'' RID Novembre 1991</ref>.
 
== Note e riferimenti ==