Sefer כותב ישוע/Capitolo 9

Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso — diceva Lev Tolstoj.

Mashiach
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IX
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IO SONO COLUI CHE SONO

ישוע מלך המשיח
Io sono il Melekh Mashiach

Quando guardate nel reame del 99 per cento, scoprite quattro attributi chiave della Luce che avete ereditato e sentite il bisogno di esprimere nel vostro mondo al fine di eliminare il Pane della Vergogna.
Essi sono:

  • Essere la Causa.
  • Essere un Creatore.
  • Avere il Controllo.
  • Condividere.

Nel vostro mondo fisico queste quattro qualità si fondono in un unico tratto. Vi espongo un'elegante definizione per questo tratto che è direttamente connessa al comportamento umano:

PROATTIVO!

Inoltre, tutte le caratteristiche del Vaso – cioè dell'umanità – possono essere espresse in una sola parola:

REATTIVO!

Reattivo significa:

  • Essere l’Effetto.
  • Essere un’Entità Creata.
  • Essere Sotto il Controllo di Qualunque Cosa.
  • Ricevere.

Il comportamento reattivo si basa sul desiderio di ricevere connaturato all'umanità, cioè il desiderio originario che fu creato nel Mondo Senza Fine. Il comportamento reattivo include l'avidità, l'egoismo, l'indulgenza verso se stessi, l'ego e così via.

Per comportamento reattivo si intende ogni nostra reazione a eventi esterni, per esempio la rabbia, l'invidia, l'eccessiva sicurezza di sé, la scarsa autostima, il desiderio di vendetta, l'animosità.

Fermatevi un momento a pensare a questo tipo di reazioni, alle volte in cui le avete provate. Pensate alle situazioni che hanno innescato in voi quei sentimenti.

In realtà il 99 per cento del vostro comportamento è di natura reattiva. Ma questo fa parte del piano. Ricordate: il desiderio di ricevere appagamento è la vostra essenza.

La vostra coscienza si fonda su desideri reattivi, impulsivi, istintivi. La vera trasformazione spirituale avviene nel momento in cui ci si eleva al di sopra di questa coscienza.

Esaminiamo ora il ruolo che tutti questi concetti cabalistici giocano nel vostro mondo reale.

Semplificando al massimo, possiamo affermare che la missione del Vaso è trasformarsi da forza reattiva in forza proattiva. Dunque...

questo è il fine ultimo della vita;

la ragione della vostra esistenza;

il senso della vita;

la strada verso casa;

il sentiero verso un appagamento sènza fine;

il segreto per eliminare il Pane della Vergogna ed esprimere il vostro DNA divino;

la vera definizione di quella che chiamiamo trasformazione spirituale.

Abbiamo così svelato il mio Quarto Principio:

Lo scopo della vita è la trasformazione spirituale
da entità reattive a esseri proattivi.

  • Quando voi reagite a ogni situazione o evento esterno della vostra vita, siete soltanto un effetto e non una causa; siete reattivi, non proattivi.
  • Se viveste senza andare incontro ad alcuna crescita personale o ad alcun cambiamento della vostra natura, non creereste nuovi livelli spirituali di esistenza per voi stessi.
  • Quando lasciate che forze esterne influenzino i vostri sentimenti, positivi o negativi che siano, avete rinunciato al controllo.
  • Quando date prova di un comportamento egocentrico, non state condividendo bensì gratificando il vostro ego.

Prima di proseguire, rifletteteci su bene!

Ogni volta che nella vita avete una reazione – di rabbia o di piacere che sia – l'energia che percepite è una pericolosa connessione diretta con il reame del 99 per cento. È la Luce che il Vaso originariamente riceveva nel Mondo Senza Fine. Questa Luce vi dà una fiammata di energia, un brivido di piacere, un senso di gratificazione. Però fu questo stesso bagliore iniziale a fare nascere il Pane della Vergogna! Il Vaso respinse la Luce perché la stava ricevendo in modo reattivo.

Ogni volta che vi comportate in modo reattivo rinnegate la natura divina che avete ereditato. La vostra anima, allora, compie nuovamente l'atto di Resistenza e interrompe il flusso della Luce. Si ripete una versione spirituale del Big Bang. Metaforicamente viene gettato un altro vestito sopra la lampada. La vita si fa più buia. Ed ecco che il piacere scompare. L'entusiasmo vi abbandona. Il brivido si spegne. Ecco perché vi sentite a terra dopo aver avuto una reazione violenta e rabbiosa nei confronti del vostro coniuge. Ecco perché vi sentite distrutti quando si esaurisce lo «sballo» dato dalla droga. Ecco perché la vostra eccitazione scompare poco dopo aver comprato una macchina nuova o un bel vestito. La gratificazione che provavate non nasceva da uno sforzo proattivo: il vostro appagamento dipendeva da qualcosa di esterno.

Allo stesso modo se qualcuno vi fa un complimento e vi fa sentire più soddisfatti di voi stessi, è l’altra persona a essere la causa: voi siete soltanto l'effetto. La vostra felicità sarà solo temporanea. La vostra anima è costretta a ripetere l'atto di Resistenza e a respingere la Luce per evitare il Pane della Vergogna. Il risultato finale è l'oscurità.

Per evitare che nella nostra vita si verifichino dei «Big Bang spirituali» abbiamo un'altra possibilità: l'uso proattivo della Resistenza. Ciò significa annullare ogni impulso reattivo avvalendosi del libero arbitrio.

Sebbene a parole sembri una cosa semplicissima, tale atto richiede una forza di volontà e un autocontrollo quasi sovrumani. Scoprirete perché è più facile a dirsi che a farsi. Ma prima provate a fare l'esercizio seguente per comprendere meglio il concetto di Resistenza e ciò che realmente si intende per trasformazione.

Ve lo racconto in forma di parabola moderna...

Scenario n° 1: Sulla scrivania di un ufficio ci sono centomila euro in banconote di piccolo taglio. Arriva un uomo e vede il denaro. Dopo essersi accertato che nessuno lo stia guardando, arraffa le banconote e scappa come un ladro.

Scenario n° 2: Arriva un uomo e vede il denaro. Si mette a tremare, spaventato alla sola idea di toccarlo, figuriamoci di rubarlo. Se la dà a gambe come un coniglio impaurito.

Scenario n° 3: Arriva un uomo e vede il denaro. Dopo aver controllato che nessuno lo stia osservando, arraffa le banconote e scappa. Poi, però, si ferma. E combattuto, ma alla fine decide di riportare i soldi dove li aveva trovati.

Scenario n° 4: Arriva un uomo e vede il denaro. Lo prende e lo mette in una valigetta. Dopo averla chiusa a chiave la consegna alle autorità perché la tengano al sicuro. Lascia sulla scrivania un biglietto in cui invita chiunque abbia perso una grossa somma in contanti a mettersi in contatto con lui per poter recuperare il denaro.

Quale scenario rivela una maggiore Luce spirituale nel nostro mondo? Quale persona manifesta maggior Luce spirituale nella sua vita? Per trovare la risposta passiamo velocemente in rassegna i diversi scenari sulla base di quanto avete appreso finora.

Scenario n° 1: In questo caso l'uomo è dominato dal desiderio reattivo e istintivo di ricevere che gli suggerisce di prendere i soldi e scappare. Il comportamento reattivo non produce alcuna Luce.

Scenario n° 2: L'uomo sta semplicemente reagendo al desiderio istintivo di lasciarsi spaventare anche dalla sola idea di rubare. Reagire a un istinto naturale non produce alcuna Luce. Questa persona entra ed esce dall'edificio senza che la sua natura sia in alcun modo cambiata.

Scenario n° 3: Inizialmente l'uomo reagisce al desiderio di rubare il denaro, ma poi si blocca. Si oppone a quella reazione, proattivamente e così, in un istante, vincendo l'istinto iniziale, trasforma la sua natura e restituisce i soldi. La sua trasformazione da entità reattiva a essere proattivo rivela Luce spirituale.

Scenario n° 4: In questo caso l'uomo si limita a reagire al desiderio istintivo di fare la cosa giusta. In merito all'idea di rubare era già in uno stato mentale proattivo. Non si verifica alcun mutamento nella sua natura: rimane la stessa persona di prima. Un comportamento del genere non aggiunge Luce alla vita di questa persona. L'uomo onesto di questo scenario, però, ha un'altra occasione per avvicinarsi alla Luce: dopo aver restituito il denaro non deve reagire all'ego che gli dice quanto è bravo e virtuoso. Deve resistere al desiderio di ricevere, che in questo caso consiste nel desiderio di ricevere encomi per la buona azione compiuta. Deve comprendere che la vera opportunità che gli viene offerta non sta nell'atto concreto della restituzione del denaro, bensì nel mantenere segreta la buona azione e nel non cedere alle lusinghe dell'autocompiacimento.

Ricordatevi sempre che non sono le vostre qualità positive a far scattare l'interruttore: la Luce si accende solo quando individuate, sradicate e trasformate le vostre reazioni negative. È il grado di trasformazione cui va incontro la vostra natura a darvi la misura del vostro appagamento.

La prossima volta che vi troverete bloccati in una lunga fila in banca, imbottigliati nel traffico, o in coda alla cassa del supermercato, resistete all'impulso di reagire. Non lasciatevi prendere dalla frustrazione o dall'impazienza. Non arrabbiatevi. Quella coda è lì proprio per mettervi alla prova, e per darvi l'opportunità di non reagire. Se invece reagite, la situazione prende il controllo su di voi: la situazione si trasforma in causa e voi in effetto.

Per fare esempi attuali: ricordatevi sempre che il motivo per non reagire alla lunga coda al supermercato, all'automobilista folle che vi taglia la strada a tutta velocità, o a vostro cognato che fa di tutto per farvi uscire dai gangheri non ha nulla a che vedere con la buona educazione. E neppure con i principi morali o etici, né con altri nobili principi. Ha a che fare con voi, con ciò che avete da guadagnarci.

Storicamente i principi morali non hanno mai portato alla pace e all'armonia. La moralità può anche essere un concetto nobile, ma non cambierà mai la natura degli istinti animali. Non c'è mai riuscita né mai lo farà. La specie umana è costituita da entità «riceventi» («Che cos'ho io da guadagnarci?»). E non c'è niente di male. L'intento del Creatore era proprio questo — ve lo dico io, il Melekh Mashiach.

Per essere motivate ad agire le persone devono ottenere qualcosa in cambio. Lo scopo della Resistenza è farvi avvicinare alla Luce affinché possiate riceverla. Perciò bloccate il vostro desiderio reattivo di pensare costantemente a voi stessi... non perché questa sia un'azione moralmente lodevole, ma perché la trasformazione vi porterà dei vantaggi. È un paradosso: nel momento in cui smettete di pensare a voi stessi e a ciò che ricevete, la Luce si prende cura di voi e potete ricevere ogni cosa, senza paura di perderla!

Ciascuno di voi ha il potere di portare appagamento alla propria vita trasformando la propria natura. Quando un numero sufficiente di voi raggiungerà quel livello, il mondo sarà inondato da un'inimmaginabile infusione di Luce.

Nella vita avete due scelte:

1. Reagire a una situazione, e in tal caso la vostra anima finirà per contrastare la Luce, lasciandoci nell'oscurità del reame dell'1 per cento.

2. Resistere proattivamente al vostro desiderio di reagire, e perciò connetterci alla realtà del 99 per cento.

La seconda opzione elimina il Pane della Vergogna e in questo modo apre la strada alla Luce permettendole di colmare la vostra vita in una circostanza particolare. In altre parole, nel momento in cui opponete resistenza a una reazione, avete trasformato un determinato aspetto di voi stessi e, guarda caso, è proprio questo il vero scopo della vostra esistenza. Entrate automaticamente in connessione con il reame del 99 per cento e così si irradia la giusta quantità di Luce.

Dunque il Quinto Principio Spirituale afferma:

Nel momento della trasformazione entrate in contatto con il reame del 99 per cento — il regno della Luce!

Il passaggio dalla reazione alla proazione avviene così:

  1. Si presenta un ostacolo.
  2. Comprendete che il vero nemico è la vostra reazione, non l'ostacolo in sé.
  3. Soffocate il vostro sistema reattivo per lasciare entrare la Luce.
  4. Esprimete la vostra natura proattìva.

Il momento della trasformazione avviene durante la terza e la quarta fase. Ecco che state connettendo la vostra anima alla splendente dimensione della Luce, ovvero al reame del 99 per cento.

METTERE IN PRATICA LA FORMULA DELLA TRASFORMAZIONE

Considerate questo scenario tratto dalla vita quotidiana e guardate come funziona la formula:

1. Si presenta un ostacolo
Un caro amico vi fa una scenata.

2. La vostra reazione emotiva
Vi sentite offesi. Arrabbiati. Feriti.

3. La vostra reazione comportamentale
Vi mettete a urlare anche voi e poi non gli rivolgete più la parola per mesi.

ANALIZZARE LA FORMULA DELLA TRASFORMAZIONE

1. Si presenta, un ostacolo
Il vostro migliore amico vi fa una scenata.

2. Comprendete che il vero nemico è la vostra reazione
Il nemico è il vostro sentirvi offesi, arrabbiati e feriti, non la persona in questione.

3. Soffocate il vostro sistema reattivo per lasciare entrare la luce
Rinunciate a ogni reazione emotiva. Invece di mettervi a urlare, controllatevi. Anche se non avete niente da rimproverarvi, lasciate che il vostro amico si sfoghi. Non conta chi ha torto o ragione. Ciò che conta è la vostra decisione di non reagire.

4. Esprimete la vostra natura proattiva
Ora siete in contatto con il reame del 99 per cento. Le emozioni che sentirete adesso e le vostre prossime azioni scaturiranno dalla Luce. Automaticamente nasceranno sentimenti e comportamenti positivi. Noterete un cambiamento straordinariamente positivo nella situazione estema che vi si era presentata. Il vostro amico risponderà in un modo che non avreste mai potuto immaginare. Oppure scoprirete qualcosa di illuminante riguardo al rapporto che vi lega.

Troppo spesso la vostra attenzione si concentra sulle circostanze esterne. Una persona che amate vi ferisce. Un affare importante va a monte. Vi trovate in disaccordo con il modo di pensare di qualcun altro. Una persona vi offende. Un collega ottiene la promozione che spettava a voi. Gli eventi esterni scatenano costantemente le vostre reazioni. Invece di reagire, applicate la formula: vedrete accadere dei veri miracoli.

Secondo la mia קַבָּלָה‎, a prescindere dal talento che possedete, se non conoscete le regole del gioco esistenziale ottenete solo il caos. E il regolamento di quello che è il più difficile dei giochi e infinitamente il più misterioso, fu trascritto circa due mila anni fa in un antico manoscritto da me ispirato. Tale libro si chiama Sefer ha-Zohar ספר הזוהר e contiene tutti i segreti spirituali che regolano il Gioco della Vita.

Secondo lo Zohar ciascuno di voi è potenzialmente un campione nel gioco della vita. Tutti nascete dotati di un talento straordinario, ma per la maggior parte di voi questo talento resta inespresso, perché giocate senza conoscere le regole. Il risultato? Vi scontrate, litigate, vi sentite frustrati, e ogni giorno vi inventate giochi nuovi e seguite sempre le vostre regole. Ma è tutto inutile.

La mia קַבָּלָה‎ vi dà regole ben definite, ma senza imporre limitazioni alla vostra esperienza quotidiana del mondo. Anzi: vi libera e vi rafforza nel corpo e nello spirito. Queste leggi sono i Dodici Principi Spirituali che vengono presentati in questo mio libro.

Quante altri libri, leggi, comandamenti e/o principi dovrò formulare nel tempo per condurvi alla Luce?

Prima che possiate cominciare a comprendere a un livello più profondo i principi spirituali della mia קַבָּלָה‎, però, dovete superare un ostacolo. Supponiamo che certi grandi atleti radunati sul campo da gioco conoscano il regolamento che lo conduce, ma che prima dell'inizio del gioco qualcuno bendi loro gli occhi: anche se conoscono le regole, non riescono a vedere. E così ecco il caos!

Secondo la קַבָּלָה‎ tutti voi nascete con una benda sugli occhi. Prima di poter approfondire le regole del gioco della vita e agire davvero in base a esse, dovete togliervi la benda dagli occhi e scoprire una cosa fondamentale. Chi è il nostro avversario?

Perché la natura umana sembra così incline ai comportamenti autodistruttivi? Perché vi dedicate ad attività che sapete essere dannose per voi? Perché abbandonate ciò che vi fa bene e preferite quello che vi fa male? Perché l'avidità vi sembra più allettante e divertente della generosità? Perché vi sembra così facile diventare dipendenti da tutto ciò che è dannoso? Perché è così difficile sviluppare abitudini positive?

Rabbia, paura, invidia, pigrizia – tutti i vostri tratti comportamentali negativi e distruttivi – sono come la forza di gravità. Non importa quanto vi sforziate per librarvi nell'aria: non potete riuscirci. La negatività vi ributta continuamente giù, a prescindere da quanto vi impegniate per innalzarvi. È la vostra natura. La forza di gravità che vi spinga verso le buone abitudini e i tratti positivi, invece, sembra non manifestarsi mai, anzi: quando si tratta di qualcosa che vi fa bene la forza che vi governa è la repulsione. È come se dentro di voi operasse un servizio di «controspionaggio» che fa costantemente di tutto per sabotarvi nei vostri sforzi di cambiare le cose in meglio.

È come se foste programmati a fallire quando la posta in gioco è un miglioramento della vostra qualità di vita. Ma voi siete arrivati in questo mondo proprio per cambiare la vostra natura! Era questo il patto stipulato nel Mondo Senza Fine. Voi, il Vaso, non avreste più ricevuto un vero e duraturo appagamento se non aveste eliminato il Pane della Vergogna, se non aveste trasformato la vostra natura reattiva in proattiva. Ma è un'impresa difficilissima. Anzi, è quasi impossibile. Perché la natura umana è così attratta da ciò che è negativo?

Perché una risposta reattiva si rivela così facile e un atto proattivo, invece, praticamente impossibile?

Una vera trasformazione è così ardua perché, come in ogni altro gioco, nel gioco della vita siete costretti a confrontarvi con un nemico che, incessantemente, fa di tutto per influenzare il vostro comportamento e mettervi a soqquadro l'esistenza.

Vi ho detto che il Vaso, a causa dell'eredità del DNA di Dio, desiderava meritarsi la Luce ed essere la causa del proprio appagamento. Per comprendere ancor meglio il concetto di Pane della Vergogna è utile riflettere sullo scopo di ogni gioco.

In qualunque confronto atletico lo scopo è vincere. Chiunque vi dirà che lo scopo del gioco è vincere.

Ma è davvero così?

Supponiamo che un cabalista, grazie a una formula magica, riesca a far sempre vincere la vostra squadra di calcio. Partita dopo partita. Stagione dopo stagione. Infallibilmente. Il risultato finale sarà scontato fin dall'inizio.

Che cosa significherebbe questo? Che in breve tempo il gioco diventerebbe noiosissimo. E voi non sareste più incentivati a mettervi alla prova.

Allora è proprio vero che lo scopo è vincere? Quello che davvero cercate in un gioco è il rischio, la sfida... compresa l'eventualità della sconfitta. Ciò che lo rende avvincente è la sua capacità di mettervi alla prova.

Il concetto di sconfitta è ciò che dà forma e senso a quello di vittoria.

Nel Mondo Senza Fine «avevamo tutto», tranne una cosa: la capacità di conquistare ed essere la causa dell'appagamento che la Luce riversava su di voi. Per creare da soli il vostro appagamento, dunque, respingeste la Luce.

Volevate l'opportunità di giocare al gioco della Creazione basandovi sulle vostre forze, rischiando di perdere gara dopo gara, esistenza dopo esistenza, ma mossi dalla speranza di vincere e di portarvi a casa il trofeo. Solo così avreste potuto conoscere la vera sensazione di appagamento, di felicità. Solo così avreste potuto sfruttare al massimo la vostra potenziale proattività. Se non aveste accettato la sfida più grande, non avreste mai visto fiorire il seme divino racchiuso dentro di voi.

Come atleti olimpici spirituali dovete allenarvi – a livello mentale ed emotivo – affinché la vostra natura divina possa evolversi e manifestarsi. Questo allenamento appaga il vostro bisogno di meritarci e di creare la Luce, nonché di eliminare una volta per tutte il Pane della Vergogna.

Parabola...

Un uomo, partendo da zero, crea un'impresa che arriva a fatturare miliardi. Dopo averla gestita per venticinque anni, decide di abbandonare la sua carica di presidente per entrare nel consiglio di amministrazione, una posizione più onoraria che effettiva.

Riconoscendo nella figlia le sue stesse doti, l'uomo le assegna il 50 per cento delle quote azionarie dell'azienda nonché la carica di presidente. La ragazza, però, vive quell'offerta come un problema. Il successo dell'azienda è stato frutto del sangue, del sudore e delle lacrime di suo padre, non è dipeso da lei, e nonostante lui abbia deciso di lasciarle la società perché prova amore, ammirazione e rispetto nei suoi confronti, lei ha comunque la sensazione di aver ricevuto un'elemosina.

La ragazza, chiaramente, sarebbe felicissima di ottenere il 50 per cento dell'azienda e la carica di presidente... ma nel modo giusto. Perciò escogita un piano. L'azienda dà lavoro a migliaia di dipendenti, dunque nessuno in realtà sa che lei è la figlia del proprietario, perciò decide di fare domanda per un impiego in magazzino. Dopo aver lavorato sodo per parecchi mesi, ottiene una promozione. In seguito ne ottiene un'altra. Per anni lavora instancabilmente e – grazie al suo spirito di sacrificio, alla sua determinazione, e al suo innato fiuto per gli affari – impara tutti i trucchi del mestiere finché finalmente, un gradino dopo l'altro, ottiene la carica di presidente della compagnia.

Qual è la differenza tra l'ottenere la presidenza in un colpo solo e conquistarla risalendo faticosamente la scala del successo? Se non avesse cominciato dalla gavetta, la ragazza non avrebbe mai potuto realmente provare la sensazione di essersela meritata.

Sapeva che soltanto se avesse ottenuto la carica con le proprie forze avrebbe potuto godere di tutto quello che il padre aveva progettato per lei. Questo processo, inoltre, era necessario anche per la piena realizzazione delle aspirazioni del padre.

È importante capire che durante la scalata al successo della figlia il padre non doveva intervenire. Anche se fosse andata incontro a grosse delusioni, battute d'arresto, perfino se fosse stata licenziata, lui sarebbe dovuto restarne fuori per permetterle di cavarsela da sola, anche a costo di vederla soffrire.

Ma il padre aveva fiducia in lei. In fin dei conti l'aveva vista crescere e aveva riconosciuto in lei le sue stesse doti. Sapeva che una volta arrivata in cima – solo grazie alle proprie forze – avrebbe potuto conoscere e assaporare il gusto del successo, quella meravigliosa sensazione di appagamento che deriva dall'aver conquistato qualcosa di grande. In chiave metaforica la figlia siete voi — il Vaso — e il padre rappresenta la Luce. Per eliminare il Pane della Vergogna il vaso sente l'esigenza di esprimere la natura proattiva che ha ereditato. Per essere proattivi prima dovete essere reattivi. E per farlo avete bisogno di essere sfidati. Per dare un senso e rendere completa la vostra metamorfosi da entità reattive a esseri proattivi dovete essere sfidati da un potente Avversario.

Chi è il vostro Avversario?

Duemila anni fa nello זוהר vi ho rivelato chi è l'Avversario. Vi ho addirittura individuato le diverse tecniche, le strategie e le armi di cui egli si serve. L'Avversario è la causa recondita del caos che fagocita il mondo e lo spirito umano. È quella voce che ci sussurra: «Adesso mangia la torta. La dieta la cominci lunedì!» È lui che fa nascere in voi disperazione, pessimismo, paura, ansia, dubbio e incertezza. Così come scatena arroganza, spietatezza, avidità, gelosia, invidia, rabbia e sete di vendetta.

L'Avversario è la voce che dice: «Dai, fallo!», anche se sapete che non dovreste. L'Avversario è la voce che dice: «Fregatene! Non farlo!», anche se sapete che dovreste, E – quel che è ancora peggio – anche quando vorreste opporre Resistenza e vincere il vostro comportamento reattivo il vostro Avversario vi dissuade!

Per esempio:

  • Vi ripromettete solennemente di cominciare a mangiare in modo sano, ma nel momento in cui vedete una golosa «schifezza» l'Avversario vi convince a rimandare i vostri buoni propositi.
  • Decidete di dedicare più tempo alla famiglia, ma qualcosa vi spinge a fare ancora più tardi in ufficio.
  • State guidando e notate una persona in difficoltà. Il vostro primo pensiero è fermarvi ad aiutarla, ma il vostro Avversario vi convince che probabilmente ci sarà qualcun altro disposto a darle una mano. Schiacciate sull'acceleratore per non mancare al vostro pranzo di lavoro mentre, per l'intero tragitto, l'Avversario vi fornirà ottime scuse per giustificare il vostro comportamento scortese.
  • Vi ripromettete di mettere da parte ogni mese una piccola somma e di avere un approccio più responsabile nei confronti del denaro, ma immancabilmente l'Avversario vi convince a spendere tutto in cose frivole, suggerendovi sempre un buon motivo per farlo.
  • Entrate in un negozio di alimenti naturali e biologici e spendete un sacco di soldi per comprare vitamine di tutti i tipi, perché vi siete ripromessi di cominciare a nutrirvi in modo sano. Sei mesi dopo sullo scaffale c'è una parata di flaconi di vitamine ancora mezzi pieni. L'anno seguente si ripete la stessa cosa e vi ritrovate nello stesso negozio. Adesso, però, giurate a voi stessi che non andrà come l'altra volta... ma non è così.
  • Un vostro caro amico ha fiducia in voi e vi confida un segreto. Promettete (a lui e a voi stessi) di non farne parola con nessuno. Di lì a qualche giorno, però, mentre state chiacchierando con qualcuno, l'Avversario vi spinge a spifferare il segreto del vostro amico. In realtà vi rendete conto che le parole vi stanno uscendo di bocca da sole, nonostante sappiate che non dovreste farlo.
  • Un amico si trasferisce in una casa più bella della vostra, oppure sfoggia un vestito nuovo o una nuova automobile. Vorreste essere felici per lui, ma l'orribile invidia comincia a serpeggiare nel vostro cuore e non riuscite a tenerla a freno. Dentro di voi il risentimento e la felicità per l'altra persona lottano per avere la meglio.

Nel corso della storia religiosi, filosofi e poeti hanno dato nomi diversi all'Avversario, tra cui Lucifero, Belzebù, Mister Hyde, l'Inclinazione al Male, il Lato oscuro, Belfagor, il Signore delle Tenebre, la Bestia...

A prescindere dal nome che gli si voglia dare, i miei antichi discepoli e cabalisti affermavano che l'Avversario era reale. Molto reale. Sebbene non riusciate a vederlo con i vostri occhi, è reale quanto gli invisibili atomi che sono nell'aria ed è altrettanto ubiquo e potente dell'invisibile forza di gravità. Il suo vero nome – come vi ho fatto rivelare dgli antichi saggi cabalisti – è שָׂטָן: il termine (suh-tàhn) si traduce con «Satana».

Satana non è il demonio rosso, munito di corna e armato di un terribile forcone. Queste superstizioni non hanno fatto altro che celare ancora meglio il suo vero scopo e la sua identità. Quel nome è una parola in codice per indicare il comportamento reattivo – indotto dall'ego – e lui è il più potente di tutti i maghi.

Secondo la mia קַבָּלָה il vostro Avversario è un vero asso della magia. La sua abilità nel trarvi in inganno è perfettamente sintetizzata in una frase tratta da I soliti sospetti, l'intelligente film sceneggiato da Cristopher McQuarrie:
La beffa più grande che il diavolo ha fatto al mondo è fare credere a tutti che lui non esiste!

Proprio così, chiaro e semplice. L'Avversario è reale ed esiste, proprio come esiste l'ego umano. Ma l'Avversario è così bravo a nascondersi che avete dimenticato e perso contatto con il vostro vero sé — la vostra anima. Al contrario, siete sempre governati e dominati dai capricci del vostro ego senza mai rendervi conto di essere sconfitti e raggirati dall'Avversario.

Sette giorni su sette, ventiquattr'ore su ventiquattro vi impegnate per soddisfare tutti i desideri dell'ego, indipendentemente da quanto essi possano essere frivoli o autodistruttivi. Questi impulsi indotti dall'Avversario mantengono il controllo su di voi il 99,999 per cento del tempo.

L'Avversario vi ha ingannati facendovi credere di essere in balia di forze esterne e delle azioni altrui. Vi ha convinti che il vostro nemico sia qualche altra persona, non la vostra natura reattiva. Nel frattempo lui si nasconde negli anfratti oscuri della vostra mente, resta in agguato nei bui recessi del vostro essere e così non vi rendete mai conto della sua presenza. Gonfia il vostro ego finché finite per convincervi di essere persone speciali e di avere il controllo della vostra vita. Tutti i dubbi che avete riguardo alla sua esistenza sono opera sua.

Ma la cosa più grave è che l'Avversario vi rende ciechi di fronte alla vostra natura divina, al punto che non sapete neppure capire quale sia il vostro scopo nella vita. Pensateci. Quante persone si guardano veramente dentro ogni giorno sforzandosi di sradicare i loro tratti reattivi negativi? Eppure è questo il fine ultimo della vostra esistenza.

E se trovate ancora difficile credere a tutto ciò, segnate pure un altro punto per l'Avversario.