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Il docmio, dal greco δόχμιος, tortuoso, è un metro della poesia greca, formato da cinque sillabe con un rapporto di 3 a 5 oppure di 5 a 3. È utilizzato soprattutto nelle tragedie di Eschilo ed Euripide, nei monologhi tragici cantati dalle eroine stesse. Lo si incontra anche in Simonide e Pindaro. Lo schema metrico è

∪ — — | ∪ —

Ogni lunga del metro può essere sostituita da due brevi, e ogni breve da una lunga irrazionale. Da queste combinazioni derivano una quarantina di schemi, la maggior parte dei quali rimane puramente teorica.

Compaiono raramente anche forme come l'ipodocmio, con schema: — ∪ — ∪ — molto simile alla tripodia trocaica.

Origine

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A tutt'oggi, l'origine del docmio è discussa: da un lato alcuni studiosi lo ritengono invenzione di Eschilo, secondo altri questa non è una spiegazione plausibile o dimostrabile, e dunque ritengono non spiegabile l'origine del metro stesso.

Dei docmi si hanno:

  • monometri, composti da una sola unità, fungono da clausola per gruppi di cola di altra specie;
  • dimetri;
  • trimetri;
  • tetrametri.

Nella tragedia vengono talvolta utilizzate intere strofe docmiache, sebbene più spesso venga usato in parti commotiche tra giambi, anapesti, bacchei.