L'origine della vita/L'origine nel mondo antico
Come sia iniziata la vita sul nostro pianeta è un mistero che la scienza, al giorno d’oggi non è ancora in grado di spiegare, o per meglio dire, non è ancora in grado di dare una spiegazione galileiana che possa abbandonare la dicitura di teoria. E’ certo però che l’uomo si è posto il problema sin dall’antichità. Fin dall'antichità l'uomo si è posto domande sul mondo che lo circondava e su i fenomeni naturali che osservava cercando di dargli una spiegazione inventando racconti che nel tempo sono diventati miti. Allo stesso modo sono nati i miti sulla creazione dell'universo, la Cosmogonia e i miti sulla creazione dell'uomo.
Miti fenici
modificaNella sua “Storia fenicia”, traduzione del libro greco “τὰ Φοινικικὰ” del sacerdote fenicio Sancuniatóne, Filone Erennio, conosciuto anche come filone di Bilbo, ci racconta del mito fenicio sull’origine del mondo e della vita:
Miti egizi
modificaPer gli antichi egizi l’origine della vita fu possibile grazie ai pensieri del Creatore:
Miti degl'indiani d'America
modificaGli Indiani Yakima narrano che il Grande Capo Lassù, generò la vita da una palla di fango:
Secondo gli Zuni l'uomo vennero creati dapprima come espressione del pensiero di Awonawilona, il dio creatore, come nei miti egizi, ma a differenza di quest'ultimi solo successivamente, dopo un viaggio attraverso i quattro mondi sotterranei, rivestiti di materia. Nella più profonda delle quattro caverne del mondo sotterraneo, gli uomini potenziali e le creature potenziali, devono progettare la loro salvezza verso una dimora più alta. Lì tutto è avvolto nell’oscurità. Si fa avanti il migliore e il più saggio degli uomini, il “guerriero dell’Arcobaleno,” Poshaiyanka, che conquista il mondo più elevato e ottiene una via di scampo da quel luogo. Ė un luogo buio e angusto e non tutti possono seguirlo, Poshaiyanka implora il padre-sole di liberare l’umanità e tutte le creature da quel mondo sotterraneo. Allora il Padre-sole invia gli amati Gemelli nelle profondità della terra per istruire gli uomini e tutte le creature. I Gemelli conducono quelli che possono seguirli alla terza grande caverna del mondo sotterraneo, più luminosa, chiamata la Dimora della Generazione Sessuale o Gestazione. Insieme agli dèi e alle creature inferiori, sei schiere dei padri dei sei tipi di uomini raggiungono questo terzo mondo. Le generazioni delle loro nazioni furono allora portate nel mondo successivo, il quarto, l’Ultima caverna scopribile del mondo, la caverna del Parto. Lì, la luce era simile a quella dell’alba. Gli uomini cominciarono a percepire e ad apprendere, così i Gemelli insegnarono loro a cercare innanzitutto il Padre-sole, che li avrebbe dotati di saggezza e conoscenza di vita. Quando l'uomo raggiungerà la piena saggezza i Gemelli Divini condurranno l'umanità nel quinto grande mondo superiore, pienamente illuminato, chiamato il Mondo della Luce Diffusa e della Conoscenza o Visione.
Mito babilonese
modificaL'Enûma Eliš è il poema della creazione babilonese, il cui nucleo principale era costituito da una cosmogonia, una teogonia, dalla glorificazione del dio Marduk, con l'enumerazione dei suoi 50 nomi e relativi attributi. Prima della creazione del cielo e della terra, le acque primordiali erano mischiate fra loro. Da questa fonte creatrice nascono tre generazioni di divinità, fino ad Ea e Anu. I giovani dei sono irrequieti e disturbano la pace di Apsû, il loro antenato, il quale decide di punirli distruggendoli. Ma Ea attraverso un incantesimo induce Apsû in un sonno profondo e si impossessa delle profondità delle acque, trasformandole in un regno dove vivrà con la moglie Damkina. Damkina dà alla luce Marduk, il cui vigore insidia Tiāmat, la sposa di Apsû. Tiamat, spinta da altre divinità, vuole combattere contro Marduk e, perciò, chiama a sé una schiera di mostri e serpenti comandati dal figlio Kingu. Quando i poteri magici di Ea non riescono a prevalere, questi chiede l'aiuto di Marduk che, in cambio, chiede il comando supremo sugli dei. La richiesta viene accettata e Marduk ottiene armi potentissime, tra cui i sette venti. Il dio scatena allora una tempesta nella quale imprigiona Tiamat, immobilizzandola nella sua rete per mezzo dei venti. Infine, circonda l'esercito nemico e cattura Kingu a cui sottrae le Tavole del Destino. Marduk taglia quindi a metà il corpo di Tiamat: la parte superiore diventa la volta celeste con stelle e pianeti, e quella inferiore diviene la Terra, e il Tigri e l'Eufrate fluiscono dalle sue orbite. Inoltre la coda annodata della dea serve a evitare che le acque dell'Apsû inondino la Terra e colonne possenti sono innalzate per dividere la Terra e il Cielo. Le Tavole del Destino vengono date ad Anu da Marduk in persona affinché le tenga al sicuro. Marduk è eletto capo supremo dagli dei in consesso. Kingu viene accusato della rivolta e per questo viene giustiziato. Ea mischia il sangue di Kingu all'argilla, creando così l'uomo, il quale dovrà lavorare per gli dei supremi, sostituendo il compito precedentemente posto sulle spalle degli dei minori. Viene consacrato un santuario a Marduk, che egli chiama Babilonia, poi tutti gli dei si riuniscono per festeggiare. Il testo continua con l'esaltazione di Marduk.
Mito cinese
modificaSecondo il mito cinese la divinità femminile Nuwa, si aggirava per il mondo. Ella era triste, perché fossero state create le montagne e i fiumi, le piante e gli animali, credeva che la creazione non fosse ancora perfetta perché mancava l'uomo. Scivolando lungo il Fiume Giallo, abbassando il capo, vide la propria bella immagine riflessa nell’acqua. Molto felice, decise allora di modellare figurine con l’argilla del letto del fiume a secondo il proprio aspetto. Nuwa portò ben presto a termine la modellazione di molte figurine quasi simili a lei, sostituendo tuttavia due gambe alla coda di drago. Quindi soffiò su di loro, infondendovi la vita. Nuwa li chiamò “uomini”, poi infuse nel corpo di alcuni l’energia Yang, l’elemento maschile attivo, per cui questi diventarono maschi, e nel corpo di altri l’energia Yin, l’elemento femminile dolce, rendendoli femmine. Ella desiderava riempire la terra di uomini, ma era stanca e lavorava troppo lentamente. A questo punto le venne in mente una scorciatoia, per cui inserì una corda di paglia nel fango del fiume e la fece girare, finchè la parte inferiore non fu avvolta nell’argilla, quindi la estrasse, agitandola per terra. Dove caddero grumi di fango, nacquerono dei piccoli uomini. Nuwa creò in tal modo gli uomini e le donne che riempirono la terra.