Confessione di fede di Westminster/cfw20/cfw20-4

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20:4 E poiché la potestà che Dio ha ordinato [stabilito] e la libertà che Cristo [ci] ha acquistato, non sono destinate da Dio ad annientarsi [distruggersi] ma a sostenersi e preservarsi reciprocamente, coloro che, sotto il pretesto della libertà cristiana, si oppongono ad ogni potere legittimo (civile o ecclesiastico [che sia]) od al legittimo suo esercizio, resistono all'ordinamento divino (400). Possono quindi essere legittimamente chiamati a rendere conto [della loro condotta] (401) e si può procedere contro di loro mediante le censure [provvedimenti disciplinari] della chiesa e con il potere del magistrato civile (402), coloro che pubblicizzano simili opinioni e persistono a praticare ciò che è contrario al lume della natura o ai principi noti della Cristianità - sia che riguardino la fede, il culto, la condotta [la morale] che la potenza [forza] della pietà. Tali opinioni erronee e pratiche, sia per la loro stessa natura, sia per il modo in cui vengono rese pubbliche e seguite, sono distruttrici [perniciose] della pace e dell'ordine esterno che Cristo ha stabilito nella [Sua] Chiesa.

Testo originale

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Inglese Latino
IV. And because the power which God hath ordained, and the liberty which Christ hath purchased, are not intended by God to destroy, but mutually to uphold and preserve one another; they who, upon pretense of Christian liberty, shall oppose any lawful power, or the lawful exercise of it, whether it be civil or ecclesiastical, resist the ordinance of God. And for their publishing of such opinions, or maintaining of such practices, as are contrary to the light of nature, or to the known principles of Christianity, whether concerning faith, worship, or conversation; or to the power of godliness; or such erroneous opinions or practices, as, either in their own nature, or in the manner of publishing or maintaining them, are destructive to the external peace and order which Christ hath established in the Church; they may lawfully be called to account, and proceeded against by the censures of the Church, and by the power of the Civil Magistrate IV. Quoniam vero potestates quas Deus ordinavit, et libertas quam acquisivit Christus non in eum finem a Deo destinatæ sunt ut se mutuo perimant, verum ut se sustentent ac conservent invicem; Qui itaque sub libertatis Christianæ prætextu potestati cuivis legitimæ (civilis sit sive Ecclesiastica) aut legitimo ejusdem exercitio contraiverint, ordinationi divinæ resistere censendi sunt, Quique vel ejusmodi opiniones publicaverint, praxesve defenderint, quæ lumini naturæ, aut religionis Christianæ de fide, de cultu, aut moribus principiis notis, aut pietatis denique vi ac efficaciæ adversantur; vel ejusmodi opiniones praxesve erroneas, quæ aut sua natura aut publicationis defensionisve modo, externæ paci ac eutaxiæ, quas in Ecclesia sua stabilivit Christus, perniciem minitantur; omnino licitum est tum ab iis facti rationem reposcere, tum in eos qua censuris Ecclesiasticis, qua civilis magistratus potestate animadvertere.

Riferimenti biblici

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  • (400) "Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina; e ogni città o casa divisa contro se stessa non potrà reggere" (Matteo 12:25); "Siate sottomessi, per amor del Signore, a ogni umana istituzione: al re, come al sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene ... Fate questo come uomini liberi, che non si servono della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio" (1 Pietro 2:13-14,16); "Ogni persona stia sottomessa alle autorità superiori; perché non vi è autorità se non da Dio; e le autorità che esistono sono stabilite da Dio. Perciò chi resiste all'autorità si oppone all'ordine di Dio; quelli che vi si oppongono si attireranno addosso una condanna; infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l'autorità? Fa' il bene e avrai la sua approvazione, perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non soltanto per timore della punizione, ma anche per motivo di coscienza. È anche per questa ragione che voi pagate le imposte, perché essi, che sono costantemente dediti a questa funzione, sono ministri di Dio. Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto: l'imposta a chi è dovuta l'imposta, la tassa a chi la tassa; il timore a chi il timore; l'onore a chi l'onore ... Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge" (Romani 13:1‑8); "Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano per le vostre anime come chi deve renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando; perché ciò non vi sarebbe di alcuna utilità" (Ebrei 13:17).
  • (401) ­"Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette" (Romani 1:32); "Si ode addirittura affermare che vi è tra di voi fornicazione, una tale fornicazione che non si trova neppure fra i pagani; al punto che uno si tiene la moglie di suo padre! ... ho deciso che quel tale sia consegnato a Satana, per la rovina della carne, affinché lo spirito sia salvo nel giorno del Signore Gesù ... ma quel che vi ho scritto è di non mischiarvi con chi, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, un avaro, un idolatra, un oltraggiatore, un ubriacone, un ladro; con quelli non dovete neppure mangiare ... Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi stessi" (1 Corinzi 5:1,5,11,13); "Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo. Chi lo saluta, partecipa alle sue opere malvagie" (2 Giovanni 10-11); "E se qualcuno non ubbidisce a ciò che diciamo in questa lettera, notatelo, e non abbiate relazione con lui, affinché si vergogni" (2 Tessalonicesi 3:14); "...ma avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti ... è un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verità, le quali considerano la pietà come una fonte di guadagno" (1 Timoteo 6:8,4-5); "... Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, specialmente tra quelli della circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca; 11 uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno disonesto ... Questa testimonianza è vera. Perciò riprendili severamente, perché siano sani nella fede ... Ammonisci l'uomo settario una volta e anche due; poi evitalo" (Tito 1:10-11,13; 3:10); "Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano" (Matteo 18:15‑17); "...conservando la fede e una buona coscienza; alla quale alcuni hanno rinunciato, e così, hanno fatto naufragio quanto alla fede. Tra questi sono Imeneo e Alessandro, che ho consegnati a Satana affinché imparino a non bestemmiare" (1 Timoteo 1:19-20); "Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi sopportare i malvagi e hai messo alla prova quelli che si chiamano apostoli ma non lo sono e che li hai trovati bugiardi ... Ma ho qualcosa contro di te: hai alcuni che professano la dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balac il modo di far cadere i figli d'Israele, inducendoli a mangiare carni sacrificate agli idoli e a fornicare. Così anche tu hai alcuni che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti ... Ma ho questo contro di te: che tu tolleri Iezabel, quella donna che si dice profetessa e insegna e induce i miei servi a commettere fornicazione, e a mangiare carni sacrificate agli idoli ... Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato" (Apocalisse 2:2,14,15,20; 3:9).
  • (402) "Se tuo fratello, figlio di tua madre, o tuo figlio o tua figlia o tua moglie, che riposa sul tuo seno, o l'amico, che è come un altro te stesso, vorranno ingannarti in segreto, dicendo: «Andiamo, serviamo altri dèi», quelli che né tu né i tuoi padri avete mai conosciuto, dèi adorati dai popoli che vi circondano, vicini a te o da te lontani, da un'estremità all'altra della terra, 8 tu non acconsentirai, non gli darai retta; l'occhio tuo non abbia pietà per lui; non risparmiarlo, non giustificarlo; anzi uccidilo senz'altro; la tua mano sia la prima a levarsi su di lui, per metterlo a morte; poi venga la mano di tutto il popolo; lapidalo e muoia, perché ha cercato di spingerti lontano dal SIGNORE tuo Dio, che vi ha fatti uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù. E tutto Israele lo udrà e temerà, e non commetterà più una simile azione malvagia in mezzo a te" (Deuteronomio 13:6‑11; "... infatti i magistrati non sono da temere per le opere buone, ma per le cattive. Tu, non vuoi temere l'autorità? Fa' il bene e avrai la sua approvazione, 4 perché il magistrato è un ministro di Dio per il tuo bene; ma se fai il male, temi, perché egli non porta la spada invano; infatti è un ministro di Dio per infliggere una giusta punizione a chi fa il male" (Romani 13:3-4); "Se qualcuno viene a voi e non reca questa dottrina, non ricevetelo in casa e non salutatelo. Chi lo saluta, partecipa alle sue opere malvagie" (2 Giovanni 10-11); "Tutto quello che è comandato dal Dio del cielo sia puntualmente fatto per la casa del Dio del cielo. Perché infatti l'ira di Dio dovrebbe riversarsi sopra il regno, sul re e i suoi figli? Vi facciamo inoltre sapere che non si possono esigere tributi o imposte o pedaggi da nessuno dei sacerdoti, dei Leviti, dei cantori, dei portinai, dei Netinei e dei servi di questa casa di Dio. E tu, Esdra, secondo la saggezza di cui il tuo Dio ti ha dotato, stabilisci dei magistrati e dei giudici che amministrino la giustizia a tutto il popolo d'oltre il fiume, a tutti quelli che conoscono le leggi del tuo Dio; e voi fatele conoscere a chi non le conosce. Senza esitare farete giustizia di chi non osserverà la legge del tuo Dio e la legge del re, e lo punirete con la morte o con l'esilio, con una multa o con il carcere. Benedetto sia il SIGNORE, Dio dei nostri padri, che ha così disposto il cuore del re a onorare la casa del SIGNORE, a Gerusalemme, e che mi ha procurato la benevolenza del re, dei suoi consiglieri e di tutti i suoi potenti capi! Io, fortificato dalla mano del SIGNORE, del mio Dio, che era su di me, radunai i capi d'Israele perché partissero con me" (Esdra 7:23‑28); "Le dieci corna che hai viste sono dieci re, che non hanno ancora ricevuto regno; ma riceveranno potere regale, per un'ora, insieme alla bestia ... Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la consumeranno con il fuoco. Infatti Dio ha messo nei loro cuori di eseguire il suo disegno che è di dare, di comune accordo, il loro regno alla bestia fino a che le parole di Dio siano adempiute" (Apocalisse 17:12,16-17); "In quei giorni osservai in Giuda alcune persone intente a pigiare l'uva in giorno di sabato, altre a portare, caricandolo sugli asini, grano e anche vino, uva, fichi, e ogni sorta di cose, che facevano giungere a Gerusalemme in giorno di sabato. Io li rimproverai a motivo del giorno in cui vendevano le loro derrate. C'erano anche persone di Tiro, stabilite a Gerusalemme, che portavano del pesce e ogni sorta di cose, e le vendevano ai figli di Giuda in giorno di sabato, e a Gerusalemme. Allora rimproverai i notabili di Giuda, e dissi loro: "Che significa questa cattiva azione che fate, profanando il giorno del sabato? I nostri padri non fecero proprio così? Il nostro Dio fece, per questo, piombare su di noi e su questa città tutti questi mali. E voi accrescete l'ira ardente contro Israele, profanando il sabato!" Non appena le porte di Gerusalemme cominciarono a essere nell'ombra, prima del sabato, ordinai che queste fossero chiuse, e che non si riaprissero fino a dopo il sabato; e collocai alcuni dei miei servi alle porte, affinché nessun carico entrasse in città durante il sabato. Così i mercanti e i venditori di merci di ogni genere una o due volte passarono la notte fuori di Gerusalemme. Allora li rimproverai, e dissi loro: "Perché passate la notte davanti alle mura? Se lo rifate, vi farò arrestare". Da quel momento non vennero più di sabato. Ordinai anche ai Leviti di purificarsi e venire a custodire le porte per santificare il giorno del sabato. Anche per questo ricòrdati di me, o mio Dio, e abbi pietà di me secondo la grandezza della tua misericordia! In quei giorni vidi pure dei Giudei che avevano sposato donne di Asdod, di Ammon e di Moab. La metà dei loro figli parlava l'asdodeo, ma non sapeva parlare la lingua dei Giudei; conosceva soltanto la lingua di questo o quest'altro popolo. Li rimproverai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli, e li feci giurare nel nome di Dio che non avrebbero dato le loro figlie ai figli di costoro, e non avrebbero preso le figlie di quelli per i loro figli né per se stessi. E dissi: "Salomone, re d'Israele, non peccò forse proprio in questo? Eppure, fra le molte nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo Dio, e Dio lo aveva fatto re di tutto Israele; tuttavia le donne straniere fecero peccare anche lui. Allora dovremmo forse permettervi di commettere un male altrettanto grande, e così divenire infedeli al nostro Dio, prendendo mogli straniere?" Uno dei figli di Ioiada, figlio di Eliasib, il sommo sacerdote, era genero di Samballat, il Coronita; e io lo cacciai via da me. Ricòrdati di loro, o mio Dio, poiché hanno contaminato il sacerdozio e il patto dei sacerdoti e dei Leviti! Così purificai il popolo da ogni elemento straniero, e ristabilii i vari servizi dei sacerdoti e dei Leviti, assegnando a ciascuno il suo lavoro" (Neemia 13:15‑30); "Giosia fece sparire tutte le abominazioni da tutti i paesi che appartenevano ai figli d'Israele, e impose a tutti quelli che si trovavano in Israele, di servire il SIGNORE, loro Dio. Durante tutto il tempo della vita di Giosia essi non cessarono di seguire il SIGNORE, Dio dei loro padri ... e si accordarono in un patto a cercare il SIGNORE, Dio dei loro padri, con tutto il loro cuore e con tutta l'anima loro; 13 e chiunque non cercasse il SIGNORE, Dio d'Israele, doveva essere messo a morte, grande o piccolo che fosse, uomo o donna ... Il re Asa destituì pure dalla dignità di regina sua madre Maaca, perché lei aveva eretto un'immagine ad Astarte; e Asa abbatté l'immagine, la fece a pezzi e la bruciò presso il torrente Chidron" (2 Cronache 34:33; 15:12-13,16); "...poi ordinò agli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-Nego, e di gettarli nella fornace ardente" (Daniele 3:20); "...per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità" (1 Timoteo 2:2); "I re saranno i tuoi precettori e le loro regine saranno le tue balie; essi si inchineranno davanti a te con la faccia a terra, lambiranno la polvere dei tuoi piedi; tu riconoscerai che io sono il SIGNORE, che coloro che sperano in me non saranno delusi" (Isaia 49:23); "In quel giorno avverrà», dice il SIGNORE degli eserciti, «che io sterminerò dal paese i nomi degli idoli e non se ne farà più menzione; anche i profeti e gli spiriti immondi farò sparire dal paese. Se qualcuno farà ancora il profeta, suo padre e sua madre che l'hanno generato gli diranno: "Tu non vivrai, perché dici menzogne nel nome del SIGNORE";e suo padre e sua madre, che l'hanno generato, lo trafiggeranno perché fa il profeta" (Zaccaria 13:2-3); Leggere anche: 2 Re 23:5-6,9,20-21.

Commento

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Poiché le autorità che Dio ha ordinato e la libertà che Cristo ha acquistato non sono intese da Dio per distruggersi, ma per sostenersi e per preservarsi a vicenda, quelli che, con il pretesto della libertà del cristiano, si oppongono ad un'auto­rità legittima, civile od ecclesiastica che sia, o all'esercizio legittimo di questa autorità, resistono all'ordinanza di ­Dio. E per aver pubblicato opinioni o sostenuto principi che sono contrari alla luce della natura od ai principi conosciuti dal cristianesimo ­(riguardanti la fede, il culto, o la condotta o alla potenza della pietà, oppure opinioni o pratiche errate le quali in sé stesse o nel modo in cui vengono pubblicate o sostenute, sono nocive alla pace ed all'ordine esteriore che Cristo ha stabilito nella chiesa), essi possono essere chiamati a rendere conto della loro condotta, e vedersi loro applicati provvedi­menti disciplinari sia per mezzo delle censure della Chiesa che dal potere del magistrato civile.