Confessione di fede di Westminster/cfw11/cfw11-2
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11:2 La fede, vale a dire accogliere [ricevere] Cristo ed appoggiarsi [riposare] alla Sua giustizia, è l'unico strumento della giustificazione (236). Essa, però, nella persona giustificata, non rimane solitaria, ma è sempre accompagnata da tutte le altre grazie salvifiche; né essa è una fede morta, ma opera per mezzo dell'amore (237).
Testo originale
modificaInglese | Latino |
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II. Faith, thus receiving and resting on Christ and his righteousness, is the alone instrument of justification; yet is it not alone in the person justified, but is ever accompanied with all other saving graces, and is no dead faith, but worketh by love | II. Fides hoc modo Christum recipiens, eique innitens ac justitiæ ejus, est justificationis unicum instrumentum; in homine tamen justificato hæc non est solitaria, verum gratiis aliis omnibus salutaribus semper comitata; neque est hæc fides mortua, sed quæ per charitatem operatur. |
Riferimenti biblici
modifica- (236) "...ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome" (Giovanni 1:12); "...poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge" (Romani 3:28); "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1).
- (237) "Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. ... Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; ... Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta" (Giacomo 2:17,22,26); "Infatti, in Cristo Gesù non ha valore né la circoncisione né l'incirconcisione; quello che vale è la fede che opera per mezzo dell'amore" (Galati 5:6).
Commento
modificaLa fede, intesa come ricevere il beneficio dell'opera di Cristo e nel trovare in essa la nostra pace, è il solo strumento (mezzo) della giustificazione, ma è sempre accompagnata, nella persona giustificata, da tutte le altre grazie salvifiche (da tutte le conseguenze della grazia e dell'amore di Dio). Essa non è quindi una fede morta, ma una fede operante per mezzo dell'amore (237).