Biografia del Melekh Mashiach/Capitolo 20

CAPITOLO 20
CAPITOLO 20

Luogo della Nascita

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Il Rasoio di Occam (in latino novacula Occami), conosciuto anche come principio di economia, o principio di parsimonia, è un principio metodologico che indica di scegliere la soluzione più semplice tra più soluzioni egualmente valide di un problema. Tale principio io lo applico ai modernisti/postmodernisti che cercano soluzioni intricate, a volte assurde, per contestare le Scritture neotestamentarie. Procediamo...

Predizione dell'Antico Testamento

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Una delle profezie messianiche più definite dell'Antico Testamento è quella che dichiara: "E tu, Betlemme terra di Giuda, non sei certo la minima fra i principi di Giuda, perché da te uscirà un capo, che pascerà il mio popolo Israele" (Matteo 2:6; cfr. Michea 5:2). I critici tentano di oscurare e negare le varie profezie della Bibbia o di far credere che siano state scritte dopo che gli eventi si sono verificati. Ma non c'è scampo da questa profezia. È una prova inconfutabile della miracolosa lungimiranza del profeta. La profezia era così chiara da esser stata chiaramente compresa. La risposta degli scribi a Erode su dove sarebbe dovuto nascere il Mashiach fu istantanea. I farisei, che sembravano ignorare il fatto che Gesù fosse nato a Betlemme, cercarono di usare la profezia contro di Lui. "Altri dicevano: «Questi è il Mashiach!». Altri invece dicevano: «Il Mashiach viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Mashiach verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?»" (Giovanni 7:41-42).

Integrazione dei Vangeli

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Con il solo Vangelo di Matteo a guidarci, potremmo concludere che Betlemme era il luogo di residenza di Miriam e Giuseppe. Vengono introdotti e poi la nascita a Betlemme raccontata bruscamente. E al ritorno dall'Egitto non c'è alcun accenno al fatto che prendendo residenza a Nazareth siano tornati alla loro precedente casa. Ma Luca integra Matteo mostrando Nazareth come la casa di Giuseppe e Miriam e come la provvidenza di Dio abbia fatto sì che il Bambino nascesse a Betlemme. Se avessimo solo Luca, concluderemmo che sono tornati direttamente a Nazareth da Betlemme, ma Matteo integra Luca raccontando della strage dei bambini e della fuga in Egitto. Va notato che non sono solo Giuseppe e Miriam a realizzare l'adempimento della profezia secondo cui il Mashiach sarebbe nato a Betlemme. Un imperatore romano che emana un editto è la causa motrice. ""How mysteriously God works His wonders to perform!"" (William Cowper, 1773).

Betlemme moderna

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  Per approfondire su Wikipedia, vedi la voce Betlemme.

Betlemme si trova a sei miglia a sud di Gerusalemme sulla cresta centrale o spartiacque della regione collinare e sulla principale linea di viaggio tra Gerusalemme e tutta la parte meridionale della terra di Israele. Mezzo secolo fa c'erano circa 500 case nella città e circa 5 000 abitanti, cattolici greci o romani, con alcuni musulmani. Oggi la popolazione è aumentata a più di 26 000, e Gerusalemme, invece di essere distante sei miglia, si è estesa lungo la strada di Betlemme per tre miglia fino al pozzo dei Magi. Le case della parte vecchia di Betlemme hanno un "colore plumbeo opaco" a causa della loro grande età. Gli edifici più famosi sono un monastero armeno, uno greco e uno latino e due chiese, tutti ammassati insieme in un unico mucchio confuso. La parte più antica della struttura, la cosiddetta Chiesa di Santa Maria, si dice sia stata eretta da Costantino nell'anno 330, sopra la Grotta o Basilica della Natività. Qui, in una piccola grotta artificiale dove una stella d'argento è incastonata nel pavimento, è mostrato il luogo esatto in cui nacque Gesù, e sul lato opposto c'è la mangiatoia in cui fu cullato. La mangiatoia è fatta di marmo. Ma, come hanno sottolineato molti viaggiatori, le tradizioni delle Chiese greco-cattoliche e romane sono in errore nello scegliere questo luogo come spesso accade nei siti che custodiscono in Israele: Gesù nacque in una mangiatoia — gli animali non sarebbero stati tenuti in una grotta sotterranea raggiungibile tramite una ripida scalinata. Attraverso l'influenza degli eremiti e dei monaci che vivevano in tali grotte, le tradizioni cattoliche collocano praticamente tutte le scene storiche in Palestina in grotte come se la vita del Mashiach fosse vissuta sottoterra. Giustino Martire (140 EV) dice che Gesù sia nato in una caverna vicino a Betlemme; ma questo non concorda con il Vangelo di Luca che dice che nacque "a Betlemme". Cfr. Rasoio di Occam.

Critica della Narrazione

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« Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni. »
(Michea 5:2)

È inutile cercar di negare la prova miracolosa che si trova in questa predizione di Michea 5:2. Sta di fatto che questa predizione sia stata pronunciata molti secoli prima che Mashiach nascesse a Betlemme. Fu data secoli dopo il tempo di Davide, e quindi non può essere interpretata come riferita a lui. Tra il tempo di Davide e Mashiach nessun altro individuo famoso è mai sorto da Betlemme. Nessuna grande figura è mai sorta dal villaggio dai tempi di Cristo. La predizione di Michea era così chiara che gli ebrei capirono chiaramente che si riferiva al Mashiach. La nascita effettiva di Gesù a Betlemme avvenne come risultato di circostanze che fanno sì che l'evento storico realizzi la predizione nel modo più sorprendente e drammatico. Tentar di dimostrare che le predizioni in Isaia 53, Salmo 2, Isaia 7:14 e altri passaggi simili si riferiscono a qualche vaga figura messianica dell'Antico Testamento è futile: quando si arriva a Michea 5:2, si scopre che la predizione è così chiara e definita che non si può sperare di districare il nodo tagliandolo come nodo gordiano e negando il fatto storico che Gesù nacque a Betlemme. Sembra una condotta della disperazione: senza la minima base storica su cui fondare l'audace affermazione, si dichiara che "Gesù nacque a Nazareth, da Giuseppe e Maria". Cfr. Rasoio di Occam.

La testimonianza di Matteo e Luca

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Lo sforzo di collocare la nascita di Gesù a Nazareth è una palese contraddizione sia con Matteo che con Luca, e con le ripetute dichiarazioni dei primi scrittori cristiani. Le meravigliose circostanze, che furono intrecciate dalla provvidenza di Dio per far sì che la nascita di Mashiach avesse luogo a Betlemme, nonostante Giuseppe e Miriam vivessero a Nazareth e il Mashiach fosse stato allevato lì, sono dichiarate con tale semplicità e potenza enfatica, e con tale notevole indipendenza nella questione dei dettagli, che è solo negando la testimonianza sia di Matteo che di Luca che la nascita di Gesù può essere trasferita da Betlemme a Nazareth. Inoltre, non si può offrire alcuna ragione concepibile per tale trasferimento, se non la determinazione dei noncredenti a negare la divinità del Mashiach e le dichiarazioni degli scrittori del Nuovo Testamento. È significativo che la negazione della nascita a Betlemme sia sempre associata alla negazione della nascita verginale. Matteo non descrive la prima residenza di Giuseppe e Miriam a Nazareth, ma è molto chiaro ed esplicito nel dichiarare che la nascita di Mashiach ebbe luogo a Betlemme. Luca non registra la fuga in Egitto, ma spiega le circostanze esatte che portarono Giuseppe e Miriam a venire da Nazareth a Betlemme e nel modo più enfatico dichiara che la nascita del Mashiach avvenne in una mangiatoia a Betlemme. I miracoli che circondarono la nascita concentrarono l'attenzione dei secoli sul fatto che Gesù nacque a Betlemme. Così Dio sottolineò il Suo adempimento della predizione che aveva garantito tramite Michea. La venuta dei Magi, l'interrogazione di Erode al Sinedrio su dove sarebbe dovuto nascere il Mashiach, la stella miracolosa che indicò la casa in cui giaceva il Bambino, la strage dei neonati e l'adempimento della profezia del pianto di Rachele per i suoi figli, tutti danno ripetutamente enfasi nel racconto di Matteo al fatto che Gesù nacque a Betlemme. Luca fornisce una serie di prove completamente diversa, che indica Betlemme con la stessa chiarezza della stella: l'editto di Cesare Augusto e la discendenza lineare di Giuseppe (e Miriam) da Davide, le circostanze peculiari della nascita di Gesù in una stalla, la rivelazione ai pastori e la loro visita a Betlemme. Ho trovato interessante l'argomentazione del teologo James Orr contro il gruppo di critici che cercano di affermare che tutta questa testimonianza è una mera invenzione dei cristiani che cercano di deificare Gesù: "Given, then a faculty or disposition for invention, it may be thought easy to explain how a birthplace was sought for Jesus in Bethlehem. But there is one obvious difficulty. The passage (Micah 5:2) might suggest a birth in Bethlehem, but it would certainly not suggest the kind of birth we have described in Matthew and Luke. The prophecy in Micah speaks of a prince, a ruler, going forth from David's city. How different the picture by the two Evangelists of the lowly Babe, cradled in a manger, because there was no room for Him—not to speak of a palace-even in the common inn! The prophecy was fulfilled, in God's good providence, as Matthew 'notes; but it was not fulfilled in the way that human imagination, working on the prophet's words, would have naturally devised. Is the story one that human imagination, granting it a free rein would have devised at all for the advent of the Messiah?" (The Virgin Birth of Christ, pp. 130, 131).

Il silenzio di Giovanni

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Il fatto che Giovanni registri la dichiarazione dei farisei secondo cui Gesù non poteva essere il Mashiach perché era della Galilea invece che di Betlemme, e che non confuti la loro argomentazione, viene utilizzato dai critici in un futile tentativo di sostenere che Giovanni non era d'accordo o non sapeva che Mashiach era nato a Betlemme. Questo è lo stesso tipo di argomentazione che si cerca di portare contro la nascita verginale: che Giovanni non la registra. Giovanni non doveva registrarla. Era già stata registrata da Matteo e Luca. Il fatto che i farisei ignorassero la nascita di Gesù a Betlemme, o non lo ammettessero, non contraddice i fatti riguardanti il ​​luogo della nascita di Gesù e gli eventi miracolosi che la circondano, così come la loro negazione dei suoi miracoli non deve essere accettata come prova che non si sono mai verificati. Non è più sorprendente che Giovanni non si sia fermato a inserire una dichiarazione e un argomento contro l'attacco dei farisei in Giovanni 7:41-42, di quanto Matteo non abbia tentato una difesa della condotta morale di Gesù quando registra l'accusa che egli fosse un "uomo ghiottone e un beone" (Matteo 11:19). In entrambi i casi era inutile inserire una difesa. La confutazione giaceva sulla superficie delle narrazioni neotestamentarie. Una delle cose più sorprendenti nel Nuovo Testamento è il modo in cui il Vangelo di Giovanni confonde continuamente i noncredenti moderni, sia per ciò che Giovanni afferma sia per ciò che omette. Secondo una "teoria radicale dello sviluppo", la convinzione che Gesù fosse nato da una vergine e nato in un luogo che adempiva la profezia dell'Antico Testamento, e che fosse in effetti il ​​Figlio di Dio, crebbe per graduali accrescimenti e crescenti affermazioni. La logica di ciò richiede che il Vangelo di Giovanni, che fu scritto molto più tardi degli altri, debba essere il più esplicito e enfatico su tutti questi punti. Al contrario, Giovanni non menziona nemmeno direttamente la nascita verginale o la nascita a Betlemme! È molto potente nelle sue affermazioni della divinità di Gesù, ma adduce prove che sono, in generale, diverse e del tutto indipendenti dagli altri resoconti. Giovanni presume una conoscenza di Matteo e Luca da parte dei suoi lettori e con un'indipendenza divinamente ispirata dedica il magnifico prologo del suo Vangelo alla preesistenza di Gesù. Non aveva bisogno di dire di nuovo che Gesù era nato a Betlemme. Sottolinea il fatto che quando Gesù nacque in questo mondo, non fu l'inizio della Sua vita, ma un cambiamento di stato, poiché il Figlio di Dio venne sulla terra dal cielo dove era esistito in un'unione inspiegabile con Dio da tutta l'eternità. Cfr. Rasoio di Occam.

« Nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno sopraffatta. Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinché tutti credessero per mezzo di lui. Egli stesso non era la luce, ma venne per rendere testimonianza alla luce. La vera luce che illumina ogni uomo stava per venire nel mondo. Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto. È venuto in casa sua e i suoi non l'hanno ricevuto ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli, cioè, che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d'uomo, ma sono nati da Dio. E la Parola è stata fatta carne e ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come quella dell'Unigenito venuto dal Padre. Giovanni gli ha reso testimonianza, esclamando: “Ecco colui di cui io dissi: 'Colui che viene dietro a me mi ha preceduto, perché era prima di me'”. Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia sopra grazia. Poiché la legge è stata data per mezzo di Mosè; la grazia e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. Nessuno ha mai visto Dio; l'unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l'ha fatto conoscere. »
(Giovanni 1:1-18)
  Per approfondire, vedi Serie cristologica, Serie misticismo ebraico, Serie maimonidea e Serie delle interpretazioni.