Wikibooks:Deposito/Moduli/Impero asburgico/Erzhaus (1713-1804)

Impero asburgico

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Motto: AEIOU
Austriae Est Imperare Orbi Universo[1]

Informazioni
Nome completo: Terre ereditarie austriache, della Corona Boema, il Regno d'Ungheria e il Regno di Croazia
Nome ufficiale: Erzhaus
Lingua ufficiale: latino, tedesco
Capitale: Vienna  ( ab.)
Politica
Governo: Monarchia ereditaria
Capo di stato:
Capo di governo:
Indipendenza: 1713-1804 Erzhaus, 1804-1867 Impero austriaco, 1867-1918 Impero austro-ungarico
Ingresso all'ONU:
Area
Totale: (1713) 670 900 Km2
Pos. nel mondo: nd°
% delle acque: nd %
Popolazione
Totale: 17 600 890 ab.  (1713)
Pos. nel mondo: nd°
Densità: 26,23 ab./km2
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Gulden (fiorino)
Energia:
Varie
TLD:
Prefisso tel.:
Sigla autom.:
Inno nazionale:
Festa nazionale:

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La prima, vera, seppur non ufficiale, definizione di Impero asburgico si ebbe nei primi anni del XVIII secolo all'inizio dei quali si cominciò a identificare le Terre ereditarie austriache, della Corona Boema, il Regno d'Ungheria e il Regno di Croazia come "Erzhaus", che alludeva a tutte le terre sotto il dominio della Casa degli Asburgo d'Austria. Il suo significato rimase però sempre molto vago e mai del tutto chiaro, poiché alcuni non calcolavano all'interno dell'Impero i territori non ereditari o comunque non controllati direttamente dagli Asburgo, come ad esempio i Paesi Bassi austriaci che non erano amministrati direttamente dal potere centrale di Vienna, ma da un governatore che poteva essere uno stesso membro della famiglia.

La causa fondamentale della definizione di uno "stato asburgico" nel centro-Europa fu la risoluzione della Pace di Utrecht dove a conclusione della Guerra di successione spagnola gli Asburgo perdettero la linea dinastica spagnola e i relativi territori, eccetto i Paesi Bassi spagnoli e i possedimenti italiani, ovvero, il Regno di Napoli, il Regno di Sardegna e il Ducato di Milano che passarono alla cadetta asutriaca. Il nuovo "Impero asburgico" divenne così la nuova grande potenza europea, vincitrice delle guerre contro i turchi nei Balcani a fine XVII secolo e di quelle contro i Borbone di Spagna e Francia. La figura dell'Austria all'interno della politica e degli equilibri europei fruttò enormemente cambiata. Il piccolo accavallamento di territori che si creò in Europa centrale divenne quindi da potenza regionale tedesca a potenza europea di rilievo continentale in grado di influenzare gli equilibri sino a quel momento dettati da Spagna, Francia e Gran Btretagna. Nonostante ciò l'Impero asburgico si dimostrò col passare di appena un decennio, uno stato astratto e instabile, legato dalla semplice accomunazione di un sovrano a più nazioni e dalla fervida immaginazione del casato d'Austria. Si dimostrò non all'altezza degli altri stati nazionali che al contrario, grazie alla forte unione del popolo e alla sempre crescente incentivazione delle attività borghesi, si erano già ripresi dalla appena passata guerra e si strattonavano l'un l'altro per il possesso delle colonie del Nuovo Mondo. La corte di Vienna, la grande Hofburg, si ritrovò sommersa dai debiti verso i grandi banchieri, l'Inghilterra (che le aveva finanziato buona parte della guerra) e le amministrazioni locali che avevano aiutato, anche se con un misero contributo, il casato in terimini di denaro e uomini. Agli occhi di tutte le genti europee pareva che gli Asburgo avessero in pugno il loro destino ora, (destino messo in discussione dalla sconfitta nella disastrosa Guerra dei trent'anni) ma così non era. Le sale della corte e le rappresentanze imperiali "sapevano" di vecchio, alla Hofburg si usava ancora adottare il rituale e le dittature della dispendiosa etichetta spagnola, ormai troppo austera per un'Europa a cavallo del mondo.

La Prammatica sanzione

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A dispetto degli albori della futura "crisi" che affliggerà la Casa d'Austria fino alla sua fine, Carlo VI d'Asburgo doveva invece preoccuparsi della successione al suo trono. Sposatosi con Elisabetta Cristina di Braunschweig-Wolfenbüttel, ebbe due figlie, Maria Teresa e Maria Anna e un unico maschio, Leopold Johann, morto a soli sette mesi nel 1716 (un'altra figlia, Maria Amalia, nata nel 1724, era morta nel 1730). L'imbarazzante questione portò l'ormai maturo Imperatore ad avere dubbi sulla sua vita e soprattutto sul suo rapporto con Dio. Si sentiva un peccatore, si domandava perché mai il Signore non volesse donare a lui e alla moglie un erede al trono. Arrivò dunque ad una conclusione, poiché nella stessa corte giravano voci dell'incapacità di Elisabetta di avere figli maschi, avrebbe dovuto ripudiare la moglie e trovarne un'altra più fertile ed in grado di donare alla dinastia un erede. Il suo amore per ella e per le figlie glielò impedì e lo indusse invece a fare approvare dalle corti europee la successione della figlia Maria Teresa, ovvero, la Prammatica sanzione del 1713. Si trattava di un documento che permetteva l'ereditarietà del trono alla giovane Maria Teresa, e sanciva l'indivisibilità dei domini asburgici (far risalire la nascita di un Impero asburgico alla data di emanazione della Prammatica sanzione, ovvero il 1713, è ritenuta la cosa più coerente data la confusionaria e contraddittoria storia dei domini asburgici), inoltre estendeva l'ereditarietà dei territori a tutta la superficie dell'Impero. Con l'approvazione di tale documento si aprì una netta spaccattura alla corte della Hofburg di Vienna. La maggioranza degli ufficiali dell'esercito, tra i quali il Principe Eugenio di Savoia, veterano delle guerre contro i turchi, era favorevole a risolvere la questione con una guerra, mentre la famiglia imperiale era propensa a risolvere le cose pacificamente dietro versamento di denaro o cessioni territoriali. La scelta fu per la proposta del sovrano di accontentare i reali d'Europa, di fatto comprandoli, onde evitare una guerra dopo la sua morte. Questa si rivelò poi la decisione più inopportuna tra le due, poiché nonostante il riconoscimento del documento da parte di tutti i sovrani, alla morte di Carlo VI scoppiò appunto una guerra per la spartizione dell'apparentemente impotente Impero asburgico, guidato da una semplice ragazzina Maria Teresa.

 
Assedio di Danzica del 1734 durante la Guerra di successione polacca.

Oltre al problema, già più che gravoso della successione in Europa, si scatenò un enorme dissenso all'interno delle terre non ereditarie della corona d'Asburgo, ovvero in Ungheria, in Boemia e nei paesi slavi dei balcani meridionali dove appena dopo vent'anni dalla liberazione di un invasore, ne era arrivato già un altro, poiché le clausole della Prammatica sanzione scioglievano e ribaltavano gli equilibri interni dei domini asburgici, sui quali si basava la stabilità della Casa d'Austria da più di tre secoli, ponendo le terre esterne alla corona sotto il diretto controllo della monarchia centrale di Vienna, calpestando il già più che degradato sentimento nazionale e d'autogestione di tali territori.

La guerra di successione polacca

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Altra causa dell'indebolimento del neo Impero asburgico fù la morte di Augusto II di Polonia e la conseguente Guerra di successione polacca che venne combattuta dall'Austria assieme alla Russia a favore dell'elettore di Sassonia, Federico Augusto II, propostosi come diretto successore del padre al trono di Polonia. La guerra fu un disastro per la potenza austriaca che ne uscì gravosamente sconfitta, colma di vecchi e nuovi debiti e di numerosi risentimenti per la questione di successione al trono. L'Impero, lo stesso concetto"Austria est domina orbe universo", venne drasticamente mutilato, dovendo cedere tutto il Sud Italia ovvero il Regno di Napoli e la Sicilia alla Spagna,parte del Milanese al Ducato di Savoia e il Ducato di Lorena alla Francia. Tutto sembrava andare al contrario di come volesse Carlo d'Asburgo, a dispetto del riconoscimento effettivo anche da parte delle potenze vincitrici della guerra, della Prammatica sanzione e alla cessione del Granducato di Toscana allo sposo di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena che con la perdita del suo ducato natale rimaneva "de facto" un principe senza terra. Con il Trattato di Vienna del 1738 e la successiva Pace di Parigi si concluse definitivamente la guerra per la successione al trono polacco. Con ciò però non finirono le svolte negative per la ormai martoriata Casa d'Austria che aveva sperperato inutilmente denaro per l'approvazione di un documento che porterà allo scoppio della guerra che lo stesso Carlo VI cercò di evitare, ovvero quella per la successione di Maria Teresa alla guida dei domini asburgici. La Casa d'Austria si ritrovava così, dopo due estenuanti guerre, prossima al collasso. All'interno del regno le pressioni erano multiple, contro la successione al trono di una donna, alla sottrazione dei privilegi dei nobili magiari e alla centralizzazione del potere nelle mani del casato. Inoltre aggravava tutto ciò la sanguinolenta economia dell'Impero, colma di toppe e di debiti coi banchieri, con le amministrazioni locali, i nobili, e i paesi alleati, economia che ora si trovava a stagnare nelle campagne devastate dalle guerre, dalla mancanza di manovali e dagli scarsi raccolti. Dopo pochi anni sopraggiunse la tanto attesa morte di Carlo VI e molte tra le principali nazioni europee, assieme ai rivali di sempre della Casa d'Asburgo videro in ciò una più che buona occasione per togliere di mezzo per sempre la monarchia danubiana dallo scenario politico europeo per poi spartirsi i suoi territori.

La guerra di successione austriaca

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Una schiera "quasi infinita" di nazioni era pronta ad impugnare le armi contro la giovane Maria Teresa d'Asburgo per i suoi possedimenti ora più fragili e "precari" che mai. Tutti gli sforzi fatti dal padre dopo la morte del primogenito maschio risultarono serviti a ben poco, poiché nessunò a parte gli ex alleati dell'Austria ovvero Russia e Gran Bretagna continuò a tenere in considerazione il diritto di ereditarietà al trono della nuova sovrana. La scintilla che fece scoppiare effettivamente la guerra fu l'invasione della Slesia da parte delle truppe di Federico II nell'anno 1741. La Prussia era allora una piccola potenza regionale della Germania settentrionale che si era fatta le "ossa" grazie alla dinastia brandeburghese degli Hohenzollern. Questi erano dapprima riusciti ad elevare il Brandeburgo a elettorato per poi prendere sotto la propria ala il Ducato di Prussia e divenire formalmente "Re" in questo sommario lembo di terra extraimperiale tra Danzica e la Lituania. Il loro potere da allora era sempre, seppur gradatamente, cresciuto. Federico Guglielmo aveva riformato l'esercito, creando una milizia regolare pronta a scendere in campo in qualunque momento, tanto che la Prussia divenne ai primi del 700' lo stato con più soldati per numero di abitanti superando persino la Francia che durante il governo di Richelieu e del Re Sole deteneva l'esercito più grande e potente d'Europa. Federico II si ritrovava così ad invadere uno stato fragile capace di regalare enormi ricchezze, la Slesia era infatti la regione più produttiva di tutte le terre boeme, vi erano giacimenti minerari e enormi fucine che per anni avevano sostenuto l'economia di tutto il paese. Maria Teresa all'epoca dell'invasione era ancora una giovincella, con poca e nessuna esperienza di governo, tutto quello che sapeva lo aveva imparato durante le giornate di lavoro del padre che la portava con se per farla addomesticare con il duro mestiere che avrebbe dovuto svolgere una volta adulta. Quelli che governavano erano i ministri e i rappresentanti della Dieta imperiale, personalità austere ormai vecchie, incapaci di reagire in fretta e prontamente. L'esercito austriaco marciò così il più velocemente possibile verso la Slesia, tutto però fu inutile, poiché questo fu duramente sconfitto più volte senza essere più capace di riprendersi e osteggiare l'avanzata prussiana nella regione ormai definitivamente persa dopo la battaglia di Mollwitz nel 1741. Il conflitto si allargò in seguito, poiché Francia e Baviera, bramosi di espandere i loro territori e di togliere di mezzo lo scomodo rivale austriaco, si allearono e marciarono con le forze congiunte sull'Erzhaus riuscendo a occupare in pochi mesi Linz e Praga. Nel frattempo l'Inghilterra, che con l'espansione del conflitto vedeva minacciato il suo impero d'oltremare da un ribaltamento degli equilibri europei a favore della Francia, aveva tentato inutilmente di persuadere Federico II ad abbandonare l'alleanza con i francesi e i bavaresi in cambio della Slesia, ma questi, che in un primo momento sembrava aver raggiunto un accordo, continuò l'avanzata in direzione della Moravia conquistando la città di Olmütz. Tra le numerose sconfitte militari, la Casa d'Austria dovette subire anche la sottrazione del titolo imperiale, e con questi il controllo sui principi del Sacro Romano Impero e dell'area austro-tedesca, che venne assegnato nel 1742 dalla Dieta di Francoforte a Carlo Alberto di Wittelsbach, alleato dell'invasore francese. Ora si trattava non più dell'Impero contro tutti, ma dell'Austria intesa come amalgama di stati nazionali e regioni provinciali, lo scontro di un "popolo" multietnico, multinazionale, contro l'Europa. Un'Austria che ora non combatteva più perun territorio, una provincia, una città, un castello, ma per la libertà e per la sua futura esistenza, per la futura esistenza di tutti i popoli da essa rappresentati. Questo concetto di cambiamento e di "Mater Austria" che Maria Teresa portò d'innanzi alla Dieta ungherese, assieme al futuro (come lei lo presentò alla nobiltà magiara) Rè d'Ungheria, suo figlio, ovvero Giuseppe II convinse il popolo ungherese a scendere in guerra contro francesi, bavaresi e prussiani, permettendo alla sovrana di guadagnare tempo e stringere nuove alleanze a suo favore.

 
Re Giorgio II durante la battaglia di Dettingen.

Con il peso della vittoria da parte della coalizione anti-austriaca e sotto la costante pressione dell'Arciduchessa Maria Teresa scesero in campo l'Inghilterra e il Regno di Sardegna che vedevano di cattivo occhio una possibile, ulteriore espansione della Francia. Grazie a ciò le forze in campo tornarono alla pari e gli austriaci si reimpossessarono presto della Moravia, di Praga e delle terre occupate dai franco-bavaresi portando i prussiani a firmare una pace separata a Berlino nella quale essa, in cambio della cessione della Slesia avrebbe abbandonato la coalizione anti-austriaca. La conclusione definitiva della prima ripresa della guerra si ebbe nel 1743 quando Giorgio II d'Inghilterra condusse una vittoriosa campagna militare contro i franco-bavaresi sconfiggendoli pesantemente nella battaglia di Dettingen il 27 giugno 1743.

  1. Il motto AEIOU risale all'epoca di Federico III che lo utilizzò come signatura per oggetti e edifici. Egli non fornì mai la spiegazione del significato, ma poco dopo la sua morte all'acronimo venne attribuito i significati di Austriae Est Imperare Orbi Universo, "spetta all'Austria regnare sul mondo" in latino. Sebbene questo sia il siginificato più correntemente accettato esistono anche altre interpretazioni Vedi:Casa d'Asburgo - Motto