Utente:Sofia salvadori/Sandbox

Gli animali invertebrati e vertebrati

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Gli antenati della nostra specie risalgono a pochi milioni di anni fa La paleoantropologia, studiando le origini e l’evoluzione degli esseri umani, ricostruisce il nostro percorso evolutivo. Finora si sono scoperte 20 specie di ominidi, strettamente imparentate con gli esseri umani, e collocate dunque sul nostro ramo evolutivo degli ominini. Circa 55 milioni di anni fa fecero la loro comparsa i primi primati.

8-6 milioni di anni fa si evolvettero i primi gorilla. 7 milioni di anni fa si scoprì il Sahelanthropus tchadensis in Ciad, che rappresenta la prima testimonianza di un ominide in grado di camminare su due gambe. Orrorin tugenensis è il più antico antenato dell'uomo che camminava abitualmente sulle gambe. I suoi resti vennero trovati in Kenia e viene collocato circa 5,8 milioni di anni fa. Ma il ritrovamento più importante è quello di Ardi, un esemplare femmina di Ardipithecus ramidus vissuto 4,4 milioni di anni fa. Fecero la loro comparsa gli australopitechi 4 milioni di anni fa: il loro cervello era più grande di quello di uno scimpanzé e furono i primi antenati a vivere nella savana. 3,2 milioni di anni fa visse invece Lucy, la celebre donna scimmia (A. afarensis) Lucy. Lo scheletro di Lucy scoperta in Etiopia. Le sue ossa delle gambe e del bacino dimostrano che la stazione eretta fa era acquisita: gli ominidi si muovevano quasi sempre in quella posizione, non solo per alcuni tratti.

Secondo alcune teorie l’albero dell’evoluzione si divise 2,2 milioni di anni fa in due rami principali. Nel primo fanno parte alcune specie di ominidi, che vivevano in boschi e praterie, muniti di mascelle possenti per triturare cibi vegetali coriacei, come le noci e le radici per esempio. Questi si sono estinti 1,2 milioni di anni fa. Nel secondo ramo si verificò uno sviluppo della scatola cranica, mentre la dentatura e le mascelle rimasero leggere. Gli scienziati riconoscono a questo secondo ramo il ruolo di progenitore del genere Homo (quello cui apparteniamo noi).

2,1 milioni di anni fa, con la specie dell’ Homo habilis, comparse l’essere umano.

Aveva una scatola cranica più sviluppata degli ominidi che l’avevano preceduto, ma mascelle relativamente meno potenti, perché la sua dieta era diventata onnivora. I suoi utensili di pietra servivano soprattutto a rompere le ossa per mangiare il midollo, un cibo molto nutriente. Questa specie è stata a lungo classificata nella linea evolutiva Homo, tuttavia dei ritrovamenti più recenti hanno cambiato la situazione. 1,8-1,5 milioni di anni fa vediamo l’ Homo erectus in Asia. È il primo vero cacciatore-raccoglitore, e anche il primo ad aver migrato dall'Africa in gran numero. L’Homo heidelbergensis, vissuto in Africa e in Europa, ebbe una capacità cranica simile a quella degli esseri umani moderni. (600 mila anni fa)

In Asia si diffusero alcune specie di Homo, come l'uomo di Denisova in Asia centrale e due specie di piccole dimensioni nel sud est asiatico: Homo floresiensis e Homo luzonesis, sull'isola di Flores (Indonesia) e Luzon (Filippine). 200.000 anni fa, l’homo sapiens iniziò a espandersi in Africa. Risale a 170.000 anni fa la “Eva mitocondriale”, l’antenato comune femminile determinato dalla comparazione del Dna mitocondriale. Probabilmente già 150.000 anni fa si dialogava mentre a 140.000 di anni fa risalgono prove di commerci a lunga distanza. Il primo scritto conosciuto risale invece a 5000 anni fa.

Il bipedismo precede lo sviluppo del cervello

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Agli inizi del XX secolo si pensava che il bipedismo fosse comparso di conseguenza all’aumenta dell’intelligenza. Nel 1974, però, uno scheletro rinvenuto in Etiopia (soprannominato scheletro Lucy) aveva un cervello grande come un pompelmo pur possedendo già la postura eretta. Nel 1978 inoltre in Tanzania sono state portate alla luce impronte di ominini a postura eretta risalenti a 3,6 milioni di anni fa. Un indizio della postura eretta è la posizione del cosiddetto foro occipitale nel cranio, attraverso cui passa il midollo allungato, che si prolunga nel midollo spinale. Quando si trova sotto il cranio, la testa può essere tenuta in posizione eretta; se si trova nella parte posteriore del cranio no, come viene confermato nel journal of human evolution. Infatti i nostri antenati cominciarono ad assumere una postura eretta 6 milioni di anni fa Un gruppo di ricercatori ha confrontato le ossa femorali di Orrorin tugenensis, con quelle di altri primati, viventi ed estinti. Orrorin tugenensis presentava già i tratti degli arti inferiori che le consentivano di adottare una postura eretta, tuttavia, la morfologia dei femori sembra essere molto più simile a quella degli Australopitecini piuttosto che a quella delle specie del genere Hom. Dalla ricerca emerge che questa specie aveva uno stile di vita ancora molto ancorato agli alberi fino al totale svincolamento dagli alberi e alle conseguenti modificazioni che hanno interessato il genere Homo. Questo studio porta dunque la prova che l’evoluzione della postura eretta fu uno dei primi tratti distintivi dell’Homo sapiens ad apparire nei nostri antenati e che la sua comparsa avvenne subito dopo la separazione tra la linee evolutive di uomo e scimpanzè. Oggi i paleontologi considerano il bipedismo un carattere antecedente all’evoluzione di un grande cervello.

  1. fonti

https://www.focus.it/scienza/scienze/la-timeline-dellevoluzione-delluomo https://www.historiaproject.com/la_comparsa_delluomo/ https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0047248417300507 http://pikaia.eu/lorigine-del-bipedismo/