Utente:SaraLch/Sandbox

Gli Anfibi

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Gli anfibi si svilupparono nelle foreste nel periodo Carbonifero; si nutrivano di insetti e piccoli invertebrati. Secondo alcune ipotesi deriverebbero da Dipnoi Crossotterigi[1], che durante il Denoviano avrebbero sviluppato la capacità di passare sempre più tempo al di fuori dell’acqua, ma non esistono prove fossili a suo sostegno.

Erano così diffusi che spesso questo periodo viene chiamato “periodo degli anfibi”.

La parola anfibio deriva dal greco “amphìbios” che significa “dalla doppia vita”: la loro crescita, infatti, corrisponde ad una metamorfosi che porta al completo cambiamento dell’ambiente di vita; questa si compone principalmente di due fasi[2], una larvale, principalmente acquatica e una adulta, solitamente terricola.

La loro epidermide è umida e liscia e sono dotati di ghiandole alveolari che secernono muco; questo serve per mantenere la pelle umida anche al di fuori dell’acqua e la mantiene morbida; anche per questo motivo gli anfibi sono diffusi in tutte le aree umide del globo[3], soprattutto nelle foreste pluviali e tropicali. Sulla pelle si trovano inoltre delle ghiandole che facilitano gli scambi gassosi, in modo da agevolare la respirazione nelle specie con polmoni meno sviluppati.

Gli anfibi si dividono in tre categorie:

  • Anuri : rane, rospi, raganelle. Gli anuri sono contrassegnati dalla mancanza della coda in età adulta. All’interno degli anuri possiamo distinguere 3 famiglie principali:
    • Bufonidi (i rospi),sono caratterizzati da dita tozze e pelle spessa e bitorzolut
    • I ranidi (le rane) dotati di una pelle liscia e più tendenti a una vita acquatica
    • Ilidi (le raganelle), che possiedono dita lunghe con piccole ventose all’estremità, che permettono loro di vivere sulle piante.
  • Urodeli : tritoni e salamandre. Gli urodeli mantengono la coda anche dopo la metamorfosi da girino, per questo vengono chiamati anche caudati.
  • Gimnofioni : cecilie. Costituiscono l’ordine degli anfibi meno rappresentativo dal punto di vista numerico e comprendono specie dal corpo affusolato e privo di arti, che li costringe a strisciare a terra per muoversi, caratteristiche che li fanno somigliare a lombrici o serpenti. Poiché hanno una vista molto scarsa, si affidano a uno sviluppato senso dell'olfatto per cacciare le prede.

La riproduzione avviene in maniera sessuata: le uova sono deposte in acqua e quindi prive di guscio e molto fragili; poi sono fecondate in maniera esterna.[4]


Bibliografia

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  1. https://www.chimica-online.it/animali/anfibi.htm
  2. https://www.chimica-online.it/animali/anfibi.htm
  3. Reece, Taylor, Simon, Dickey "Campbell Biologia concetti e collegamenti" Unità 7, pag. 200 978 88 6364 9437 A
  4. https://www.elicriso.it/it/animali_regno/amphibia/