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La diffusione della lingua tedesca nel 1929
La diffusione odierna del tedesco in Europa

Il tedesco è una lingua indoeuropea appartenente al ramo occidentale delle lingue germaniche.

È la lingua con il maggior numero di parlanti nativi dell'Unione europea,[1] parlata come prima lingua e riconosciuta come lingua ufficiale in Germania, in Austria, in Lussemburgo, in Belgio, in Liechtenstein ed in Svizzera dove, soprattutto nella parte settentrionale, si parla una variante conosciuta come svizzero tedesco.

All'interno del gruppo germanico è la lingua più diffusa nel mondo dopo l'inglese.

Distribuzione geografica modifica

In Italia il tedesco è riconosciuto come lingua ufficiale regionale assieme all'italiano in Trentino-Alto Adige, dove viene parlato prevalentemente (solo) nella Provincia autonoma di Bolzano. Gode inoltre dello status di coufficialità nella Val Canale in Friuli-Venezia Giulia.

Dialetti ascrivibili alla famiglia linguistica del tedesco sono parlati dalle minoranze walser del Piemonte e della Valle d'Aosta, da quelle mochene del Trentino e da quelle carnico-germaniche di Sauris, Timau nel Friuli e Sappada in Veneto. Sempre alla famiglia delle lingue germaniche appartiene la lingua cimbra, parlata dalla minoranza linguistica dei cimbri presente tra Veneto e Trentino.

Il tedesco viene inoltre parlato in parti della Romania, della Polonia (Voivodato di Opole), dell'Alsazia e della Lorena (Francia) ed è parlato negli Stati Uniti negli stati di New York, Pennsylvania e Ohio. Anche ex possedimenti coloniali della Germania, come per esempio la Namibia, hanno una significativa percentuale della popolazione che ancora oggi parla il tedesco.

Con circa 112 milioni di parlanti distribuiti in 38 stati è una lingua pluricentrica come l'inglese. Vi sono isole linguistiche in tutti i continenti e alcune di queste comunità esistono da diversi secoli.

Secondo Ethnologue, la lingua tedesca è la 11ª lingua parlata come prima lingua per dimensione; essa è parlata in complessivamente 43 paesi da 90,3 milioni di persone.[2]

Il tedesco come lingua ufficiale:[3]
  1. Template:GER
  2. Template:AUT
  3. Template:BEL (lingua ufficiale nella Comunità germanofona del Belgio)
  4. Template:DNK (lingua ufficiale regionale)
  5.   Italia (lingua ufficiale nell'Alto Adige)
  6. Template:LIE
  7. Template:CHE
Il tedesco come lingua nazionale o altra lingua parlata:[3]
  1.   Argentina
  2. Template:AUS
  3. Template:BEL (nella provincia di Liegi, eccetto la Comunità germanofona del Belgio)
  4. Template:BIH
  5. Template:BRA
  6. Template:CAN
  7. Template:CHI
  8.   Colombia
  9. Template:CRO
  10. Template:CZE (usato anche il ceco)
  11. Template:ECU
  12. Template:EST
  13. Template:FIN
  14.   Francia
  15. Template:HUN
  16.   Israele
  17. Template:KAZ
  18. Template:KGZ
  19. Template:LUX (lingua nazionale)
  20. Template:MDA
  21. Template:MOZ
  22. Template:NAM
  23. Template:PAR
  24. Template:PHL
  25. Template:POL (usato come seconda lingua)
  26. Template:PRI
  27. Template:ROU
  28. Template:RUS
  29. Template:SVK (usato anche l'ungherese o lo slovacco)
  30. Template:SLO
  31. Template:ZAF
  32. Template:TJK
  33.   Italia (lingua regionale e con l'obbligo di essere studiata nelle scuole del Trentino)
  34. Template:UKR
  35. Template:UAE
  36.   Stati Uniti d'America|Stati Uniti
  37. Template:URY
  38. Template:UZB
  39. Template:VEN (come il dialetto alemán coloniero)

Storia modifica

  Per approfondire, vedi Alto tedesco antico, Alto tedesco medio e Alto tedesco moderno.

È possibile esaminare lo sviluppo storico della lingua tedesca attraverso la sua suddivisione nei seguenti periodi:

  • Alto tedesco antico (750-1050)
  • Alto tedesco medio (1050-1350)
  • Alto tedesco moderno (1350-1750)

Grammatica modifica

  Per approfondire, vedi Grammatica tedesca.

La lingua tedesca è una lingua flessivo-fusiva.

A causa della presenza dei casi, e della conseguente declinazione dei sostantivi (però molto ridotta nella lingua moderna) e degli aggettivi, il tedesco è una delle lingue germaniche moderne con la grammatica più complessa.

I casi in tedesco sono quattro: nominativo, genitivo, dativo ed accusativo. I sostantivi (che, come le parti del discorso sostantivate, si scrivono sempre con l'iniziale maiuscola[4]) presentano tre generi: maschile, femminile e neutro.

Il paradigma dei verbi tedeschi irregolari ha quattro forme, diversamente dall'inglese che ne ha tre: l' Infinitiv (infinito), l' Indikativ Präsens (indicativo presente), l' Indikativ Präteritum (preterito, ovvero indicativo imperfetto/passato remoto) ed il Partizip II (participio passato). Il Plusquamperfekt (piuccheperfetto, corrispondente all'indicativo trapassato prossimo/trapassato remoto), il Futur I (futuro semplice), il Futur II completano il quadro dei tempi dell'indicativo.

Il Konjunktiv I (primo congiuntivo) ha quattro tempi (presente, perfetto, futuro I, futuro II), e si usa in prevalenza nel discorso indiretto.

Il Konjunktiv II (secondo congiuntivo) ha due tempi (preterito e piucchepperfetto). Alcuni suoi usi corrispondono a quelli del condizionale in italiano; secondariamente, si può trovare nel discorso indiretto. È molto più usato del Konjunktiv I.

È quindi tipico del tedesco e delle lingue germaniche, in generale, l'uso di costruzioni analitiche, realizzate cioè tramite largo uso di ausiliari (come sein essere, haben avere e werden divenire) per esprimere i diversi tempi verbali.

Fonetica e fonologia modifica

 
La conoscenza del tedesco in Europa

La pronuncia del tedesco segue quasi sempre delle regole precise.

Vocali modifica

  • Il tedesco distingue tra vocali lunghe e vocali brevi: in genere le vocali seguite da singola consonante sono lunghe, mentre quelle seguite da doppia consonante sono corte, come wen [veːn] e wenn [vɛn].
  • Una regola fondamentale dice che le vocali lunghe sono chiuse le vocali brevi sono aperte. L'unica eccezione è la ä lunga [ɛː] che è quasi sempre aperta.
  • Un caso speciale è la e atona [ə], tipicamente nei suffissi della flessione (-e, -en) o nel prefisso be-. È una semivocale quasi non articolata, poco percepibile e a volte (nel suffisso -en) quasi inesistente. Assomiglia alla vocale ebraica shevà ed alla vocale turca ı.
  • Un'altro caso speciale è la "u" vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata, indicata con ɷ, ma come vocale quando le consonanti sono mute.
  • Quando una sillaba inizia con una vocale, essa è sempre preceduta da una consonante non scritta, l'occlusiva glottidale [ʔ]. Nella sua pronuncia le corde vocali (chiuse prima) si aprono con una piccola esplosione per dare via al fiato che forma la vocale (esempio: beeile (dich)! [bəʔaɪlə] "sbrigati!"). Per questa caratteristica della pronuncia le sillabe danno l'impressione di essere più staccate che in altre lingue.
  • Per indicare la presenza di una vocale lunga si possono usare le doppie vocali, come in Saal, Seeelefant [zeːʔelefant], Boot oppure in alcuni casi (specie prima di l o n) si può trovare un'h (Dehnungs-h) che non va pronuciata ma serve a specificare la pronuncia lunga della vocale precedente (ad es. "zehn" [ʦeːn] "dieci"). Soltanto dopo la i si può trovare una e con la medesima funzione (ad es. "Miete" [miːtə] "affitto").
  • y corrisponde a ü e si trova in parole di origine greca, inglese o francese, e non viene usata nelle parole tedesche originarie. La sua pronuncia può essere lunga [yː] o breve [ʏ] in parole di origine greca (come Olympiade), mentre corrisponde alla pronuncia inglese o francese per le parole originarie di queste lingue.

Umlaute - metafonemi modifica

  Per approfondire, vedi Metafonesi.

Sei fonemi vocalici sono indicate dai caratteri latini a, o e u con due puntini, graficamente uguali alla dieresi, che però non indicano uno iato vocalico, bensì una metafonesi o metafonia. Il termine Umlaut (plurale Umlaute) non indica i puntini, ma le vocali.

  • ä [ɛː], come in bene [ˈbɛːne].
  • ą lunga [ɵː], breve [ɶ] (più aperto); suono simile alla "oe" francese o alla u tedesca e alla o italiana.
  • ö lunga [øː], breve [œ] (più aperto); suono simile alla oe lombarda e la eu piemontese.
  • ü lunga [yː], breve [ʏ] (più aperto); suono simile alla u francese, ossia una u anteriore, con un suono intermedio tra la "u" e la "i"
  • ou lunga, breve (più aperto), vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata, non esiste aperto, indicata con ɷ.

Dittonghi fonologici modifica

  • ei, ai, ay [ae] oppure [aɪ]. La seconda vocale è abbastanza bassa e si avvicina alla prima e di aereo (come nei nomi di Einstein e Heisenberg).
  • au [ao]. La seconda vocale è abbastanza bassa e si avvicina alla o di caos; esempio: Maus ("topo").
  • eu, äu [ɔi] oppure [ɔʏ]. La combinazione non esiste in italiano. Si avvicina a poi [ˈpɔi] ma il secondo elemento vocalico è arrotondato e più basso. Bisogna notare che solo in alcuni dialetti tedeschi il dittongo è effettivamente pronunciato [ɔi]. Esempi: Deutschland, Freud e Fräulein. Il dittongo äu si usa anche come forma metafonizzata di au: per esempio Mäuse, plurale di Maus (topo).

Altre combinazioni vocaliche modifica

  • ie [iː] come in Siemens. Se tale combinazione è eterosillabica (cioè i due suoni appartengono a due sillabe differenti) si pronuncia [je] (simile all'italiano) come in Italien, Brasilien, Spanien ed altre parole d'origine straniera.
  • äi è sempre eterosillabico e le due vocali si pronunciano separate: la prima è sempre [ɛː], la seconda può essere [iː] o [ɪ]. Esempio: europäisch.
  • la combinazione "eu" si pronuncia [ɔi] oppure [ɔʏ]. Esempio: la parola "deutsch" (tedesco) si pronuncia [dɔʏʧ]. Questo vale in tutte le parole contenenti "eu", senza eccezioni.

Consonanti modifica

  • b [b] viene pronunciato b di banco, ma in alcuni casi si pronuncia β o non è pronunciato generalmente ɕ, perché una vocale è atona (tranne i rari casi in cui anche la b va pronunciata come ɕ), ma in altri casi viene pronunciato ʙ, come vibrante bilabiale, ma se succede ad una o che ha come fonemi uniti ɺ o ɦ allora la b è muta, e difatti si pronuncia sempre ɷ.
  • wu [ɷ] viene pronunciato come una u molto chiusa e arrotondata, anche se tende un po' alla o, ma si avvicina ad u, ma è vocale che si pronuncia quando le consonanti sono mute e vengono rappresentate con wu.
  • c è presente solo in parole straniere e si pronuncia z (aspra) davanti alle volcali e, i, ä, ö. Si pronuncia k se precede le vocali a, o, u oppure consonanti, ma se succede davanti a una a palatale, la c non esiste in tedesco e si vocalizza. Difatti si pronuncia generalmente ɷ.
  • ch è una sequenza che corrisponde a due suoni diversi, a seconda dei suoni che precedono o seguono. Rappresenta una fricativa velare sorda [x] dopo i fonemi /o/,/a/, /u/; il punto di articolazione diventa palatale, cioè con un suono molto vicino a sc di scena, ma con le labbra meno arrotondate [ç] dopo /i/ e /e/ e le vocali con la dieresi (si pronuncia più avanti nel palato, come dicono i tedeschi "come un gatto cattivo"). La pronuncia è più dura, uvulare [χ] nelle regioni meridionali. All'inizio di parola il suo suono dipende dalla vocale che segue. Ad esempio in China o Chemie è realizzata come [ç] oppure [ɕ]. Si pronuncia generalmente come un'h molto aspirata, palatale, ma viene pronunciato in altri casi ʑ perché se succede ad una i il suono cambia che la ch non si deve pronunciare mai e il suono uscito dalla ch a fine di ogni parola in tedesco si pronuncia sempre ɷ.
  • chs si pronuncia x. Ad esempio Sechs -> /sex/
  • ck si pronuncia kk. Ad esempio Zucker -> /zukker/
  • d [d] corrisponde alla d di dente, ma in alcuni casi va pronunciata ʒ oppure ha fonemi uniti come ð, e in altri casi θ, ma viene pronunciato alla fine di una parola ɕ, solo se succede davanti ad una i prima della d finale, ma in alcuni casi viene pronunciato ʟ perché se succede ad una j che si pronuncia ʑ allora la d non va pronunciata e si pronuncia ɷ.
  • dsch = corrisponde alla suono della g italiana preceduta da e o i. Frequentemente è sostituito da [ʧ] o da una via di mezzo [tʒ]. Viene utilizzato in parole di origine straniera, come ad esempio Dschungel, "giungla" (d'origine indiana, simile all'inglese jungle). (simile alla g, ma pronunciata facendo vibrare la parte della lingua con il palato e appoggiandola contro i denti), ma se succede ad una a la dsch va pronunciata r̩ perché se succede ad una e che si pronuncia l̪̩ o ɹ allora la dsch non va pronunciata mai, è muta. Difatti si pronuncia come ɷ.
  • f [f] non si pronuncia come in italiano (solo alla fine di una parola che la f è preceduta dalla e si pronuncia come la f italiana) ma ha fonemi uniti come "θ", "ð", ma a fine di una parola si pronuncia sempre ɕ, perché se succede ad una u il suono cambia che la f non si deve pronunciare mai e che il suono uscito dalla f a fine di ogni parola in tedesco si pronuncia generalmente ɷ.
  • g [ɡ] è sempre dura, mai affricato come nell'italiano "gente"; perciò ge è pronunciato ghe', inoltre ig alla fine delle parole viene pronunciato [ɪç], per esempio Honig [ˈhoːnɪç], come se fosse una fricativa alveolopalatale sorda.
  • gh [ɕ] viene pronunciato come fricativa alveolopalatale sorda, cioè come se fosse una consonante palatale e vibrante come in tedesco churrand.
  • h [h]. Prima di una vocale si deve sempre pronunciare, poiché la h è una consonante al pari delle altre e la sua presenza può differenziare parole altrimenti identiche (esempio Hund = cane, und = e). La h dopo una vocale è muta e allunga la vocale stessa (Dehnungs-h), come in wohl.
  • j [j] (in alcune varietà è più forte [ʝ]), come in Joghurt. Si pronuncia come i prevocalica italiana (ieri, iena) ma ci sono delle eccezioni per le parole di origine straniera, (per esempio Job si legge [ʤɔp] o, più comunemente, [ʧɔp], che si pronuncia a volte [ʝ]),simile a un suono che tende alla j francese di bonjour, ma aspirando un po' si ottiene il suono, perché in alcuni casi se succede a una u post.intermedia che si pronuncia generalmente ɕ, allora proprio però alla fine di una parola la j non va pronunciata e si pronuncia ɷ.
  • k corrisponde alla c (dura) italiana. Ad esempio Kind.
  • zj [ʒ] (fricativa postalveolare) si pronuncia con un suono particolare che non esiste in italiano, tipico del dialetto francese simile a una g palatale strisciata simile alla j francese di bonjour, ma se succede ad una w che ha come fonemi uniti ɺ o ʂ allora la zj non si deve pronunciare mai e va pronunciata sempre ɷ.
  • n [n] (nasale dentale e alveolare) si pronuncia come in italiano come in nave, ma il gruppo gn si pronuncia con ɕ + n, ma più precisamente ɲ, ma in alcuni casi viene pronunciato ɽ perché se succede ad una bella o post. intermedia che si pronuncia ɴ o ʐ, allora la n non va pronunciata e si pronuncia sempre ɷ.
  • ng [ŋ] (nasale velare) sia in posizione mediana che finale. Quindi "ng" si pronuncia come la n di ancora [aŋˈkoːra] e la g non va pronunciata. Nelle regioni settentrionali è più spesso uvulare [ɴ], ma la q non si pronuncia perché è muta alla centro di una parola; ad esempio anqar viene pronunciato aɴaʀ o aɴqaʀ, solo come allofoni del fonema n. La q a volte si legge, ma se succede ad una ia che ha come fonemi uniti ʢ o ɸ allora la ng non va pronunciata mai e si pronuncia come ɷ.
  • ph [f], come in Philosophie e altre parole d'origine greca.
  • qu + vocale si legge [kv] (più precisamente [kβ]) + vocale, come in Quatsch [kvaʧ]. Questa è una caratteristica della pronuncia che si nota molto nell'accento tedesco
  • r [ʀ]. Il suono della r in tedesco è uvulare, simile al francese e non alveolare come in italiano. Alla fine delle parole la r non si sente quasi: il suffisso er si pronuncia [ʀ] sillabico o [ɐ]. Spesso è una r arrotata.
  • s si pronuncia [z] come in rosa se è da solo e precede una vocale (come in sein, Hase) ma [ʃ] (come sch) se all'inizio di una parola precede p e t (come in Straße) e nelle parole di origine straniera si può pronunciare come in italiano. Solo se è doppia o finale si pronuncia [s] (come in sasso).
  • ß. E' una s sempre sorda e non si usa mai all'inzio di parola. Pertanto non esiste la ß maiuscola. Può essere sostituita da due s. (La doppia ss segue vocali corte, come in essen (mangiare, pron. essen); la ß segue sempre vocali lunghe, come in aßen ("mangiarono", [ˈa:sn̩] e i dittonghi come in heißen ("significare" oppure "chiamarsi" nel caso nomi propri, [ˈhaesn̩]).
  • sch [ʃ] corrisponde al suono italiano scritto con sc quando in italiano segue i o e. A differenza dell'italiano è più breve, mentre in italiano standard è sempre doppio.
  • tsch [ʧ] corrispondente al suono della cc (palatale) seguita da e o i (come in Deutschland).
  • t [t] corrisponde al suono della s seguita da a, o, u, ma davanti a e, i si pronuncia come fricativa alveolopalatale sorda "ʃ" (più precisamente "ɕ"), ma più duro "ʕ" davanti ad ë, ï, ö, ä, ü, ma in alcuni casi viene pronunciato ɺ perché se succede ad una u. che si pronuncia generalmente ɬ allora la t non va pronunciata mai e si pronuncia sempre ɷ.
  • tz si pronuncia zz (aspra). Ad esempio jetzt.
  • v si pronuncia "f" come in Volk [fɔlk] "popolo" (da cui Volkswagen, "auto del popolo") in parole tedesche ma [v] come in italiano in parole di origine straniera (soprattutto latina), come Vase.
  • w [v] La "w" va letta come la "v" italiana. Ad esempio, la parola Wasser (acqua) si pronuncia [vɑsɐ], ma se succede ad una u viene pronunciata ɷ.
  • x [x] La "x" non va letta come in italiano, ma va letta come "ʃ" se seguita da h, "ʨ" se seguita da k, ma in alcuni casi si pronuncia ɕ, in altri casi va pronunciato ɦ, perché se succede ad una j post. intermedia che si pronuncia generalmente ʐ o β la x non va mai pronunciata e si pronuncia sempre ɷ.
  • y si pronuncia come ü.
  • z si pronuncia sempre aspra [ʦ] come in spazio e mai [ʣ] (come in azzurro), ma se succede ad una u il suono cambia che la z non si deve pronunciare mai e difatti verrà vocalizzata, si pronuncia ɷ.

Altre regole modifica

  • Alla fine delle parole o prima di una consonante sorda b, d, e g si pronunciano rispettivamente [p], [t] e [k] (ig in posizione finale si pronuncia però [ɪç]); ma si nota questa tendenza anche all'inizio delle parole, in particolare in Baviera e Austria (il che caratterizza l'accento tedesco).
  • Le consonanti p, t, k subiscono un'aspirazione consonantica, cioè sono seguite da una leggera h [h]. Questo effetto è più forte nelle sillabe accentuate. Non cambia il significato è perciò spesso viene omesso nella trascrizione nell'alfabeto fonetico, ma è una caratteristica che si nota molto nell'accento tedesco ("thutthi noi siamo thedeschhi"), ma se sono mute e si pronunciano (ɷ), aspirazione non ne deve sentire.
  • tz si pronuncia [ʦ], mentre anche se risulta difficile nelle parole con zt, come jetzt, la (seconda in questo caso) t si deve sentire, ma se succede ad una i la tz è vocale (ɷ).

Lessico modifica

La maggior parte del lessico della lingua tedesca deriva dal ramo germanico delle lingue indo-europee, sebbene vi siano significative minoranze di parole derivate da francese, latino e, recentemente, dall'inglese. Allo stesso tempo, è stupefacente come il tedesco riesca a sostituire parole straniere con il solo utilizzo del repertorio lessicale puramente germanico: così Notker di San Gallo riuscì a tradurre i trattati aristotelici in puro alto tedesco antico attorno all'anno 1000.

A prima vista il lessico del tedesco è poco accessibile. Ma bisogna anche prendere in considerazione che una parte considerevole dei sostantivi è da ascrivere a semplici traduzioni letterali dal latino. A modo indiretto, dunque, è possibile riscontrare l'internazionalità dei linguaggi. Specie gli usi dell'ambiente ecclesiastico risalgono al latino, p.es. die Wieder-aufersteh-ung (re-surrect-io). Anche le parole prestate dal latino sono più frequenti di quanto non ci si potrebbe aspettare, p.es. nüchtern ("digiuno", "non ubriaco", da nocturnus), keusch ("casto", probabilmente da conscius), die Laune ("lo stato d'animo", da luna), die Ziegel (tegula), die Pfeife (pipa) oppure kosten (omonimo di gustare e di constare) ecc.

Sistema di scrittura modifica

Alfabeto modifica

  Per approfondire, vedi Nomi delle lettere dell'alfabeto latino.

Il tedesco viene scritto usando l'alfabeto latino (comprese quindi le lettere J, K, W, X e Y). Oltre alle 26 lettere tipiche di molti alfabeti europei, il tedesco usa i tre Umlaute ovvero ä, ö e ü, nonché la legatura, ß (chiamata Eszett o anche Scharfes S) che rappresenta la doppia s in certe parole.

  • A, Ä, B, C, D, E, F, G, H, I, J, K, L, M, N, O, Ö, P, Q, R, S, T, U, Ü, V, W, X, Y, Z.
  • a, ä, b, c, d, e, f, g, h, i, j, k, l, m, n, o, ö, p, q, r, s, t, u, ü, v, w, x, y, z.

Lettere speciali (Eszett e Umlaute) modifica

  Per approfondire, vedi ß.

Queste lettere non alterano l'ordine alfabetico. ''ß'' = ''Scharfes S'' oppure ''Eszett'' (doppia ''s''; nessuna parola ha questa lettera come iniziale e la [[riforma ortografica tedesca|riforma ortografica del 1996]] ha ridotto il loro numero, mentre [[Svizzera]] e [[Liechtenstein]] le hanno abolite). ''Ä'' = a mit Umlaut.<ref name="mit">In tedesco la parola "mit" significa "con"</ref> ''Ö'' = o mit Umlaut.<ref name="mit" /> ''Ü'' = u mit Umlaut.<ref name="mit" /> ''ɷ'' = questa lettera non esiste, vocale quasi posteriore quasi chiusa arrotondata, non esiste in tedesco, succede davanti a consonanti mute. Da notare che, sebbene i due puntini siano pressoché uguali a una dieresi, è scorretto chiamarli così perché derivano storicamente da un fenomeno di metafonia e, nella scrittura Fraktur, si ponevano due trattini (simili a una e nella stessa scrittura) sopra la vocale. Talvolta quest'usanza è stata ripresa anche nella scrittura latina, ponendo una piccola e sopra la lettera.

La riforma ortografica modifica

  Per approfondire, vedi riforma ortografica tedesca.

Con l'ultima riforma ortografica del 1996, la ß viene sostituita da una doppia s dopo ogni vocale breve, come ad esempio in Fluss (fiume), Kuss (bacio) e dass (che, congiunzione), mentre rimane dopo la vocale lunga, come Gruß (saluto), Fuß (piede) e (mangiava). Da notare che non esiste una versione maiuscola della lettera ß (non capitando mai ad inizio di parola), e pertanto viene sempre scritta SS nelle parole scritte interamente a lettere maiuscole, oppure si usa lo stesso segno. In Svizzera e Liechtenstein, infine, la ß non viene mai usata ed è sempre sostituita da ss.

Al computer modifica

Le vocali con l'Umlaut (Ä, Ö, Ü) possono essere scritte ae, oe ed ue, qualora non fosse possibile, per ragioni tecniche, scriverle con i due puntini (per esempio nelle tastiere che ne sono sprovviste): l'uso però, tranne che per le maiuscole, è considerato un errore. Allo stesso modo, ß può essere sostituita dalla doppia s. I tedeschi comprendono questo sistema alternativo (anche se ai loro occhi sembra strano), ma è sempre meglio evitarlo se i caratteri speciali sono disponibili, visto che ae, oe ed ue in certi rari casi possono rappresentare una regolare vocale lunga (per esempio, ae può essere letto come una a lunga piuttosto che una ä). La stessa cosa vale per l'Eszett, dato che a volte serve a distinguere parole altrimenti omografe, come ad esempio Maße (misure) da Masse (massa). Attualmente, con la diffusione dei programmi di videoscrittura per computer dotati di un elenco di caratteri speciali in cui sono inserite queste lettere, è sempre più infrequente dover ricorrere a questi "mezzi di emergenza".

Sulla tastiera italiana, con tastierino numerico e sotto sistema operativo Microsoft Windows, si possono usare le seguenti combinazioni di tasti:

Risultato atteso Combinazione 1 Combinazione 2
Minuscole:
ä Alt + 2 2 8 Alt + 1 3 2
ö Alt + 2 4 6 Alt + 1 4 8
ü Alt + 2 5 2 Alt + 1 2 9
ß Alt + 2 2 3 Alt + 2 2 5
Maiuscole:[5]
Ä Alt + 1 9 6 Alt + 1 4 2
Ö Alt + 2 1 4 Alt + 1 5 3
Ü Alt + 2 2 0 Alt + 1 5 4


Invece sotto sistema operativo Linux, si può usare la seguente combinazione:

Risultato atteso Combinazione
Minuscole:
ä Maiusc + Alt Gr + . seguiti da A
ö Maiusc + Alt Gr + . seguiti da O
ü Maiusc + Alt Gr + . seguiti da U
ß Alt Gr + S
Maiuscole:
Ä Maiusc + Alt Gr + . seguiti da Maiusc + A
Ö Maiusc + Alt Gr + . seguiti da Maiusc + O
Ü Maiusc + Alt Gr + . seguiti da Maiusc + U

Parole composte modifica

In tedesco molto spesso i sostantivi e i complementi di specificazione possono essere uniti, con delle regole molto precise:

  • Una parola composta deve identificare qualcosa di preciso: posso unire per esempio "porta di casa" (die Haustür) ma non "il colore del mare", perché se vedo qualcosa di blu, dico che è blu, non che ha il colore del mare, mentre la porta di casa è una cosa ben precisa. Ci sono però rare eccezioni, difatti si può dire Hautfarbe ("colore della pelle"). La regola non vale in generale per gli aggettivi, è comunissimo dire per esempio mausfarbig ("color topo") oppure anche papageienfarbig ("color pappagallo", cioè multicolore).
  • Il sostantivo più importante è al fondo, e determina il genere e il plurale: "la chiave" (der Schlüssel, plurale invariato, genitivo des Schlüssels) "della porta" (die Tür, pl. die Türen, gen der Tür) "di casa" (das Haus, pl. die Häuser, gen des Hauses) si dice der Haustürschlüssel plurale invariato, genitivo des Haustürschlüssels, perché la chiave della porta di casa è prima di tutto una chiave, quindi la parola chiave va al fondo.

Questa caratteristica può dare origine a parole molto lunghe, con addirittura tre consonanti consecutive. A volte per fare l'esempio della parola più lunga in tedesco si usa:

Rhein-Main-Donaugrossschifffahrtswegdampfschifffahrtgesellschaftskapitänsuniformknopf

che significa "il bottone dell'uniforme del capitano della linea di navigazione a vapore della grande linea di navigazione Reno-Meno-Danubio". Come si nota, knopf (bottone) è l'ultima parola, perché si tratta prima di tutto di un bottone. Quel bottone si può presumibilmente distinguere dagli altri perché avrà un particolare simbolo sopra, quindi può teoricamente essere definito con una sola parola. In realtà non si userebbe mai una parola del genere (con ben 83 lettere), ma non di rado capitano parole da 20 o 30 lettere, come "le discussioni sui problemi del riscaldamento globale"!

È però ritenuto cattivo stile lo scrivere parole composte di oltre tre singoli lemmi.

Dialetti modifica

  Per approfondire, vedi Dialetti della lingua tedesca.
 
Le diverse varietà di tedesco esistenti.

I dialetti parlati in Germania si dividono in due macrogruppi:

Normalmente viene considerato propriamente tedesco la lingua parlata nelle regioni settentrionali, in particolare nella città di Hannover. Quelle regioni, una volta da ascrivere al basso tedesco, hanno adottato una pronuncia molto vicina allo scritto. Questa parlata è anche il tedesco che viene normalmente studiato all'estero. Risulta quindi più difficile per uno straniero che studia il tedesco comprendere i dialetti dell'intero sud, specie il vocalismo e non pochi particolari del lessico di bavaresi, svevi, austriaci ed anzitutto degli svizzeri. Nonostante ciò, la conoscenza dello standard è frequente a tal punto da poter essere considerata perfetta e la forza dei dialetti regredisce già da molti decenni e di generazione in generazione. Una vera e propria situazione di diglossia persiste solo nelle parlate svizzere.

Parentela con altre lingue germaniche modifica

Ci sono molte parole tedesche che sono imparentate con quelle inglesi (ricordando che le due lingue fanno parte della stessa famiglia linguistica). Molte di esse sono facilmente identificabili ed hanno praticamente lo stesso significato. In particolare alcune parole contrassegnate con * si pronunciano nello stesso modo ma vengono scritte in modo diverso.

TEDESCO INGLESE TRADUZIONE
Winter winter inverno
Sommer summer estate
beste/r best migliore
grün green verde
haben (to) have avere
Finger finger dito
Bett bed letto
Haus* house casa
Hund, Dogge hound, dog cane
Eis* ice ghiaccio
Hallo hello ciao
lachen laugh ridere
Schiff ship nave
singen, sang, gesungen sing, sang, sung canto, cantai, cantato
gut good buono
Fuchs fox volpe
Mann man uomo
Maus* mouse topo
zwanzig twenty venti (numero)
Buch book libro
kalt cold freddo
kühl cool fresco
Fisch* fish pesce
warm warm caldo
trinken, trank, getrunken drink, drank, drunk bevo, bevvi, bevuto
Wald wood / forest foresta
wild wild selvaggio
machen, machte, gemacht make, made, made faccio, feci, fatto
gehen, ging, gegangen go, went, gone vado, andai, andato
Brot bread pane
Apfel apple mela
Garten garden giardino
Gold gold oro
Feuer fire fuoco
Wasser water acqua
Hundert hundred cento
Tausend thousand mille

Alcune parole hanno consonanti diverse in queste lingue e ciò è dovuto alla rotazione consonantica dell'alto tedesco.[6] Per esempio in molte parole imparentate la consonante "b" intervocalica del tedesco è resa dalla "v" dell'inglese.

Tedesco: Liebe (amore) >> Inglese: love

Tedesco: geben (dare) >> Inglese: (to) give

Questo avviene inoltre con la sibilante "ff" che nell'inglese è resa con "p" e nella "ss" che in inglese è resa con "t"

Tedesco: Schiff (nave) >> Inglese: ship

Tedesco: lassen (lasciare) >> Inglese: let

Confrontando la lingua olandese con quella tedesca e quella inglese si può notare in essa un "grado" intermedio. Poniamo tre semplici esempi per osservare lo scambio consonantico:

TEDESCO OLANDESE INGLESE
vergessen (dimenticare) vergeten (to) forget
geben (dare) geven (to) give
helfen (aiutare) helpen (to) help
gut (buono) goed (pron. gut) good
Buch (libro) boek (pron. buk) book

Anche nella grammatica si nota questa caratteristica: l'olandese infatti conserva alcune declinazioni e coniugazioni caratteristiche del tedesco, ma in molti casi si utilizzano forme semplificate come in inglese.

Pur essendo una lingua germanica moderna il tedesco ha conservato più caratteristiche delle lingue indoeuropee antiche rispetto ad altre lingue indoeuropee moderne, ad esempio i casi e tre generi, che la rendono per alcuni versi paragonabile a lingue come latino, anche se non è stata così conservativa come, ad esempio, le lingue slave, che in alcuni casi conservano più casi dello stesso latino (la lingua polacca ha sette casi: ha perso l'ablativo, ma ha conservato strumentale e locativo che il latino classico aveva già perso).

Premi Nobel per la letteratura in lingua tedesca modifica

Note modifica

  1. German Language Guide, su germanlanguageguide.com. URL consultato il 12-12-2009.
  2. Ethnologue Statistical Summaries
  3. 3,0 3,1 Ethnologue report for language code: deu
  4. ad esempio: das Ich, l'Io, oppure das Essen, il mangiare.
  5. Le maiuscole con l'Umlaut capitano abbastanza raramente.
  6. Per il consonantismo tedesco si veda Fausto Cercignani, The Consonants of German: Synchrony and Diachrony, Milano, Cisalpino, 1979.