La dinastia di Savoia affonda le sue origini semileggendarie nei conti Beroldo e Biancamano, vissuti a cavallo del mille, che secondo la tradizione avrebbero conquistato come vassalli dell'imperatore Ottone III e del regno di Arles alcuni appezzamenti nella regione francese della Savoia; nell'arco di tre secoli e mezzo riuscirono ad estendere i loro territori sino ad occupare ad inizio XV secolo una vasta zona compresa tra Italia, Svizzera e Francia, ottenendo dall'imperatore Sigismondo il titolo di Duca per Amedeo VIII.

il Regno dopo il congresso di Vienna

Con Vittorio Amedeo II il ducato di Savoia acquisì la Sicilia per via diplomatica: il possesso dell'isola comportava il titolo di Re per il sovrano così come il possesso della Sardegna, con cui fu subito scambiata per ovviare ad ovvi problemi di comunicazione tra terre distanti. Peraltro l'accesso al mare del Piemonte era limitato a Nizza, l'acquisizione della Liguria e del porto di Genova avvenne infatti solo in seguito al congresso di Vienna, che ritenne tale modifica territoriale necessaria al fine di creare un forte stato regionale che facesse da cuscinetto tra Austria e Francia, nazioni in perenne lotta.

I Savoia, infatti, sin da inizio XVIII secolo erano, dopo un graduale passaggio durato secoli, finalmente divenuti una dinastia a vocazione italiana in seguito all'abbandono dei progetti di espansione sul lato transalpino vista da una parte l'evidente disparità di mezzi con il potente vicino francese, dall'altra i contrasti e le divisioni tra gli staterelli italiani, deboli e facile preda di conquista.