Teoria musicale/Il pentagramma
La notazione sicuramente più diffusa per scrivere la musica occidentale è il pentagramma. Il suo nome, derivato dal nome greco penta (cinque), significa cinque righe: infatti si tratta proprio di cinque righe (intervallate da quattro spazi) su cui vengono poste le note musicali e gli altri segni utili alla descrizione di uno spartito.
Possiamo pensare al pentagramma come la base per la scrittura della nostra musica: esso dà infatti un ordine e una logica alla disposizione delle figure musicali che rappresentano le singole note.
In particolare, ciascuna figura individua una particolare nota (cioè una particolare frequenza) in base alla sua altezza nel pentagramma.
Righe e spazi sul pentagramma
modificaQuesto è un pentagramma vuoto. Le figure delle note sul pentagramma possono essere quindi collocate sulle righe (quindi la figura della nota sarà come "appesa" alla riga) oppure sugli spazi (in questo caso la figura sarà in mezzo alle due righe adiacenti).
Non essendo possibile rappresentare la vastità delle note con sole nove posizioni (cinque righe più quattro spazi) si può fare ricorso anche a linee aggiuntive per delimitare nuove righe e nuovi spazi.
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Una nota su un rigo
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Una nota su uno spazio
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Una nota su un rigo aggiuntivo
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Una nota su uno spazio aggiuntivo
Quando si fa riferimento alle righe e agli spazi del pentagramma, si parte sempre dal basso (il quinto rigo e il quarto spazio saranno quindi quelli più in alto).
La chiave
modificaQuando si scrive la musica, è importante tenere conto anche della chiave, un simbolo di riferimento per determinare la corrispondenza biunivoca tra altezze nel pentagramma e le diverse frequenze. Le tre più utilizzate sono:
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Questa chiave (chiave di sol o di violino) indica la posizione del sol dell'ottava centrale.
È la più utilizzata ed è generalmente posizionata sul secondo rigo -
Questa chiave (chiave di do) indica la posizione del do centrale.
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Questa chiave (chiave di fa) indica la posizione del fa dell'ottava appena più bassa di quella centrale.
È generalemente posizionata sul quarto rigo e in questo caso è chiamata chiave di basso.
La chiave è solitamente posta all'inizio di ogni spartito ma non è raro che la chiave cambi nel corso del brano per ospitare con facilità note diverse.
Pentagrammi e chiavi per ogni occasione (setticlavio)
modificaL'uso di una chiave piuttosto che un'altra è soprattutto deciso dallo strumento che dovrà suonare lo spartito o dal cantante che lo dovrà cantare. Molti dei nomi delle posizioni corrispondono ai nomi della tonalità di voce per la quale sono usate.
- : la chiave di sol è solitamente posta sul secondo rigo ed è chiamata chiave di violino. È la più usata.
- : la chiave di do posta sulla prima linea è chiamata chiave di soprano
- : la chiave di do posta sulla seconda linea è chiamata chiave di mezzosoprano
- : la chiave di do posta sulla terza linea è chiamata chiave di contralto
- : la chiave di do posta sulla quarta linea è chiamata chiave di tenore
- : la chiave di fa posta sulla terza linea è chiamata chiave di baritono
- : la chiave di fa posta sulla quarta linea è chiamata chiave di basso
Alcuni strumenti richiedono inoltre un pentagramma particolare. Ad esempio il pianoforte, avendo un'estensione di note molto vasta e la possibilità di suonare contemporaneamente, con le due mani, due diversi spartiti, usa due pentagrammi uniti da una parentesi graffa.
Attenzione: di per sé un rigo od uno spazio rappresenta solo i 7 toni della scala (DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI) mentre per inserire le varie alterazioni (DO#, SIb, ecc...) è necessaria una notazione leggermente differente, che verrà analizzata più avanti nel corso del libro.
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