Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Egitto: differenze tra le versioni

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El Arish, capoluogo del Sinai, venne conquistata nonostante la presenza di numerose batterie controcarro, bombardate con l'artiglieria e con il napalm dagli aerei della HHA. La mosse ancora più devastante avvenne nella zona di Bir Lhafan, che era considerata pressoché impossibile da raggiungere dalla parte israeliana per via della sabbia fine e del terreno inadatto per i mezzi pesanti.
 
Ma gli israeliani, anche perdendo 4 Centurion insabbiatisi irrimediabilmente, riuscirono a farcela e precedettero due brigate egiziane, che vennero accolte dalle salve dei cannoni da 105 e distrutte in un furioso combattimento che durò tutta la notte, fino al 6 giugno mattina. La zona di Abu Agheila venne attaccata e nonostante la forza difensiva installata,venne annientata in due ore.
 
La Brigata K israeliana puntò al Passo di Mitla, impedendo agli egiziani di ritirarsi in maniera ordinata.Mentre le truppe egiziane si ritirarono verso tale passo, e premevano per forzarlo, arrivarono gli aerei israeliani che colpirono duramente tali colonne, causando panico e una disfatta generale degli egiziani, oramai imbottigliati. La guerra sul Sinai si era decisa in un paio di giorni, e gli israeliani vinsero anche sul Golan e contro la Giordania, entrando a Gerusalemme.
 
Alla fine della guerra, gli arabi avevano avuto 1500015.000 morti, 1150011.500 prigionieri, 5000050.000 feriti, contro 679, 16 e 25632.563 israeliani. Le perdite materiali furono di 150 carri e 46 aerei israeliani, contro 670 carri, 450 semoventi, 480 pezzi d'artiglieria e 441 aerei arabi, in quali persero anche 30003.000 autocarri e sopratutto, 70.000 tonnellate di munizioni. La maggior perte di queste perdite era egiziana.
 
L'URSS aveva fornito davvero grandi quantità di armamenti agli arabi, e le riserve di munizioni erano più che sufficienti per combattere per settimane, se non mesi. Ma gli Israeliani puntarono su di un colpo di mano ben organizzato, ripetendo la blitzkrieg in stile Guderian contro gli Arabi, che combattevano, specie in Sinai, con lo schema sovietico che aveva consentito di fermare i tedeschi a Kursk, ma stavolta la combinazione di potenza di fuoco e mobilità erano state troppo elevate per farsi bloccare da una difesa statica, e d'altro canto i sovietici non si fecero distruggere l'aviazione al suolo immediatamente prima della battaglia decisiva.
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Finita la catastrofica Guerra dei Sei Giorni, la situazione militare rimase tesa e difficile, e nonostante la catastrofica sconfitta subita dagli Arabi gli scontri di frontiera continuarono quasi ininterrottamente. Quello che va rimarcato con la guerra del 1967 è che si trattò, da parte israeliana, di una vittoria ‘pulita’: nel '56 Israele attaccò anche allora per primo, e l’Egitto avrebbe potuto ben combatterlo se non fosse arrivata la flotta ‘Alleata’ che devastò la sua aviazione e sbarcò a Suez e Porto Said: davvero l’Egitto era ‘uno contro tre’. Ma stavolta era Israele ad essere circondata da diverse nazioni ostili, che nell’insieme erano assai più forti: nondimeno, con un piano semplicemente spericolato Israele vinse, soprattutto perché distrusse fin dall’inizio quasi tutta l’aviazione egiziana. Poi in rapida sequenza occupò la Striscia di Gaza, tutto il Sinai, le alture del Golan, e soprattutto, la Cisgiodania, Gerusalemme inclusa. Questo, mentre nel giro di qualche giorno era riuscita a distruggere quasi tutte le forze terrestri, respingendo i siriani e sbaragliando gli egiziani nel Sinai. E stavolta non vi era stato nessun ‘aiuto esterno’. La sconfitta e l’umiliazione non avrebbero potuto essere peggiori, ma da allora Israele si portò nei suoi ‘confini’ una questione a tutt’oggi lungi dall’essere risolta: quella Palestinese, in quanto non ha voluto né liberare, né annettere defitivamente tali territori, che dopo 40 anni sono ancora ‘occupati’, e la questione è esacerbata dal gran numero di coloni in Cisgiordania con colonie illegali ma in continuo aumento, mentre Gaza ha visto la ritirata degli israeliani, essendo questi solo 7000 contro un milione 300 palestinesi, e nondimeno possedendo circa il 40% delle terre e le migliori risorse idriche. Con Gaza di fatto sotto assedio, e la Gisgiordania colonizzata illegalmente, la questione palestinese è ben lungi dall’esser risolta in maniera condivisa.
 
L’URSS intervenne presto per ripianare le perdite arabe, almeno materiali. L’Egitto era la principale potenza araba, anche a livello demografico, degli arabi e fu rinforzato in maniera molto congrua. Iniziarono presto scaramucce ed ostilità, limitate e gli Israeliani, in attesa dei loro cloni dei Sidewinder (Shafir), dovettero addirittura riutilizzare i missili Atoll trovati nelle basi arabe occupate nel Sinai.
 
Anche in mare vi furono battaglie minori: in Luglioluglio, il caccia Eilat e due motosiluranti israeliane combatterono contro due motosiluranti P6 egiziane affondandole in uno degli ultimi combattimenti di superficie ‘classici’ (ovvero con l’uso di artiglierie) della guerra navale.
 
Già il 21 ottobre di quell’anno gli egiziani ottennero una vittoria tattica che fu forse la migliore che riuscirono mai ad infliggereinflitta, fino a quel momento, agli Israeliani: il cacciacacciatorpediniere Eilat, nave ex-britannica della Seconda guerra mondiale, era una bella nave, con il compito principale della lotta contraerei. La sua batteria di cannoni contò poco, però, quando essa si avvicinò a Port Said e da 17 km di distanza, due motocannoniere Komar, senza nemmeno lasciare il porto, sferrarono il loro attacco: erano navi similesimili a quelle affondate dal caccia mesi prima, ma armate con missili Styx piuttosto che 4 siluri da 533 mm. Operando come una vera e propria batteria costiera, gli tirarono contro tutti i 4 missili disponibili,, 3 dei quali andarono a segno. L’Eilat affondò con 47 vittime, e da allora il mondo comprese la potenzialità dei missili antinave, mentre la marina Israeliana lasciò perdere le navi di grandi dimensioni per concentrarsi su più veloci e meglio equipaggiate motocannoniere (quelle della serie Saar), che in particolare offrivano il vantaggio di un equipaggio ridotto, e quindi di perdite umane ridottecontenute se le cose si fossero messe male. Gli Styx confermarono la loro micidialità nel 1971 contro il caccia Kandahar pakistano, gemello dell’Eilat ed affondato con due soli missili, entrambi a segno, da una 'Osa I' indiana.
 
 
La Guerra d'Attrito fu iniziata dagli egiziani, che facevanofecero un calcolo cinico ma apparentemente giusto: essendo molto più numerosi, contavano di infliggere perdite umane agli israeliani cheinsostenibili questiper ultimiuna nonnazione potevanotanto sostenerepiccola, e contavanoper diquesto farcontavano ciòsopratutto con lasulla loro potente artiglieria di origine sovietica. Passata oramai definitivamente l’era in cui l’Egitto aveva un armamento e ordinamento prevalentemente britannico, adesso questa nazione era equipaggiata ed addestrata secondo schemi sovietici. La risposta israeliana tuttavia, si concretizzò essenzialmente con l’aviazione, che colpì ripetutamente numerosi obiettivi in Egitto, sia tattici che strategici. Proprio dal 1969, da quando questa nuova guerra scoppiò, gli Israeliani ricevettero finalmente nuovi apparecchi. Avendo fin’allora utilizzato aerei francesi, che componevano, assieme ad un MiG-21F disertore (ex-siriano) con nome in codicematricola 007), l’intera forza aerea dall’addestratore Magister, al caccia Mirage IIIC e al trasporto Noratlas, gli israeliani cominciarono, dopo il 1967, cominciarono a ricevere materiale moderno americano moderno, ed per giunta in grandi quantità. Questo cambiamento è, a dire il vero, molto strano e difficile da interpretare: fino al 1967 Israele aveva l’appoggio della Francia, che dopo la ‘guerra preventiva’ (di fatto, fu Israele ad attaccare per primo e con la massima forza possibile contro una minaccia che, per dirla alla 'Minority report', non era ancora certo si sarebbe mai concretizzata) ne mise sotto embargo le forniture dirette a tale nazione, a cominciare dai 50 nuovi caccia Mirage 5 (costruiti secondo le idee israeliane di nuovaabbandonare produzionel'avionica sofisticata per aumentare la capacità di carico bellico), direttamente incamerati nella propria aviazione visto, che oramaia eranoessendo pressochégià prontiapprontati. Israele, va ricordato, contribuì in maniera sostanziale a far conoscere al mondo la validità degli aerei francesi, che diventarono un best seller, nonostante che le macchine di ‘riferimento’ fossero quelle americane, sovietiche e inglesi. La guerra del ’67 fu a tutti gli effetti una blitzkrieg scatenata da una nazione, che si percepiva in forte pericolo, contro le vicine, ma fu pur sempre una guerra d’aggressione. Gli USA, invece, da allora non fecero che aiutare Israele, subentrando alla Francia. La cosa è ancora più strana se si considerano almeno due fattori ‘contro’ tale decisione: il fatto che Israele avesse attaccato la Liberty, una nave ELINT della marina USA, ‘scambiandola’ per una nave egiziana, e causandole decine di vittime, e il fatto che Israele aveva da anni un reattore nucleare non dichiarato: proprio nel 1967 si stima che Israele possedesse già almeno due armi nucleari di sua progettazione. Questo non era un particolare, ma un elemento di differenza sostanziale rispetto ad una nazione forte, ma pur sempre convenzionalein termini convenzionali.
 
Nonostante questoche oramai il reattore di Dimona fosse noto, nonostante lo scalpore che seguì all'attacco della Libery, Nixon fu ben lieto di inviare aerei pesantemente armati concome gli Skyhawk e soprattutto, i Phantom, che svolsero soprattutto una funzione di bombardieri tattici mentre i Mirage/Nesher erano usati come caccia da superiorità aerea. Gli Egiziani avevano una forza aerea sempre più consistente, ma almeno all’inizio soffrirono del fatto che i loro MiG-21PF erano dotati di missili Atoll che funzionavano piuttosto male con ingaggi a bassa quota sul deserto caldo del Medio Oriente, mentre la mancanza di cannoni faceva sì che i caccia israeliani avessero interesse a serrare le distanze e sparargli addosso con i loro, anche perché l’Atoll aveva una gittata minima di circa 1km. In verità, come si è visto, anche gli Israeliani erano inizialmente messi male, inizialmente: gli unici missili che i francesi potevano fornigli di propria progettazione erano gli R.530, che pur essendo a medio raggio erano di scarsa utilità complessiva, e che ottennero ben poche vittorie aeree.
 
L’arrivo, nel 1969 dei Phantom e delle relative armi cambiò le cose, emettendo mise iniin condizione di vantaggio la HHA in ogni ambito, ma anche gli arabi si rinforzarono e i MiG-21MF con Atoll e cannone erano un nuovo e più pericoloso nemico. La Guerra d’Attrito durò, ain fasivarie alternefasi, per due anni, fino a che nel 1971 furono gli Egiziani a dovere lasciar perdere, visto che subivano più perdite loro dall’aviazione israeliana, di quante ne infliggevano con l’artiglieria. La differenza in dimensioni demografiche, poi, era sì importante, ma non fondamentale perché di fatto, le forze armate delle due nazioni erano simili in dimensioni. Gli Egiziani avevano anche una fittissima rete di missili e cannoni antiaerei oltre il Canale di Suez, e a parte questo ebbero anche il supporto diretto dei Sovietici, che schierarono almeno un reggimento da caccia con i MiG-21. Questo reggimento tuttavia non ebbe molta fortuna: in uno scontro a bassa quota, nel 1970, parecchi MiG arrivarono a contatto visivo con una piccola formazione di Phantom, forse 4 in tutto, ma furono sorpresi quando si videro attaccati dai Mirage, almeno 8, che scombinarono la formazione: grazie alla sorpresa (i Phantom erano lì come esca) gli Israeliani abbatterono 5 aerei e uccisero un pilota sovietico, in cambio di qualche apparecchio danneggiato da missili Atoll. Il Colonnello V. Ivlev ricorda di come il controllore a terra gli disse, improvvisamente, che avevano dei caccia nemici a quota superiore (i Mirage dopo avere rapidamente preso quota) e che si ritrovarono in una trappola. Perso il gregario, Ivlev zizagava per controllare il settore posteriore, quando vide un Mirage lanciargli un missile IR ma: questo si perse nel calore del deserto, mentre poco dopo, a sua volta lui localizzò un Mirage lanciandogli contro i suoi missili Atoll, uno dei quali lo danneggiò (si trattava di un dell'aereo di un asso israeliano, che aveva abbattuto un MiG poco prima, e che fu costretto ad un atterraggio d’emergenza su di un aeroporto del Sinai). Sparata anche la piccola riserva di munizioni contro un altro Mirage, senza effetti apparenti e, a quel punto si disimpegnò. GliI preparati ma inesperti sovietici furono talmente impressionati dalle tattiche aggressive israeliane, che modificarono le proprie per tenere conto della lezione ‘appresa’'appresa' in quel giorno.
 
===Kippur, ottobre 1973===
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Le ostilità ebbero inizio nel primo pomeriggio del 6 ottobre. Si stabilì che gli Egiziani fossero i primi a sparare, per avere così i difensori israeliani con il sole negli occhi, mentre i siriani avrebbero avuto più luce per continuare a combattere, dato il fuso orario. Un migliaio di cannoni egiziani esplosero i loro colpi lungo tutto il fronte, ma vi fu anche un’altra sorpresa, l’esplosione, su entrambi i lati del Canale, di potenti cariche esplosive. Un reparto di sommozzatori era infatti riuscito ad eludere la sorveglianza e a piazzare delle cariche esplosive sincronizzate per distruggere parte delle postazioni israeliane lì vicine ma soprattutto per far crollare i muri di sabbia costruiti dagli Israeliani. Non soltanto: per demolire in fretta i muri di sabbia israeliani venne escogitato un sistema semplice ma geniale: vennero utilizzati potenti idrogetti che lavarono letteralmente i muri di sabbia, trasformandoli in ‘rampe’ per il movimento di uomini e mezzi.
 
Nel mentre i difensori venivano inchiodati dal fuoco delle artiglierie, ben 222 aerei egiziani (praticamente metà di tutta l'EAF) passavano il Canale e colpivano i tre aeroporti e numerosi altri obiettivi del Sinai, anche se non ebbero moltascarsa efficacia nel loro complesso. Una forza eliportata su Mi-8 venne lanciata all’attacco di obiettivi come il Passo di Mitla, ma ebbe solo parziale successo: nondimeno, queste poche centinaia di commandos ritardarono molti rinforzi di circa 24 preziosissime ore. La forza da sbarco egiziana, nel frattempo, era riuscita a stendere ponti galleggiani e ad usare traghetti motorizzato sovietici, che dimostrarono appieno la loro validità: in poco tempo, 100.000 uomini, 1200 carri armati e numerosi sistemi antiaerei erano oltre il Canale.
 
La reazione israeliana non si fece attendere, con l’artiglieria e gli attacchi aerei: ma la difesa dei SAM e artiglierie egiziane era tanto efficace da rendere pressoché impossibile bloccare l’attacco con tali mezzi. Alle 14.55 i primi due A-4 vennero abbattuti dalle difese egiziane, i primi di tanti altri nei 3 giorni successivi. La campagna oltre il Canale era affidata a due armate, che possedevano nell’insieme 5 divisioni di fanteria, 1 di fanteria meccanizzata e 2 corazzate. Questi erano inquadrati in 2 Armate, la 2° a Nord, e la 3° a Sud. L’obiettivo, differentemente da quello che spesso si sente dire, non era la distruzione di Israele, che al più, era una cosa da ottenere nel lungo periodo, e che solo i Siriani potevano causare sul fronte est, ma riconquistare parte del Sinai, se non tutto, per poi dichiarare un cessate il fuoco. Insomma, l’Egitto cercava una vittoria politica, dopo lo smacco del '67 e l’insoddisfacente esito della guerra del 69-71. La reazione israeliana fu comunque veemente, ma gli egiziani, soprattutto il giorno successivo abbatterono e danneggiarono un gran numero di aerei.
 
Da notare l’originalità delle tattiche egiziane: non potendo competere appieno con gli israeliani negli scontri diretti tra aerei o carri, demandavano piuttosto ai missili tale confronto diretto. La reazione israeliana tuttavia, fu molto più rapida di quello che gli egiziani pensavano, in quanto ritenevano che i riservisti arrivassero alle loro unità in non meno id 36 ore, mentre spesso ci riuscirono in 24 ore. In ogni caso, attestati alla difesa, gli egiziani si prepararono al contrattacco israeliano, e quando questo avvenne, l’8 ottobre, essi respinsero un attacco di due brigate corazzate, delle 12 disponibili in tutto l’esercito israeliano: vennero perduti almeno 100 carri, il comandate della 190ima Brigata, che rimase totalmente distrutta nella battaglia, venne addirittura fatto prigioniero. La pioggia di Sagger e di altre armi controcarro a disposizione della fanteria aveva funzionato, ma per questo vi fu anche la complicità dell’impeto israeliano: senza appoggio aereo sufficiente, senza supporto adeguato di artiglierie e di fanteria, i carri si rivelarono troppo vulnerabili.
 
Nel frattempo Israele riuscì a indebolire le difese aeree egiziane, lanciando commandos oltre il canale per colpire le reti radar, colpendo con aerei ed artiglierie le batterie mobili SA-6 in fase di ricarica, ed inventandosi tattiche come quella di avvicinarsi al limite del raggio di tiro, osservare (o ricevere comunicazione da parte di elicotteri) del lancio di missili, poi ritirarsi e seminarli prima di essere raggiunti. Le batterie egiziane erano fitte, e spesso non funzionava, ma lanciavano più missili e più batterie simultaneamente facevano fuoro, così lo spreco era rilevante. In pochi giorni, di fatto le riserve delle unità di prima linea, abbondantissime e che i sovietici avevano previsto come sufficienti per settimane, vennero esaurite, cosa che non mancò di suscitare, non ufficialmente, le loro ire. L’AviazioneL'Aviazione israeliana riuscì a combattere in maniera più sciolta ed efficace, ma soprattutto, tra il 13 e il 14 ottobre, in quella che avrebbe dovuto essere la battaglia decisiva, gli Israeliani vennero attaccati da due divisioni corazzate, ma scivolando ai lati della loro tenaglia, riuscirono, nonostante la mancanza di sistemi IR che invece i carri sovietici possedevano, a respingerli, tanto che ne vennero distrutti o abbandonati non meno di 316. Questa inaspettata vittoria fu il prologo di una ancora più travolgente azione, quando a sud delle forze egiziane, gli israeliani, ora che li avevano bloccati, come del resto avevano bloccato i siriani ad Est, da cui stavano affluendo rinforzi, meditavano un contrattacco. Il Sinai non era infatti prioritario per Israele, ma lo era accome il settore Orientale: il Sinai poteva essere perduto anche totalmente, se necessario, ma non era così per il fronte siriano. In sostanza, a quel punto gli egiziani erano stati fermati, ed erano sbilanciati in avanti, con poche riserve strategiche; un pò per le perdite subite, un pò per il desiderio di infliggere una sconfitta decisiva agli israeliani ed aiutare indirettamente gli alleati Siriani, in grave difficoltà ad Est.
 
La controffensiva di Sharon fu comunque micidiale, e: consistette nel passare il Canale a sud, nella zona dei Grandi Laghi amari, punto di suture debole tra la seconda e terza armata egiziane: invano i sovietici diedero l’allarmel'allarme con i loro satelliti, l’artiglierial'artiglieria egiziana ed alcuni elicotteri tentarono di contrastare latale manovra ma senza successo. Suddivisi in piccoli reparti di pochi carri e APC, gli israeliani distrussero sistematicamente i radar e le retrovie, mano a mano che risalivano a nord, aiutando l’Aviazione ad operare al megliopoi in loro supporto. Gli Egiziani non avevano che 500 carri ad Ovest del Canale: ben presto gli israeliani ne portarono quasi altrettanti, una volta completati 5 ponti fissi, e con 2000020.000 uomini e i semoventi d’artiglieria distrussero le seconde linee egiziane e tagliarono la Terza Armata fuori dallo schieramento egiziano. La strada per il Cairo era quasi aperta, nonostante la difesa di altri reparti dell’esercito, e nonostante l’azione dell’aviazione egiziana, che si battè anche se con pesanti perdite.
 
Alla fine, il 24 ottobre, la guerra era stata un nuovo successo israeliano, almeno in termini militari. La cosa non fu univocamente sentita come tale, e da allora in Egitto si celebra tale data come vittoria. La cosa è spiegabile in vari modi: l’impossibilità di accettare un’altra, sanguinosa sconfitta. Il fatto che Israele fu costretto a chiamare in aiuto direttamente gli USA appena al quinto giorno di combattimenti (sebbene anche i sovietici stessero organizzando un ponte aereo per gli arabi) indusse Sadat a dichiarare che ‘non possiamo vincere anche contro gli Stati Uniti’. Inoltre, rispetto alla precedente guerra dei Sei giorni, gli arabi, specie gli egiziani, avevano dimostrato di saper combattere bene (il vero problema era l'assoluta incompetenza degli stati maggiori, a cominciare dal comando divisionale in su), e di intaccare il mito dell’invincibilità degli Israeliani, che a loro volta avevano subito pesanti perdite. Un altro dato politico era che la guerra finì con gli Israeliani in territorio egiziano, ma anche, sebbene fossero isolati e addirittura affamati, soldati egiziani in territorio ‘israeliano’, ovvero su di una parte della penisola di Suez.
 
Alla fine, gli Arabi ebbero migliaia di morti e feriti, ma anche gli israeliani subirono pesantemente, con quasi 3000 vittime, molte per una nazione tanto piccola, anche se poche se si considera il quantitativo di armamenti utilizzati da ambo i contendenti, in quella che si può ben definire la prima ‘guerra moderna’ a tutti gli effetti (chiaramente, le forze corazzate e meccanizzate costituiscono una migliore 'assicurazione' per la vita dei soldati delle vecchie unità di fanteria motorizzata o appiedata). Le perdite materiali furono di circa 1000 carri, la metà riparabili, e olte 120 aerei per Israele, mentre gli arabi persero circa 2000 carri e 1000 blindati vari, eoltre che 400 aerei.
 
Molte le lezioni di questo conflitto: la minaccia dei missili SAM e di quelli controcarro, usati in maniera mai prima d’allora tanto efficace. Si deve considerare anche che le tattiche sbagliate e le contromisure inadatte consentirono di ottenere un risultato di tale livello, assieme ad un uso massiccio di migliaia di armi, con un rapporto di colpi a segno piuttosto basso se preso in termini statistici. Gli aerei e persino i carri armati che riuscivano a manovrare in maniera opportuna difficilmente erano colpibili dai missili, ma le salve eranotanto numerose che le perdite accadevano comunque in quantità.
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L’Egitto aveva siglato gli accordi di Camp David, del 1978: in quello che rimase il principale successo politico di Jimmy Carter, l'Egitto riconosceva Israele, e con questa nazione iniziò ad avere rapporti relativamente pacifici. Non così con la Libia, che a quel punto combatté una breve guerra con l’ex-nazione leader della lotta antisraeliana. L’Egitto era più potente e solido come struttura militare, e sostanzialmente vinse: i MiG-23 vennero incontrati, stavolta libici, e per esempio, 1 venne abbattuto da un MiG-21 armato con Sidewinder, che era più agile ed efficace nel duello manovrato, e tra le altre azioni, vi furono alcuni attacchi aerei su basi libiche operanti con i Mirage. Da notare che i libici operarano a suo tempo a supporto degli egiziani, e che forse addirittura Mirage libici vennero usati durante la guerra del Kippur, anche se non vi sono prove decisive in merito (forse vennero mantenuti in riserva, a difesa del Cairo?).
 
===I nuovi caccia===
 
L’aggiornamento egiziano proseguì cercando di mettere ordine nell’ordinamento e nell’armamento delle sue forze armate, che vissero una fase di crisi acuta nel passaggio da armi orientali, sempre più obsolescenti e prive di ricambi, a quelle occidentali, così sofisticate, costose e indisponibili in tempi rapidi. Uno dei primi acquisti fu quello, sotto il nome di coperture ''Peace Pharaoh'', di 35 F-4E, proprio le macchine che avevano sconfitto l’Egitto negli anni precendenti. Questo acquisto era necessario dopo l'accordo di Camp David: gli altri Paesi Arabi, meno popolati ma più ricchi di petrolio, supportavano finanziariamente l'Egitto, e interruppero tutti i supporti, incluso il programma per fornire, da parte saudita, ben 50 caccia leggeri F-5E.
 
I Phantom erano di seconda mano, delprelevati dal 31st TFW, Homestead AFB , e così vennero inviati rapidamente, già entro la fine del 1979. La loro carriera continuò con due squadriglie del 222imo Reggimento (Cairo Ovest), ma la loro operatività rimase per anni bassissima, essendo dei veri e propri incubi per la manutenzione richiesta al personale di terra. Nel 1982 vi erano non più di 9 aerei efficienti contemporaneamente, e l'Aeronautica egiziana considerava seriamente di disfarsene, in cambio di più F-16. Solo a metà degli anni ’80 le cose migliorarono, grazie ad un programma di aiuti americano con una approfondita istruzione per i tecnici egiziani, che continuavano a rimpiangere la semplicità dei sistemi russi, e che furono certo maggiormente soddisfatti quando arrivarono gli F-16 e i Mirage 2000, grandemente più moderni e semplici dei possenti F-4. Altri 7 Phantom giunsero, sempre di seconda mano, nel 1988 ma non vi furono altre forniture, avendo l'Egitto puntato tutto sull'F-16.
 
Gli F-16 furono una nuova pedina nelle mani dell'EAF, e queste nuove, fantastiche macchine da combattimento videro il primo contratto firmato già il 25 giugno 1980 per 40 caccia F-16A/B Block 15, ovvero con le modifiche MSIP I, vertenti su di un aumento della superficie dei piani orizzontali e un aggiornamento dell'avionica. Il contratto era sotto il nome di ''Peace Vector''. La fornitura prevedeva 34 A e 8 B biposto, consegnati a partire dal marzo 1982. L'acquisto, al solito in questi casi, era agevolato in conto FMS. La stessa versione venne venduta anche a Venezuela, Pakistan e altre nazioni, e non prevedeva missili aria-terra guidati. A questo lotto seguiranno altri 34 monoposto e 6 biposto del Block 32, versioni C e D, consegnati con il contratto di Peace Vector II. Questi aerei avevano predisposizione per i missili AIM-7 Sparrow: forse era un modo per 'cautelarsi' da eventuali 'tensioni' con gli F-15 israeliani? In ogni caso, tutti questi F-16 intercettori avevano il motore PW F100-PW-220, ovvero la versione con la spinta più bassa ('appena' 10.637-782 kg statici al livello del mare), necessaria per aspettare di risolvere i 'problemi' che il PW F100 dava in termini di affidabilità, meno sentiti su di un bimotore F-15, ma causa di molti problemi per parecchi anni dall'introduzione in servizio. La carriera di queste macchine, in consegna dall'ottobre 1986, si svolse con il 242imo Reggimento di Beni Suef.
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Infine, nel giugno 1990 l'Egitto ordinò 35 F-16C e 12 D, tutti Block 40, che introduceva finalmente il più potente F-110 della General Electric, un motore nato originariamente per il B-1, ma abbastanza compatto da essere utilizzabile anche per i caccia. Questi F-16 sarebbero andati ad un altro paio di squadroni, sotto il nome di Peace Vector III, e avevano una nuova avionica comprendente il sistema LANTIRN da navigazione e attacco al suolo, e il radar APG-68 (già presente sui Block 32). Consegne a partire dall'ottobre 1991.
 
Nemmeno questo erafu l'ultimo contratto siglato per i Fighting Falcon: un altro lotto di 46 F-16C/D venne ordinato in Turchia, che già produceva presso le industrie TAI la macchina per conto dell'Aeronautica turca. Questi erano 34 C e 12 D, e naturalmente il programma era finanziato anch'esso con fondi FMS e noto come Peace Vector IV. Consegne a partire dal 1994. Da notare che per ragioni date dai finanziamenti delle Foreign Military Sales, ovvero i suddetti FMS (artefici di un immenso riequipaggiamento di forze armate 'amiche' degli USA dal dopoguerra in poi) questi F-16 dovevano prima essere consegnati ufficialmente all'USAF, e poi trasferiti in Egitto.
 
Una ulteriore infornata arrivò nel maggio 1996, con il programma ''Peace Vector V'', e comprendeva 21 C Block 40, armabili con missili AGM-84 Harpoon, bombe GBU-15 e amissili Maverick, tutti armamenti che erano, sempre nell'ambito di questo stesso programma, in corso di ottimizzazione anche per i precedenti F-16.
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===Marina:===
Basata ad Alessandria, Porto Said, Porto Tewfiq, Marsa Matruh, Safaga e Hurghada, era una delle più potenti, se non la più potente dell'intera Africa: quantomeno in termini di dislocamento. Anche la forza numerica era elevata, con 20.000 uomini, dei quali però ben 15.000 coscritti (in un servizio tradizionalmente con personale prevalentemente professionista), e 15.000 riservisti.
 
Basata ad Alessandria, Porto Said, Porto Tewfiq, Marsa Matruh, Safaga e Hurghada, era una delle più potenti, se non la più potente dell'intera Africa: quantomeno in termini di dislocamento. Anche la forza numerica era elevata, con 20.000 uomini, dei quali però ben 15.000 coscritti (in un servizio tradizionalmente con personale prevalentemente professionista), e 15.000 riservisti. La forza primaria era data da 12 sottomarini e 5 cacciatorpediniere sovietici e cinesi. Queste navi erano già tutte consegnate ed in servizio all'epoca del Kippur, ma non ebbero modo di incidere negli eventi bellici; peraltro, sopravvissero tutte alle ostilità. Altre unità erano le vecchie navi inglesi della II GM, chiaramente oramai solo di seconda linea, come il caccia classe Z, le fregate Hunt e Black Swan. La fornitura di 2 moderne corvette spagnole Descubierta aveva migliorato la situazione, essendo armate con missili Sea Sparrow o Aspide, due cannoni da 40mm, uno da 76mm OTO, due lanciasiluri. La flotta più moderna era quella dei mezzi d'attacco missilistici, con 12 navi sovietiche 'Komar' e 'Osa I', mentre il rimanente, e altre 6 in ordine, erano britannici. La Gran Bretagna tornò, dopo decenni, ad essere un fornitore importante per l'Egitto: anche 1 hovercraft SRN-6 erano in servizio o in ordine, utilizzabili anche come posamine veloci. Gli elicotteri del gruppo navale erano infine Westland Sea King Mk 47 ASW.
 
La difesa costiera, della quale di fatto le navi sono una parte (non si tratta certo di una marina con ambizioni oceaniche) aveva anche atterie di missili e cannoni: questi ultimi erano i soliti pezzi a lunga gittata da 130mm M46, assieme a cannoni da 100 e da 152 mm, mentre i missili erano costituiti sia dalle batterie sovietiche di Styx/Samlet, che dai nuovi missili OTOMAT franco-italiani, di fatto le nuove armi antinave dell'Egitto. Essi, con la loro gittata di 60-180 km a seconda della versione, erano capaci di contrastare anche forze in alto mare. La forza complessiva era di 2 brigate con le artiglierie, e 3 batterie di OTOMAT, ciascuna su due lanciatori binati per un totale di 12 missili pronti al lancio. I radar costieri erano il britannico Plessey 4.30 in postazioni fisse, e CSF 3410 mobili, aiutati dai Sea King per il targeting oltre-orizzonte (NB: questa era la situazione a metà anni '90).
 
Per quello che riguarda le navi veloci, da rimarcare la presenza delle navi classe 'Ramadam', ordinate alla Vosper-Thornycroft. Esse erano belle navi da 52 m di lunghezza, e nonostante delle massiccie sovrastrutture, tali grosse unità missilistiche avevano un dislocamento di appena 312 t a pieno carico. Erano dotate di un cannone OTO da 76mm a pria, un impianto Breda-Bofors a poppa con due cannoni da 40mm, e 4 missili OTOMAT. L'armamento era in gran parte se non totalmente (dipende da chi fornì i missili, che erano della versione OTOMAT Mk I originale) italiano, i motori erano 4 MTU tedeschi su 4 assi da 17150hp complessivi per 40 nodi di velocità, mentre l'equipaggio era di 40 marinai. I sistemi elettronici erano 4 radar, un sistema ECM e uno di combattimento Sapphire, tutti inglesi. I nomi erano Ramadan, Khyber, El Kadesseya, El Yarmouk, Hetein e Badr. Ordinate nel 1977, varate nel 1979-80, consegnate tutte entro il 1982. Con le loro dotazioni elettroniche e di armamento, le Ramadan erano navi di tutto rispetto e in grado di tenere testa anche alle Saar israeliane, oltre che di difendersi efficacemente da attacchi aerei e missilistici, nonché di bombardare obiettivi navali e costieri. In definitiva,rappresentavano un netto miglioramento anche rispetto alle Osa I, delle quali 6 erano in carico. Assieme a queste vi erano anche 4 vecchie Komar, tra cui probabilmente anche le autrici dell'affondamento dell'Eilat, e 6 interessanti 'October', costruite in ambito nazionale ed equipaggiate, al posto dei grossi e vecchi Styx, di due OTOMAT. Assieme ad aggiornamenti elettronici vari sulle Osa I tutto questo dava una buona capacità di combattimento alle navi della marina egiziana.
 
L'aggiornamento della flotta prevedeva anche sistemi moderni per i vecchi 'Romeo', i sottomarini d'attacco sovietici di costruzione cinese. Ma l'aggiornamento con sistemi moderni presentò una serie di inaspettate complicazioni, che resero aleatoria la sua riuscita, e ridussero la validità delle moderne tecnologie applicate, oltre che aumentare i costi per cui è dubbio che si sia dimostrato un buon affare.
 
I corazzati e le artiglierie erano parte dell'industria egiziana. Uno dei primi sistemi era il Walid,un veicolo corazzato leggero, da ricognizione, 4x4 assolutamente ortodosso. Esso è stato per anni l'APC standard dell'Esercito egiziano, ed era costituito da un telaio corazzato di un Magirus Deutz tedesco-occidentale. Un altro, più complesso, è certamente il Fahd, progettato dalla Kadar di Heliopolis emostrato per la prima volta nel 1984. Esso ha una strttura data dal telaio del Daimler-Benz LAP 1117/32, 4x4, ma con una struttura data da un telaio corazzato, abbastanza spesso da proteggere di proiettili perforanti da 7,62x54mm, nonostante il peso relativamente ridotto di 9,1t a vuoto, 10,9 a pieno carico. L'unica limitazione di questo veicolo, che sembra una versione piuttosto rozza del VAB 4x4 francese, è il fatto che ha solo 4 ruote, il che limita la capacità di superare fossi e trincee ad appena 0,8m, che comunque non è poco per un veicolo del genere. Facile da riconoscere per la lunghezza dello scafo tra gli assi, ha 4 iposcopi per lato e altrettanti lanciafumogeni, e trasporta abbastanza confortevolmente 10 fanti. Tra le armi installabili vi sono mitragliatrici, missili controcarri e cannoni, ma la versione più interessante è quella da appoggio di fuoco, vista con il contingente egiziano in Bosnia negli anni '90. Trattasi di un mezzo che, inusitatamente, ha una torretta di BMP-2 (nonostante che tale mezzo non sia mai entrato in servizio nell'Esercito egiziano, in quanto non disponibile per il 1974), il che significa un cannone controcarri-antielicottero da 30mm, una mitragliatrice da 7,62 e un missile AT-5 Sprandel a lunga gittata pronto al lancio, nonchè 6 lanciagranate fumogene. La truppa trasportabile è però meno numerosa, causa lo spazio dedicato alla torretta.
 
La serie di mezzi corazzati egiziani si incrocia con quella delle artiglierie. A suo tempo (anni '80) gli egiziani fecero un semovente antiaereo basato sull'M113 americano, con una torretta armata di un cannone binato da 23mm e due lanciamissili binati SA-7. Quanti di questi economici semoventi antiaerei siano stati realizzati, sul totale di 1800 M113 ricevuti dall'Egitto, non è chiaro. Altre realizzazioni riguardano i cannoni semoventi SP122. Si tratta di obici D30, efficaci e relativamente potenti artiglierie da 122mm di cui l'Egitto ha ottenuto la licenza di costruzione da parte dell'URSS (o, in ogni caso, ne ha intrapreso la produzione). Essi sono armi trainate, e per accontentare le esigenze di semoventizzazione l'Egitto decise di ordinarne una versione semovente. Anziché di prendere ad esempio quanto già esisteva, ovvero il 2S1 sovietico con obice nella torretta, si decise di assegnare alla BMY americana e alla RO inglese la progettazione di due semoventi dotati di artiglieria in casamatta anteriore. Perchè? Verosimilmente, per ottenere un mezzo che anche se privo di brandeggio a 360 gradi (non strettaemnte necesario per un semovente campale) sia molto più leggero ed economico. La BMY, come prevedibile, ha presentato un sistema basato sullo scafo dell'M109A2, che produce e che sarebbe il complemento ideale per la logistica. La Royal Ordnance ha invece presentato un mezzo fatto di più pesante ma meno costoso acciaio saldato (anziché alluminio), con una struttura più compatta e la possibilità di diventare il capostipite di una famiglia di nuovi mezzi. Entrambi i contendenti sono stati presentati nel 1984. Un'altro programma era per un cannone da carro calibro 105 su scafo di blindato tedesco, una sorta di cacciacarri tipo un SU-100 ammodernato.
 
Per le artiglierie, da ricordare sopratutto i lanciarazzi. I razzi balistici in cui l'Egitto si è impegnato sono stati essenzialmente di due calibri, da 80 e da 122mm. In origine, gli egiziani producevano i razzi del vecchi BM-13-16 da 132mm, a cui ha fatto seguito una versione del molto più moderno BM-21 con un lanciatore da 30 colpi per l'autocarro leggero, giapponese, Isuzu 6x6 da 2,5 t. Anche la versione standard, con l'autocarro ZIL da 3,5 tonnellate, è stata prodotta. Poi sono arrivati i razzi originali, di una serie notevole di modelli. Quelli da 80 mm sono di vario tipo: uno è il VAP da 12 colpi, sistemato su un veicolo 4x4 leggero, con razzi da 1,5m e 12 kg di peso, testate HE o illuminanti e una portata di 8 km. La versione speciale per cortine fumogene è sistemata su lanciatori a 12 colpi su mezzi corazzati Walid. Possono creare una cortina lunga 1000m anche per 15 minuti di tempo, con vento favorevole. Questo fatto non ha più grande importanza con le camere termiche dei moderni mezzi militari, ma prima (e anche adesso, se si tratta di cortine speciali) era estremamente utile, tatticamente, coprire un'avanzata o una ritirata con un tale, semplice sistema di lancio. Un'altra installazione è il lanciatore quadruplo su ogni lato della torre di un T-62. Il razzo è in entrambi i casi, il nebbiongeno D-30, 1,51m di lunghezza e 3 km di raggio. E' invero insolito che si doti un carro di lanciatori di cortine nebbiogene del genere, invece dei lanciagranate a corto raggio: quasi sembra, che l'obiettivo non sia tanto coprire il mezzo (dotato anche di sistema di iniezione gasolio nei tubi di scarico, per creare cortine fumogene continue), ma accecare l'avversario, con un raggio utile paragonabile a quello delle migliori armi terrestri come cannoni e missili.
 
Di caratteristiche ben più sostanziose sono i razzi Sakr. Questi son i Sakr-18 e i Sakr-30. Sitratta di razzi da 122mm, caratterizzati da bombette cluster in alternativa a quella normale HE. Il modello 18 ha, per l'appunto, tale gittata massima (in km) e si tratta di un sistema affine al tipo sovietico. Pesa 67 kg per 3,25 m e arriva a 18 km con una testata che può essere una da 21kg a subproietti con 28 bombe antipersonale o 21 controcarri. Nonostante i problemi legati alla sicurezza, le salve di questo tipo d'arma sono molto più efficaci nel saturare un obiettivo che con le semplici HE, efficaci contro un carro solo in caso di colpo diretto. Le versioni sono da 21, 30 o 40 razzi. Il modello Sakr-30 non è nuovo solo in termini di gittata, ma anche di propellente, con un nuovo preparato a grana finissima invece che a doppia base, e un motore a razzo leggero (in alluminio). La gittata aumenta quindi dai già notevoli 20 km del BM-21 a 30 km, superando quasi tutte le artiglierie convenzionali. La tipologia è varia: i razzi da 2,5m hanno una testata HE da 17,5 kg. I razzi medi hanno una testata da 23 kg per una massa di 61 kg e 3,1 m di lunghezza. Possono trasportare 35 bomblets antiuomo o 28 controcarro. Queste ultime possono perforare oltre 80mm di corazza, mentre le bombette antiuomo sono efficaci nel raggio di 15m. Una salva da 40 razzi può quindi lanciare 1440 o 1120 bomblets saturando un'area novevole, anche di migliaia di mq (molto teoricamente, ogni bomblet controcarro vale per circa 20mq, e ogni arma antiuomo per 800). I razzi più lunghi, da 3,16 m e 63 kg, ha una gittata di 30 km per una testata da 24,5 kg contenente 5 mine controcarro.
 
Tra gli altri, innumerevoli programmi egiziani di rimodernamento un posto d'onore va senz'altro al carro M1 Abrams, di cui l'Egitto è stato il secondo utente, e uno dei pochissimi che ha ritenuto che i carri con motore a turbina siano mezzi efficienti rispetto a quelli con motore turbodiesel. La cosa era obbligata, visto che gli USA potevano offrire solo quelli. La versione scelta era l'M1A1, ovvero il carro armato col 120mm M256. Questo significava il top della produzione per l'epoca -i tardi anni '80- e venne superata solo dalla versione M1A1HA, disponibile dopo il 1988 con corazze all'uranio impoverito. Con un sistema di controllo del tiro sofisticato (anche se senza alcun periscopio per il capocarro, eccetto il modesto mirino della mitragliatrice M2HB da 3 ingrandimenti) basato su telemetro laser, computer balistico, sistema termico TIS, stabilizzazione di seconda generazione, il carro M1 era obiettivamente un salto quantico rispetto ai vecchi carri egiziani, anche se l'M60A3, per quanto possa sembrar strano, ha una migliore camera termica, con maggiore risoluzione, la TTS (SE si trattava di carri M60A3 con la camera termica, inizialmente non installata). Le sospensioni, il motore da 1500 hp e la corazzatura protettiva, nonchè la protezione per le munizioni a prova di scoppio erano altre eccellenti qualità, come anche un'abitabilità accettabile, grazie allo spazio e all'aria condizionata. La bocca da fuoco è precisa e potente, e le munizioni M829 (SE sono state consegnate le normali munizioni DU) ha la capacità di perforare oltre 50 cm di acciaio a 2 km. La dotazione di soli 40 colpi è l'unico parziale handicap, ma d'altra parte non si può pretendere meglio da un carro armato col 120. IL precedente M1 con il pezzo M68 da 105 aveva invece 55 colpi, il che tornava utile se si doveva ingaggiare molti bersagli non particolarmente resistenti. Tuttavia, dopo il 1986 non vi sono stati altri M1 prodotti, e mai nessuno esportato: forse il cannone da 105mm veniva giustamente visto come una limitazione per un carro da 55 t come questo (sebbene non pesi molto di più dell'M60) e sopratutto, incapace di avere ragione di carri armati moderni resistenti anche allo stesso 120mm. La dotazione di oltre 500 M60 e 450-550 M1A1 (assemblati in Egitto) ha migliorato molto le capacità di combattimento egiziane, anche se la manutenzione è stata spesso problematica. Per esempio risulta che gli stabilizzatori di tiro degli M60A3 erano non operativi durante una esercitazione congiunta con l'Italia nel 2002 (gli italiani portarono, al pari degli egiziani, il loro 'carro secondario', il Leopard 1A5, successivo temporalmente ma paragonabile all'M60A3).
 
In ogni caso, gli M1A1 erano numerosi a sufficienza per un paio di divisioni corazzate e potevano competere con autorità contro i carri T-72 libici, ma anche con i Merkava israeliani, anche quelli col 120mm, al più pari, ma non superiori agli Abrams. Un'altro sviluppo successivo a questo è stata la nuova munizione controcarro BD-36, al carburo di tungsteno. Essa è uno sviluppo congiunto con le industrie inglesi, ed è stata pensata per il cannone del T-62, ancora in servizio in Egitto (ma anche per clienti esteri, come molte altre armi egiziane). Questa munizione è più precisa sulle lunghe distanze, ma sopratutto perfora circa 500mm RHA (acciaio omogeneo) a 2 km, raddoppiando i valori delle prime granate perforanti degli anni '60 e rendendo piena giustizia al potente cannone U5TS. In pratica, così il T-62 può perforare quasi quanto l'M1A1 e leggermente di più delle migliori granate DU disponibili per il pezzo da 105mm (ma senza lo stesso micidiale effetto piroforico una volta dentro il bersaglio).
 
Infine, tra i tanti aggiornamenti egiziani, da segnalare la cessione, all'inizio degli anni '90, di due fregate classe 'Perry', che con i loro missili SM-1MR e gli elicotteri hanno finalmente dato all'Egitto una capacità navale moderna, anche se moltissimo restava da fare per il resto della flotta.
 
 
 
 
 
 
Elenco delle navi:
*6 sottomarini classe ‘Romeo’
*6 sottomarini ‘Whiskey’
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*alcune batterie da difesa costiera con cannoni e missili
 
Basata ad Alessandria, Porto Said, Porto Tewfiq, Marsa Matruh, Safaga e Hurghada, era una delle più potenti, se non la più potente dell'intera Africa: quantomeno in termini di dislocamento. Anche la forza numerica era elevata, con 20.000 uomini, dei quali però ben 15.000 coscritti (in un servizio tradizionalmente con personale prevalentemente professionista), e 15.000 riservisti. La forza primariaprincipale era data da 12 sottomarini e 5 cacciatorpediniere sovietici e cinesi. Queste navi erano già state tutte consegnate ed in servizio all'epoca del Kippur, ma non ebbero modo di incidere negli eventi bellici; peraltro, sopravvissero tutteindenni alle ostilità. Altre unità erano le vecchie navi inglesi della II GM, chiaramente oramai solo di secondacimeli lineagalleggianti, come il caccia classe Z, le fregate 'Hunt' e 'Black Swan'. La fornitura di 2 moderne corvette spagnole Descubierta aveva migliorato la situazione, essendo esse armate con missili Sea Sparrow o Aspide, due cannoni da 40mm, uno da 76mm OTO, due lanciasiluri. La flotta più moderna era quella dei mezzi d'attacco missilistici, con 12 navi sovietiche 'Komar' e 'Osa I', mentre il rimanente, e altre 6 in ordine, erano britannici. La Gran Bretagna tornò, dopo decenni, ad essere un fornitore importante per l'Egitto: anche 1 hovercraft SRN-6 erano in servizio o in ordine, utilizzabili anche come posamine veloci. Gli elicotteri del gruppo navale erano infine Westland Sea King Mk 47 ASW.
 
La difesa costiera, della quale di fatto le navi sono una parte (non si trattatrattava certo di una marina con ambizioni oceaniche) aveva anche atterie di missili e cannoni: questi ultimi erano i soliti pezzi a lunga gittata da 130mm M46, assieme a cannoni da 100 e da 152 mm, mentre i missili erano costituiti sia dalle batterie sovietiche di Styx/Samlet, che dai nuovi missili OTOMAT franco-italiani, di fatto le nuove armi antinave dell'Egitto. Essi, con la loro gittata di 60-180 km a seconda della versione, erano capaci di contrastare anche forze in alto mare. La forza complessiva era di 2 brigate con le artiglierie, e 3 batterie di OTOMAT, ciascuna su due lanciatori binati per un totale di 12 missili pronti al lancio. I radar costieri erano il britannico Plessey 4.30 in postazioni fisse, e CSF 3410 mobili, aiutati dai Sea King per il targeting oltre-orizzonte (NB: questa era la situazione a metà anni '90).
 
Per quello che riguarda le navi veloci, da rimarcare la presenza delle navi classe 'Ramadam', ordinate alla Vosper-Thornycroft. Esse erano belle navi da 52 m di lunghezza, e nonostante delle massiccie sovrastrutture, tali grosse unità missilistiche avevano un dislocamento di appena 312 t a pieno carico. Erano dotate di un cannone OTO da 76mm a pria, un impianto Breda-Bofors a poppa con due cannoni da 40mm, e 4 missili OTOMAT.
 
Per quello che riguarda le navi veloci, da rimarcare la presenza delle navi classe 'Ramadam', ordinate alla Vosper-Thornycroft. Esse erano belle navi da 52 m di lunghezza, e nonostante delle massiccie sovrastrutture, tali grosse unità missilistiche avevano un dislocamento di appena 312 t a pieno carico. Erano dotate di un cannone OTO da 76mm a pria, un impianto Breda-Bofors a poppa con due cannoni da 40mm, e 4 missili OTOMAT. L'armamento era in gran parte se non totalmente (dipende da chi fornì i missili, che erano della versione OTOMAT Mk I originale) italiano, i motori erano 4 MTU tedeschi su 4 assi da 17150hp complessivi per 40 nodi di velocità, mentre l'equipaggio era di 40 marinai. I sistemi elettronici erano 4 radar, un sistema ECM e uno di combattimento Sapphire, tutti inglesi. I nomi erano Ramadan, Khyber, El Kadesseya, El Yarmouk, Hetein e Badr. Ordinate nel 1977, varate nel 1979-80, consegnate tutte entro il 1982. Con le loro dotazioni elettroniche e di armamento, le Ramadan erano navi di tutto rispetto e in grado di tenere testa anche alle Saar israeliane, oltre che di difendersi efficacemente da attacchi aerei e missilistici, nonché di bombardare obiettivi navali e costieri. In definitiva,rappresentavano un netto miglioramento anche rispetto alle Osa I, delle quali 6 erano in carico. Assieme a queste vi erano anche 4 vecchie Komar, tra cui probabilmente anche le autrici dell'affondamento dell'Eilat, e 6 interessanti 'October', costruite in ambito nazionale ed equipaggiate, al posto dei grossi e vecchi Styx, di due OTOMAT. Assieme ad aggiornamenti elettronici vari sulle Osa I tutto questo dava una buona capacità di combattimento alle navi della marina egiziana.
 
L'aggiornamento della flotta prevedeva anche sistemi moderni per i vecchi 'Romeo', i sottomarini d'attacco sovietici di costruzione cinese. Ma l'aggiornamento con sistemi moderni presentò una serie di inaspettate complicazioni, che resero aleatoria la sua riuscita, e ridussero la validità delle moderne tecnologie applicate, oltre che aumentare i costi per cui è dubbio che si sia dimostrato un buon affare.
 
==Altri programmi==
I corazzati e le artiglierie erano parte dell'industria egiziana. Uno dei primi sistemi era il Walid,un veicolo corazzato leggero, da ricognizione, 4x4 assolutamente ortodosso. Esso è stato per anni l'APC standard dell'Esercito egiziano, ed era costituito da un telaio corazzato di un Magirus Deutz tedesco-occidentale. Un altro, più complesso, è certamente il Fahd, progettato dalla Kadar di Heliopolis emostrato per la prima volta nel 1984. Esso ha una strttura data dal telaio del Daimler-Benz LAP 1117/32, 4x4, ma con una struttura data da un telaio corazzato, abbastanza spesso da proteggere di proiettili perforanti da 7,62x54mm, nonostante il peso relativamente ridotto di 9,1t a vuoto, 10,9 a pieno carico.
 
I corazzati e le artiglierie erano parte dell'industria egiziana. Uno dei primi sistemi era il Walid,un veicolo corazzato leggero, da ricognizione, 4x4 assolutamente ortodosso. Esso è stato per anni l'APC standard dell'Esercito egiziano, ed era costituito da un telaio corazzato di un Magirus Deutz tedesco-occidentale. Un altro, più complesso, è certamente il Fahd, progettato dalla Kadar di Heliopolis emostrato per la prima volta nel 1984. Esso ha una strttura data dal telaio del Daimler-Benz LAP 1117/32, 4x4, ma con una struttura data da un telaio corazzato, abbastanza spesso da proteggere di proiettili perforanti da 7,62x54mm, nonostante il peso relativamente ridotto di 9,1t a vuoto, 10,9 a pieno carico. L'unica limitazione di questo veicolo, che sembra una versione piuttosto rozza del VAB 4x4 francese, è il fatto che ha solo 4 ruote, il che limita la capacità di superare fossi e trincee ad appena 0,8m, che comunque non è poco per un veicolo del genere. Facile da riconoscere per la lunghezza dello scafo tra gli assi, ha 4 iposcopi per lato e altrettanti lanciafumogeni, e trasporta abbastanza confortevolmente 10 fanti. Tra le armi installabili vi sono mitragliatrici, missili controcarri e cannoni, ma la versione più interessante è quella da appoggio di fuoco, vista con il contingente egiziano in Bosnia negli anni '90. Trattasi di un mezzo che, inusitatamente, ha una torretta di BMP-2 (nonostante che tale mezzo non sia mai entrato in servizio nell'Esercito egiziano, in quanto non disponibile per il 1974), il che significa un cannone controcarri-antielicottero da 30mm, una mitragliatrice da 7,62 e un missile AT-5 Sprandel a lunga gittata pronto al lancio, nonchè 6 lanciagranate fumogene. La truppa trasportabile è però meno numerosa, causa lo spazio dedicato alla torretta.
 
La serie di mezzi corazzati egiziani si incrocia con quella delle artiglierie. A suo tempo (anni '80) gli egiziani costruirono un semovente antiaereo basato sull'M113 americano, con una torretta armata di un cannone binato da 23mm e due lanciamissili binati SA-7. Quanti di questi economici semoventi antiaerei siano stati realizzati, sul totale di 1800 M113 ricevuti dall'Egitto, non è chiaro.
 
La serie di mezzi corazzati egiziani si incrocia con quella delle artiglierie. A suo tempo (anni '80) gli egiziani fecero un semovente antiaereo basato sull'M113 americano, con una torretta armata di un cannone binato da 23mm e due lanciamissili binati SA-7. Quanti di questi economici semoventi antiaerei siano stati realizzati, sul totale di 1800 M113 ricevuti dall'Egitto, non è chiaro. Altre realizzazioni riguardano i cannoni semoventi SP122. Si tratta di obici D30, efficaci e relativamente potenti artiglierie da 122mm di cui l'Egitto ha ottenuto la licenza di costruzione da parte dell'URSS (o, in ogni caso, ne ha intrapreso la produzione). Essi sono armi trainate, e per accontentare le esigenze di semoventizzazione l'Egitto decise di ordinarne una versione semovente. Anziché di prendere ad esempio quanto già esisteva, ovvero il 2S1 sovietico con obice nella torretta, si decise di assegnare alla BMY americana e alla RO inglese la progettazione di due semoventi dotati di artiglieria in casamatta anteriore. Perchè? Verosimilmente, per ottenere un mezzo che anche se privo di brandeggio a 360 gradi (non strettaemnte necesario per un semovente campale) sia molto più leggero ed economico. La BMY, come prevedibile, ha presentato un sistema basato sullo scafo dell'M109A2, che produce e che sarebbe il complemento ideale per la logistica. La Royal Ordnance ha invece presentato un mezzo fatto di più pesante ma meno costoso acciaio saldato (anziché alluminio), con una struttura più compatta e la possibilità di diventare il capostipite di una famiglia di nuovi mezzi. Entrambi i contendenti sono stati presentati nel 1984. Un'altro programma era per un cannone da carro calibro 105 su scafo di blindato tedesco, una sorta di cacciacarri tipo un SU-100 ammodernato.
 
Per le artiglierie, da ricordare sono sopratutto i lanciarazzi. I razzi balistici in cui l'Egitto si è impegnato sono stati essenzialmente di due calibri, da 80 e da 122mm. In origine, gli egiziani producevano i razzi del vecchio BM-13-16 da 132mm, a cui ha fatto seguito una versione del molto più moderno BM-21 con un lanciatore da 30 colpi per l'autocarro leggero, giapponese, Isuzu 6x6 da 2,5 t. Anche la versione standard, con l'autocarro ZIL da 3,5 tonnellate, è stata prodotta.
 
Per le artiglierie, da ricordare sopratutto i lanciarazzi. I razzi balistici in cui l'Egitto si è impegnato sono stati essenzialmente di due calibri, da 80 e da 122mm. In origine, gli egiziani producevano i razzi del vecchi BM-13-16 da 132mm, a cui ha fatto seguito una versione del molto più moderno BM-21 con un lanciatore da 30 colpi per l'autocarro leggero, giapponese, Isuzu 6x6 da 2,5 t. Anche la versione standard, con l'autocarro ZIL da 3,5 tonnellate, è stata prodotta. Poi sono arrivati i razzi originali, di una serie notevole di modelli. Quelli da 80 mm sono di vario tipo: uno è il VAP da 12 colpi, sistemato su un veicolo 4x4 leggero, con razzi da 1,5m e 12 kg di peso, testate HE o illuminanti e una portata di 8 km. La versione speciale per cortine fumogene è sistemata su lanciatori a 12 colpi su mezzi corazzati Walid. Possono creare una cortina lunga 1000m anche per 15 minuti di tempo, con vento favorevole. Questo fatto non ha più grande importanza con le camere termiche dei moderni mezzi militari, ma prima (e anche adesso, se si tratta di cortine speciali) era estremamente utile, tatticamente, coprire un'avanzata o una ritirata con un tale, semplice sistema di lancio. Un'altra installazione è il lanciatore quadruplo su ogni lato della torre di un T-62. Il razzo è in entrambi i casi, il nebbiongeno D-30, 1,51m di lunghezza e 3 km di raggio. E' invero insolito che si doti un carro di lanciatori di cortine nebbiogene del genere, invece dei lanciagranate a corto raggio: quasi sembra, che l'obiettivo non sia tanto coprire il mezzo (dotato anche di sistema di iniezione gasolio nei tubi di scarico, per creare cortine fumogene continue), ma accecare l'avversario, con un raggio utile paragonabile a quello delle migliori armi terrestri come cannoni e missili.
 
Di caratteristiche ben più sostanziose sono i razzi Sakr. Questi son i Sakr-18 e i Sakr-30. Si tratta di razzi da 122mm, caratterizzati da bombette cluster in alternativa a quella normale HE. Il modello 18 ha, per l'appunto, tale gittata massima (in km) e si tratta di un sistema affine al tipo sovietico. Pesa 67 kg per 3,25 m e arriva a 18 km con una testata che può essere una da 21kg a subproietti con 28 bombe antipersonale o 21 controcarri. Nonostante i problemi legati alla sicurezza, le salve di questo tipo d'arma sono molto più efficaci nel saturare un obiettivo che con le semplici HE, efficaci contro un carro solo in caso di colpo diretto. Le versioni sono da 21, 30 o 40 razzi.
 
Di caratteristiche ben più sostanziose sono i razzi Sakr. Questi son i Sakr-18 e i Sakr-30. Sitratta di razzi da 122mm, caratterizzati da bombette cluster in alternativa a quella normale HE. Il modello 18 ha, per l'appunto, tale gittata massima (in km) e si tratta di un sistema affine al tipo sovietico. Pesa 67 kg per 3,25 m e arriva a 18 km con una testata che può essere una da 21kg a subproietti con 28 bombe antipersonale o 21 controcarri. Nonostante i problemi legati alla sicurezza, le salve di questo tipo d'arma sono molto più efficaci nel saturare un obiettivo che con le semplici HE, efficaci contro un carro solo in caso di colpo diretto. Le versioni sono da 21, 30 o 40 razzi. Il modello Sakr-30 non è nuovo solo in termini di gittata, ma anche di propellente, con un nuovo preparato a grana finissima invece che a doppia base, e un motore a razzo leggero (in alluminio). La gittata aumenta quindi dai già notevoli 20 km del BM-21 a 30 km, superando quasi tutte le artiglierie convenzionali. La tipologia è varia: i razzi da 2,5m hanno una testata HE da 17,5 kg. I razzi medi hanno una testata da 23 kg per una massa di 61 kg e 3,1 m di lunghezza. Possono trasportare 35 bomblets antiuomo o 28 controcarro. Queste ultime possono perforare oltre 80mm di corazza, mentre le bombette antiuomo sono efficaci nel raggio di 15m. Una salva da 40 razzi può quindi lanciare 1440 o 1120 bomblets saturando un'area novevole, anche di migliaia di mq (molto teoricamente, ogni bomblet controcarro vale per circa 20mq, e ogni arma antiuomo per 800). I razzi più lunghi, da 3,16 m e 63 kg, ha una gittata di 30 km per una testata da 24,5 kg contenente 5 mine controcarro.
 
Tra gli altri, innumerevoli programmi egiziani di rimodernamento un posto d'onore va senz'altro al carro M1 Abrams, di cui l'Egitto è stato il secondo utente, e uno dei pochissimi che ha ritenuto che i carri con motore a turbina siano mezzi efficienti rispetto a quelli con motore turbodiesel. La cosa era obbligata, visto che gli USA potevano offrire solo quelli.
 
La versione scelta era l'M1A1, ovvero il carro armato col 120mm M256. Questo significava il top della produzione per l'epoca -i tardi anni '80- e venne superata solo dalla versione M1A1HA, disponibile dopo il 1988 con corazze all'uranio impoverito. Con un sistema di controllo del tiro sofisticato (anche se senza alcun periscopio per il capocarro, eccetto il modesto mirino della mitragliatrice M2HB da 3 ingrandimenti) basato su telemetro laser, computer balistico, sistema termico TIS, stabilizzazione di seconda generazione, il carro M1 era obiettivamente un salto quantico rispetto ai vecchi carri egiziani, anche se l'M60A3, per quanto possa sembrar strano, ha una migliore camera termica, con maggiore risoluzione, la TTS (SE si trattava di carri M60A3 con la camera termica, inizialmente non installata).
 
Tra gli altri, innumerevoli programmi egiziani di rimodernamento un posto d'onore va senz'altro al carro M1 Abrams, di cui l'Egitto è stato il secondo utente, e uno dei pochissimi che ha ritenuto che i carri con motore a turbina siano mezzi efficienti rispetto a quelli con motore turbodiesel. La cosa era obbligata, visto che gli USA potevano offrire solo quelli. La versione scelta era l'M1A1, ovvero il carro armato col 120mm M256. Questo significava il top della produzione per l'epoca -i tardi anni '80- e venne superata solo dalla versione M1A1HA, disponibile dopo il 1988 con corazze all'uranio impoverito. Con un sistema di controllo del tiro sofisticato (anche se senza alcun periscopio per il capocarro, eccetto il modesto mirino della mitragliatrice M2HB da 3 ingrandimenti) basato su telemetro laser, computer balistico, sistema termico TIS, stabilizzazione di seconda generazione, il carro M1 era obiettivamente un salto quantico rispetto ai vecchi carri egiziani, anche se l'M60A3, per quanto possa sembrar strano, ha una migliore camera termica, con maggiore risoluzione, la TTS (SE si trattava di carri M60A3 con la camera termica, inizialmente non installata). Le sospensioni, il motore da 1500 hp e la corazzatura protettiva, nonchè la protezione per le munizioni a prova di scoppio erano altre eccellenti qualità, come anche un'abitabilità accettabile, grazie allo spazio e all'aria condizionata. La bocca da fuoco è precisa e potente, e le munizioni M829 (SE sono state consegnate le normali munizioni DU) ha la capacità di perforare oltre 50 cm di acciaio a 2 km. La dotazione di soli 40 colpi è l'unico parziale handicap, ma d'altra parte non si può pretendere meglio da un carro armato col 120. IL precedente M1 con il pezzo M68 da 105 aveva invece 55 colpi, il che tornava utile se si doveva ingaggiare molti bersagli non particolarmente resistenti. Tuttavia, dopo il 1986 non vi sono stati altri M1 prodotti, e mai nessuno esportato: forse il cannone da 105mm veniva giustamente visto come una limitazione per un carro da 55 t come questo (sebbene non pesi molto di più dell'M60) e sopratutto, incapace di avere ragione di carri armati moderni resistenti anche allo stesso 120mm. La dotazione di oltre 500 M60 e 450-550 M1A1 (assemblati in Egitto) ha migliorato molto le capacità di combattimento egiziane, anche se la manutenzione è stata spesso problematica. Per esempio risulta che gli stabilizzatori di tiro degli M60A3 erano non operativi durante una esercitazione congiunta con l'Italia nel 2002 (gli italiani portarono, al pari degli egiziani, il loro 'carro secondario', il Leopard 1A5, successivo temporalmente ma paragonabile all'M60A3).
 
In ogni caso, gli M1A1 erano numerosi a sufficienza per un paio di divisioni corazzate e potevano competere con autorità contro i carri T-72 libici, ma anche con i Merkava israeliani, anche quelli col 120mm, al più pari, ma non superiori agli Abrams. Un'altro sviluppo successivo a questo è stata la nuova munizione controcarro BD-36, al carburo di tungsteno. Essa è uno sviluppo congiunto con le industrie inglesi, ed è stata pensata per il cannone del T-62, ancora in servizio in Egitto (ma anche per clienti esteri, come molte altre armi egiziane). Questa munizione è più precisa sulle lunghe distanze, ma sopratutto perfora circa 500mm RHA (acciaio omogeneo) a 2 km, raddoppiando i valori delle prime granate perforanti degli anni '60 e rendendo piena giustizia al potente cannone U5TS. In pratica, così il T-62 può perforare quasi quanto l'M1A1 e leggermente di più delle migliori granate DU disponibili per il pezzo da 105mm (ma senza lo stesso micidiale effetto piroforico una volta dentro il bersaglio).
 
Infine, tra i tanti aggiornamenti egiziani, da segnalare la cessione, all'inizio degli anni '90, di due fregate classe 'Perry', che con i loro missili SM-1MR e gli elicotteri hanno finalmente dato all'Egitto una capacità navale moderna, anche se moltissimo restava da fare per il resto della flotta.