Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

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Difesa costiera: 1 brigata con 10 batterie armate di cannoni da 130 mm e un battaglione con missili STYX.
 
 
 
 
'''Note sull'equipaggiamento'''
 
Essendo un Paese montuoso, relativamente inadatto all'uso di grosse formazioni corazzate, la principale forza dell'Esercito rumeno era quella delle armi d'artiglieria e mortai. Il totale arrivava a quasi 2.300 cannoni ed obici, a cui bisognava aggiungere 213 lanciarazzi multipli, centinaia di cannoni antiaerei, 930 controcarro e 2500 mortai per un totale di oltre 5000 armi. I cannoni antiaerei e controcarro o da carro armato da 100mm erano circa 3.000.
 
In tutto si raggiungeva un valore di almeno 8.800 pezzi d'artiglieria, di cui circa 220 lanciarazzi, 2.000 pezzi d'artiglieria campale, 2.500 mortai, circa 1.000 cannoni controcarri, 3.500 cannoni e mitragliere contraerei. Questo senza considerare i cannoni senza rinculo, i cannoni antiaerei dell'esercito, quelli della difesa costiera e il fatto che la maggior parte degli impianti antiaerei era binato o quadrinato.
 
Questo quadro della situazione indicava chiaramente un potenziale di fuoco considerevolissimo per una nazione relativamente piccola, montuosa e povera come questa. Molte di queste artiglierie erano però datate, sopratutto quasi nessuna era di tipo semovente.
 
D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20 (l'arma sistemata in torretta nel 2S3 Akatsja), con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
 
Per il resto vi erano lanciarazzi e cannoni senza rinculo da 82 mm, mentre i costosi missili controcarro erano pochi e per giunta, vecchi. Pochi anche i SAM SA-2/6/7/9, mentre migliaia di mitragliere erano in carico ai reparti dell'Aereonautica e Esercito. Le armi da 30 mm erano in fase di ammodernamento con un sistema radar di tiro associato. Queste armi sostituivano i cannoni da 23 mm sovietici, di cui erano più potenti ma non necessariamente più efficaci (caricatori da 20 colpi anzichè 50, minore cadenza di tiro e maggiore peso).
 
L'efficacia relativa di tali armamenti era al solito garantita dalla geografia del luogo, capace di rendere molto difficile l'invasione da parte di ingenti forze corazzate, specie se dotate di mezzi pesanti e ingombranti. Anche i cannoni da campagna e quelli contraerei erano utilizzabili in funzione controcarro, anche con proiettili specifici, e in generale nel tiro diretto. I cannoni da 57 mm S-60 antiaerei perforano 96 mm d'acciaio a 1 km di distanza, abbastanza per distruggere blindati leggeri e minacciare anche i carri da battaglia, se ingaggiati sui fianchi. Pare che un piccolo numero di artiglierie controcarro da 57 e 85 mm fosse ancora in carico, assegnato ai magazzini della riserva.
 
Le artiglierie costiere comprendevano numerosi cannoni da 130 mm, versione rumena degli M-46 con gittata di 27 km, usati anche dall'Esercito. Queste armi sono tra le migliori della storia dell'artiglieria, anche se risalenti agli anni '40. Vecchi e senza particolari meriti i cannoni e obici da 122 e 152 mm di gran parte delle batterie, a parte quelle equipaggiate con le armi più recenti.
 
 
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata.
 
===='''I carri di Ceausescu'''====
 
La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perchè apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anzichè 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo.
 
Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. [[Immagine:Expomil_2005_01_TR-85M1_03--A.jpg|300px|right|thumb|L'ultima versione del TR-85,la M1, è stata presentata ad Expomil 05. Essa presenta una nuova torretta e sistemi di controllo del tiro.]]Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.
 
Comunque sia, a parte quest'ultima sfortunata iniziativa, la Romania ha potuto aggiornare ad un buon livello i suoi carri migliori, e grazie al sistema di tiro montato a bordo i suoi mezzi autarchici sono probabilmente superiori anche ai T-72 delle versioni disponibili in Romania (probabilmente solo pochi esemplari del T-72G o M).
 
La forza di blindati leggeri era relativamente ridotta e non comprendeva alcun vero IFV, tuttavia tra le realizzazioni nazionali esisteva, per i reparti da montagna (Vinator du monte) la versione rumena del BMP-1, il MVLM, con dimensioni molto ridotte (7 t.) per operare persino per i viottoli di montagna, e armata con una mitragliera da 14,5 mm in torretta, come gli altri veicoli blindati rumeni (i TAB-71 sono la versione locale dei BTR-60). Quest'arma, più potente persino delle 12,7 mm M2HB è capace di perforare oltre 3 cm di acciaio a 500 m e distruggere un M113 da oltre 1 km.
 
I cannoni da 100 mm erano le armi controcarro a lunga gittata, capaci di colpire con precisione entro i 3 km di gittata con un ritmo di quasi 15 colpi al minuto, e di essere usate anche per appoggio di fuoco. Queste armi erano state progettate per le esigenze rumene, si trattava dei Modello 75 e 77, capaci di operare anche con sistemi di visione notturni e di uscire dall'azione in 60 secondi dal termine del fuoco. Le munizioni erano le stesse di quelle del T-55, quindi si trattava di cannoni rigati e non a canna liscia come i T-12 sovietici. Questo numero elevato di cannoni relativamente recenti rappresentava un potenziale controcarro che, utilizzato con sagacia, avrebbe causato non pochi problemi ad eventuali forze d'invasione. Oltretutto questi cannoni erano utilizzabili anche come artiglieria campale sparando granate di circa 15kg su distanze di oltre 20 km, con ragionevole precisione data la stabilizzazione data dalla rigatura.
 
 
==='''Aeronautica'''===
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*Elicotteri multiruolo: 104 IAR-316B (Aluette III), 73 IAR 330H (Puma), 24 Mi-8, 2 Mi-17, 4 SA-365N Dauphin
*Difesa aerea: 3 Reggimenti con un totale di: 1.230 ZPU-4 da 14.5 mm, 1.014 ZPU-2 da 14,5 mm, 469 M-53 binati da 30 mm, 370 S-60 da 57 mm, 320 KS-19 da 100mm, 108 SA-2.
 
 
L'aviazione aveva un modesto equipaggiamento in termini di aerei da trasporto, ma contava se non altro 4 vecchi C-130B, mentre le batterie di missili antiaerei erano limitate a un centinaio di SA-2. Molte, anche se obsolete, le armi d'artiglieria, tra cui oltre 2.000 mitragliere binate o quadrinate da 14,5 mm. Non disponibili radar di tiro, mentre era allo studio l'aggiornamento delle mitragliere da 30 mm. I cannoni da 57 mm e superiori avevano invece un radar di tiro e gittate di 4-10 km antiaerei. Sebbene i cannoni S-60 e i KS-19 sono progetti di successo, senza aggiornamenti non sono adatti ad affrontare una guerra moderna.
 
 
La forza da combattimento riguardava numerosi caccia MiG-21, ma nessuno dei quali di ultima generazione, numerosi ORAO, abbastanza efficienti ma obsoleti apparecchi d'attacco, un limitato numero di MiG-29 e MiG-23 di prima generazione.
 
Programmi d'ammodernamento dell'epoca vedevano i primi MiG-21 ammodernati allo standard 'Lancer' con un nuovo radar israeliano e missili Magic, e il programma per oltre 90 elicotteri AH-1R Dracula, che in seguito naufragò. [[Immagine:MiG-21UMLancerB.jpg|350px|right|thumb|Un'aggressiva immagine di uno degli MiG-21UM aggiornati allo standard Lancer B, qui in colori particolarmente sgargianti]]
 
I Puma IAR-330H erano utilizzati anche come macchine d'attacco con 4 lanciarazzi da 57mm o anche altre armi, ma non vi sono mai stati Mi-24 Hind cannoniera. In compenso i Puma sono integrati da un certo numero di 'Hip', di simili caratteristiche e in più il portello posteriore a valve, per carichi pesanti. Molti gli elicotteri leggeri Aluette, e i primi 4 Dauphin ben più moerni. Gli aerei da addestramento erano un misto di progetti cecoslovacchi e i nuovi IAR-99 Soim, molto più potenti e simili a progetti yugoslavi similari come i Super Galeb. Gli aerei da trasporto erano pochi, ma rinforzati da 4 vecchi C-130B.
 
Tra le armi disponibili, missili AA-2/7/8/10/11, grappoli di 3 bombe da 100 kg (fino a 12 per un Orao o un IAR-99 Soim, macchina simile all'MB-339 o all'Hawk), razzi da 57 mm. L'Aviazione rumena ha operato tra mille difficoltà, ma ai tempi dell'URSS è riuscita a partecipare alle esercitazioni in territorio sovietico senza mai avervi perdite operative, unico caso per tutto il Patto di Varsavia.
 
 
====La Romania e gli elicotteri: Puma, Volpi volanti e Dracula====
 
Un esempio di quanto si provò a fare in Romania, con risorse il più possibile 'autarchiche' è la genealogia di elicotteri prodotti dalla IAR. Notevole la presenza di numerosi elicotteri di tipo francese, che sono stati prodotti in grande serie anche in versioni originali. Dal 1971 la Romania, a similitudine della Yugoslavia, cercanod elicotteri relativamente moderni all'Ovest ha ottenuto la licenza per produrre non meno di 250 elicotteri Aerospatiale Aluette III, macchine leggere e per decenni di grande successo, costruite dalla IAR come IAR 316, metà dei quali per compiti militari, armati con lanciarazzi, pod con mitragliatrici da 7,62mm con 1000 colpi l'una, e anche missili AT-3.
 
I più grossi Puma vennero a loro volta costruiti come IAR 330H, tanto che non meno di 163 vennero realizzati, 104 per le forze armate nazionali e 57 esportati in vari Paesi, come il Pakistan e la Guinea. Il totale dei Puma prodotti ha avuto in effetti un congruo aumento con la produzione rumena. Essi sono stati armati con 4 missili AT-3, o più spesso, con 64 razzi da 57 mm, bombe da 50 o 100 kg, pod con cannoni da 23mm con 400 colpi l'uno, mitragliatrici pesanti da 12,7 mm laterali. Aggiornati con il sistema SOCAT hanno avuto armi più moderni come la torretta con cannone THL-20 da 20mm sistemato nel muso con ben 850 colpi, lanciarazzi, pod con altri cannoni da 20mm, e 8 missili israeliani Spike LR, potenti armi anticarro con 8 km di gittata e capacità fire-and forget e al tempo stesso, con teleguidabili grazie ad un cavo a fibre ottiche. Il sensore è un avanzato sistema infrarosso e la testata è in tandem HEAT. In effetti, si tratta di un degno successore del TOW. L'aggiornamento è stato curato dall'israeliana Elbit nei tardi anni '90.
 
Un modello davvero originale fu l'IAR 317 Airfox, un autentico mini-elicottero da combattimento. Questo apparecchio era un piccolo, interessante apparecchio. La IAR lo realizzò come prototipo nel 1984 con la struttura base dell'Aluette III, con una struttura diversa nel settore del muso: in pratica vennero adottati gli abitacoli in posti singoli e distribuiti in altezza, scalati. In pratica, si trattava di una soluzione simile a quella del Cobra ma sopratutto, a quella del coevo Mangusta e del futuro Tigre. Era lungo 9,8 m, pesava al decollo 2200 kg e raggiungeva i 200 kmh, con un raggio di 545km. L'armamento era costituito da una configurazione veramente minima come armi di lancio, ovvero 2 mitragliatrici da 7,62mm a fianco dell'abitacolo biposto, eventualmente rimpiazabili con cannoni da 20 ma tenendo conto che il motore era ancora era l'Artouste (forse potenziato da 640kw), pod per mitragliatrici, 4 lanciarazzi da 57mm con 16 armi l'una, bombe da 50-100 kg, e sistemate sopra le alette d'attacco fino a sei missili AT-3, per un peso massimo di 750 kg, molto teorico visto che il carico utile complessivo era di 1100 kg, di cui circa 200 per i piloti. Il prototipo era comunque il meglio possibile con tale base (in Sudafrica venne prodotto un simile prototipo con l'HX-1 Alpha, che però era fin dall'inizio pensato solo come macchina sperimentale per quello che poi divenne il potente Rooivalk, basato sui motori del Puma) e le modeste dotazioni avioniche, che erano pressochè primitive. Eppure, si trattava di una macchina interessante, quanto di più leggero fosse possibile per un elicottero d'attacco e combattimento e provvista dei 'fondamentali' giusti: nell'insieme esso poteva ricoprire il ruolo di elicottero cannoniere 'economico', possibilmente aggiornabile con avionica, motori e sistemi d'arma modern, per esempio occidentali.
 
Presenato al Le Bourget del 1985, ebbe in seguito un incidente di volo, e alla fine l'Airfox non ebbe seguito. In seguito si ripescò l'idea con la produzione dell'AH-1OR, ma senza seguito pratico.
 
La natura di questo programma è sempre stata enigmatica, del resto, non avendo la Romania nessuna ragione per equipaggiarsi di un tale numero di elicotteri da combattimento, nè per esigenze operative nè per sostituire vecchi apparecchi. Si può considerare essenzialmente una mossa politica per 'occidentalizzare' la Romania, ma di fatto il nuovo elicottero da combattimento rumeno è il Puma SOCAT.
 
 
 
===='''Marina'''====
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Dotazione: 120 carri TR-580, 152 APC TAB-71 e TABC-79, 90 artiglierie trainate da 122 mm e 152 mm. 54 cannoni controcarro da 100 mm, 36 mortai da 120 mm e 12 lanciarazzi da 122mm APR-40
 
'''Note sull'equipaggiamento'''
 
Essendo un Paese montuoso, relativamente inadatto all'uso di grosse formazioni corazzate, la principale forza dell'Esercito rumeno era quella delle armi d'artiglieria e mortai. Il totale arrivava a quasi 2.300 cannoni ed obici, a cui bisognava aggiungere 213 lanciarazzi multipli, centinaia di cannoni antiaerei, 930 controcarro e 2500 mortai per un totale di oltre 5000 armi. I cannoni antiaerei e controcarro o da carro armato da 100mm erano circa 3.000.
 
In tutto si raggiungeva un valore di almeno 8.800 pezzi d'artiglieria, di cui circa 220 lanciarazzi, 2.000 pezzi d'artiglieria campale, 2.500 mortai, circa 1.000 cannoni controcarri, 3.500 cannoni e mitragliere contraerei. Questo senza considerare i cannoni senza rinculo, i cannoni antiaerei dell'esercito, quelli della difesa costiera e il fatto che la maggior parte degli impianti antiaerei era binato o quadrinato.
 
Questo quadro della situazione indicava chiaramente un potenziale di fuoco considerevolissimo per una nazione relativamente piccola, montuosa e povera come questa. Molte di queste artiglierie erano però datate, sopratutto quasi nessuna era di tipo semovente.
 
D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20 (l'arma sistemata in torretta nel 2S3 Akatsja), con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata.
 
===='''I carri di Ceausescu'''====
 
La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perchè apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anzichè 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo. Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. [[Immagine:Expomil_2005_01_TR-85M1_03--A.jpg|300px|right|thumb|L'ultima versione del TR-85,la M1, è stata presentata ad Expomil 05. Essa presenta una nuova torretta e sistemi di controllo del tiro.]]Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.
 
Comunque sia, a parte quest'ultima sfortunata iniziativa, la Romania ha potuto aggiornare ad un buon livello i suoi carri migliori, e grazie al sistema di tiro montato a bordo i suoi mezzi autarchici sono probabilmente superiori anche ai T-72 delle versioni disponibili in Romania (probabilmente solo pochi esemplari del T-72G o M).
 
La forza di blindati leggeri era relativamente ridotta e non comprendeva alcun vero IFV, tuttavia tra le realizzazioni nazionali esisteva, per i reparti da montagna (Vinator du monte) la versione rumena del BMP-1, il MVLM, con dimensioni molto ridotte (7 t.) per operare persino per i viottoli di montagna, e armata con una mitragliera da 14,5 mm in torretta, come gli altri veicoli blindati rumeni (i TAB-71 sono la versione locale dei BTR-60). Quest'arma, più potente persino delle 12,7 mm M2HB è capace di perforare oltre 3 cm di acciaio a 500 m e distruggere un M113 da oltre 1 km. I cannoni da 100 mm erano le armi controcarro a lunga gittata, capaci di colpire con precisione entro i 3 km di gittata con un ritmo di quasi 15 colpi al minuto, e di essere usate anche per appoggio di fuoco. Queste armi erano state progettate per le esigenze rumene, si trattava dei Modello 75 e 77, capaci di operare anche con sistemi di visione notturni e di uscire dall'azione in 60 secondi dal termine del fuoco. Le munizioni erano le stesse di quelle del T-55, quindi si trattava di cannoni rigati e non a canna liscia come i T-12 sovietici. Questo numero elevato di cannoni relativamente recenti rappresentava un potenziale controcarro che, utilizzato con sagacia, avrebbe causato non pochi problemi ad eventuali forze d'invasione. Oltretutto questi cannoni erano utilizzabili anche come artiglieria campale sparando granate di circa 15kg su distanze di oltre 20 km, con ragionevole precisione data la stabilizzazione data dalla rigatura.
 
Per il resto vi erano lanciarazzi e cannoni senza rinculo da 82 mm, mentre i costosi missili controcarro erano pochi e per giunta, vecchi. Pochi anche i SAM SA-2/6/7/9, mentre migliaia di mitragliere erano in carico ai reparti dell'Aereonautica e Esercito. Le armi da 30 mm erano in fase di ammodernamento con un sistema radar di tiro associato. Queste armi sostituivano i cannoni da 23 mm sovietici, di cui erano più potenti ma non necessariamente più efficaci (caricatori da 20 colpi anzichè 50, minore cadenza di tiro e maggiore peso).
 
L'efficacia relativa di tali armamenti era al solito garantita dalla geografia del luogo, capace di rendere molto difficile l'invasione da parte di ingenti forze corazzate, specie se dotate di mezzi pesanti e ingombranti. Anche i cannoni da campagna e quelli contraerei erano utilizzabili in funzione controcarro, anche con proiettili specifici, e in generale nel tiro diretto. I cannoni da 57 mm S-60 antiaerei perforano 96 mm d'acciaio a 1 km di distanza, abbastanza per distruggere blindati leggeri e minacciare anche i carri da battaglia, se ingaggiati sui fianchi. Pare che un piccolo numero di artiglierie controcarro da 57 e 85 mm fosse ancora in carico, assegnato ai magazzini della riserva.
 
Le artiglierie costiere comprendevano numerosi cannoni da 130 mm, versione rumena degli M-46 con gittata di 27 km, usati anche dall'Esercito. Queste armi sono tra le migliori della storia dell'artiglieria, anche se risalenti agli anni '40. Vecchi e senza particolari meriti i cannoni e obici da 122 e 152 mm di gran parte delle batterie, a parte quelle equipaggiate con le armi più recenti.
 
L'aviazione aveva un modesto equipaggiamento in termini di aerei da trasporto, ma contava se non altro 4 vecchi C-130B, mentre le batterie di missili antiaerei erano limitate a un centinaio di SA-2. Molte, anche se obsolete, le armi d'artiglieria, tra cui oltre 2.000 mitragliere binate o quadrinate da 14,5 mm. Non disponibili radar di tiro, mentre era allo studio l'aggiornamento delle mitragliere da 30 mm. I cannoni da 57 mm e superiori avevano invece un radar di tiro e gittate di 4-10 km antiaerei. Sebbene i cannoni S-60 e i KS-19 sono progetti di successo, senza aggiornamenti non sono adatti ad affrontare una guerra moderna.
 
 
La forza da combattimento riguardava numerosi caccia MiG-21, ma nessuno dei quali di ultima generazione, numerosi ORAO, abbastanza efficienti ma obsoleti apparecchi d'attacco, un limitato numero di MiG-29 e MiG-23 di prima generazione.
 
Programmi d'ammodernamento dell'epoca vedevano i primi MiG-21 ammodernati allo standard 'Lancer' con un nuovo radar israeliano e missili Magic, e il programma per oltre 90 elicotteri AH-1R Dracula, che in seguito naufragò. [[Immagine:MiG-21UMLancerB.jpg|350px|right|thumb|Uno dei MiG-21UM aggiornati allo standard Lancer B, qui in colori particolarmente sgargianti]]
 
I Puma IAR-330H erano utilizzati anche come macchine d'attacco con 4 lanciarazzi da 57mm o anche altre armi, ma non vi sono mai stati Mi-24 Hind cannoniera. In compenso i Puma sono integrati da un certo numero di 'Hip', di simili caratteristiche e in più il portello posteriore a valve, per carichi pesanti. Molti gli elicotteri leggeri Aluette, e i primi 4 Dauphin ben più moerni. Gli aerei da addestramento erano un misto di progetti cecoslovacchi e i nuovi IAR-99 Soim, molto più potenti e simili a progetti yugoslavi similari come i Super Galeb. Gli aerei da trasporto erano pochi, ma rinforzati da 4 vecchi C-130B.
 
Tra le armi disponibili, missili AA-2/7/8/10/11, grappoli di 3 bombe da 100 kg (fino a 12 per un Orao o un IAR-99 Soim, macchina simile all'MB-339 o all'Hawk), razzi da 57 mm. L'Aviazione rumena ha operato tra mille difficoltà, ma ai tempi dell'URSS è riuscita a partecipare alle esercitazioni in territorio sovietico senza mai avervi perdite operative, unico caso per tutto il Patto di Varsavia.
 
La Marina aveva un grosso cacciatorpediniere da quasi 6000 tonnellate del 1985, ma equipaggiato solo con 4 cannoni da 76 mm binati, 8 missili Styx, quattro torrette da 30 mm e pochi equipaggiamenti moderni. Tra gli altri mezzi navali vi era un solitario Kilo -un sottomarino piuttosto moderno-, 5 fregate e altri mezzi pattuglia. 3 moderne Tarantul e 10 Osa/M-40 costituivano le piattaforme d'attacco con missili Styx, anch'essi armi obsolete, notevole la presenza di numerose navi cinesi tra alisafi siluranti Huchwan e pattugliatori Shangai con mitragliere da 25 e 37 mm. Modeste le capacità antisommergibile e lotta antimine.
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La Marina incorporava anche circa 10,000 soldati come fanti di marina. Notevole la presenza di una tale forza, equipaggiata con quasi 300 mezzi corazzati tra carri e APC e 200 artiglierie di vario tipo, pertanto essa era complessivamente equivalente ad una intera divisione di fanteria motorizzata ovvero con equipaggiamenti sufficienti per un reggimento di fanteria meccanizzata, uno di carri, uno di cannoni controcarro, uno di mortai pesanti, un gruppo lanciarazzi e 5 di artiglieria.
 
====La Romania e gli elicotteri: Puma, Volpi volanti e Dracula====
 
Un esempio di quanto si provò a fare in Romania, con risorse il più possibile 'autarchiche' è la genealogia di elicotteri prodotti dalla IAR. Notevole la presenza di numerosi elicotteri di tipo francese, che sono stati prodotti in grande serie anche in versioni originali. Dal 1971 la Romania, a similitudine della Yugoslavia, cercanod elicotteri relativamente moderni all'Ovest ha ottenuto la licenza per produrre non meno di 250 elicotteri Aerospatiale Aluette III, macchine leggere e per decenni di grande successo, costruite dalla IAR come IAR 316, metà dei quali per compiti militari, armati con lanciarazzi, pod con mitragliatrici da 7,62mm con 1000 colpi l'una, e anche missili AT-3.
 
I più grossi Puma vennero a loro volta costruiti come IAR 330H, tanto che non meno di 163 vennero realizzati, 104 per le forze armate nazionali e 57 esportati in vari Paesi, come il Pakistan e la Guinea. Il totale dei Puma prodotti ha avuto in effetti un congruo aumento con la produzione rumena. Essi sono stati armati con 4 missili AT-3, o più spesso, con 64 razzi da 57 mm, bombe da 50 o 100 kg, pod con cannoni da 23mm con 400 colpi l'uno, mitragliatrici pesanti da 12,7 mm laterali. Aggiornati con il sistema SOCAT hanno avuto armi più moderni come la torretta con cannone THL-20 da 20mm sistemato nel muso con ben 850 colpi, lanciarazzi, pod con altri cannoni da 20mm, e 8 missili israeliani Spike LR, potenti armi anticarro con 8 km di gittata e capacità fire-and forget e al tempo stesso, con teleguidabili grazie ad un cavo a fibre ottiche. Il sensore è un avanzato sistema infrarosso e la testata è in tandem HEAT. In effetti, si tratta di un degno successore del TOW. L'aggiornamento è stato curato dall'israeliana Elbit nei tardi anni '90.
 
Un modello davvero originale fu l'IAR 317 Airfox, un autentico mini-elicottero da combattimento. Questo apparecchio era un piccolo, interessante apparecchio. La IAR lo realizzò come prototipo nel 1984 con la struttura base dell'Aluette III, con una struttura diversa nel settore del muso: in pratica vennero adottati gli abitacoli in posti singoli e distribuiti in altezza, scalati. In pratica, si trattava di una soluzione simile a quella del Cobra ma sopratutto, a quella del coevo Mangusta e del futuro Tigre. Era lungo 9,8 m, pesava al decollo 2200 kg e raggiungeva i 200 kmh, con un raggio di 545km. L'armamento era costituito da una configurazione veramente minima come armi di lancio, ovvero 2 mitragliatrici da 7,62mm a fianco dell'abitacolo biposto, eventualmente rimpiazabili con cannoni da 20 ma tenendo conto che il motore era ancora era l'Artouste (forse potenziato da 640kw), pod per mitragliatrici, 4 lanciarazzi da 57mm con 16 armi l'una, bombe da 50-100 kg, e sistemate sopra le alette d'attacco fino a sei missili AT-3, per un peso massimo di 750 kg, molto teorico visto che il carico utile complessivo era di 1100 kg, di cui circa 200 per i piloti. Il prototipo era comunque il meglio possibile con tale base (in Sudafrica venne prodotto un simile prototipo con l'HX-1 Alpha, che però era fin dall'inizio pensato solo come macchina sperimentale per quello che poi divenne il potente Rooivalk, basato sui motori del Puma) e le modeste dotazioni avioniche, che erano pressochè primitive. Eppure, si trattava di una macchina interessante, quanto di più leggero fosse possibile per un elicottero d'attacco e combattimento e provvista dei 'fondamentali' giusti: nell'insieme esso poteva ricoprire il ruolo di elicottero cannoniere 'economico', possibilmente aggiornabile con avionica, motori e sistemi d'arma modern, per esempio occidentali.
 
Presenato al Le Bourget del 1985, ebbe in seguito un incidente di volo, e alla fine l'Airfox non ebbe seguito. In seguito si ripescò l'idea con la produzione dell'AH-1OR, ma senza seguito pratico.
 
La natura di questo programma è sempre stata enigmatica, del resto, non avendo la Romania nessuna ragione per equipaggiarsi di un tale numero di elicotteri da combattimento, nè per esigenze operative nè per sostituire vecchi apparecchi. Si può considerare essenzialmente una mossa politica per 'occidentalizzare' la Romania, ma di fatto il nuovo elicottero da combattimento rumeno è il Puma SOCAT.