Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

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Dotazione: 120 carri TR-580, 152 APC TAB-71 e TABC-79, 90 artiglierie trainate da 122 mm e 152 mm. 54 cannoni controcarro da 100 mm, 36 mortai da 120 mm e 12 lanciarazzi da 122mm APR-40
 
'''Note sull'equipaggiamento''': Essendo un Paese montuoso, relativamente inadatto all'uso di grosse formazioni corazzate, la principale forza dell'Esercito rumeno era quella delle armi d'artiglieria e mortai. Il totale arrivava a quasi 2.300 cannoni ed obici, a cui bisognava aggiungere 213 lanciarazzi multipli, centinaia di cannoni antiaerei, 930 controcarro e 2500 mortai per un totale di oltre 5000 armi. QuestoI quadrocannoni della situazione indicava chiaramente un potenziale considerevolissimo per una nazione relativamente piccola, montuosaantiaerei e poveracontrocarro comeo questa.da Moltecarro diarmato questeda artiglierie100mm erano peròcirca datate, sopratutto quasi nessuna era di tipo semovente3.000.
 
In tutto si raggiungeva un valore di almeno 8.800 pezzi d'artiglieria, di cui circa 220 lanciarazzi, 2.000 pezzi d'artiglieria campale, 2.500 mortai, circa 1.000 cannoni controcarri, 3.500 cannoni e mitragliere contraerei. Questo senza considerare i cannoni senza rinculo, i cannoni antiaerei dell'esercito, quelli della difesa costiera e il fatto che la maggior parte degli impianti antiaerei era binato o quadrinato.
 
Questo quadro della situazione indicava chiaramente un potenziale di fuoco considerevolissimo per una nazione relativamente piccola, montuosa e povera come questa. Molte di queste artiglierie erano però datate, sopratutto quasi nessuna era di tipo semovente.
 
D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20 (l'arma sistemata in torretta nel 2S3 Akatsja), con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20, con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata.
 
''''I carri di Ceausescu''''
 
La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perchè apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anzichè 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo. Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.