Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Romania: differenze tra le versioni

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D'altro lato, esistevano oltre 200 lanciarazzi multipli da 122 mm su autocarro e quasi 600 mortai semoventi blindati da 82 mm, tutti di progettazione nazionale. L'industria rumena ha cercato una relativa indipendenza se non progettuale, almeno produttiva per soddisfare le esigenze nazionali ed eventuali piccole commesse estere. Tra i suoi risultati, la rielaborazione degli obici russi D-20, con il Modello 1981 e 1985 con freno di bocca per cariche maggiorate. I primi avevano una massa di 5 t e 17,2 km di gittata. Anche parte dei 1700 mortai da 120 erano di progettazione nazionale (M1982). In termini di numeri, la comparazione può essere fatta con i mortai da 120 dell'Esercito italiano, che negli anni '90 erano circa 800, o con quelli censiti nel 1990 della Germania Est, meno di 300 (evidentemente i mortai sono meglio apprezzati in paesi montuosi, vista l'abbondanza di armi tedesche). I sistemi di controllo del tiro e controbatteria non sono noti, ma non erano particolarmente evoluti e sofisticati, basati su vecchi apparati sovietici come i radar 'Big Fred'.
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata.
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata. La forza di blindati leggeri era relativamente ridotta e non comprendeva alcun vero IFV, tuttavia tra le realizzazioni nazionali esisteva, per i reparti da montagna (Vinator du monte) la versione rumena del BMP-1, il MVLM, con dimensioni molto ridotte (7 t.) per operare persino per i viottoli di montagna, e armata con una mitragliera da 14,5 mm in torretta, come gli altri veicoli blindati rumeni (i TAB-71 sono la versione locale dei BTR-60). Quest'arma, più potente persino delle 12,7 mm M2HB è capace di perforare oltre 3 cm di acciaio a 500 m e distruggere un M113 da oltre 1 km. I cannoni da 100 mm erano le armi controcarro a lunga gittata, capaci di colpire con precisione entro i 3 km di gittata con un ritmo di quasi 15 colpi al minuto, e di essere usate anche per appoggio di fuoco. Queste armi erano state progettate per le esigenze rumene, si trattava dei Modello 75 e 77, capaci di operare anche con sistemi di visione notturni e di uscire dall'azione in 60 secondi dal termine del fuoco. Le munizioni erano le stesse di quelle del T-55, quindi si trattava di cannoni rigati e non a canna liscia come i T-12 sovietici. Questo numero elevato di cannoni relativamente recenti rappresentava un potenziale controcarro che, utilizzato con sagacia, avrebbe causato non pochi problemi ad eventuali forze d'invasione. Oltretutto questi cannoni erano utilizzabili anche come artiglieria campale sparando granate di circa 15kg su distanze di oltre 20 km, con ragionevole precisione data la stabilizzazione data dalla rigatura.
 
La Romania ha cercato di trovare una sua autonomia ed indipendenza anche nel settore blindati realizzando mezzi su licenza e veri e propri modelli derivati o addirittura, veicoli di progettazione originale. Negli anni '70 i rumeni si rivolsero all'Occidente anche per i blindati e in particolare, ebbero modo di ottenere tecnologie da un Paese formalmente nemico, la Germania Occidentale. Rielaborando il T-55 realizzarono il TR-580, che all'export era noto come TR-77 o M-77 perchè apparso ufficialmente nel 1977. Esso aveva un nuovo motore da 600 hp, appena più potente del precedente, e anche per questo cambiamento disponeva di scafo allungato, 6 ruote anzichè 5, skirts laterali, e la massa arrivava a 38,3 t. Nell'insieme era un miglioramento progettuale, ma i carri esportati in Irak e Egitto presentarono molti problemi meccanici e in parte vennero restituiti. L'economia di lavorazione aveva prodotto un mezzo inferiore a quello russo originario, ma i rumeni non si persero d'animo e realizzarono il TR-85, appena l'anno successivo. Questo mezzo era ben più potente, con una nuova torretta, più squadrata, un cannone cinese da 100mm con manicotto termico, telemetro laser incorporato nel sistema di tiro e addirittura una direzione di tiro digitale, forse la prima su di un carro del Patto di Varsavia. Il motore tedesco da 620hp dava una potenza leggermente maggiore ma il peso saliva a 43t. Il nuovo carro era meglio protetto e meglio armato del T-55, e pur essendo meno mobile, nell'insieme si trattò di un successo e venne prodotto in centinaia di esemplari, nella cui ultima versione è chiamato TR-800. Un kit di aggiornamento per i T-55 venne prodotto per l'export, basato presumibilmente su quello del TR-85 e comprato dall'Irak negli anni '80 per aggiornare una minima parte dei suoi T-55. Infine, da segnalare una versione 'indigena' del T-72 (in servizio in pochi esemplari anche in Romania) che aveva lo scafo allungato e il peso aumentato a ben 48 tonnellate, ma nonostante l'aumento di protezione e di spazio esso era forse troppo sottopotenziato e ne vennero costruiti solo 3 esemplari, praticamente giusto a livello di prototipi.
 
Comunque sia, a parte quest'ultima sfortunata iniziativa, la Romania ha potuto aggiornare ad un buon livello i suoi carri migliori, e grazie al sistema di tiro montato a bordo i suoi mezzi autarchici sono probabilmente superiori anche ai T-72 delle versioni disponibili in Romania (probabilmente solo pochi esemplari del T-72G o M).
 
La flotta corazzata aveva per lo più i T-55, vecchi ma piuttosto agili e non disprezzabili per le difficili condizioni orografiche del Paese, mentre vi era un apprezzabile numero di derivati TR-85 con sistema di controllo del tiro laser computerizzato e corazza migliorata. La forza di blindati leggeri era relativamente ridotta e non comprendeva alcun vero IFV, tuttavia tra le realizzazioni nazionali esisteva, per i reparti da montagna (Vinator du monte) la versione rumena del BMP-1, il MVLM, con dimensioni molto ridotte (7 t.) per operare persino per i viottoli di montagna, e armata con una mitragliera da 14,5 mm in torretta, come gli altri veicoli blindati rumeni (i TAB-71 sono la versione locale dei BTR-60). Quest'arma, più potente persino delle 12,7 mm M2HB è capace di perforare oltre 3 cm di acciaio a 500 m e distruggere un M113 da oltre 1 km. I cannoni da 100 mm erano le armi controcarro a lunga gittata, capaci di colpire con precisione entro i 3 km di gittata con un ritmo di quasi 15 colpi al minuto, e di essere usate anche per appoggio di fuoco. Queste armi erano state progettate per le esigenze rumene, si trattava dei Modello 75 e 77, capaci di operare anche con sistemi di visione notturni e di uscire dall'azione in 60 secondi dal termine del fuoco. Le munizioni erano le stesse di quelle del T-55, quindi si trattava di cannoni rigati e non a canna liscia come i T-12 sovietici. Questo numero elevato di cannoni relativamente recenti rappresentava un potenziale controcarro che, utilizzato con sagacia, avrebbe causato non pochi problemi ad eventuali forze d'invasione. Oltretutto questi cannoni erano utilizzabili anche come artiglieria campale sparando granate di circa 15kg su distanze di oltre 20 km, con ragionevole precisione data la stabilizzazione data dalla rigatura.
 
Per il resto vi erano lanciarazzi e cannoni senza rinculo da 82 mm, mentre i costosi missili controcarro erano pochi e per giunta, vecchi. Pochi anche i SAM SA-2/6/7/9, mentre migliaia di mitragliere erano in carico ai reparti dell'Aereonautica e Esercito. Le armi da 30 mm erano in fase di ammodernamento con un sistema radar di tiro associato. Queste armi sostituivano i cannoni da 23 mm sovietici, di cui erano più potenti ma non necessariamente più efficaci (caricatori da 20 colpi anzichè 50, minore cadenza di tiro e maggiore peso).
 
L'efficacia relativa di tali armamenti era al solito garantita dalla geografia del luogo, capace di rendere molto difficile l'invasione da parte di ingenti forze corazzate, specie se dotate di mezzi pesanti e ingombranti. Anche i cannoni da campagna e quelli contraerei erano utilizzabili in funzione controcarro, anche con proiettili specifici, e in generale nel tiro diretto. I cannoni da 57 mm S-60 antiaerei avevano una perforazione diperforano 96 mm d'acciaio a 1 km di distanza, abbastanza per distruggere blindati leggeri e minacciare anche i carri da battaglia, se ingaggiati sui fianchi. Pare che un piccolo numero di artiglierie controcarro da 57 e 85 mm eranofosse ancora in carico, assegnatiassegnato ai magazzini didella riserva.
 
Le artiglierie costiere comprendevano numerosi cannoni da 130 mm, versione rumena degli M-46 con gittata di 27 km, usati anche dall'Esercito. Queste armi sono tra le migliori della storia dell'artiglieria, anche se risalenti agli anni '40. Vecchi e senza particolari meriti i cannoni e obici da 122 e 152 mm di gran parte delle batterie, a parte quelle equipaggiate con le armi più recenti.