I promessi sposi/Analisi del capitolo 2: differenze tra le versioni

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{{I promessi sposi}}
La prima parte secondo capitolo è incentrata sui pensieri e sui sogni passati in una '''notte travagliata''' da [[I promessi sposi/Don Abbondio|don Abbondio]], che fanno delineano ancora meglio la figura del curato come uomo pauroso, che mette davanti la sua tranquillità al bene dei suoi parrocchiani.
Il secondo capitolo...
 
La descrizione di Renzo da spazio a Manzoni di introdurre per la prima volta nel romanzo il tema della '''[[I promessi sposi/Carestia|carestia]]''', ora sullo sfondo, che diventerà poi elemento fondamentale più avanti nel corso della storia:
{{quote|E quantunque quell'annata fosse ancor più scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia, pure il nostro giovine, [...] non aveva a contrastar con la fame.|[[s:I promessi sposi/Capitolo II|capitolo 2]]}}
 
Durante un discorso ''teatralizzante'' con Renzo il curato si inventa una serie di scuse facendo leva sul '''latino''', segno della forza della cultura, utilizzata come strumento di potere nei confronti dei poveri e degli ignoranti.
 
Le sequenze successive sono tutte unite dai '''passi di Renzo''' e dal suo modo di camminare, ora una ''lieta furia'', ora ''passi infuriati'': il lettore segue quindi i suoi spostamenti tra la casa del curato e la casa di Lucia, dove si reca per chiedere spiegazioni.
 
== A partire dal testo ==