I promessi sposi/Don Abbondio: differenze tra le versioni

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Don Abbondio è il primo personaggio ad apparire nel romanzo. La sua figura è introdotta dal Manzoni tramite una descrizione ''focalizzatrice'' del paesaggio che lo circonda: la tranquillità del paesaggio che lo circonda, il modo in cui cammina, sono tutti simboli della sua vita tranquilla e del suo modo superficiale di vivere il ministero del [[w:sacerdozio|sacerdozio]].
 
Molto pacata, ma soprattutto dettata dalla paura, è anche la reazione che ha Don Abbondio all'incontro con i bravi (gli "scagnozzi" a servizio dei signorotti locali) i quali senza mezzi termini gli raccomandano di non celebrare il matrimonio tra Renzo e [[I promessi sposi/Lucia|Lucia]] con la celeberrima affermazione ''questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai''.
 
Don Abbondio allora torna a casa impaurito, talmente condizionato dalle minacce dei bravi che, con astuzia e grazie all'uso di alcune frasi latine, lingua sconosciuta al povero [[I promessi sposi/Renzo|Renzo]], riesce a rimandare la celebrazione delle nozze, ma senza rivelarne il motivo, cosa questa che farà invece la perpetua.