Teoria musicale/Armonia: differenze tra le versioni

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====Scale pentatonica, esatonale, cromatica====
 
==Accordi (2)==
 
Tutto questo parlare di intervalli, gradi, scale ci è servito per capire un concetto fondamentale: attraverso l'uso degli strumenti che la teoria musicale ci fornisce, siamo in grado di dare un significato alla nostra melodia. Possiamo immaginare di comporre un ''riff'' composto dal ''I'', il ''II'', e il ''VI'' della scala. Ma di quale scala? e quale nota è il primo grado (o tonale)? Questo spetta alla fantasia e alla voglia di comunicare emozioni dell'artista. Prenendo come tonale il DO, utilizzando scale diverse avremo di volta un volta un ''riff'' diverso, che di volta in volta potrà trasportare a noi un suono più brillante, più sereno, più rotondo, più dolce o più opaco, più teso, più amaro, più amaro. Potete dare il nome che volete al suono che ascoltate, fatto sta che la differenza è ben apprezzabile
 
Ma tutto ciò è collegato alla composizone della ''melodia'', cioè d una successione di note nel tempo. Due note hanno un significato, una no. Ma possiamo dare un significato alla singola nota? se fosse possibile sarebbe un ulteriore arma per la cretività, perchè avremmo melodie di note con ciascuna avente il suo significato, in modo da creare "scenari" sempre più complessi e sofisticati. L'espediente per realizzare questo è non pensare solo alle scale come qualcosa da sviluppare "in orizzontale", cioè in ordine di tempo ma anche "in verticale", in ordine di altezza ma suonate allo stesso istante. Ciò racchioude il conetto di '''accordo'''