Archiviazione documenti cartacei/Archivi di contabilità: differenze tra le versioni

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==Libro dei Cespiti Ammortizzabili==
 
E’È poco voluminoso anche il LIBRO DEI BENI AMMORTIZZABILI, sebbene possa alle volte assumere delle proporzioni notevoli. Dobbiamo calcolare infatti che ogni anno questo libro aumenta di varie pagine, e cioè di un elenco che contiene tutti i beni con le relative quote di quell’anno, ed in più una pagina di storico per ogni bene. Se dunque i beni presenti in azienda sono dieci, ogni anno il libro crescerà di undici-dodici pagine, ma se i beni sono cento, ogni anno dovremmo aggiungere circa centodieci pagine (una per ogni bene ed una decina per l’elenco riepilogativo). Sarà perciò opportuno scegliere un raccoglitore di grandezza adeguata. Comunque la corretta archiviazione prevede che ogni annata venga riposta in una busta trasparente, oppure, se i beni sono tanti, che ogni annata venga distinta dalla precedente con un cartoncino separatore. Dato che i caratteri di stampa non evidenziano particolarmente il periodo a cui si riferisce il tabulato, sarà bene infilare nella busta trasparente o appiccicare sul cartoncino separatore un foglietto colorato con la scritta del solo anno di gestione. Per questo libro alcuni suggeriscono che il metodo migliore sia quello di archiviare i riepiloghi annuali degli ammortamenti tutti assieme da una parte, e le schede storiche dei singoli beni da un’altra, separate per “bene” (o “cespite”), cioè per ogni bene le schede di tutti gli anni assieme. A me questo procedimento sembra troppo macchinoso ed anche inutile, dato che l’ultima scheda di ogni bene riepiloga tutti i movimenti, per cui quelle degli anni precedenti non possono interessare più di tanto.
 
==Libri vari==
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===Fatture di vendita===
 
Le fatture di vendita, anzi più precisamente le loro copie, vanno messe nel raccoglitore dietro numero il che significa anche dietro data, visto che per legge la numerazione deve progredire col tempo, senza possibilità di deroga. In alcune aziende le Note di Accredito (che sono poi solo fatture con importo negativo) seguono la numerazione delle fatture stesse, cioè sono intercalate tra le fatture e se ne distinguono solo per la dicitura “Nota d’Accredito” al posto di “Fattura”. Vanno archiviate tutte assieme, in ordine di numero. In altre aziende, le Note d’Accredito hanno una numerazione propria, ed in questo caso vengono conservate in raccoglitori a parte. Analogamente, dove per necessità particolari si emette più di una serie di fatture, l’archiviazione è separata. Il caso più comune è quello delle fatture “accompagnatorie” che seguendo una propria numerazione, devono rimanere ben separate dalle “differite”. Di norma le fatture si emettono in più copie, di cui solo la superiore si chiama “originale” e viene consegnata al cliente. Delle altre copie una deve andare nell’archivio, e le altre il cui smistamento in tempi non molto lontani costituiva un discreto impegno, stanno diventando inutili. Sarebbe molto utile che una di queste copie andasse archiviata nella cartella personale del cliente, dove queste cartelle vengono gestite, ma l’operazione richiede tempo notevole e molte volte non è conveniente. Lo stesso dicasi per la copia che andrebbe nella cartella del rappresentante. Oggi infatti le provvigioni vengono automaticamente calcolate dall’elaboratore al momento della fatturazione, e la conservazione di una copia nella cartella del rappresentante non ha senso. E’È ben più importante invece, e non si deve omettere, di inviare o consegnare quanto prima una copia della fattura al rappresentante, in modo che sia informato dell’avvenuta spedizione con tempestività. Le altre copie delle fatture emesse possono servire per molteplici scopi, ma sono tutte esigenze particolari dell’azienda e vengono archiviate di conseguenza. Per lo più si tratta di scopi obsoleti, come nel caso della copia per la cartella del rappresentante o quella che serviva per lo scarico del magazzino, che con l’avvento della fatturazione computerizzata hanno cessato di esistere.
 
In definitiva, le fatture da archiviare, dopo averne consegnato o spedito l’originale al cliente, sono solo quelle che vanno archiviate perché la legge lo esige. Anche quella che oggi si deve inoltrare al rappresentante, è eliminata quando i rappresentanti sono collegati in rete con la casa madre.
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===Fatture di acquisto===
 
E’È un po’ diverso il discorso delle fatture ricevute, cioè le fatture di acquisto. Queste fatture pervengono in azienda perlopiù via posta e se è lo stesso archivista ad aprire la posta, come di solito succede, deve badare a non archiviarle, ma di passarle al reparto contabilità o dove gli viene indicato. Sembra una precisazione di troppo, ma succede molte volte che delle fatture vadano diritte in archivio senza passare dalla contabilità, è in effetti questo uno degli errori più frequenti. Quando poi queste fatture sono state registrate in contabilità e controllate dal responsabile per gli acquisti, ritornano dall’archivista. L’archiviazione classica prevede che queste fatture vengano conservate secondo il “protocollo” che è il numero progressivo con cui la fattura è stata contabilizzata nel libro bollato degli acquisti. Ma questo si faceva prevalentemente perché in questo modo si teneva sotto controllo la correttezza del protocollo, cioè si controllava che nessun numero venisse saltato. Oggi è l’elaboratore a pensarci e conviene archiviare le fatture di acquisto per nominativo, cioè mettendo assieme tutte le fatture dello stesso fornitore in ordine di data, la più recente di sopra. Questo metodo consente una ricerca più facile e soprattutto permette un controllo dei prezzi praticamente istantaneo.
 
Avremo così dei raccoglitori per le fatture di vendita tipo FATTURE VENDITA DAL N. O1 AL N. 514 - GEN-APR 1996, mentre per le fatture di acquisto avremo FATTURE ACQUISTO ADANI-FORTI 1996.