Poesie (Palazzeschi)/La casa di Mara: differenze tra le versioni

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Altra poesia della raccolta ''Cavalli bianchi'' del 1905, pubblicata da Palazzeschi a proprie spese: nel farlo, l'autore indicò una casa editrice inesistente, la ''Cesare Blanc'' di Firenze. Stando a ciò che il poeta fiorentino avrebbe spiegato successivamente, questo non era altro che il nome del suo gatto. All'epoca il giovane Palazzeschi corrispondeva alla perfezione alla classica figura di artista disadattato e solo (si pensi al fatto che viveva all'epoca dell'aiuto finanziario della famiglia, benestante ma perbenista e poco propensa ad accettare l'esistenza di un figlio artista).
Una vecchia donna, Mara, viene raffigurata in una piccola casa di legno.
 
* '''Titolo''': ''La casa di Mara''
Mara vive rinchiusa dal mondo esterno, senza che la sua esistenza sia caratterizzata da alcun cambiamento (''cent'anni ha la vecchia''). L'unico sviluppo di cui si parla nel componimento è quello della società: i dintorni della casa, profondamente mutati, sono oramai un nuovo paesaggio urbano percorso dai treni che stanno ''volando'' rumorosamente. Il progresso della tecnologia non fa che sottolineare la staticità delle giornate di Mara, ripetutesi all'infinito come se nulla fosse successo nel mondo esterno. Anche in questa poesia, il metro ripetitivo di [[w:senario|senari]] e [[w:novenario|novenari]] sottolinea la mancanza di dinamiche vere e proprie nella vita di Mara, dato che non fa altro che ripetersi.
* '''Anno''': 1905
* '''Raccolta originale''': ''Cavalli Bianchi''
* '''Metro''': 7 versi [[w:senario|senari]] (anche doppi) o [[w:novanario|novenari]].
 
Mara vive rinchiusaesclusa dal mondo esterno, senza che la sua esistenza sia caratterizzata da alcun cambiamento (''cent'anni ha la vecchia ha cent'anni...''). L'unico sviluppo di cui si parla nel componimento è quello della società: i dintorni della casa, profondamente mutati, sono oramai un nuovo paesaggio urbano percorso dai treni che stanno ''volando'' rumorosamente. Il progresso della tecnologia non fa che sottolineare la staticità delle giornate di Mara, ripetutesi all'infinito come se nulla fosse successo nel mondo esterno. Anche in questa poesia, il metro ripetitivo di [[w:senario|senari]] e [[w:novenario|novenari]] sottolinea la mancanza di dinamiche vere e proprie nella vita di Mara, dato che non fa altro che ripetersi.
 
L'occupazione principale di questa donna è quella di filare. Secondo diversi studiosi, Palazzeschi crea un riferimento alla mitologia greca. Le tre [[w:Parche|Parche]] sono le donne che fanno scorrere il filo della vita: una fila, un'altra avvolge il filato, quella al centro assiste alla scena per poi intervenire tagliando il filo: è questo il momento della morte, che presumibiulmente è il tema del componimento ''[[Poesie (Palazzeschi)/Ara Mara Amara|Ara Mara Amara]]''.
 
AltraCome poesiale dellaaltre raccoltapoesie ''Cavallidi bianchi''questa del 1905raccolta, questa fu pubblicata da Palazzeschi a proprie spese: nel farlo, l'autore indicò una casa editrice inesistente, la ''Cesare Blanc'' di Firenze. Stando a ciò che il poeta fiorentino avrebbe spiegato successivamente, questo non era altro che il nome del suo gatto. All'epoca il giovane Palazzeschi corrispondeva alla perfezione alla classica figura di artista disadattato e solo (si pensi al fatto che viveva all'epoca dell'aiuto finanziario della famiglia, benestante ma perbenista e poco propensa ad accettare l'esistenza di un figlio artista).
 
==Collegamenti esterni, testo==