Poesie (Palazzeschi)/La croce: differenze tra le versioni
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È una poesia della raccolta ''Cavalli bianchi'' del 1905, dunque un lavoro di esordio. Fu in seguito ripubblicata con il titolo ''il segno''.
Come altri autori vicini al Crepuscolarismo, per Palazzeschi il simbolo non viene più utilizzato come rappresentante di entità astratte ed a noi superiori (salvezza, cristianità, valori). Viene ripreso dalle correnti letterarie precedenti per essere svoutato di parte del suo significato e poi completamente reinterpretato. La croce è un simbolo dai diversi significati, usato qui come segno deliberatamente opaco. Esso rimanda tanto alla cristianità della gente che passa (segno della croce), tanto alla morte (il cui giorno viene indicato sul legno). È legato tanto al legno (rima, identità tra l'oggetto ed il suo matariale), quanto alle strade percorse dalle persone che si incrociano (''crocicchio'').
Il tono di fondo è profondamente malinconico. La reticenza di fondo del Palazzeschi rende la scena misteriosa e cupa. Anche il colore delle immagini, essenzialmente in bianco e nero, fa trasparire i dubbi esistenziali di un giovane poeta in conflitto con la società, turbato e, come avrebbe spiegato più tardi, quasi disperato. È questo uno dei componimenti con i quali Palazzeschi sostenne di aver
Per quanto riguarda le caratteristiche metriche di questa poesia, si rimanda ai prossimi componimenti.
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