Poesie (Palazzeschi)/Comare Coletta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
Questa è una poesia tratta dalla raccolta ''Lanterna'' del 1907.
Comare Coletta è il nome usato questa donna, forse prostituta, che in passato ha anche ballato. Le varie voci che ridono di lei sono quelle del pubblico della strada. Per la prima volta, si parla. Il suo peccato è sporco; stanamente nessuno dice che cosa sia stato esattamente questo peccato, forse nessuno lo conosce esattamente. Palazzeschi ricorre all'espediente retorico della ''reticenza''.
 
Comare Coletta è il nome usato questa donna, forse prostituta, che in passato ha anche ballato. Le varie voci che ridono di lei sono quelle del pubblico della strada. Per la prima volta, sii parlapartecipanti alla scena parlano producendo enunciati comprensibili. Il suo peccato di Coletta è sporco; stanamente nessuno dice che cosa sia stato esattamente questo peccato, forse nessuno lo conosce esattamente. Palazzeschi ricorre all'espediente retorico della ''reticenza''.
Le poesie di P., alla maniera crepuscolare, non devono risvegliare niente di nobile in chi legge, non hanno moralismo né un ideale. Il senso del poeta è forse più semplice: secondo la poetica di Palazzeschi, il grottesco e l’ironia, insieme al gioco, sono gli ''anticorpi contro il dolore.''
 
Le poesie di P., alla maniera crepuscolare, non devono risvegliare nientesentimenti di nobilenobili in chi legge, non hanno moralismo né un ideale. Il senso del poeta è forseassai più semplice: secondo la poetica di Palazzeschi, il grottesco e l’ironia, insieme al gioco, sono gli ''anticorpi contro il dolore.''
Qualche volta il poeta è vicino alla donna, forse si identifica. La maggior parte del tempo, egli vede la scena dalla prospettiva della gente che ride cinicamente; nel complesso, comunque sembra essere più forte la tendenza alla solidarietà tra P. e Coletta (''nessuno le porge la mano''). Rispetto alle poesie della prima raccolta, quella dei ''Cavalli Bianchi'', assistiamo comunque ad una sorta di progresso: l'individuo, prima chiuso nelle strette mura di casa o nascosto dietro una barriera, si trova improvvisamente a contatto diretto con la gente, anche se l'esito è tragico.
 
Qualche volta il poeta è vicino alla donna, forse si identifica. La maggior parte del tempo, egli vede la scena dalla prospettiva della gente che ride cinicamente; nel complesso, comunque sembra essere più forte la tendenza alla solidarietà tra P. e Coletta (''nessuno le porge la mano''). Rispetto alle poesie della prima raccolta, quella dei ''Cavalli Bianchi'', assistiamo comunque ad una sorta di progresso: l'individuo, prima chiuso nelle strette mura di casa o nascosto dietro una barriera, si trova improvvisamente a contatto diretto con la gente, anche se l'esito è tragico.
L'identificazione tra l'io e la donna è inoltre resa plausibile dal fatto che entrambi sono figure guardate con un certo scetticismo dalla gente, che in questo componimento si mette addirittura a parlare.
 
Rispetto alle poesie della prima raccolta, quella dei ''Cavalli Bianchi'', assistiamo comunque ad una sorta di progresso: l'individuo, prima chiuso nelle strette mura di casa o nascosto dietro una barriera, si trova improvvisamente a contatto diretto con la gente, anche se l'esito dell'incontro è quantomeno tragico.
È questo un espediente poetico inedito da parte del Palazzeschi: le battute dei presenti confermano il giudizio di condanna della massa, dando alla scena un sapore teatrale (si ricorda che Palazzeschi iniziò la sua carriera artistica proprio a teatro).
 
L'identificazione tra l'io e la donna è inoltre resa plausibile dal fatto che entrambi sono figure guardate con un certo scetticismo dalla gente, che in questo componimento si mette addirittura a parlare. È questo un espediente poetico inedito da parte del Palazzeschi: le battute dei presenti confermano il giudizio di condanna della massa, dando alla scena un sapore teatrale (si ricorda che Palazzeschi iniziò la sua carriera artistica proprio a teatro).
 
==Alcuni aspetti formali==
Si tratta di una delle prime poesie con un uso abbastanza sistematico della rima delin Palazzeschi. Molto ben riusciti sono i primi due versi, fortemente danzanti, con allitterazione di L e di T: saLTeLLa e baLLeTTA, comare coLeTTa, ma anche con ripresa di CO, ed ostinata ripetizione delle vocali A-E.
 
==Collegamenti esterni, testo==