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Una '''nota''' è un suono di timbro e volume qualsivoglia, ma di frequenza stabilita.
L'orecchio umano è in grado di percepire vibrazioni di frequenza all'incirca dai 20 ai 15000 Hz (anche se questi valori variano a seconda della persona e dell'età). Sotto i 20 Hz i suoni non sono udibili
Nella musica convenzionale la '''gamma di frequenze utilizzate''' coincide con gli estremi del pianoforte (o dell'organo), che sono gli unici strumenti in grado di raggiungere contemporaneamente i due limiti opposti, il più basso e il più alto, dell'estensione musicale; ne segue che tutte le note prodotte dagli altri strumenti, o dai vari tipi di voce, possono essere riprodotte col pianoforte o con l'organo (naturalmente però non per quanto riaguarda timbro e volume).<br>
|{{finestra|col1=ABCDEF|col2=F0F8FF|titolo=Approfondimento|contenuto=La suddivisione delle frequenze qui descritta è solo quella che ha sviluppato la nostra cultura. L'intervallo che va da una certa frequenza al suo doppio può essere arbitrariamente diviso in quante parti si vuole: noi occidentali abbiamo deciso di dividerlo in dodici, mentre non è raro incontrare nella musica araba o indiana note (che a noi suonano molto strane) distanti tra loro... mezzo, o addirittura un sesto di semitono!}}
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Per questo (e soprattutto
[[Immagine:suddivisione colori.png|400px|center]]
In realtà il discorso è un po' più complesso, anche storicamente, ma per il momento non è necessario approfondire.
'''DO<sub>1</sub>'''<small>(261,5 Hz)</small>, #, RE<sub>1</sub>, #, MI<sub>1</sub>, FA<sub>1</sub>, #, SOL<sub>1</sub>, #, LA<sub>1</sub><small>(440Hz)</small>, #, SI<sub>1</sub>, '''DO<sub>2</sub>'''<small>(523 Hz)</small>, #, RE<sub>2</sub>, #, MI<sub>2</sub> FA<sub>2</sub>, #, SOL<sub>2</sub>, #, LA<sub>2</sub><small>(880Hz)</small>, #, SI<sub>2</sub>, '''DO<sub>3</sub>'''<small>(1046 Hz)</small>, # RE<sub>3</sub> ecc...
La distanza che separa note di frequenza doppia (DO<sub>1</sub>,DO<sub>2</sub>; RE<sub>1</sub>,RE<sub>2</sub>; MI<sub>1</sub>,MI<sub>2</sub>; ecc...) si chiama ''ottava'', il
==Come ''gira'' il mondo della musica==
Proviamo a schiacciare un tasto a caso del pianoforte e, basandosi su quella nota, a canticchiare le prime quattro note (o anche tutta, se ci fa piacere) di "Fra' Martino" (Fra-Mar-ti-no). Poi ripetiamo l'operazione cambiando nota di riferimento. Facciamolo finchè non ci convinciamo che, '''qualsiasi sia la nota da cui si parte''', è sempre possibile cantare "Fra' Martino", e questo non avviene
A questo punto ci si potrebbe chiedere: "Ma se cambia la nota iniziale, e con lei quindi anche tutte le altre, cos'è quella cosa che resta uguale, per cui la "musica", la melodia, non cambia?". Ebbene, quella cosa che resta uguale, e che permette quindi al nostro cervello di identificare le canzoni, è la distanza tra le note: se ognuna di esse mantiene lo spazio che la separa dalla precedente, il cosiddetto '''intervallo''', la melodia rimane la medesima.
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