Storia della letteratura italiana/La lirica siciliana: differenze tra le versioni

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La corrente letteraria nata dalla rielaborazione di temi e stili trobadorici, della quale capostipite è considerato Iacopo da Lentini, è chiamata ''Scuola siciliana''.
 
Alcune '''caratteristiche''' di questo movimento esulano dal solido legame con la lirica provenzale: anzitutto il poeta non è una figura professionale ma dilettantistica, mentre sul piano letterario troviamo la definitiva separazione del testo dalla musica (le liriche non sono più indirizzaeindirizzate al popolo ma ad un ambiente ristretto e colto) e l'adozione, per la prima volta in Italia, di un codice poetico in lingua volgare, il siciliano.
 
Dalle '''tematiche''' affrontate sono estromesse politica, esperienze personali e tutto quanto non concerna l' ''amor fino'', per lasciare ad esso totale spazio. Ricorrenti sono le similitudini col mondo naturale ed i riferimenti alla società feudale, benché essa non fosse propria del regno di Federico. Le strutture metriche più utilizzate sono la canzone, la canzonetta e il sonetto, la prima usata per trattare gli argomenti più seri, la seconda per i più leggeri, mentre il sonetto, destinato a diventare la forma tipica delle tenzoni poetiche, veniva adattato a più occasioni. La lingua utilizzata è il volgare siciliano, privato dei termini dialettali ed arricchito da strutture periodiche tipicamente latine.