Elementi di Euclide/Libro I-Postulati: differenze tra le versioni

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Riga 13:
 
== Postulato 1==
 
[[Immagine:Tartaglia015v.png |didascalia|left]]<div style="height:60px; padding-top:60px;"> ''' Adimandiamo che ce sia concesso, che da qualunque ponto in qualunque ponto si possi condurre una linea retta.'''.</div>
 
[http://aleph0.clarku.edu/~djoyce/java/elements/bookI/post1.html Per un' immagine interattiva]
 
 
Postuliamo dunque che il disegno di una linea retta si ottenga unendo un punto qualsiasi ad un'altro punto qualsiasi.
 
Pare facile, ma sono necessarie almeno due cose difficili: una mano ferma ed una riga che non finisca prima che il secondo punto venga raggiunto. Per non parlare del dubbio che ci potrebbe assalire circa la natura rettilinea del bordo della riga.
 
In fondo è un po' paradossale: vogliamo costruire una retta ma dobbiamo servirci di una retta già fatta. E quella che c'è già come è stata costruita?
 
I muratori hanno un bel trucco (che Tartaglia conosceva, e che infatti descrive come ''escamotage'' per aggirare i problemi posti dalla riga): quello di intingere uno spago nel colore, tenderlo bene lungo un muro e pizzicarlo come fosse una corda di chitarra in modo che, tornando al suo posto dopo essere stato mollato, tracci una bella linea retta sul muro stesso. Il metodo è interessante ma non è esente da imperfezioni.
 
Per fortuna, alla limitatezza dei nostri mezzi possiamo opporre la purezza del nostro pensiero che può immaginare una linea perfettamente dritta che corre da un punto all'altro. Libero com'è dal tabù dei greci circa l'idea di infinito attuale, il nostro pensiero può anche immaginare che la retta oltrepassi i punti in entrambe le direzioni e che prosegua senza fermarsi mai.
 
Potente il nostro pensiero: corregge e completa idealmente il disegno finché, voilà, per due i Punti passa effettivamente una Retta.
 
 
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