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== Gli Alunni illustri ==
 
 
'''[[w:Aristotele|Aristotele]]''' fu un docente fortunato.
 
Ebbe in un certo periodo un solo alunno.
E che alunno.
 
Indomabile.
 
'''[[w:Alessandro di Macedonia|Alessandro di Macedonia]].
 
 
Quanto a [[w:Nerone|Nerone]], ebbe una miriade di docenti.
 
I migliori intellettuali del suo tempo.
 
'''[[w:Seneca|Seneca]]''', '''[[w:Petronio|Petronio]]'''.
 
E per 'compagno di classe' [[w:Lucano|Lucano]].
 
Ma il risultato, a detta dell’ispettore, per dir così, il grande storico '''[[w:Tacito|Tacito]], non fu certo dei migliori.
 
'''Adesso noi invece, per ragioni squisitamente economiche, abbiamo ideato scuole con classi numerose ove gli insegnanti parlano e vengono ascoltati da un folto gruppo di allievi.'''
 
Eppure, anche a proposito di leggi, e in particolare di legislazione scolastica, qualche arguto osservatore avrebbe avuto da dire la sua.
 
'Sai, se si osservassero tutte le leggi osserverebbe il nostro sagace e saggio interlocutore - il mondo si fermerebbe'.
 
Profonda, singolare osservazione.
 
Tipica e singolare...
 
Socrate avrebbe perso la partita con la religione, la filosofia. l’ignoranza e il peccato, ma avrebbe salvato la vita, se avesse seguito questo pensiero.
 
C’è qualcosa di vero, in quella frase assurda.
 
Ma presupponeva, questa verità nascosta, che vi fossero leggi inique, e che queste venissero disattese o abrogate.
 
 
'Vedi – gli si potrebbe dire in risposta – la letteratura occidentale ha, in un certo senso, un padre: [[w:Omero|Omero]].
 
Un profondo conoscitore del mito, della lingua greca, il migliore degli aedi e dei rapsodi.
 
Eppure, non avrebbe mai potuto insegnare in un qualsiasi ginnasio italiano'.
 
''E come mai?''.
 
'Perché, stando almeno alla iconografia ufficiale, era cieco'.
 
'Ma i ciechi possono insegnare tutto!'.
 
''Non il greco... infatti non vedono gli spiriti''.
 
'Ma chi vede gli spiriti, è visionario...'.
 
Potrebbe dire con una certa dose di malizia o di incompetenza...
 
Insomma, gli insegnanti di greco se vedono gli spiriti rischiano, per la morale comune, di essere considerati visionari^.
 
Ma a parte l'ironia, qui si non si parla di fantasmi, ma di altri spiriti: lo spirito dolce e quello aspro...che indicavano delle aspirazioni nella lingua greca.''
 
 
Insomma, esistono leggi, nella scuola italiana almeno, che impedirebbero ad un intellettuale geniale con le caratterisctiche somatiche e mentali di '''Omero''', se presentasse domanda di incarico ad un Provveditore attuale, di trovare lavoro come insegnante.
 
Forse non potrebbe fare nemmeno il funzionario di Segreteria, organizzare viaggi istruzione, visite didattiche e guidate, gite, per dirla in breve, e nemmeno il custode, tralasciando tutte le altre funzioni che potrebbe espletare, e che si riducono a pochissime.
 
Potrebbe insegnare altre materie, magari fare il Dirigente, ma non insegnare il Greco...
 
Eppure le opere di '''Omero''', senza che lui o i suoi eredi ci guadagnino nulla, da secoli vengono usate per istruire i giovani, come paradigma di fantasia creatrice per tutti, chi non ha mai, del resto, in qualunque sede, utilizzato la metafora dei viaggi di Odisseo, del rimpianto e della nostalgia per Itaca, il cane [[w:Argo|Argo]], [[w:Ettore|Ettore]] ed altri luoghi letterari^ di provenienza omerica?...''
 
 
'E Dante?'
 
Potrebbe a questo punto chiedere con petulanza.
 
''Dante ha ancora una condanna in contumacia.
Nessuno si è mai preoccupato, si potrebbe dire paradossalmente, di fargliera cancellare, ufficialmente, giuridicamente e legalmente...
 
La stessa cosa qualcuno potrebbe dire per Socrate.
 
...'Perché, se furono processi ignobili e ingiusti quelli che le determinarono?'
 
''Non sarebbe accettata una richiesta di insegnamento presentata oggi da Socrate per filosofia e storia e neppure da Gesù per un incarico di religione, figuriamoci poi da '''[[w:Dante Alighieri|Dante Alighieri]]''', o da qualsivoglia esperto di linguistica come lui, neppure per l’Italiano e la sua grammatica...''
 
...'E dire che sono i Padri in un certo senso della poesia, della letteratura, della religione e della filosofia... come dicono tutti e ognuno sa.'
 
''Almeno così vanta la cultura ufficiale d'Italia...
 
...Insomma, chi ha un procedimento penale in corso, e questo potrebbe essere comprensibile, o '''una condanna, per quanto platealmente ingiusta ma tuttavia non ufficialmente e giuridicamente annullata''' per interessamento di alcuno, non può nemmeno formalmente chiedere di insegnare.
 
Quanto al grande [[w:Leopardi|Leopardi]], non aveva neppure un titolo di studio.
 
[[w:Ugo Foscolo|Ugo Foscolo]] riuscì ad insegnare nientemeno che all'Università, ma per il suo carattere impetuoso e, si direbbe, per la sua sconfinata onestà intellettuale, perse il posto, piantò la cattedra ed iniziò un duro esilio che lo porterà poi a morire povero in Inghilterra, aiutato dalla figlia naturale...
 
Quasi tutti gli scrittori migliori non avrebbero potuto essere impiegati quali docenti nella scuola italiana, mentre in altri paesi possiamo immaginare di si.
 
Questo vale anche per i moderni.
 
[[w:Alberto Moravia|Alberto Moravia]] non aveva titoli di studio adeguati alla scuola italiana.
 
[[w:Cesare Pavese|Cesare Pavese]] ha fatto poche supplenze.
 
Cassola insegnava regolarmente a Grosseto, poi si è trasferito a Roma.
 
Insomma, '''summum jus, summa injuria'''.
 
Il massimo della giustuzia può corrispondere ad una palese nefandezza.
 
E' una massima che circolava a Roma, un tempo.
 
§
 
Davvero...'''carmina non dant panem'''...
 
Non è giusto comunque credere che obbedire alle leggi blocchi la vita.
 
Credo, con Socrate, che sia meglio obbedire che disobbedire alle leggi della [[w:Polis|Polis]], e che commettere un’ingiustizia sia peggio che patirla.
 
Omero, come del resto anche gli altri Grandi che prima si nominavano, non ha mai fatto l’insegnante in senso moderno.
 
Eppure è stato, come tutti i geni, un '''insegnante per [[w:antonomasia|antonomasia]]'''.
 
Praticava la poesia mnemonica, aveva un formulario di situazioni, sapeva inventarne e cucire quelle già stilisticamente idonee, cantava con la '''phorminks''', una specie di cetra, le vicende degli Eroi alla ricerca della Fama, del Klèos.
 
Evidentemente, la sua, nella piazze e nelle corti, ove ci fossero ascoltatori, era una '''lèctio''', una lettura nella mente, non su carta.
 
Ma anche la mente è una '''carta''' grande, enorme, su cui scriviamo da sempre, usando la scrittura dell'emozione che incide fatti, volti, ricordi a nostra insaputa o coscientemente.
 
Si.
 
Questi grandi, erano Maestri, Insegnanti veri, a costo di venire ostacolati persino nella vita, a costo di perdere tutto.
 
Oggi però, non farebbero mai i '''professori'''.
Perché insegnare per una nomina ufficiale è una cosa, ma essere un Insegnante, molto probabilmente è un'altra.
 
'''Questi Nostri Maestri sarebbero sempre e comunque quello che sono, creatori di poesia, artefici di storie immortali, facitori di parole, e le parole sono dono di Dio.
 
Sarebbero stelle che brillano sempre e comunque, oltre le nuvole che si divertono a nasconderle per farcele amare di più, quando appaiono nel cielo della notte.'''
 
O sarebbero, come in effetti funono, degli altrui o dei propri^ custodi di Mnemosyne, della Memoria, se non proprio bibliotecari^ , come [[w:Giacomo Casanova|Giacomo Casanova]] e [[w:Francesco Petrarca|Francesco Petrarca]], almeno nella parte finale della loro vita.''