Prontuario di diritto romano/La mora: differenze tra le versioni

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La '''mora''' è l'[[w:inadempimento|inadempimento]] [[w:colpa (diritto)|colposo]] dell'obbligazione al tempo debito e con le modalità previste, oppire il colposo rifiuto di accettarla.</br>
Si distingue pertanto la ''mora in solvendo'' (mora del debitore) dalla ''mora in accipiendo'' (mora del creditore).
 
==La ''mora debendi''==
 
''Mora fieri intellegitur ex re vel ex persona'' era il [[w:brocardo|brocardo]] che sanciva la distinzione tra i due tipi di [[w:mora (diritto)|mora]]: quella automatica e quella ''ex persona''.</br>
La ''mora debendi'' (o ''mora solvendi'') era la mora del debitore, cioè il ritardo colposo nel pagamento. In tale materia, vigeva il principio ''minus solvit, qui tardius solvit'', poi recepito dal vigente art. 1282 del [[s:codice civile|codicecod. civileciv.]].</br>
Per aversi ''mora solvendi'' occorrevano i seguenti requisiti:
Per aversi ''mora solvendi'' occorreva innanzitutto che l'[[w:obbligazione (diritto)|obbligazione]] fosse pura ed esigibile: non poteva essere richiesta la prestazione ''ante diem'', ossia prima della scadenza del [[w:termine|termine]], né se mancava l'imputabilità del ritardo al debitore (''mora videtur esse, si nulla difficultas venditorem impediat'').</br>
*innanzitutto l'obbligazione doveva essere valida e munita di azione: non si configurava mora nelle ''obligationes naturales'';
Ocorreva poi la cd. ''interpellatio'', cioè l'atto di costituzione in mora (''nulla mora ubi nulla petitio''); per le obbligazioni ''eo die'' (cioè a termine) si applicava il principio del ''dies interpellat pro homine''.</br>
Per aversi ''mora solvendi'' occorreva innanzitutto che *l'[[w:obbligazione (diritto)|obbligazione]] fossedoveva anche essere pura ed esigibile: non poteva essere richiesta la prestazione ''ante diem'', ossia prima della scadenza del [[w:termine|termine]], né se mancava l'imputabilità del ritardo al debitore (''mora videtur esse, si nulla difficultas venditorem impediat'').</br>;
Ocorreva*occorreva poi la cd. ''interpellatio'', cioè l'atto di costituzione in mora (''nulla mora ubi nulla petitio''); per le obbligazioni ''eo die'' (cioè a termine) si applicava il principio del ''dies interpellat pro homine''.</br>
 
Per effetto della [[w:mora (diritto|mora]], l'obbligazione si perpetuava e sorgeva [[Prontuario di diritto romano/La responsabilità|la responsabilità]] del debitore, che era perciò tenuto a ''dare usuras'', cioè a pagare gli [[w:interesse|interessi]] dal giorno della mora, nonché a risarcire il danno derivante dal ritardo (''damnum iniuria datum'') e ad accollarsi il [[w:rischio|rischio]] del perimento della cosa.</br>
Principio generale era ''in illiquidis non fit mora''.
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Le parti potevano preventivamente stabilire la misura degli interessi con una clausola chiamata ''stipulatio usurarum''.</br>
[[w:Giustiniano|Giustiniano]] vietò gli interessi composti ([[w:anatocismo|anatocismo]]).
 
 
[[Categoria:Diritto]]