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== Introduzione ==
 
1. LA ''LINGUA'' COME '''STRUMENTO DI COMUNICAZIONE''':
 
Fra le caratteristiche comuni agli uomini di tutte le regioni della Terra, troviamo l' uso della lingua e del linguaggio come strumento di [[w:comunicazione|comunicazione]].
 
La '''lingua parlata''', il [[w:linguaggio|linguaggio]] o ‘parole’, è presente ovunque, mentre la '''lingua scritta''', la ‘langue’, è codificata e attestata solo in certi tipi e stadi di cultura.
 
Con la nascita dell’[[w:alfabeto|alfabeto]], o comunque di qualche sistema di [[w:scrittura|scrittura]] che inizialmente dobbiamo immaginare quale un sistema di segni che imitassero e raffigurassero oggetti o '''metafore''' di concetti e idee, ha inizio quella che si chiama ordinariamente '''epoca letteraria o storica''', e che ricopre una fase sensibilmente breve della permanenza dell’uomo sulla terra.
 
Va osservato anche che ogni '''animale''', ogni ente dell’universo ha un suo modo di parlare, un suo [[w:linguaggio|linguaggio]] e forse addirittura un suo limitato alphabeto, ma l’uomo può a volte ignorare queste silenziose espressioni di linguaggi lontani, che a volte si fanno suoni veri e propri, come quelli degli animali, più intelligenti e sapienti di quanto di solito si creda.
 
Il silenzio, il buio, la luce, l'erba, ogni cosa insomma, ha la sua '''voce''', il suo ''linguaggio''.
 
Gli animali hanno un sistema di '''comunicazione''' efficace, vario ed unico per tutti gli individui di qualsiasi contrada e paese della Terra.
 
In pratica hanno realizzato da sempre un vecchio sogno dell’uomo, quello della '''unificazione dei codici linguistici''' e del superamento della differenziazione linguistica.
 
Quando l’uomo fu creato, immagina '''[[w:Dante|Dante]]''', un grande poeta ma soprattutto un grande linguista, espressein quel preciso momento con un grido in cui fuse significato e significante, come fanno i neonati quando nascono, riuscì ad esprimere in effetti la sua prima parola.
 
Gridò la sua riconoscenza a Dio, il suo ‘fattore’.
 
Unire un '''significato''' astratto, la riconoscenza, ad un suono foneticamente articolato, il '''significante''', arbitrariamente espresso, volontariamente e intenzionalmente formulato, volle dire creare l’elemento minimo complesso della lingua parlata, la parola.
 
E questoQuesto si ripeteràripete sempre, ogni volta che un essere emetterà un segno a cui attribuirà un senso e un significato
 
Accadrebbe anche se fosse cieco e muto.
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Non per nulla quella che chiamiamo [[w:letteratura|letteratura]] è stata creata da un cieco, [[W:Omero|Omero]], che neppure conosceva alfabeti e scritture, al suo tempo agli albori, in Grecia e lungo le coste asiatiche dell'Anatolia.
 
La '''mente''', [[w:Mnemosyne|Mnemosyne]] e le sue figlie, le [[w:Muse|Muse]], sono esse stesse alfabeto, poesia e oceano di idee, conoscenze e segni, che poi questi siano scritti o disegnati, è cosa probabilmente di un qualche interesse solo contingente.
 
Successivamente all’atto primigenio e archetipico del parlare, che si pone in un tempo al di fuori del tempo e che quindi è quasi scoperto e creato da ogni parlante quando inizi ad usare il linguaggio, una volta formato un insieme cospicuo di parole d’ogni tipo, è stato necessario formare un determinato [[w:lessico|lessico]], una qualche [[w:sintassi|sintassi]] e [[w:grammatica|grammatica]].