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Sinceramente, non amo le mere citazioni, perché chiunque può usarle, in qualsiasi modo e tempo (anche a sproposito); c'è che poi ne fa sfoggio, come di un bell'orologio, per dimostrare che è sapiente, colto, intelligente, brillante...e cosí facendo dimostra l'ignoranza di non averne di proprie. Queste ultime persone mi fanno assai ridere, perché cercano di mascherare l'ignoranza propria con la sapienza altrui, deridensosi da sole; altra cosa, invece, è dare autorità e forza ai propri scarni pensieri e alle proprie piccole idee con i pensieri dei grandi, e questo io chiamo umiltà: confessare la propria debolezza affidandosi alla forza dei savi, dei geni, dei poeti e dei santi. Detto ciò, ci sono alcune frasi infuse d'una tale sapienza ancestrale ed essenziale, che non possono non essere affisse sopra le porte, come augurio per il viandante, come cibo per l'affamato, come acqua per l'assetato, come veste per il nudo. Qui inscrivo la Sapienza:
 
* '''ET LUX IN TENEBRIS LUCET, ET TENEBRAE EAM NON COMPREHENDERUNT.''' ([Gv, I,5)
 
* Vere Tu es '''Deus absconditus'''. (Is, XLV, 15)