Architetture dei processori/Storia: differenze tra le versioni
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Successivamente la Motorola e altri concorrenti entrarono nel mercato, sviluppando altri tipi di microprocessori, come il 6502 usato nell'Apple II e la versione custom 6510 prodotta appositamente per il Commodore 64; il 6800 e il 6809, tutti con registri a 8 bit.
Dal 1980 in poi i fabbricanti e i modelli prodotti iniziarono a moltiplicarsi: ricordiamo soltanto il [[w:Motorola 68000|Motorola 68000]], lo Zilog Z8000 e l'[[w:Intel 8086|Intel 8086]], tutti e tre a 16 bit anziché a 8, capostipiti di tre numerose e longeve famiglie di microprocessori (anche se in realtà il 68000 era internamente totalmente a 32 bit, con un bus dati esterno a 16 bit). IBM scelse l'Intel 8088 per il suo primo PC al posto dell'8086 perché era compatibile con tutto il software per l'8086, ma aveva un bus dati esterno a 8 bit invece che a 16 ed era compatibile a livello hardware con tutti i circuiti esistenti sviluppati per l'8085. La Apple invece si basò sui chip della famiglia Motorola 68000 per i suoi prodotti della serie Macintosh. La italiana Olivetti scelse lo Z8000 anticipando di un anno l'uscita del primo PC IBM ... se avesse scelto l'Intel
Con il corso degli anni i processori subirono un notevole incremento passando a parole di 32 bit ([[w:Motorola 68040|Motorola 68040]], [[w:intel 80486|Intel 80486]]) e infine a strutture a 64 bit ([[w:PowerPC G5|PowerPC 970]] e Athlon 64). Le frequenze di funzionamento si innalzarono notevolmente passando da pochi Megahertz dei primi processori a 16 bit a diversi GigaHertz degli ultimi microprocessori. Nel ventennio intercorso tra gli anni 80 e il 2000 molte società grandi e piccole svilupparono propri microprocessori, alcuni dei quali basati su architetture peculiari ma la maggior parte negli ultimi anni ha deciso di abbandonare il settore.
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