Utente:Mac9/Sandbox/Costituzione della Repubblica italiana: differenze tra le versioni

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===Il progetto di riforma costituzionale del 2005 e il referendum del 25/26 giugno 2006===
 
Il Parlamento italiano aveva approvato una rilevante modifica delle disposizioni dell'attuale Costituzione (una cinquantina di articoli furono modificati da tale legge). Qualora tale riforma fosse entrata in vigore, si sarebbe prospettata la nascita di una [[Repubblica federale]] con un esecutivo nettamente più forte. Tra le principali disposizioni di tale (fallita) riforma costituzionale si possono citare in modo non esaustivo le seguenti:
* Sostituzione del Presidente del Consiglio dei ministri con un [[Primo ministro]] che verrebbe designato direttamente dagli elettori. I poteri del primo ministro vengono rafforzati, in quanto su sua richesta il Presidente della repubblica deve sciogliere la Camera dei Deputati, a meno che la maggioranza espressa dalle elezioni non indichi un sostituto.
* Voto di fiducia e sfiducia al Governo espresso dalla sola Camera dei Deputati.
* La sfiducia al governo comporta anche lo scioglimento della camera, a meno che i deputati che hanno votato la fiducia esprimano un nuovo primo ministro (non è possibile che il nuovo governo sia sostenuto da una maggioranza diversa dal precedente).
* Riduzione delle funzioni del Presidente della Repubblica: deve nominare Primo Ministro chi risulti candidato a tale carica dalla maggioranza uscita dalle elezioni, senza più la (peraltro formale) libertà di scelta attualmente contemplata dall'art. 92 cost.; può sciogliere la Camera dei deputati solo su richiesta del Primo Ministro, in caso di morte, impedimento permanente o dimissioni dello stesso, se la Camera dei deputati ha approvato una mozione di sfiducia al Primo Ministro senza che la maggioranza risultante dalle elezioni ne abbia espresso uno nuovo, oppure se il voto di sfiducia sia stato respinto col voto determinante di deputati non appartenenti alla maggioranza espressa dalle elezioni. L'età minima per essere eletto alla carica di Presidente scende da 50 a 40 anni.
* Trasformazione del Senato in ''Senato federale della Repubblica'' teso a rappresentare gli interessi del territorio e delle comunità locali. I senatori saranno eletti fra i residenti sul territorio regionale e già rappresentanti del popolo in enti territoriali.
* Istituzione di un sistema [[monocamerale]] per il voto delle leggi: in funzione delle materie, sia il Senato federale, sia la Camera, possono approvare una legge, senza che sia necessario (salvo eccezioni) un completo iter tra le due camere.
* Numero ridotto di parlamentari (500 deputati + 18 deputati per gli italiani all'estero; 252 senatori federali).
* Ruolo più specifico all'opposizione (alla Camera) e alle minoranze (al Senato federale).
* Alcune competenze, assegnate dalla riforma del [[2001]] alla legislazione concorrente (in cui la facoltà legislativa spetta alle regioni, salvo la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione statale) ''tornano di esclusiva competenza statale''. Esse sono:
** la ''sicurezza del lavoro''
** le ''norme generali sulla tutela della salute''
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* Reintroduzione dell'interesse nazionale come limite della legislazione regionale.
* Protezione costituzionale delle Autorità indipendenti.
* Modifica della composizione della [[Corte costituzionale]] con aumento dei membri di nomina parlamentare.
* I "membri laici" del Consiglio Superiore della Magistratura non sono più scelti dal Parlamento in seduta comune, ma per metà da ciascuna camera, sempre tra i professori universitari ordinari di materie giuridiche e gli avvocati con quindici anni di esercizio della professione.
* Modifica delle possibilità di ricorso alla [[Corte Costituzionale]], con attribuzione della possibilità di ricorso anche alle Province, alle [[Città metropolitana|Città Metropolitane]] e ai Comuni.
* Possibilità di referendum consultivo su tutte le riforme della costituzione e sulle leggi costituzionali, anche approvate in seconda lettura a maggioranza dei due terzi.
 
Tale riforma, realizzata dalla [[Casa delle Libertà]], ha suscitato vivaci discussioni, sia nel mondo politico, sia nella società civile, dando vita ad un dibattito acceso, soprattutto in funzione del referendum confermativo di tale riforma.
 
La legge era stata approvata a maggioranza assoluta e, successivamente, è stato richiesto un referendum confermativo da tutti e tre i diversi soggetti abilitati a farlo (almeno un quinto dei membri di una Camera, cinquecentomila elettori, cinque consigli regionali) per chiedere all'elettorato la conferma o il rigetto di tale riforma. Attraverso il voto popolare del [[Referendum costituzionale del 2006|referendum]], svoltosi il [[25 giugno|25]]-[[26 giugno]] [[2006]], il 61,70% dei votanti (53,70% di affluenza) hanno espresso la volontà di impedire l'entrata in vigore della riforma votando No.
 
L'analisi del voto ha evidenziato come in Italia, la riforma sia stata approvata solo dagli elettori di [[Lombardia]] e [[Veneto]], mentre i voti all'Estero hanno visto l'approvazione di tutte le circoscrizioni, eccetto gli Italiani residenti in Europa.
 
{{Vedi anche|Devoluzione|Referendum costituzionale del 2006}}
 
== Note ==