Utente:Mac9/Sandbox/Costituzione della Repubblica italiana: differenze tra le versioni

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==Storia==
=== Origini e nascita ===
Lo Stato italiano appare, da un punto di vista istituzionale, con la legge del [[17 marzo]] [[1861]] che attribuisce a [[Vittorio Emanuele II]], «Re di Sardegna», e ai suoi successori, il titolo di «Re d'Italia». È la nascita giuridica di uno Stato italiano (anche se altri Stati hanno già portato tale nome nel passato, dai [[Goti]] ai [[Longobardi]] per finire al periodo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]]). La continuità tra il [[Regno di Sardegna]] e quello d'Italia è normalmente sostenuta in base all'estensione dell'applicazione della sua legge fondamentale, lo [['''Statuto albertino]]''' concesso da [[Carlo Alberto di Savoia]] nel [[1848]], a tutti i territori del regno d'Italia progressivamente annessi al regno sabaudo nel corso delle guerre d'indipendenza.
 
Lo [[Statuto albertino]] fu simile alle altre costituzioni rivoluzionarie vigenti nel [[1848]] e rese l'Italia una monarchia costituzionale, con concessioni di poteri al popolo su base rappresentativa. Era una tipica costituzione "ottriata", ossia graziosamente concessa dal sovrano e, da un punto di vista giuridico, si caratterizzava per la sua natura "flessibile", ossia derogabile ed integrabile in forza di atto legislativo ordinario. Poco tempo dopo la sua entrata in vigore, proprio a causa della sua flessibilità, fu possibile portare l'Italia da una forma di monarchia costituzionale pura a quella di monarchia parlamentare, sul modo di operare tradizionale delle istituzioni inglesi (benché il potere esecutivo fosse detenuto completamente dal re, sempre più spesso il Consiglio dei ministri rifiutò di restare in carica quando non gradito alla camera elettiva).
 
Il primo Parlamento dello Stato unitario, in principio del [[1861]], si compose con un suffragio elettorale ristretto al 2% della popolazione<!--, circa 400.000 italiani -->; nel [[1882]] il diritto di voto fu portato al 7% della popolazione, con riforme nel [[1912]] e [[1918]] il diritto fu esteso fino a una forma di suffragio universale maschile.<REF>Dal 2% al 7%<!-- da 600.000 a 2.000.000 di italiani, su 28.452.000 --> con la legge del [[22 gennaio]] [[1882]], n. 999, quindi 23% della popolazione e prima introduzione del suffragio universale maschile con la legge del [[30 giugno]] [[1912]] n. 666, e, infine, ai maggiori di 21 anni o chi avesse adempiuto al servizio militare, alla fine della [[prima guerra mondiale]], con la legge [[16 dicembre]] [[1918]], n. 1985.</REF>
 
Malgrado l'articolo 1° proclamasse il [[cattolicesimo]] religione di stato le relazioni fra la [[Santa Sede]] e lo Stato furono praticamente interrotte tra il [[1870]] il [[1929]], per via della [[Questione romana]].