Abulafia e i segreti della Torah/Parabola della Perla 7: differenze tra le versioni

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L'assunto che sia possibile cambiare la natura per mezzo di nomi divini è una continuazione di una visione sull'incantesimo dei mondi superni per mezzo di linguaggi che si trova nel ''Commentario allo Sefer Yetzirah'' dell'insegnante di Abulafia, Rabbi Baruch Togarmi.<ref>Si veda l'analisi di Idel in "Incantations, Lists, and ‘Gates of Sermons,’" 503–4. Per il cambiamento della natura per mezzo del nome divino, cfr. anche Rabbi Joseph Gikatilla, ''Ginnat Egoz'', 337.</ref> In un testo anonimo che ho dimostrato essere stato scritto da Abulafia e che si trova nei manoscritti insieme al ''Commentario'' di Togarmi, c'è un'interessante presentazione nel senso che...
{{q|il segreto del primo uomo<ref>Confrontando questo testo con il successivo, in cui il Messia è menzionato in un contesto simile, possiamo supporre che il primo uomo sia il Messia.</ref> che regna su tutte le parti del linguaggio in virtù della conoscenza del detto nome [...] e in forza del potere del nome menzionato su tutte le nature del mondo, [...] è il segreto di ''Kisseʾ'', come ti ho detto in relazione ad ''Anokhi'', e questo è il motivo per cui Egli giura a chiunque mi evoca, per il potere di questo nome come è appropriato, di mettere in atto ciò che vuole fare cambiando la natura di tutte le ''naturata'', e il segno delle lettere di questo nome equivale al numero ''Qayyam'',<ref>150 è il numero di combinazioni delle lettere del Tetragramma.</ref> tratto dai 613 comandamenti, e il calcolo e le lettere sono ''Anokhi Qayyam'',<ref>Sul termine ''qayyam'' quale parallelo a monade e "idea", si veda il materiale pitagorico discusssodiscusso da Yitzhak Tzvi Langerman, "The Astral Connections of Critical Days: Some Late Antique Sources Preserved in Hebrew and Arabic", in ''Astro-Medicine: Astrology and Medicine, East and West'', curr. Anna Akasoy, Charles Burnett, e Ronit Yoeli-Tlalim (Firenze: SISMEL, 2008), 106.</ref> il cui segreto è ''Raʾl'',<ref>Il numero delle combinazioni di due lettere, secondo lo ''Sefer Yetzirah''.</ref> il cui significato è ''Arkhi'' che in greco è ''Rešit''.<ref>Ms. Paris, BN 770, fol. 208a, Ms. New York, JTS 1884, foll. 3b–4a:
{{Lingua ebraica|סו דדא" ם רהאשו ן נז ה כרוהוא שולט על כל חלקי השפהבידי עתזה הש םנזהכרוז המו ש רה עילו שחלק י השע הניי מנ ם "אף שע ה ו הו אולש ט כבח הש םנזהכר על כל טב ע בשו על ם ו הו אודס כס אמכו שוהד ע י תך במלתאנכי וע ל ז ה נשב ע למשביעיני בכ ח ז ה השםכראו י לע ו שת מהשירצ השבוני טב ע כלמהו טבעי ם . וסימ' אותיו' זה הש םני"מ ן י"ק ם תמירג מצות וכ לל החשוןב והאותיו' אנכי קי םסוו דם ר "א לפישרו שו ארכי שו הא בלשו ןוןי ראשי ת}}
Su questo testo e la sua affinità con Abulafia, cfr. Idel, "Abraham Abulafia’s Works and Doctrine", 30. Sulle gematrie multilingue, cfr. Idel, "Multilingual Gematrias in Abraham Abulafia". Per una discussione parallela, cfr. il brano da Ms. Firenze, Laurenziana, Plut. II. 48, fol. 70b, succitato, come anche ''Sitrei Torah'', 71. Questi paralleli sono sufficienti a dimostrare quanto i testi anonimi trovati in questi pochi manoscritti siano connessi ai libri identificati con Abulafia come autore. Sulla gematria ''Anokhi'' = ''Kisseʾ'' = ''Ṭevaʿ'' = 81, si veda il primo testo di Gikatilla, ''Commentario su Maʿaśeh Berešit'', trovato in Ms. New York, JTS 1891, fol. 70a–b, tradotto nella precedente Sezione. Cfr. anche il libro della scuola di Abulafia, ''Ner Elohim'', 46: