Utente:Mac9/Sandbox/Costituzione della Repubblica italiana: differenze tra le versioni

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Malgrado l'articolo 1° proclamasse il [[cattolicesimo]] religione di stato le relazioni fra la [[Santa Sede]] e lo Stato furono praticamente interrotte tra il [[1870]] il [[1929]], per via della [[Questione romana]].
 
A causa della mancanza di rigidità dello Statuto, col giungere del [[fascismo]] lo Stato fu deviato verso un regime autoritario dove le forme di libertà pubblica fin qui garantite vennero stravolte: le opposizioni vennero bloccate o eliminate, la Camera dei Deputati fu abolita e sostituita dalla «Camera dei fasci e delle corporazioni», il diritto di voto fu via via cancellato; piegati in garanzia dello stato fascista, ad esempio, furono diritti come quello di riunione e di libertà di stampa., Ilil partito unico fascista non funzionò come strumento di partecipazione, ma di mobilitazione dall'alto. Tuttavia lo Statuto albertino, nonostante le modifiche, non fu mai considerato abolito.
 
I rapporti con la [[Chiesa cattolica]] vennero invece sanati tramite i [[Patti lateranensi]], che ristabilivano le relazioni tra Santa Sede e Stato italiano.
 
Nel [[1943]], verso la fine della [[Seconda Guerra Mondiale]], [[Benito Mussolini]] perse il potere., Ilil re [[Vittorio Emanuele III]] nominò il maresciallo [[Pietro Badoglio]] per presiedere un governo che <!-- X --> ripristinò in parte le libertà dello statuto <!-- X -->; iniziò così il cosiddetto «[[Periodo costituzionale transitorio|regime transitorio]]», di cinque anni, che terminò con l'entrata della nuova Costituzione. Ricomparvero quindi i partiti antifascisti costretti alla clandestinità, riuniti nel [[Comitato di liberazione nazionale]] <!-- (formato dal Partito comunista, dal movimento cattolico-comunista, il Parito liberale, il Partito Repubblicano, il Democratico Cristiano, il Partito d'Azione, il democratico del lavoro e il socialista) -->, decisi a modificare radicalmente le istituzioni per fondare uno Stato democratico. <!-- supporto degli Alleati -->
 
Con il progredire e il delinearsi della situazione, con i partiti antifascisti che iniziavano ad entrare nel governo, non fu possibile al re di riproporre uno [[Statuto albertino]] eventualmente modificato e la stessa monarchia, giudicata compromessa con il precedente regime, era messa in discussione. La divergenza, in clima ancora bellico, trovò una soluzione temporanea, una «tregua istituzionale», in cui si stabiliva: la necessità di trasferire i poteri del re al figlio (ci fu un proclama del re il 12 aprile 1944), il quale doveva assumere la carica provvisoria di ''luogotenente del regno'', mettendo da parte temporaneamente la questione istituzionale; quindi la convocazione di una [[Assemblea Costituente]] incaricata di scrivere una nuova carta costituzionale, eletta a suffragio universale (giugno 1944){{rif|2}}. Fu poi esteso il diritto di voto alle donne (febbraio 1945){{rif|3}} e, ormai raggiunto il silenzio delle armi, fu indetto il referendum per la scelta fra repubblica e monarchia (marzo 1946).{{rif|4}} <!-- forse n. note da ridurre -->
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#{{note|1}} Dal 2% al 7%<!-- da 600.000 a 2.000.000 di italiani, su 28.452.000 --> con la legge del [[22 gennaio]] [[1882]], n. 999, quindi 23% della popolazione e prima introduzione del suffruagio universale maschile con la legge del [[30 giugno]] [[1912]] n. 666, e, infine, ai maggiori di 21 anni o chi avesse adempiuto al servizio militare, alla fine della [[Prima Guerra Mondiale]], con la legge [[16 dicembre]] [[1918]], n. 1985.
#{{note|2}} [[s:Decreto legislativo luogotenenziale 151/1944|Decreto Legge Luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944]], ''Assemblea per la nuova Costituzione dello Stato, giuramento dei membri del Governo e facoltà del Governo di emenare norme giuridiche'', emanato dal [[governo Bonomi II|governo Bonomi]].
#{{note|3}} [[[[s:Decreto_legislativo_luogotenenziale_23/1945|Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 23 del 2 febbraio 1945]], ''Estensione alle donne del diritto di voto'', emanato dal [[governo Bonomi III|governo Bonomi]].
#{{note|4}} [[s:Decreto_legislativo_luogotenenziale_98/1946|Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946]], ''Integrazioni e modifiche al Decreto Legge Luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151, relativo all'Assemblea per la nuova Costituzione dello Stato'', emanato dal [[governo De Gasperi I|governo De Gasperi]].
#{{note|5}} Con l'esclusione della [[provincia di Bolzano]] e della circoscrizione elettorale Trieste-Venezia Giulia-Zara, facendo venire meno 17 deputati dei 573 previsti.