La religione greca/La religione greca nel periodo arcaico e classico/Il culto: differenze tra le versioni
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Ovviamente nel caso di cerimonie importanti l'incarico di offrire libagioni, pronunciare preghiere a nome della collettività e dirigere il rito era compito di una personalità importante dotata anche dei mezzi economici per ricoprire questo ruolo. Tale personalità poteva essere, a seconda dei casi, il capofamiglia, il magistrato, il ''basileús''. Ne consegue anche che la proprietà del santuario è del dio e non quindi dei sacerdoti officianti, i quali raramente lo abitano anche se, comunque, sono coloro a cui è affidato il compito di gestirlo. Il sacerdote (ἱερεύς) e il suo corrispettivo femminile, la sacerdotessa (ἱέρεια), sono coloro che seguono l'andamento di un santuario dedicato a un dio, sono quindi sacerdoti di quel "dio" e non di un altro, anche se è possibile che un singolo sacerdote possa assumere su di sé più incarichi. Al sacerdote spettano comunque delle concessioni, soprattutto in termini di cibo. A lui, in quanto rappresentante del dio, viene consegnato il "privilegio della carne" (γέρας ''géras'') ovvero alcune precise parti del corpo della vittima sacrificale come le cosce o anche il rene grigliato all'inizio del sacrificio<ref name="ReferenceA">Jean-Louis Durand ''Bestie greche'' in Detienne- Vernant p.107.</ref>. Anche la pelle della vittima è spesso assegnata al sacerdote celebrante come ciò che fu essa<ref name="ReferenceA"/>. Successivamente, i premi in denaro consegnati per un sacrificio vengono depositati nel "fondo" proprio del santuario (θησαυρός ''thesaurós'')<ref name="Walter Burkert p.217">Walter Burkert. La religione greca, p.217</ref>.
Quindi se il sacerdozio nella religione della Grecia antica non è una scelta o
===La preghiera (εὔχομαι, εύχεσθαι)===
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