Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Iran-2: differenze tra le versioni

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Quanto all'impianto di Bushehr, questo venne lasciato abbandonato e poi danneggiato più volte dagli attacchi aerei iraniani. Tutto si fermò, fino a ripartire negli anni '90 con l'aiuto dei Russi (con una organizzazione di ricerca congiunta chiamata Persepolis). In particolare, nel 1995 l'Iran ha firmato per ottenere un impianto nucleare per 915 MW, anche se inizialmente gli altri sono stati omessi dal sito nucleare più importante dell'Iran. Gli USA isolarono anche l'Iran dalla Cina l'anno dopo (1996),dato che c'era in ballo la costruzione di un impianto nucleare. Nel frattempo, era stato risolto anche il problema con i francesi: nel 1991 la Francia accettò di pagare 1 mld di dollari all'Iran, che restava un azionista di Eurodif via Sofidif, ma senza chiedere in cambio il combustibile nucleare, che era il suo obiettivo primario. Nondimeno, vi sono numerosi impianti per l'estrazione dell'Uranio (di cui l'Iran è ricco), impianti di arricchimento, laboratori di ricerca ecc. Nel tempo, si pensa di arrivare a costruire ben 19 impianti nucleari, per esempio uno da 360 MW è attualmente in sviluppo, e pare che in effetti sarebbero più graditi impianti di media potenza piuttosto che di alta potenza come Bushehr.
 
Naturalmente tutto questo ha sollevato delle proteste internazionali, anche se l'Iran ha ammesso di non avere arricchito l'Uranio a percentuali superiori al 5%, ovvero non in qualità 'bomba'. Al contrario, nazioni come Egitto e Sud Corea sono note per essere arrivate ad arricchire l'Uranio, ma non hanno avuto conseguenze pratiche per ragioni che stanno più nella politica che nella tecnica. Già nel 1992 Hans Blix, dell'AIEA, riportava che le ricerche iraniane erano compatibili con la dichiarata volontà di costruire impianti per scopi pacifici, mentre nello stesso anno l'Argentina aveva cancellato una vendita di materiale per 18 mln di dollari, sempre grazie alla mano 'invisibile' degli USA, a quel punto particolarmente agguerriti contro l'Iran. L'Argentina finì presto di essere un patnerpartner nucleare dell'Iran per via di questo 'mobbing'.
 
Il resto della storia è più che altro, attualità. La IAEA ha chiesto la visita dei vari siti iraniani anche se con impegni rilassati per vari aspetti, fino ad arrivare, grazie anche alle principali potenze europee (UK, Francia e Germania) all'accordo di Teheran dell'ottobre 2003, di cooperazione e con la forma iraniana di un ulteriore protocollo di controlli. Vi sono stati anche problemi come la mancata comunicazione iraniana dell'importazione di Uranio dalla Cina, ma non erano state rilevate evidenze di un programma nucleare segreto di cui molti sembravano ipotizzare l'esistenza. Nel giugno 2004, infine, è stata cominciata la costruzione del piccolo reattore IR-40 da 40 MW. Il novembre successivo l'Iran annunciò una sospensione temporanea e volontaria del suo programma di arricchimento dell'Uranio. Dato che i mediatori europei non riuscivano ad ottenere un miglioramento delle trattative, l'Iran appena eletto Ahmadinejad rimosse i sigilli alle infrastrutture per la produzione di uranio arricchito. Così da un lato all'Iran si richiedeva di terminare il processo di arricchimento dell'Uranio, in violazione di precedenti accordi, dall'altra lo si accusava di avere violato i suddetti riaprendo gli impianti. Il nuovo presidente annunciò che l'Iran era riuscito ad arricchire l'Uranio (11 aprile 2006), anche se solo del 3,5% con l'uso di 100 e passa centrifughe. È un uranio in qualità civile, non 'bomba', ma già il 13 aprile Condi Rice disse che il Consiglio di Sicurezza ONU stava considerando forti passi per cambiare le ambizioni nucleari iraniane, al che però vi fu il netto rifiuto iraniano di cessare le attività in questo senso, e di rifiutare in particolare chi nega la necessità iraniana di costruire un nucleare civile. Il 31 luglio, però, sotto la spinta implacabile dell'amministrazione Bush e di altre nazioni europee, il Consiglio di Sicurezza approvò la risoluzione 1696 per richiedere all'Iran di cessare i processi di arriccimento, e nel dicembre (il giorno dopo natale) impose anche una serie di sanzioni con la R.1737, ma grazie alla posizione cinese e russa, con un testo meno duro di quanto sarebbe stato altrimenti, per volontà americana. Dato che l'Iran non ha cooperato con richieste ingiuste (almeno dal suo punto di vista), nel marzo 2008 è scattata un'altra risoluzione, la 1803 con effetti anche finanziari, sui viaggi delle persone ed export di armi.