Le Ferrovie dello Stato italiane e il trasporto delle merci dal 1970 a oggi/I trasporti "difficili": differenze tra le versioni

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==PREMESSA==
La Società delle Ferrovie dello Stato Italiane ha affrontato, e predisposto, i necessari strumenti dispositivi ed operativi, di alcune tipologie di trasporti definiti “difficili”, vale a dire, in pratica, trasporti non di tipo ordinario.
Tra tutti, prenderemo in esame i “trasporti eccezionali”, quelli di “merci pericolose e nocive”, quelli trasferibili “su carrello stradale” per essere consegnati o prelevati al domicilio del cliente.
 
==TRASPORTI ECCEZIONALI==
La Clientela non può, e non deve, preoccuparsi di conoscere le condizioni tecniche alle quali deve sottostare una merce per essere trasportata per Ferrovia. Sarà il Ferroviere, al quale si rivolge il Cliente per l’accettazione, ad individuare tutte le particolarità per assicurarne la sicurezza e l’integrità del trasferimento fino alla destinazione richiesta.
L’analisi della tipologia merceologica, le dimensioni in altezza e larghezza nonché il peso della massa unitaria determineranno la ordinarietà o la eccezionalità del trasporto.
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==MERCI PERICOLOSE E NOCIVE==
La “Famiglia” di questi trasporti è facilmente intuibile che sia composta da merci, che come dice la definizione stessa, vanno trattate con la massima cautela data la loro specificità.
Non è il ferroviere che, utilizzando la propria esperienza o la propria specificità, deve determinare se una certa merce abbia la natura di “pericolosità e/o nocività” e quindi stabilirne la modalità di trasporto.
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Altro elemento di sospetto era rappresentato dalla regolare sequenza delle spedizioni ferroviarie; si decise perciò di ispezionare un carico ferroviario in modo casuale e si scoprì che all’interno del vagone, mescolata tra le altre merci, era contenuta una pericolosa quantità di merce radioattiva: ovviamente ne fu portata a conoscenza l’Autorità Giudiziaria.
 
==TRASFERIMENTI DI VAGONI SU STRADA NORMALE==
Ad iniziare dalla metà degli anni ‘70 e per circa 25 anni, ci fu una acquisizione massiccia del trasporto ferroviario con l’utilizzo di vagoni singoli o a gruppi di carri.
In quelli anni stavano terminando certi trasporti di merci di massa quali quelli di carbone, di prodotti petroliferi, di minerali metalliferi ecc. perché la lavorazione di queste materie prime aveva iniziato ad essere eseguita nelle nazioni che detenevano i giacimenti di queste merci. In nazioni come l’Italia, particolarmente rivolta alla lavorazione ed alla trasformazione delle materie prime, i trasporti si ridussero in quantità ma aumentarono in valore ed anche gli stabilimenti di lavorazione furono reinventati e costruiti in zone nuove.
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In pratica, negli interporti, si raccolgono con autotreno merci in un raggio di circa 50 km caricate in containers, se prevalentemente destinate oltremare, oppure in “casse mobili”, se destinate in località distanti circa 500 km.
Questi trasporti da inviare a treno completo ad una località comune viaggiano con un orario prefissato sia di partenza che di arrivo offrendo alla clientela quella garanzia di puntualità sempre reclamata come essenziale negli interscambi economici attuali.
Analogo servizio viene svolto per le merci da distribuire: si utilizza l’automezzo per la riconsegna entro un raggio di circa 50 km.N.B. incaricato di scrittura in stile[[Utente:Cinianto|Cinianto]] ([[Discussioni utente:Cinianto|disc.]])
 
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