Greco antico/Verbo: differenze tra le versioni

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* nel suo svolgersi e nella sua continuità ( aspetto '''imperfettivo''' o '''durativo''');
* nel suo valore assoluto, cioè nel suo semplice accadere ( aspetto '''assoluto''' o '''puntuale''');
* come già conclusa nel passato, ma i cui effetti perdurano ancora nel momento in cui si parla o si scrive ( aspetto '''resultativo''''''-''''''stativo''').
Il presente, così come l'imperfetto, esprime l'aspetto '''imperfettivo''' o''' durativo'''.
Il greco presenta, infine, due coniugazioni :
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* i ''tempi principali'', presente, futuro, perfetto, futuro esatto, che hanno valore di azione presente o futura, e assumono le desinenze primarie, caratterizzate dalla tipica '''ι''' finale;
* i ''tempi storici'', imperfetto indicativo, aoristo, e piucchepperfetto indicativo, che articolano l'azione passata, e assumono due caratteristiche: 1) il prefisso verbale noto come ''aumento'' (ma solo nell'indicativo - ''vedi sotto''); 2) le desinenze secondarie, ''che sono totalmente prive della tipica '''ι''' finale''.
 
La definizione che il filosofo [[w:Aristotele|Aristotele]] dà del verbo è che esso "esprime in aggiunta il tempo" ({{polytonic | προσσημαίνει τὸν χρόνον}}). Ciò è vero unicamente per il modo [[w:indicativo|indicativo]], non per gli altri modi del verbo greco, che indicano, per ogni tema temporale, solo la [[w:azione (linguistica)|qualità dell'azione]] (la sua durata o compiutezza), e la sua [[w:Verbo#Modi e modalità|modalità]] logica (reale, potenziale etc.). Il greco ha quattro modi finiti (gli stessi dell'indoeuropeo, ancora conservati in [[w:Lingua vedica|vedico]]), e due forme nominali. I modi finiti del verbo greco sono: